Integrare app di terze parti direttamente nella chat di ChatGPT non è un semplice extra: equivale a trasformare la chat in un’unica superficie operativa in cui pianificare, richiedere ed eseguire.
E’ questa la portata della novità, forse una delle più importanti degli ultimi mesi, arrivata nei giorni scorsi da OpenAI.
In pratica, si specifica l’obiettivo; il sistema propone i passaggi, richiede i permessi necessari e mostra il risultato senza cambiare schermata.
Indice degli argomenti
Cosa sono le app in Chatgpt in breve
Le app integrate sono estensioni o mini-applicazioni che vivono direttamente dentro ChatGPT.
In pratica, non bisogna più passare da siti esterni o plugin separati: si possono usare funzioni aggiuntive (di terze parti o di OpenAI stessa) direttamente nella chat.
Esempio pratico:
- cercare voli o prenotare un hotel → l’app Expedia integrata in ChatGPT;
- generare grafici avanzati o lavorare su dati → l’app Data Interpreter;
- creare immagini → l’app DALL·E già inclusa.
Come si differenziano dai “vecchi plugin”
Nel 2023 ChatGPT aveva introdotto i plugin, ma erano difficili da gestire: dovevi attivarli manualmente, passarli da uno all’altro e la UX era confusa.
Le nuove app integrate:
- sono più fluide e native (non devi cambiare modalità o attivarle ogni volta);
- possono collaborare tra loro in un’unica conversazione;
- hanno un interfaccia più coerente con quella di ChatGPT;
- possono essere create e personalizzate facilmente (chiunque può farlo, anche senza sapere programmare).
Dove si trovano
Nel menu principale dell’app o del sito ChatGPT (versione Plus o Team), c’è una sezione chiamata per le app. “Explore GPTs” o “Esplora app”.
Da lì si possono cercare, installare o creare le app personalizzate.
Ogni app ha un profilo, con descrizione, funzioni e accessi che può richiedere (per esempio web, file, codice, ecc.).
Esempi di app già disponibili
- DALL·E – per creare o modificare immagini.
- Browser – per fare ricerche aggiornate sul web.
- Python (Data Analysis) – per analizzare dati, grafici, file CSV ecc.
- Canva, Zapier, Expedia, FiscalNote, WolframAlpha, Shopify – tutte integrabili direttamente in chat.
App in ChatGpt: i tre elementi chiave
Per farlo funzionare servono tre cose che lavorano insieme:
- un modello (GPT‑5) che interpreta l’intento dell’utente e decide se usare strumenti esterni;
- un protocollo aperto (MCP) che collega la chat agli strumenti in modo standard e sicuro;
- un SDK (Apps SDK) che gestisce autorizzazioni, interfacce in chat e registri delle azioni.
A partire da questi presupposti, introduciamo il triangolo operativo — GPT‑5 come orchestratore, MCP come livello di integrazione e Apps SDK come strato di permessi e UI — spiegandone in modo semplice come funziona e come usarlo senza scrivere codice.
Dal Q&A al “percepisci‑pianifica‑agisci”
In precedenza era necessario porre una domanda, ottenere una risposta testuale e poi procedere manualmente su altri siti o applicazioni. Ora: il flusso è percepisci‑pianifica‑agisci.
- Percepisci: il modello riconosce l’intento dell’utente (ad esempio “prenotare un volo domani sera”).
- Pianifica: decide quali strumenti usare e compila i parametri necessari.
- Agisci: esegue l’azione e presenta una scheda in chat con i pulsanti successivi (Prenota, Modifica, Scarica).
Gli strumenti non sono “trucchi” nascosti, ma funzioni descritte con schemi chiari, che precisano quali dati servono e in quale formato. Il Model Context Protocol (MCP) fa da ponte tra la chat e il backend dell’app, evitando collegamenti diretti fragili. L’Apps SDK richiede i consensi, presenta le interfacce e registra gli eventi, così che l’esecuzione resti controllabile e — quando previsto — reversibile.
Architettura tecnica di riferimento per le app in ChatGpt
La catena è più semplice di quanto sembri:
- GPT‑5 (orchestratore): interpreta la richiesta e decide quando usare uno strumento.
- Server MCP: espone un catalogo di strumenti, controlla che i parametri siano corretti e parla con i servizi esterni.
- Apps SDK: gestisce permessi, consensi e UI in chat (schede, tabelle, moduli).
- Servizi esterni: API di viaggi, file, musica, calendari, ecc.
La chiamata diretta alle API viene evitata, in base al design dell’app, per motivi di sicurezza e affidabilità. Il modello genera una tool call (una richiesta strutturata), il server la valida e solo dopo la inoltra al servizio. Questo permette controlli come: verifica lato server, limiti di traffico (rate limiting), idempotenza per evitare duplicati, interruttori in caso di errore e audit trail per ricostruire le azioni.
Disponibilità: è disponibile un primo insieme di app partner (presentazioni, viaggi, progettazione, musica). Per l’attivazione, nella maggior parte dei casi è sufficiente menzionare il nome dell’app nella prima riga della chat. La disponibilità può cambiare in base a Paese, piano e impostazioni aziendali. Al lancio del 6 ottobre 2025 le app sono state rese disponibili inizialmente al di fuori di EEA, Regno Unito e Svizzera, con arrivo nell’UE annunciato da OpenAI come imminente.
Permessi, consenso e tracciabilità
Ogni app dichiara in anticipo gli scope (ciò che può leggere e ciò che può scrivere). L’utente vede un riepilogo chiaro, può decidere cosa concedere e può revocare in qualsiasi momento. In contesti professionali è importante che ogni passo lasci traccia: chi ha autorizzato, quando, con quali parametri, con quale esito. Questi log permettono verifiche successive e supportano le politiche di accountability richieste da molte organizzazioni.
Interfacce embeddate e usabilità cognitiva
Le interfacce in chat — schede, moduli, tabelle, mappe, anteprime — riducono il cambio di contesto. Il risultato e il passo successivo sono visibili immediatamente nella stessa finestra. Per esempio, dopo una ricerca voli possono comparire i pulsanti Prenota o Salva; dopo la creazione di slide, Rigenera, Modifica, Scarica. Buona regola: spiegare sempre cosa succede premendo un pulsante e offrire un’opzione di annullamento. Le etichette dei pulsanti e le funzionalità possono variare in base all’app al piano e all’area geografica.
Sicurezza applicativa: principi operativi
Tre principi pratici guidano la progettazione:
- Least privilege: si concedono solo i permessi strettamente necessari, preferendo la sola lettura finché non serve scrivere.
- Explicit consent: per azioni costose o irreversibili è prevista una conferma chiara prima dell’esecuzione.
- Defense in depth: gli input vengono validati lato server; sono imposti limiti e formati; l’idempotenza evita duplicazioni nei retry; audit trail dei passaggi chiave (autorizzazioni esecuzioni risultati).
Metodologia d’uso: come attivare e governare un’app nella chat di Chatgpt
Il percorso operativo tipico è il seguente:
- Nuova chat e app per nome nella prima frase.
- Specifica vincoli numerici (date, quantità, durata, risoluzione). Aiutano il modello a scegliere bene gli strumenti.
- Alla prima azione sensibile compare il banner di consenso con gli scope: si può accettare, restringere o rimandare.
- Il risultato viene presentato in una scheda con pulsanti per i passi successivi; è possibile modificare i parametri, ripetere l’azione o esportare.
- In qualunque momento i permessi possono essere revocati nella sezione Impostazioni → App/Connettori.
Casi d’uso replicabili di app con Chatgpt
Tre esercizi consentono di vedere l’intero ciclo in azione senza scrivere codice. Nel primo caso si chiede a un’app di presentazioni di creare una singola slide 1920×1080 con la scritta “AI”, specificando carattere, dimensione del testo, colore e allineamento: la chat chiede il consenso a collegarsi all’app, genera l’elaborato e restituisce un’anteprima con i comandi per modificare o scaricare.
Canva: crea un pdf con 4 slide con sfondo chiaro e moderno e in diversi colori: 1) titolo “AI” 2) “ML” + breve intro 3) “DL” + breve intro 4) “Generative AI” + lista modelli (GPT-5, Claude, Gemini, Llama, Sora, Midjourney). Font Arial Bold e testo scuro. Margini 1 cm. Non sovrascrivere testo e non uscire dai bordi. Mostra anteprima e fornisci Scarica .pptx + PNG con bottoni Modifica e Scarica.

Risultato:

Nel secondo caso si imposta una ricerca voli con vincoli espliciti su date, durata massima del viaggio e orario di arrivo: l’interfaccia in chat mostra una tabella riepilogativa e propone pulsanti per prenotare o salvare l’opzione scelta.
Expedia: cerca voli MILANO → LONDRA partenza 05/12/2025, ritorno 12/12/2025, 2 adulti, solo bagaglio a mano. Mostra 3 opzioni con arrivo prima delle 18:00. Prepara una tabella comparativa e i pulsanti Prenota o Salva.

Risultato:

Nel terzo caso si configura una ricerca alloggi con Booking per una città e un intervallo di date precisi. Nell’esempio mostrato si richiede Parigi, categoria 5 stelle, 2 adulti, dal 04/11/2025 al 06/11/2025. L’interfaccia in chat restituisce le 2 opzioni considerate migliori con anteprime fotografiche, quartiere, motivi per la scelta, disponibilità di ristorazione e servizi spa, oltre ai link operativi per la prenotazione. Per finalizzare la pratica può essere richiesto di collegare l’account Booking e di confermare i permessi pertinenti. Anche in questo caso i risultati compaiono in una scheda con pulsanti di azione — ad esempio “Prenota” o “Salva tra i preferiti” — e con note di contesto utili (politiche tariffarie, posizione, suggerimenti di filtro).


In tutti e tre gli esempi si possono osservare i passaggi chiave del flusso percepisci‑pianifica‑agisci, il consenso granulare e la restituzione dei risultati con UI coerenti.
Errori prevedibili e strategie di recupero
Nel lavoro d’aula e nei test empirici emergono pattern ricorrenti. Quando l’app non si attiva alla prima invocazione è utile ripetere il nome all’inizio del messaggio e precisare il compito in una riga unica. Se un’azione fallisce dopo il consenso, si può richiedere al sistema di riaprire il banner permessi. Quando la UI non compare o si interrompe, il riavvio dell’app client o l’accesso via web ripristinano quasi sempre la sessione. È buona norma verificare prezzi, destinatari e date prima di confermare azioni che comportano acquisti o prenotazioni.
App in chat. Impatti su didattica, produttività e governance
L’adozione di app in‑chat incide positivamente sulla riduzione del contesto e sul time‑to‑task. In didattica, si possono costruire esercizi strutturati attorno a vincoli numerici per allenare la specificità dei prompt.
In azienda, la presenza di consenso granulare e logging nativo facilita la collaborazione con i team di sicurezza e compliance. Rimangono aperte questioni di qualità del catalogo e di controllo dell’ecosistema: come evitare la proliferazione di esperienze superficiali e come certificare quelle che accedono a dati critici.
Conclusioni
L’idea di app che vivono nella chat poggia su fondamenta tecniche solide e su un’implementazione che privilegia controllo e trasparenza. Per l’utente finale la promessa è semplice: descrivere un obiettivo in linguaggio naturale, approvare i permessi necessari, vedere i risultati e iterare senza cambiare contesto.
Per istituzioni e imprese la promessa è misurabile: permessi granulari, audit logs dei passaggi chiave, UI coerente e un flusso che si presta alla standardizzazione e alla verifica. Con GPT‑5 come orchestratore, MCP come standard di estensione e l’Apps SDK come strato applicativo, la chat diventa una superficie operativa credibile per attività end‑to‑end.
Bibliografia
The New Stack — Inside OpenAI’s Apps SDK: Web Architecture Explained. https://thenewstack.io/openai-launches-apps-sdk-for-chatgpt-a-new-app-platform/
OpenAI — Introducing apps in ChatGPT and the new Apps SDK. https://openai.com/index/introducing-apps-in-chatgpt/
OpenAI Help Center — Apps in ChatGPT and the Apps SDK. https://help.openai.com/en/articles/12503483-apps-in-chatgpt-and-the-apps-sdk
OpenAI Developers — Apps SDK. https://developers.openai.com/apps-sdk/
OpenAI Platform Docs — Model Context Protocol (MCP). https://platform.openai.com/docs/mcp
Model Context Protocol — Specification (latest). https://modelcontextprotocol.io/specification/latest
Model Context Protocol — Versioning. https://modelcontextprotocol.io/specification/versioning
OpenAI Platform Docs — Tools & Connectors (Remote MCP). https://platform.openai.com/docs/guides/tools-connectors-mcp
OpenAI Help Center — Connected apps (collection). https://help.openai.com/en/collections/12923329-connected-apps
OpenAI Help Center — Connectors in ChatGPT. https://help.openai.com/en/articles/11487775-connectors-in-chatgpt
OpenAI — Introducing AgentKit. https://openai.com/index/introducing-agentkit/
The Verge — OpenAI will let developers build apps that work inside ChatGPT. https://www.theverge.com/news/793039/openai-chatgpt-apps-developers-sdk-canva-zillow-devday-2025
TechCrunch — OpenAI launches apps inside of ChatGPT. https://techcrunch.com/2025/10/06/openai-launches-apps-inside-of-chatgpt/
TechRadar — ChatGPT now runs apps — and it’s about to go from chatbot to full‑on operating system. https://www.techradar.com/ai-platforms-assistants/chatgpt/chatgpt-now-runs-apps-and-its-about-to-go-from-chatbot-to-full-on-operating-system











