alfabetizzazione digitale

Democrazia dell’ignoranza: chi ci governa se non capiamo più nulla?



Indirizzo copiato

Il deficit di alfabetizzazione democratica minaccia le fondamenta del sistema rappresentativo. L’incapacità di decodificare segnali informativi complessi rende vulnerabili i cittadini alla manipolazione e compromette la qualità delle decisioni democratiche

Pubblicato il 6 mag 2025

Emiliano Mandrone

Primo ricercatore Inapp



alienazione digitale (1)

Come vengono intesi, elaborati ed interpretati dai cittadini i segnali emessi dai mezzi d’informazione, la tambureggiante comunicazione commerciale, le informazioni reperite sul web, gli stimoli che promanano dai social, l’informazione istituzionale, scientifica e medica, le immagini e i video condivisi sui nostri smartphone, le comunicazioni politiche?

Il problema del segnale e del rumore

Severe e ricorrenti sono le evidenze (PIAAC e PISA[2]) sui limiti cognitivi degli italiani che sollevano non poche preoccupazioni sulla qualità del capitale umano odierno: semplificando, circa 1 su 3 non sa leggere o far di conto e 2 su 3 non sanno sviluppare quello che hanno compreso. In altre parole, come sosteneva già De Mauro nel 2008, sempre meno persone sono in grado di comprendere appieno i segnali che ricevano, elaborarli e fare scelte consapevoli. 

In tutte le dimensioni della società dell’informazione, la competizione per l’attenzione è altissima: i messaggi sono enfatizzati da musica, immagini, testimonial per cercare di raggiungere i target nel modo più efficace attraverso tecniche pervasive, ossessive, spesso subliminali, soprattutto quando la popolazione obiettivo non è attrezzata per decodificare il segnale che riceve.

Quando il segnale travalica la popolazione cui era destinato crea disturbo per tutti gli altri: è la mistura maleodorante tra segnale e rumore di cui parlava Silver, 2013.

L’influenza dell’iper-persuasione digitale

Brassens già negli anni ’80 notava: “l’espansione rapida dell’informazione rispetto alla crescita della cultura, in un contesto in cui le conoscenze superficiali e rapide sono diffuse, fa sì che la propaganda abbia l’opportunità di influenzare le opinioni pubbliche”. Carr (2010) sostiene che questa sovraesposizione a stimoli digitali peggiori la nostra capacità di concentrarci e Levitin (2014) nota come questa competizione produca effetti neurologici non transitori. Zuboff (2019) osserva come il “capitalismo della sorveglianza” si basi proprio sulla capacità di attrarre l’attenzione dei cittadini usando i loro dati per campagne di micro-targeting[3]. Twenge (2017) sostiene che lo stato di sovraeccitazione prodotto dagli stimoli continui dei social-media crei una competizione che tracima dalla dimensione digitale a quella analogica.

Dunque, parallelamente alla crescita del volume dei messaggi da elaborare si riduce la qualità del contenuto trasmesso, ciò disorienta la gente e mina la gerarchia della conoscenza. Mandrone (2021) nota come “La società tradizionale era governata da relazioni verticali, dove c’è una gerarchia: tra chi insegna e chi impara, tra medico e paziente, tra esperto e utente”.

La crisi della gerarchia della conoscenza

Oggi, nei social c’è un rapporto orizzontale, tra pari, in cui non si conoscono le credenziali di chi posta, in cui le competenze sono accreditate da like senza peso specifico”.

Torna alla mente Asimov (1980) sosteneva: “C’è un culto dell’ignoranza negli Stati Uniti e c’è sempre stato. Si è insinuata nei gangli vitali della nostra società una vena di antiintellettualismo, alimentata dalla falsa nozione che democrazia significhi che la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza”.

Riaffiora il fastidio verso l’approccio positivista che si fa sempre più autorevole all’affermarsi del progresso scientifico e alla dote tecnologica prodigiosa che ne deriva. In netto contrasto con l’approccio metafisico[4], sostenuto dal forte processo di disintermediazione prodotto dal web che, dando voce a tutti, anche alle posizioni prive di alcuna evidenza, riscontro o false, produce una vera contro-informazione, rallenta il progresso, fa regredire la società.

Le prime vittime di questa battaglia sono l’attendibilità delle informazioni e l’interpretazione dei dati. Il pensiero critico, laterale o eccentrico è il sale della conoscenza, la fonte del progresso. Tuttavia, va verificato, altrimenti è mera speculazione, disturbo, rumore appunto.

Paradossalmente, nella società della informazione chi riteneva che il principio di confutazione di Popper (1962) avesse risolto la diatriba tra “vero e verosimile” deve ricredersi. Così si fa più fatica a trovare un obiettivo condiviso, un set valoriale identitario, un minimo comune denominatore, a convergere … non verso un pensiero unico ma verso una interpretazione standard. Cioè, non è un problema la critica al pensiero dominante – mainstream – o alla moda prevalente, quanto il fatto che alcune questioni apparentemente risolte vengano rimesse in discussione, facendo regredire la civiltà, indebolendo le conquiste sociali e diluendo la conoscenza. L’esito è confondere il bene e il male, il vero e il falso, l’utile e l’inutile.

Una stampa libera, una informazione di qualità e social-media indipendenti servano a poco se le persone non sono in grado di interpretare i dati, le notizie, i risultati prodotti. Urge una scuola più larga (orario), più lunga (anni) e più profonda (contenuti, attività) ovvero più conoscenza generale, capacità di lettura, scrittura e calcolo, sensibilità alla gerarchia delle fonti (non possono stare sullo stesso piano il messaggio del pediatra e la chat delle mamme), aiuto tempestivo per risolvere le fragilità d’apprendimento (già in età prescolare), consumi e stimoli culturali diffusi e gratuiti, buone relazioni sociali, integrazione, reciprocità…

La disintermediazione prodotta dal web – in cui tutti possono connettersi con tutti, trovare autonomamente la soluzione ad ogni questione e vedere qualsiasi informazione su ogni tema – rappresenta sia un potenziale informativo iperbolico sia un pericoloso problema di decodifica dei segnali. L’infosfera, se non usata in maniera positiva e costruttiva, privilegia messaggi brevi e superficiali che producono un sovraccarico informativo che mette in crisi le capacità interpretative ed elaborative. Così tutti i segnali, autorevoli e meno, sono sullo stesso piano. L’alta inflazione semantica svilisce il valore del segnale. La foto delle vacanze e la Bibbia impegnano la stessa quantità di byte ma non restituiscono un messaggio di pari portata.

Checkland e Scholes (1990) ritenevano che “l’informazione è uguale ai dati più il significato”. Tuttavia, sia i dati che la loro interpretazione sono oggetto di forti criticità. Siamo in grado con pochi click di tradurre in qualsiasi lingua del mondo un messaggio. La Babele delle lingue oggi non va più intesa come la difficoltà di traduzione, ma come l’incomunicabilità, ovvero non è un problema di riconoscimento del segno ma della sua interpretazione. Ecco, forse il termine evocativo di questo processo è proprio fedeltà.

Mandiamo enormi quantità di segnale ma recepiamo piccole quantità di significato, non più per problemi di comunicazione ma per incapacità di identificazione del messaggio. È come quando si ascolta la musica in macchina: è disturbata, non si capisce bene, si perdono i dettagli.

Il processo in corso sta esasperando l’asimmetria informativa (Akerlof, 1969): da un lato cresce il rischio manipolazione e, dall’altro, la comprensione delle questioni è decrescente. L’ignoranza e la malafede applicate alla tecnologia, inevitabilmente, producono un grande moltiplicatore di disinformazione.

Le strategie di difesa dall’iper-persuasione

Com’è pensabile, infatti, resistere a quella pratica che Floridi (2024) chiama hypersuasion, l’iper-persuasione: la straordinaria capacità delle macchine di condizionare le nostre scelte analizzando in modo dettagliato i nostri dati personali. L’AI ci può aiutare a fare scelte migliori – dai consumi energetici alla salute, dalla guida alla logistica – ma ci espone anche dei rischi seri. La manipolazione sistematica e tecnologicamente potenziata – dai consumi ai comportamenti, dalle preferenze alle scelte politiche – non ci dà scampo. Non abbiamo un sistema immunitario adeguato a respingere questa quantità di agenti patogeni, di allergeni, di scorie. Floridi ritiene necessaria una legislazione che ci tuteli, un accesso più democratico alla tecnologia e una maggiore consapevolezza critica. In due parole: Legge e Scuola.

La relazione pericolosa tra informazione e democrazia

Lo scenario peggiore è una contesa senza soluzione di continuità tra populismo e scienza. Molto meglio sarebbe una convergenza, un allineamento[5] tra la volontà popolare e la razionalità scientifica. Infatti, il deficit di comprensione ed elaborazione che si registra nella popolazione comporta una limitazione della qualità e quantità della partecipazione, aumenta le disuguaglianze materiali e immateriali, compromette il funzionamento del mercato, delle relazioni sociali, è un problema pervasivo che arriva fino alla rappresentanza democratica.Il cittadino, quando diventa mero consumatore politico, modifica anche l’offerta relativa. Monti (2024) parla dell’atteggiamento diffuso della classe politica contemporanea nei paesi occidentali di rincorrere la pancia del popolo, di accanirsi sui dettagli, di soddisfare i bisogni impellenti. Questo processo di dissoluzione della base morale dello Stato frutto della politica delle illusioni e della secolarizzazione delle istituzioni democratiche è definito demagonia.

Una visione dello Stato arida, senza slancio morale, senza finalità perequative economiche, sociali ed etiche. Sembra che la politica sia diventata null’altro che una “piattaforma logistica di beni e servizi” ovvero la regressione delle istituzioni democratiche ad agenti, e come tale valutata in base al tempestivo soddisfacimento dei bisogni, spesso degli istinti o, peggio, delle mode più effimere. Infatti, vale il vecchio adagio che, se un bene è di tutti e nell’interesse di tutti salvaguardarlo. Quando si separano gli interessi – le filter bubble di Parisier, 2011 – sorgono strategie non cooperative, comportamenti opportunistici e interessi rivali. Vale per la sanità, la scuola, il bene sociale, le strade, i parchi, i mezzi pubblici, la sicurezza, la difesa… 

Il consenso inconsapevole nella democrazia moderna

Molti sono angustiati da come queste persone potranno essere buoni consumatori o brave guidatrici o capaci lavoratori o abili professioniste disinteressandosi di che cittadini saranno?

Cesaroni (2022) nota “le società democratiche riposano su una concezione precisa: la decisione politica deve coincidere con la volontà del popolo, attraverso le procedure (elezioni) che la producono”. Il popolo è sovrano solo se informato e capace di giudizio. Da qui deriva che l’informazione è “necessaria ma non sufficiente”, poiché serve la capacità di elaborarla.

Si può ancora parlare di consenso quando le persone comprendono una piccolissima parte del segnale emesso dai politici? Si può ancora parlare di mandato popolare quando è frutto di una percezione errata o parziale? Risiede in questa funzione democratica una delle giustificazioni della scuola dell’obbligo. L’istruzione è lo strumento per partecipare alla democrazia, il faro imprescindibile per orientarsi, lo scudo dalle insidie analogiche e digitali.

Esiste, dunque, un problema epistemologico nel nostro sistema rappresentativo? Gramsci diceva “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza” … Questo monito è oggi più che mai valido. Non ci sono scorciatoie: l’investimento in istruzione è costoso, richiede tempo ed impegno ma ripaga tutti: l’individuo, la sua famiglia, la comunità. L’istruzione salva la vita, migliora la convivenza, qualifica i consumi. E difende la sovranità.

La sfida dell’alfabetizzazione democratica

Quindi come conciliare democrazia ed epistemologia in presenza di deficit di competenze? In particolare, come ci si deve porre rispetto a persone fisicamente sane e socialmente attive ma le cui capacità di comprensione ed elaborazione osservate sono assai modeste? Si pose questa domanda già Italo Calvino nel 1963, nel testo La giornata dello scrutatore nel quale rifletteva su quale fosse il senso di dare rappresentanza a persone non in grado di intendere e volere a causa di compromissioni psicofisiche, il caso paradigmatico degli sventurati del Cottolengo. Se il cittadino-elettore non sa comprendere questioni semplici, governare bene la propria vita o elaborare le informazioni che ha come può prendere scelte consapevoli su questioni complesse che impegnano l’intera collettività? La delega che dà ai suoi rappresentanti è consapevole? Se il dubbio fosse confermato, si potrebbe sindacare addirittura se sia legale?

La rappresentatività viene meno se il cittadino non è in grado di capire, come per gli sventurati del Cottolengo. Ma non si intende ponderare o limitare il voto alle persone che dimostrano livelli di competenza adeguati quanto sospingere le istituzioni a dotare il maggior numero possibile di cittadini delle competenze e conoscenza necessarie per fare scelte senzienti.

È fondamentale per la nostra esistenza avere persone competenti che portano una automobile, che fanno il medico, che costruiscono un ponte, che pilotano un aereo o che insegnano tanto quanto è necessario un elettore ben informato e in grado di fare valutazioni consistenti lo è per la Democrazia. La conoscenza produce un ambiente più sicuro, fecondo, produttivo, etico, pacifico… È il caso particolare di un fenomeno generale, diffuso, quotidiano.

La percezione del fenomeno non è semplice perché le competenze producono individui con conoscenze asimmetriche: una persona può sapere tutto circa il suo ambiente professionale o alcuni suoi ambiti di interesse ed essere al contempo profondamente ignorante su tutto il resto. Nei sistemi complessi, è la componente più lenta che ne definisce la velocità, la performance complessiva, la tenuta del sistema. Per far luce su queste associazioni non lineari si è realizzata l’Indagine IRIS Inapp, che esplora nuovi piani e nuovi indicatori della dimensione digitale.

Il punto di non ritorno arriverà quando una maggioranza erratica deciderà chi governerà. A quel punto la volontà popolare porterà ad esiti imponderabili ma – formalmente – legittimi.

Una introduzione all’uso della democrazia, un bignami delle parti salienti dello Stato, una sorta di democratic literacy non esite. Serve conoscenza. Anzi, come diceva Enzo Jannacci, ci vuole orecchio!

Bibliografia

G. A. Akerlof, “The Market for Lemons: Quality Uncertainty and the Market Mechanism,” TheQuarterly Journal of Economics, 1970.

I. Asimov, “A Cult of Ignorance”, Newsweek 1980.

N. Carr, (2010), “The Shallows: What the Internet Is Doing to Our Brain”, Publisher, W. W. Norton & Company

P. Cesaroni, “La democrazia fra volontà del popolo e verità della scienza”, Rivista Pandora, 2022

P. B. Checkland e J. Scholes, “Soft Systems Methodology in Action,” John Wiley & Sons, Inc., New York, 1990.

T. De Mauro, “Lezioni di linguistica teorica”, Laterza, 2008.

L. Floridi, “Il Manifesto Onlife: essere umani nell’era iperconnessa”, Springer, 2015.

L. Floridi, (2024) “Hypersuasion – On AI’s Persuasive Power and How to Deal with It”, Centre for Digital Ethics (CEDE) Research Paper Forthcoming, Philosophy & Technology,

H. Gardner, (1983), “Frames of Mind: A Theory of Multiple Intelligences”, New York: Basic Books.

D. J. Levitin, (2014), “The Organized Mind”, E.P. Dutton ed.

P. Liberati e M. Paradiso, (2025), “Contro le oligarchie: contratto sociale e finanza pubblica democratica”, Etica ed Economia, n.233.

E. Mandrone, “Digital oddities: technological change and cultural elaboration,” Sinappsi, XI, n.3, pp. 36-59, 2021

M. Monti (2024), “Demagonia”, Solferino. a changing world? Survey of Adult Skills 2023”, OECD Publishing, Paris.

K. Popper, (1962), “Conjectures and refutations. The growth of scientific knowledge”, Basic Books, New York.

J. M. Twenge, (2017), “iGen: Why Today’s Super‐Connected Kids Are Growing Up Less Rebellious, More Tolerant, Less Happy and Completely Unprepared for Adulthood and What That Means for the Rest of Us”. New York, NY: Atria.

S. Zuboff, (2019), “The Age of Surveillance Capitalism”, Faber and Faber.


[1] Inapp. e.mandrone@inapp.gov.it il presente articolo è un estratto del Working Paper Inapp “La questione epistemologica nella società dell’informazione” in corso di pubblicazione.

[2] PISA – Programme for International Student Assessment – è un’indagine internazionale che misura le competenze degli studenti quindicenni dei Paesi aderenti. PIAAC – Programme for the International Assessment of Adult Competencies – è un programma internazionale finalizzato alla valutazione delle competenze della popolazione adulta. Le indagini sono promosse e coordinate dall’OCSE e condotte dall’Invalsi e dall’Inapp.

[3] Il microtargeting è l’uso di dati online per personalizzare i messaggi pubblicitari in base all’identificazione delle vulnerabilità personali dei destinatari. Tali tattiche sono utilizzate per promuovere un prodotto o un candidato politico, attraverso la trasmissione di un messaggio personalizzato a un sottogruppo sensibile a certi temi o valori.

[4] Quando le opinioni sono sostenute non dal metodo scientifico ma dalla dialettica, vero vs verosimile.

[5] La volontà popolare si può formare su evidenze scientifiche, la c.d. “democrazia epistemica”, oppure il voto può essere ponderato in base alle loro conoscenza, la c.d. epistocrazia. Ovvero, la conoscenza scientifica può essere esogena o endogena rispetto al popolo: nel primo caso non si riduce la sovranità popolare, nel secondo si.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
INIZIATIVE
ANALISI
PODCAST
L'ANALISI
Video&podcast
Analisi
VIDEO&PODCAST
Video & Podcast
Social
Iniziative
IL PROGETTO
5GMed, ecco i quattro casi d’uso per la mobilità europea
L'APPELLO
Banda 6GHz chiave di volta del 6G: le telco europee in pressing su Bruxelles
EU COMPASS
Tlc, l’Europa adotta la linea Draghi: ecco la “bussola” della nuova competitività
ECONOMIE
EU Stories, il podcast | Politica industriale in Puglia: attrazione di talenti creativi e investimenti esteri grazie ai fondi di coesione
L'APPROFONDIMENTO
La coesione è ricerca e innovazione. Long form sugli impatti del FESR 2014-2020 nel quadro della Strategia di Specializzazione Intelligente a favore della ricerca e dell’innovazione
L'APPROFONDIMENTO
Pnrr e banda ultralarga: ecco tutti i fondi allocati e i target
L'ANNUARIO
Coesione e capacità dei territori
INNOVAZIONE
EU Stories | Dalla produzione industriale a fucina di innovazione: come il Polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio ha acceso il futuro
L'INIZIATIVA
DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
INNOVAZIONE
EU Stories, il podcast | Laboratori Aperti: riqualificazione e innovazione in 10 città dell’Emilia-Romagna
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
IL PROGETTO
5GMed, ecco i quattro casi d’uso per la mobilità europea
L'APPELLO
Banda 6GHz chiave di volta del 6G: le telco europee in pressing su Bruxelles
EU COMPASS
Tlc, l’Europa adotta la linea Draghi: ecco la “bussola” della nuova competitività
ECONOMIE
EU Stories, il podcast | Politica industriale in Puglia: attrazione di talenti creativi e investimenti esteri grazie ai fondi di coesione
L'APPROFONDIMENTO
La coesione è ricerca e innovazione. Long form sugli impatti del FESR 2014-2020 nel quadro della Strategia di Specializzazione Intelligente a favore della ricerca e dell’innovazione
L'APPROFONDIMENTO
Pnrr e banda ultralarga: ecco tutti i fondi allocati e i target
L'ANNUARIO
Coesione e capacità dei territori
INNOVAZIONE
EU Stories | Dalla produzione industriale a fucina di innovazione: come il Polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio ha acceso il futuro
L'INIZIATIVA
DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
INNOVAZIONE
EU Stories, il podcast | Laboratori Aperti: riqualificazione e innovazione in 10 città dell’Emilia-Romagna
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4