L’IA può fare per noi cose meravigliose. E tuttavia può fare anche cose terribili e dischiudere un futuro molto cupo.
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L’IA tra meraviglia e minaccia
L’IA spesso amplifica o automatizza diseguaglianze e forme di discriminazione nel mercato del lavoro, così come nell’accesso alle cure, al credito, alla casa; può abilitare campagne di disinformazione su larga scala, deepfake (video o audio falsi) e tecniche di microtargeting politico che polarizzano opinioni, inquinano il dibattito pubblico, minano la fiducia nella scienza e mettono in discussione la trasparenza e l’integrità dei processi elettorali democratici; può consentire attacchi informatici e sorveglianza di massa, così come operazioni militari automatizzate su larga scala (pensiamo, ad esempio, all’uso di droni in ambito bellico e alle armi autonome letali).
Una tecnologia universale e ambivalente
L’IA è una tecnologia universale, potenzialmente applicabile a quasi ogni aspetto della vita umana: per questo affascina e inquieta. La sua rapidità di sviluppo supera spesso la nostra capacità di comprensione, che richiederebbe tempi più lunghi per coglierne la portata. Questa dinamica alimenta narrazioni polarizzate: da un lato c’è chi vede nell’IA opportunità di progresso diffuso; dall’altro chi mette in guardia dai rischi esistenziali, fino alla possibile distruzione dell’umanità. Tuttavia, una rivoluzione di tale ampiezza non si governa con risposte semplicistiche. Serve un approccio equilibrato, capace di valutare con consapevolezza rischi e benefici, e di orientare eticamente progettazione, sviluppo e uso dell’IA a vantaggio delle persone e della collettività.
Un metodo di riflessione critica
Vogliamo offrire un contributo in questa direzione. A fronte dell’ormai vastissima mole di studi sull’argomento, si propone di problematizzare le questioni, senza determinarle aprioristicamente, e di incoraggiare la formulazione delle domande giuste, piuttosto che fornire risposte solo apparentemente certe, destinate a essere presto superate dall’innovazione tecnologica. Intende inoltre aprire al confronto, al dubbio e alla riflessione critica, evitando per quanto possibile la tendenza dogmatica di richiamarsi a presunti argomenti a priori o a giudizi ritenuti incontrovertibili. Infine, mira a favorire l’attenzione ai casi particolari, evitando indebite generalizzazioni. Per questo abbiamo scelto di offrire una riflessione critica, esaustiva per quanto possibile, su alcune delle questioni centrali che riguardano il presente e il futuro dell’IA, proponendo una trattazione che integra – crediamo in modo originale – l’etica dell’IA come soggetto, l’etica dell’IA come oggetto e la teoria politica dell’IA. Offriamo infine alcuni spunti su come sviluppare capacità e competenze morali sia nei sistemi di IA sia nelle nostre interazioni con tali sistemi.
L’IA come soggetto e come oggetto
Anzitutto, dopo una panoramica sull’evoluzione dell’IA – dal paradigma simbolico ai recenti modelli generativi e agentivi – affrontiamo l’ipotesi dell’IA come soggetto. Discutiamo la possibilità di una IA generale e della temuta Superintelligenza, soffermandoci su coscienza, comprensione e creatività, tre dimensioni decisive per attribuire soggettività. Analizzando i principali argomenti a favore e contro, sosteniamo che oggi non esistono prove conclusive né per escludere né per affermare l’emergere di un’IA soggetto. Il tema rimane aperto e va trattato con prudenza, applicando il principio di precauzione per prevenire danni possibili, anche se non certi.
Passiamo quindi all’IA come oggetto: sistemi progettati, sviluppati e utilizzati da esseri umani. Esaminiamo l’impatto sui processi decisionali e le implicazioni etiche della nostra interazione con i sistemi artificiali. Mettiamo in luce le influenze sull’autonomia personale e sulla privacy, non solo in senso giuridico ma anche nelle dimensioni epistemiche ed etiche dell’agire, fino a scenari di sorveglianza pervasiva. Riflettiamo su equità ed esplicabilità, chiedendoci se e come i sistemi possano favorire decisioni eque, comprensibili e giustificabili, contribuendo allo sviluppo della saggezza pratica. Affrontiamo inoltre la sostenibilità ambientale, economica e sociale, sottolineando come l’IA modifichi profondamente il nostro agire, le condizioni della conoscenza e le relazioni che sostengono la convivenza.
Implicazioni politiche e nuovi modelli di governance
Analizziamo poi le implicazioni politiche. La teoria politica dell’IA, campo emergente e complementare all’etica, valuta l’impatto sul lavoro – salari, qualità dell’occupazione, possibilità di impieghi significativi e dignitosi – e l’influenza esercitata su concetti e pratiche della vita pubblica: democrazia, potere, legittimità. Consideriamo le ricadute in termini di sovranità e governance, con particolare attenzione alla sovranità digitale, alla difesa nazionale e all’esigenza di una governance globale inclusiva, capace di evitare modelli imposti dall’alto, diseguaglianze persistenti e nuove forme di colonialismo tecnologico.
Sviluppare virtù morali e saggezza pratica
Infine, proponiamo un approccio che tenga conto delle specificità morali, promuovendo lo sviluppo di capacità etiche tanto nei sistemi quanto negli esseri umani che con essi interagiscono. Il modello s’ispira alla virtue ethics, incentrata sulla coltivazione degli abiti virtuosi, sul ragionamento morale e sull’orientamento al bene, reinterpretata alla luce del «monismo della virtù», che enfatizza il ruolo unificante della saggezza pratica. Questo impianto consente di riorientare la riflessione lungo tre direttrici: la natura dell’IA (etica dell’IA come soggetto), la trasformazione del nostro agire (etica dell’IA come oggetto) e le conseguenze sociali e politiche (teoria politica dell’IA), nuclei tematici del volume.
Filosofia e futuro dell’intelligenza artificiale
Siamo consapevoli che, data la vertiginosa accelerazione tecnologica, alcune considerazioni da noi svolte potrebbero presto apparire datate e questioni oggi controverse potrebbero trovare soluzioni, in un senso o nell’altro. Nel frattempo, ai filosofi spetta interrogare criticamente il presente, offrendo strumenti concettuali per interpretare i segni dei futuri possibili.











