automazione

IA e lavoro, usare le macchine per non farsi usare: la formazione e la managerialità che servono

Malgrado le evoluzioni della tecnologia la digital transformation è principalmente fatta di persone. Ecco perché bisogna liberarsi dall’idea che la macchina possa operare da sola per andare verso un modo di lavorare che consenta agli uomini di concentrarsi su quello che sanno fare meglio e alle macchine altrettanto

Pubblicato il 09 Mar 2022

Paolino Madotto

manager esperto di innovazione, blogger e autore del podcast Radio Innovazione

robotic process automation

Per usare meglio le macchine e superare il timore che i robot possano finire per rubarci il lavoro, ci sarà bisogno di una formazione in grado di garantire, da una parte una componente nozionistica e dall’altra una componente di capacità critica, di relazione unita alla capacità di utilizzare tecnologie complesse quali partner di lavoro. Una conoscenza che dovrà essere in continuo aggiornamento ma libererà le persone dalle attività e dai task quotidiani, dalla ripetitività del lavoro.

La cosiddetta “Augmented Process Automation” permetterà di aumentare la produttività e delegare alle macchine le attività, e consentirà ai lavoratori di concentrarsi su quello che fanno meglio. Di contro sarà sempre meno possibile fare un task senza pensarci, in modo automatico come si guida l’auto.

Intelligenza artificiale, è davvero la fine del lavoro? La sfida è sul filo delle competenze

Sarà necessario continuamente controllare i risultati delle macchine, esprimere valutazioni, innovare i processi e chiedersi se la direzione presa e i risultati ottenuti sono in linea con ciò che la sua organizzazione si aspetta. Un lavoro più stressante perché prendere decisioni e fare valutazioni, controllare le macchine è una condizione che aumenta lo stress.

I timori, quindi, non dovrebbero concentrarsi – come invece sta succedendo – sulla perdita di posti di lavoro ma sulla capacità di apprendere continuamente e di valutare il lavoro delle macchine.

Perché abbiamo così paura dell’intelligenza artificiale

La più grande paura che ci mette l’intelligenza artificiale è quella di rubarci il lavoro. Paura che compete con quella di trovarci ad essere dominati dalle macchine. Sono due paure che esistono da prima che nascesse l’IA e si accompagnano con il progresso dell’uomo.

Eppure, dopo migliaia di anni è ancora l’uomo che domina sulle macchine, non sembra sia cambiato molto. Le macchine si sono dimostrate al servizio di chi le possiede, spesso incamerano non solo le attività che prima faceva l’uomo ma anche il modo di pensare di chi organizza il lavoro. In questo senso non sono dei meri sostituti degli arnesi ma hanno in sé anche la procedura (in tutto o in parte) della realizzazione.

La cosa che più spaventa i lavoratori delle macchine non è tanto il fatto di essere degli strumenti ma di avere internalizzato il modo, i passaggi, le operazioni che sono necessarie a produrre un qualcosa. Questo processo nel software è andato talmente avanti che ormai sempre più spesso chi lo progetta e realizza può operare anche senza ascoltare chi ci dovrà lavorare, anzi il software viene utilizzato come strumento per cambiare in modo disruptive le organizzazioni e i loro processi. Questo non è detto che sia un male se fatto in modo coscienzioso.

Non è la macchina che spaventa, ma l’uso che se ne fa

L’avvento del computer ha spinto sempre più avanti questa caratteristica, esso interiorizza fondamentalmente dei processi e attraverso la sua centralità (pensiamo al mainframe o ad un ERP) per molte persone è lo strumento di coordinamento della catena di attività necessarie a produrre un prodotto o un servizio.

È vero che ognuno ha un personal computer sul tavolo ma sono tutti collegati tra loro. I computer, fino a quando sono rimasti scollegati tra loro e alla mercé del singolo lavoratore che li utilizzava come complemento per la propria parte del lavoro non facevano paura ma quando sono stati connessi e “orchestrati” a livello centrale e hanno immagazzinato un processo hanno cominciato a spaventare.

Non è dunque la macchina in sé che preoccupa ma il suo uso, anche se spesso gli viene associata una sua neutralità come se il processo che incarna l’avesse determinato la macchina stessa e non i suoi progettisti.

Una storia non recente, la nascita del movimento luddista, ad esempio, non nasce dal rifiuto delle macchine in sé ma dal rifiuto delle condizioni di lavoro che determinavano le macchine rispetto al lavoro artigianale dove il lavoratore era l’unico depositario della conoscenza e dell’abilità di realizzare.

La Robot Process Automation

Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale le macchine hanno fatto un notevole passo avanti nell’interiorizzare l’esperienza dell’uomo. Le macchine possono essere addestrate a fare attività sofisticate attraverso l’apprendimento dai dati di come l’uomo fa le attività e questo pone ancora più ansia a chi lavora con esse. Analizzando più attentamente quello che accade tuttavia rimane sempre l’uomo in vantaggio.

Responsabilità dei robot nei processi automatizzati: norme attuali e scenari futuri

Anche la Robot Process Automation che consente di delegare alla macchina task complessi non riesce a sostituire l’uomo completamente, sarà sempre molto più costoso fare un investimento nell’addestrare una macchina.

La RPA funziona attraverso dei sistemi di programmazione che consentono di emulare molti task oggi in mano agli umani. È possibile raccogliere dati grezzi ed elaborarli per produrre report grafici sofisticati, analisi e confronti, valutare indicatori, fare il data entry su sistemi in modo automatizzato e così via. Con un uso intenso dell’intelligenza artificiale è possibile addestrare le macchine affinché possano catalogare testi e immagini velocemente, fare delle valutazioni preliminari in base a criteri prefissati costruiti sulla base di un addestramento e così via molte altre cose. Rimane il fatto che gli umani hanno la capacità di chiedersi il perché, di valutare se un certo dato di output merita approfondimenti anche se è congruente con i dati forniti in input e, soprattutto, cambiare la logica sul momento, innovare, farsi delle domande di fronte ad un problema nuovo. Gli umani fanno fatica a gestire grandi mole di dati, a mantenere la concentrazione per tempi molto lunghi e si distraggono cosa che le macchine non fanno. Amazon o Tesla hanno fatto enormi investimenti nell’intelligenza Artificiale applicata alla loro organizzazione ma comunque continuano ad essere tra le aziende che assumono di più.

Anche la digital transformation è fatta di persone

Malgrado le evoluzioni della tecnologia la digital transformation è principalmente fatta di persone.

Queste caratteristiche diverse tra uomo e macchina li rendono complementari, la soluzione migliore rimane sempre quella di affiancare ad un umano una macchina. In questo senso bisognerebbe parlare di Augmented Process Automation, liberandosi dall’idea che la macchina possa operare da sola per andare verso un modo di lavorare che consenta agli umani di concentrarsi su quello che sanno fare meglio e alle macchine altrettanto.

Certo alcuni lavori che oggi fanno gli umani tenderanno a sparire, soprattutto quelli ripetitivi o a basso contenuto come usare excel per inserire o togliere dati senza un ragionamento dietro, il data entry e così via.

Ripensare la formazione e la vita nelle organizzazioni

È necessario ripensare velocemente alla forza lavoro presente sul mercato per spingerla a processi di formazione che più che aumentarne le nozioni (che si possono trovare facilmente) dovrebbe concentrarsi nell’integrare le nozioni, nel mettere insieme nozioni di campi diversi e saperle riconfigurare per risolvere problemi nuovi, o per esprimere valutazioni. Questo non significa che le nozioni non servono più ma che è meno importante impararle a memoria che impararle ad usare in modo intelligente.

Questo significa cambiare l’impostazione del sistema formativo, il modo nel quale si lavora, considerare che un lavoro a così alto livello di concentrazione necessità di tempi di riposo, di tempi di formazione, di confronto continuo in team. Abbiamo anche la necessità di aumentare le competenze di base sulla tecnologia affinché le persone sappiano utilizzarla ma anche rimettere in discussione i suoi risultati, comprendere il funzionamento per valutarne l’efficacia. Abbiamo la necessità che un computer non sia considerato una black box del quale non si conosce nulla e che ogni risultato che produce appaia come una magia. Come degli indigeni di fronte alle prime radio che vedevano in mano agli esploratori occidentali.

E qui emerge la necessità di ripensare anche la vita nelle organizzazioni. Questo già sta avvenendo, molte aziende hanno orari flessibili e molti paesi stanno sperimentando orari ridotti di lavoro. Il lavoro del futuro sarà meno alienante ma più a rischio burnout, che è la condizione di stress di eccessivo lavoro che porta le persone a non essere in grado di concentrarsi e di valutare con attenzione le cose, a sentirsi depresse.

Se ci pensiamo negli ultimi anni è emerso sempre di più il disagio nei luoghi di lavoro, negli USA ormai si parla tranquillamente di malattia mentale nei luoghi di lavoro e sempre più aziende hanno assunto psicologi che aiutino il personale.

Compito delle nostre organizzazioni deve essere quello di preparare per tempo questo scenario, aiutare le persone a vivere meglio nelle aziende e motivarle.

Riscoprire il “modello Olivetti”

Uno scenario nuovo ma la moderna scienza del management in realtà ne parla da moltissimi anni e ci sono numerose esperienze di eccellenza a livello internazionale. In Italia l’azienda che è andata più avanti su questa strada è la Olivetti di Adriano Olivetti, che mentre investiva enormemente sul benessere sociale dei lavoratori in azienda era in grado di avere livelli di produttività notevolmente maggiori rispetto ai suoi concorrenti.

Si racconta che durante una visita di una delegazione dell’unione sovietica un loro rappresentante si stupì di come fosse possibile che malgrado le condizioni di vita così buone dei lavoratori la Olivetti avesse un livello di produttività molto più alto del modello stalinista basato sullo stacanovismo.

In Italia abbiamo un problema di managerialità: è diffusa l’idea che il manager debba controllare e stressare i lavoratori per ottenere più produttività mentre studi consolidati hanno dimostrato che l’utilizzo delle leve del benessere dei dipendenti e sul loro coinvolgimento sono notevolmente più efficaci.

Conclusioni

La digital trasformation si basa molto sulle persone, su una nuova impostazione culturale e manageriale, sulla capacità di metterle al centro. Paradossalmente stiamo scoprendo che per usare meglio le macchine dobbiamo “usare” molto meglio le persone, la sfida sembra piccola ma in realtà è enorme perché è necessario rimettere in discussione molte delle pratiche normalmente presenti nei luoghi di lavoro.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 4