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L’impossibile fuga da Facebook: perché le alternative faticano a emergere



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Malgrado le tensioni politiche e l’ascesa del Fediverso, Facebook rimane un social ancora dominante. I numeri attuali non supportano un esodo significativo, con Friendica e altre piattaforme che non riescono a replicare l’ecosistema di Facebook

Pubblicato il 16 gen 2025

Francesco Macchia

attivista digitale, blogger, presidente dell’associazione Pirati.io e membro del comitato promotore del Privacy Pride



Facebook,Logo,On,Screen,And,Mark,Zuckerberg,Is,A,Chief
Facebook logo on screen and Mark Zuckerberg is a Chief Executive Officer of Metaverse in background. 20.12.2024. 0stanbul, Türkiye

Le recenti dichiarazioni di Mark Zuckerberg sull’abolizione del fact checking verticale hanno scosso la comunità più progressista, allo stesso modo in cui era avvenuto su X dopo le forti prese di posizione di Elon Musk a favore del futuro presidente Trump e della comunità conservatrice e identitaria.

Non è ancora chiaro quale sarà l’impatto su quegli utenti Facebook e Instagram connotati politicamente a sinistra, ma -come ha dimostrato la storia recente di Mastodon- questi presunti esodi coinvolgono per ora solo una parte quasi impercettibile della comunità di origine. Naturalmente quando l’enorme massa critica di utenti presenti sulle grandissime piattaforme statunitensi presenta una fuoriuscita, anche solo di percentuali esigue di utenti, questa verrà fisiologicamente percepita come un’esondazione dai più piccoli ambienti social di destinazione.

Secondo Google Trends, per esempio, tutte le ricerche su “come eliminare tutte le foto da Facebook”, su “quali sono le alternative a Facebook” o su “come eliminare l’account Instagram” hanno avuto un’impennata di oltre il 5.000% rispetto ai periodi precedenti.

Allo stesso modo, le osservazioni e i dati della società di marketing intelligence Sensor Tower, sembrano contraddire le affermazioni del CEO di X Linda Yaccarino al CES 2025 secondo cui “il 90% degli inserzionisti” che avevano boicottato X “è tornato su X”; in effetti la crescita di Bluesky è legata proprio alla crisi di Twitter/X, ma è evidente che rispetto a qualche mese fa, Bluesky cresce di meno e questo significa che l’effetto “eXit” si sta ridimensionando.

La recente svolta trumpiana di Facebook e la migrazione verso le alternative libere

In base alle statistiche più recenti, Facebook conta circa 3 miliardi di utenti attivi (“attivi” sono quegli utenti che si siano collegati almeno una volta nell’ultimo mese) e più di 2 miliardi di utenti giornalieri e l’81,8% di questi utenti preferisce accedere alla piattaforma esclusivamente tramite telefono. Quasi tre quarti di loro usano Facebook per inviare messaggi ad amici e familiari, e quasi due terzi per pubblicare o condividere foto e video, ma più della metà usano Facebook per cercare contenuti “divertenti” o di intrattenimento o anche per seguire i brand più interessanti.

Facebook, l’informazione e i gruppi

Molto curioso è invece il fatto che solo l’8% degli utenti utilizza “consapevolmente” Facebook per informarsi. Il termine “consapevolmente” sta a sottolineare una sostanziale differenza tra l’utente X (che va sulla piattaforma con la chiara intenzione di cercare notizie) e l’utente Facebook che usa la piattaforma come strumento di svago ma che, volente o nolente, si “informa” ogni volta che legge un contenuto, sia esso una pubblicità, un commento sull’attualità o il video condiviso dall’amico, o anche solo il titolo di un post che non ha mai avuto voglia di leggere e che non leggerà mai.

Un’ultima nota di carattere statistico, che tornerà utile in seguito, è che ad agosto 2022, su Facebook c’erano oltre 10 milioni di gruppi, con oltre 1,8 miliardi di utilizzatori mensili e oltre 70 milioni di amministratori e moderatori a gestirli; ma alla fine del 2023 erano probabilmente cresciuti fino a diventare a 70 milioni con due miliardi e ottocento milioni di utenti mensili.

I numeri di una possibile migrazione

Stiamo parlando di numeri immensi, porzioni significative della popolazione mondiale, e probabilmente alcuni di essi sono profili automatici o duplicati; ma se anche assumessimo per assurdo che il 90% di questi profili siano semplicemente bot o profili fake (un ipotesi impossibile, in quanto non sarebbe sostenibile economicamente), saremmo comunque in presenza di una massa ingente di 200 milioni di utenti che ogni giorno accedono a Facebook

Se anche solo l’1% di costoro decidesse di migrare su una qualche piattaforma alternativa, come successe con Mastodon ai tempi della prima migrazione da Twitter, avremmo un’invasione di 2 milioni di utenti che di certo non passerebbero inosservati!

Per fare un paragone tra diversi ordini di grandezza, ricordiamo che Mastodon è un software nato diversi anni fa per simulare le funzionalità del vecchio Twitter, ma la sua caratteristica fondamentale è quella di fare parte del Fediverso (un ecosistema di software diversi che simulano l’aspetto e le funzionalità dei più famosi social commerciali, installati su server diversi ma interconnessi tra loro secondo uno standard internazionale chiamato Activitypub) che raccolgono in tutto una decina di milioni di utenti complessivi, di cui circa un milione continuano a essere attivi.

Ecco che se dalla gigantesca “massa solare” di Facebook dovesse liberarsi un piccolissimo “flare” di utenti verso il Fediverso, questo sarebbe sicuramente più grande del fediverso stesso.

A prescindere da ogni valutazione su quanto un esodo del genere potrebbe essere positivo o negativo, sta di fatto che ce ne accorgeremo. Possiamo dire pertanto che al momento non siamo in presenza di alcuna migrazione verso il Fediverso e la ricerca di un’alternativa a Facebook è un fenomeno così di nicchia da essere irrilevante!

Le alternative a Facebook nel Fediverso libero

Diverse persone hanno ormai sentito parlare di Mastodon come alternativa a X: Mastodon, creato nel 2016 come alternativa a Twitter, nel 2023 è diventato l’alternativa Twitter più conosciuta. Oggi in realtà è stato sorpassato per numero di utenti sia da BlueSky (un social non legato al Fediverso, ma che ha adottato uno standard di interconnessione diverso da quello del Fediverso) sia da Threads (uno di spin off di Instagram fatto a immagine e somiglianza di Twitter e solo parzialmente integrato nel Fediverso), ma mantiene la sua leadership tra gli ambienti social del Fediverso libero.

Mastodon tuttavia è troppo simile al vecchio Twitter per essere considerato una vera alternativa a Facebook.

Friendica

Oggi esiste un solo software del Fediverso nato con l’ambizione di essere alternativo a Facebook. Il suo nome è Friendica (il server italiano più longevo è Poliverso.org) e come Facebook consente di scrivere post lunghi a piacere (non come X, Bluesky o Mastodon) ma in più rispetto a Facebook, il testo può addirittura essere formattato come quello di una pagina web, con tanto di titolo, riferimenti ipertestuali e immagini in linea; il sistema è anche dotato di un calendario eventi che, rispetto a quello di Facebook, è integrato con altri strumenti del Fediverso dedicati solo agli eventi, come Mobilizon o Gancio o il nuovo plugin che “federa” gli eventi Wordpress; Friendica può anche “seguire” qualsiasi sito web dotato di Feed RSS come se fosse un semplice profilo e dispone di un connettore per gestire il proprio account BlueSky o il proprio profilo Tumblr. La caratteristica più interessante è però la possibilità di creare account gestiti in condivisione da altri utenti Friendica e il fatto che questi possano essere degli account speciali di tipo “gruppo”, così da simulare i gruppi Facebook.

Anche se l’interfaccia grafica di Friendica è un po’ datata e ricorda il Facebook del 2010 e il database alla base del funzionamento scala molto male quando aumenta il numero di iscritti, il sistema dispone tuttavia di un’interfaccia mobile molto ben fatta e che offre un’esperienza completa.

Benché Friendica sia oggi l’unico che le possieda tutte le funzionalità di Facebook e che ne possieda anche di ulteriori, esistono altri software che offrono funzionalità simili a quelle di Facebook, e il grande valore aggiunto è che tutte queste app, da Friendica a Misskey, da Lemmy a Pleroma, da Pixelfed a Bonfire, consentono ai loro utenti di essere visibili di interagire con tutto il grande pubblico degli utenti Mastodon, che non a caso è il software che ad oggi consente l’esperienza social più semplice di tutto il Fediverso.

Prima di capire se Friendica potrebbe mai costituire una seria alternativa a Facebook, è però importante capire quali sono le caratteristiche che rendono Facebook così difficile da sostituire.

Perché lasciare Facebook è così difficile?

Quando parliamo di lasciare Facebook non ci stiamo riferendo agli utenti professionali, quelli che integrano Facebook all’interno dei sistemi di autenticazione o di tracciamento dei propri servizi, ma intendiamo l’uomo qualunque, quello che utilizza Facebook solo a livello di funzionalità minime.

Pur con questa limitazione, dare una risposta corretta a questa domanda è quantomeno azzardato, ma possiamo provare a trovare alcune risposte in base ai dati che abbiamo visto in precedenza:

  1. dispone di un’app mobile “abbastanza” facile da usare e che non solo dà modo di gestire tutte le principali funzioni ma che presenta anche maggior facilità d’uso rispetto al web
  2. è il luogo in cui è più facile mantenersi in contatto con amici e parenti: la sensazione è che abbandonando Facebook, potremmo mettere a repentaglio il rapporto con le proprie amicizie e conoscenze
  3. è l’unico modo per esibire i propri contenuti multimediali in modo che qualcun altro li veda: foto e video che nessuno deve vedere li si può salvare “nel cloud”, ma condividerli da là è più complicato
  4. è una fonte di intrattenimento sempre a portata di mano e non sostituibile: praticamente l’unica fonte di intrattenimento in cui sconosciuti e conoscenti si alternano come intrattenitori
  5. consente di seguire siti web commerciali con offerte interessanti o seguire gli account della Pubblica Amministrazione
  6. presenta una tale quantità di “gruppi” tale da garantire anche un’informazione specifica: oltre all’importanza dei gruppi dedicati all’informazione (o alla “controinformazione”) o a tematiche particolari (hobby, sport, etc), nessun’altra piattaforma dispone di così tanti gruppi locali (ce n’è praticamente uno per ogni località italiana)

Se i punti 2, 3 e 4 sono una conseguenza diretta della massa critica che utilizza Facebook, gli altri tre aiutano a capire alcuni dei motivi per cui Friendica (e il Fediverso in generale) non è ancora e forse non sarà mai una reale alternativa a Facebook.

La centralità dell’app nell’esperienza utente

Oltre a essere uno strumento indispensabile per gestire i sistemi di messaggistica, le app hanno ormai da tempo soppiantato l’accesso al web. Sebbene l’accesso da un browser costituisca il modo più completo e controllato per accedere alle risorse presenti su Web, l’accesso tramite app è il preferito dai produttori, i quali sanno che un’app è uno strumento fodamentale per raccogliere dati comportamentali e per “risvegliare” tramite lo strumento delle notifiche push l’interesse dell’utente; ma soprattutto è anche il modo preferito dagli utenti, che lo trovano più semplice e immediato. Questo è il motivo per cui qualsiasi servizio che voglia rivolgersi a un pubblico ampio deve disporre di un’app: se l’app è scadente, il servizio viene percepito come scadente; se l’app non c’è, allora è quasi come se il servizio non esistesse!

Sviluppare un’app è oggi piuttosto facile, ma sviluppare un’app ben fatta comporta un impegno in ore uomo che non è alla portata di tutti: è infatti necessario attingere a diversi sviluppatori, ognuno competenze su frontend, backend e interfaccia grafica, analisti funzionali e responsabili di progetto, esperti di database, designer e, soprattutto, esperti di marketing di prodotto e uno staff legale che stabilisca gli aspetti legati alla gestione dei dati personali e ad altri vincoli normativi; il tutto deve essere gestito da uno o più software di gestione della configurazione di progetto e di contabilità industriale.

Inoltre, l’app deve essere aggiornata e manutenuta tenendo conto dello stato dell’arte dei sistemi operativi degli smartphone e deve contare su un help desk che garantisca una accettabile assistenza al cliente.

Quindi, contrariamente alla percezione comune, per cui un’app primitiva può essere sviluppata da un giovane programmatore in un paio di settimane di duro lavoro, qualsiasi cosa voglia anche solo simulare le caratteristiche di un’app come la versione “Lite” di Facebook necessiterebbe di uno sforzo pari ad almeno due o trecento giornate uomo per il solo rilascio della versione “beta” su un solo sistema operativo.

Ad oggi l’unica app di livello professionale che si sia affermata nell’ambito del Fediverso è quella di Mastodon (disponibile per Android e per iOS), anche se da poco è comparsa l’app Android e iOS per Pixelfed (un’alternativa a Instagram). Entrambe queste app sono state realizzate dallo staff di svluppo che ha realizzato l’omonimo ambiente social e sono state realizzare grazie a contributi di finanziatori (talvolta anche fondi europei) e alle libere donazioni degli utenti. Inoltre il numero elevato di utenti Mastodon ha reso possibile anche lo sviluppo di alcune app di terze parti per quell’app.

Gli sviluppatori di altre piattaforme social del Fediverso dispongono invece di risorse molto più limitate e, anzi, il più delle volte la maggior parte di queste piattaforme è sviluppata e manutenuta da una sola persona; non sorprende affatto quindi che, quando questi ambienti social possono essere utilizzati con delle app, esse siano spesso app di terze parti sviluppate principalmente per Mastodon e compatibili in un qualche modo con quegli ambienti social. Infatti di solito gli ambienti social del Fediverso vengono fruiti tramite il browser del proprio PC o, soprattutto, con quello del proprio smartphone.

Anche gli sviluppatori di Friendica, quando hanno assistito al grande successo di Mastodon e alla produzione di diverse app di terze parti, hanno pensato di implementare alcune API di Mastodon nel codice di Friendica e grazie a questo è oggi possibile usare Friendica attraverso un’app per Mastodon, ma così facendo alcune caratteristiche distintive di Friendica si perdono inevitabilmente.

Fortunatamente Friendica dispone di un’app di buon livello chiamata “Raccoon for Friendica”, pensata per un utilizzo semplice e immediato, creata peraltro da un appassionato sviluppatatore italiano che non fa neanche parte dello staff di sviluppo di Friendica. L’app, uscita dalla release beta da pochi mesi, è stata pensata espressamente per Friendica, ma è anche compatibile con Mastodon; al momento esiste solo la versione per Android e a breve dovrebbe essere presente sul PlayStore, dove per il momento è riservata solo ai beta tester che hanno deciso di partecipare al programma di sperimentazione: Raccoon for Friendica non consente di sostituire del tutto l’interfaccia Web, ma riempie quella che in passato era una grave mancanza di Friendica e permette finalmente almeno al mondo degli utenti Android di utilizzare Friendica con una certa soddisfazione.

Finché l’app non riuscirà a essere pubblicata sull’app store tuttavia, e come se per il grande pubblico non esistesse.

La mancanza di profili istituzionali nel Fediverso: quando le istituzioni non sono migliori dei propri cittadini

Facebook è il bacino on-line più esteso al mondo e si capisce il motivo per cui è necessario che tutte le realtà commerciali che si rivolgono al consumatore finale cerchino di essere presenti con una pagina o un account sulla piattaforma. Allo stesso modo è comprensibile che lo facciano anche le istituzioni pubbliche che vogliono mantenere un canale social con il pubblico, siano esse comuni o ministeri, aziende sanitarie o enti di ricerca; un discorso analogo si può fare anche per i partiti e le associazioni politiche. Inoltre, se la massa critica, impatta sulla “portata“, ossia il numero di utenti unici che vengono raggiunti, lo stile di pubblicazione costituisce uno dei due elementi decisivi per aumentare il “coinvolgimento” di quegli utenti; il secondo elemento è la funzione Eventi Facebook che, lungi dal determinare un coinvolgimento reale di utenti che partecipano per davvero a quell’evento (in presenza o on line), induce comunque gli utenti a sentirsi parte della comunità.

Il coinvolgimento e la portata di Facbook fanno si’ che la maggior parte delle istituzioni pubbliche presenti sui social siano su Facebook; ed è surreale che istituzioni alimentate con le tasse dei contribuenti, investano cifre ingenti per gestire il proprio profilo su una piattaforma che si mantiene grazie alla gestione dei dati personali e comportamentali di quegli utenti che la stessa presenza delle istituzioni contribuisce ad attirare all’interno della piattaforma. Il tutto, mentre il suo fondatore sta chiedendo a Trump di godere di una sorta di immunità alle multe dell’Unione Europea.

Ma il paradosso di questa situazione è che probabilmente nessuna direzione comunicazione di un ente pubblico potrebbe prendersi la responsabilità di chiudere un account Facebook (ma vale per qualsiasi altro social ad ampia portata), perché il rendimento degli account social può essere legato agli “obiettivi” che determinano un bonus per dirigenti e dipendenti ma anche perché, essendo i social media manager incaricati sulla base di un contratto, la sospensione di quel contratto potrebbe essere considerata un danno erariale. Sarebbe tuttavia una scelta etica se le funzioni della comunicazione istituzionale degli enti pubblici adottassero anche gli strumenti social del Fediverso libero. In tal modo:

  • consentirebbero agli utenti di interagire con i propri follower senza sottoporli ai traccianti di Meta e senza costringerli a utilizzare una piattaforma commerciale (peraltro tutti i profili del Fediverso possono essere seguiti anche da un lettore di Feed RSS!)
  • non sarebbero soggetti all’arbitrio di una piattaforma che risponde in primo luogo a un governo che, per quanto nostro alleato, è quello di una potenza straniera non comunitaria
  • contribuirebbero alla promozione del Fediverso libero presso tutti i loro follower.

Se dovesse essere inoltre confermato che la visibilità degli utenti che promuovono il Fediverso sulle grandi piattaforme social commerciali viene arbitrariamente penalizzata, il fatto che le istituzioni pubbliche promuovano il Fediverso sarebbe un importante segnale di impegno civico.

Friendica dispone infatti di tutti gli strumenti necessari per gestire un account istituzionale, come affidare la gestione di uno o più account a uno o più account delegati, automatizzare la pubblicazione dei post, creare eventi di calendario, creare gruppi pubblici e privati, caricare contenuti multimediali o creare post graficamente piacevoli.

Friendica permette tutte queste possibilità insieme, ma è possibile avvalersi anche di altri ambienti software che magari fanno una sola di queste cose e la fanno con una specifica attitudine e una maggiore efficacia funzionale:

  • Peertube consente di caricare video che possono essere commentati o “interagiti” da tutti gli utenti del Fediverso (qui l’istanza italiana Peertube.uno, ma segnaliamo anche l’istanza del CNR e quella del GARR che producono contenuti di natura accademica)
  • Lemmy può creare dei veri e propri forum tematici in cui non solo gli iscritti, ma tutti gli utenti del Fediverso possono aprire nuovi thread o commentare quelli esistenti (qui per esempio è possibile raggiungere l’istanza italiana Feddit.it nella quale ci si puà iscrivere anche senza lasciare l’email)
  • Pixelfed, come abbiamo detto,simula l’ambiente di Instagram per pubblicare immagini di alta qualità (Pixelfed.uno è l’istanza italiana più attiva)
  • Mobilizon sviluppato e gestito inizialmente dall’associazione francese Framasoft, può creare un’alternativa a Facebook Eventi (qui l’istanza italiana Mobilizon.it)
  • Wordpress, grazie al plugin che consente di federare qualsiasi blog e al già ricordato plugin che federa gli eventi, ha implementato diverse funzioni che potrebbero agevolare l’ingresso di nuovi utenti nel Fediverso (i post di Edu INAF, il magazine di didattica e divulgazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, per esempio sono integrati nel fediverso e sono visibili a chiunque su Friendica e su qualsiasi altro software federato)

Con un po’ di perizia è anche possibile sfruttare questa interoperabilità per predisporre soluzioni interessanti, come ha fatto il blog Le Alternative, dedicato alle alternative open source ai sofware commerciali, che ha integrato il proprio sito Wordpress con i commenti pubblicati sull’omonima comunità Lemmy (ecco qui un esempio a caso).

Tuttavia, bisogna essere realistici: qualsiasi siano i software che consentono di creare soluzioni integrative libere per le istituzioni e le aziende, e abbiamo visto che ce ne sono diverse, non è la semplice esistenza di un’alternativa a creare l’alternativa e questo vale per Facebook come per qualsiasi prodotto mainstream.

L’alternativa sarà possibile solo “quando” e “se” le direzioni comunicazione di istituzioni, associazioni, partiti e, auspicabilmente, quelle degli editori di testate on line inizieranno a popolare il Fediverso, iscrivendosi presso le istanze esistenti oppure creando proprie istanze con un investimento oggettivamente irrisorio.

Ma, realisticamente, questa prospettiva sembra oggi molto improbabile.

I gruppi Facebook: la killer application del social dell’uomo qualunque

Tra i motivi che rendono realisticamente impossibile che Friendica o qualsiasi altro ambiente del Fediverso possa sostituire Facebook, la mancanza app potrebbe essere risolta con un investimento impegnativo e la mancanza di profili istituzionali potrebbe essere risolta da una semplice campagna di sensibilizzazione (se non di un intervento normativo), ma c’è un aspetto sistemico di natura sociale che costituisce decisamente l’ostacolo più importante: la pervasività con cui i Gruppi Facebook aggregano intere comunità di utenti in base interessi culturali e hobbistici, abitudini e consuetudini, e soprattutto coprono quasi ogni comunità locale a un livello che arriva fino ai quartieri delle metropoli e delle cittadine di provincia o alle località più remote del mondo.

Al momento è oggettivamente impossibile sostituire i Gruppi Facebook. Qualsiasi alternativa proprietaria (“server” Discord, SubReddit, Gruppi Telegram o gli stessi Gruppi Whatsapp) non presenta la stessa pervasività e la stessa frequentazione dei Gruppi Facebook.

Oltre alla pervasività, il valore aggiunto riguarda anche la composizione eterogenea di quell’utenza: non si tratta di un pubblico geek, né di un pubblico omogeneo per età, orientamento politico o sesso. Questo costituisce oggettivamente un asset formidabile per Facebook, in grado di fargli mantenere una posizione dominante e, soprattutto, in grado di frenare l’abbandono da parte delle nuove generazioni. I giovani infatti pur essendo interessati ad altri ambienti digitali di aggregazione più di tendenza, come IRC, TikTok o Discord, sanno che l’unico luogo di aggregazione digitale che “parli di casa loro” con la voce di tutti gli abitanti è il Gruppo Facebook.

Prospettive future

Abbiamo visto che, almeno in questa fase storica, non solo non si scorgono evidenze che possano mettere in discussione la leadership di Facebook, ma non sembra che né Friendica, l’unica alternativa completa, né le alternative parziali come Lemmy, Mastodon, Bluesky, Misskey, possano aspirare a occupare parte di quella nicchia ecologica di Facebook così si è tentato di fare con Mastodon e Bluesky a scapito di Twitter/X e come si sta provando a fare ora con Pixelfed a scapito di Instagram.

Friendica resta tuttavia un software tanto potente quanto sottovalutato, presenta una certa facilità di installazione e consentirebbe certamente a una o più organizzazioni di creare, con un investimento esiguo, un piccolo server federato dedicato solo a ospitare pochi account istituzionali della propria organizzazione. Sembra davvero incredibile che su un milione di utenti attivi nel Fediverso, solo duemila utenti in tutto il mondo stiano utilizzando Friendica.

Sarebbe quindi opportuno che organizzazioni come le istituzioni pubbliche, i centri di ricerca, le testate on line e le associazioni, iniziassero a ragionare sulla possibilità di affiancare un account Friendica ai loro account sui social commerciali, ma per iniziare basterebbe anche un semplice account Mastodon o Pleroma.

Allo stesso modo gli utenti che usano già adesso il Fediverso potrebbero iniziare a usare Friendica anche solo per creare “gruppi” che aggreghino altri utenti su temi di interesse comune.

Vedremo anche se Bluesky riuscirà a diventare un ecosistema e se riuscirà grazie alla superiore capacità di rastrellare finanziamenti dei Venture Capital, a sorpassare di nuovo il Fediverso, come è già capitato a scapito di Mastodon, creando una sorta di Friendica che invece di utilizzare il protocollo Activitypub, utilizzerà il protocollo AT che già caratterizza il social della farfalla.

Resta il fatto che al momento solo il Fediverso, sia esso visto sotto la forma di Mastodon, Friendica, Lemmy o di altri ambienti, incarna realmente valori di libertà, uguaglianza e senso della comunità; pertanto è facile capire che il successo del Fediverso sarà legato soprattutto a quanto quei valori saranno ritenuti importanti da parte della nostra società.

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