I robot domestici stanno rapidamente trasformando il panorama tecnologico delle nostre case. Ciò che solo venticinque anni fa apparteneva al regno della fantascienza è oggi una realtà tangibile, con prototipi sempre più sofisticati che si avvicinano alla commercializzazione di massa.
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Dalle origini dei robot umanoidi ai progressi attuali
Correva l’anno 1999 e io partecipavo a IJCAI 99 a Stoccolma, l’international joint conference on artificial intelligence, allora mi occupavo di programmazione di agenti che giocavano a calcio, una sfida lanciata da Honda per far progredire la robotica non industriale. All’evento Honda diede un’anticipazione del robot umanoide Asimo, un robot che sembrava un astronauta con uno zaino capace di camminare e salire le scale e fummo tutti meravigliati.

Dopo un quarto di secolo quella che allora sembrava fantascienza è divenuta quasi la quotidianità e la robotica ha fatto passi da gigante. Nel video che celebra i 30 anni della Boston Dynamics si vedono le evoluzioni che hanno consentito la realizzazione sia del loro robot umanoide che del cane robotico che è ormai divenuto un modello che viene realizzato da numerose aziende inclusa Kawasaki che ha appena annunciato il suo Corleo, una specie di scooter a quattro zampe alimentato ad idrogeno.

Ma sicuramente mentre partecipavo alla conferenza di Stoccolma non immaginavo che in pochi decenni sarebbe stato possibile realizzare addirittura una coreografica con robot che ballano “Do you love me”.
I robot domestici alla portata di tutti
È evidente come il progresso tecnologico in robotica abbia realizzato il giusto mix di sensori, attuatori e batterie, nonché il processo produttivo che ha consentito a Elon Musk di annunciare Optimus di Tesla, un robot umanoide alto 1,73 per 57 kg di peso come il primo umanoide di casa a un prezzo che sarà relativamente abbordabile (tra i venti e i trentamila dollari) e porterà queste tecnologie dagli impianti industriali nelle case di tutti noi.

Ma in materia robotica anche la Cina ha già acquisito una posizione rilevante, ne è esempio la Unitree che ha recentemente reso disponibile sia robot umanoidi che il Go2 un bellissimo cane robot che si può avere per soli 1600$ e che ha impressionato tutti per le capacità motorie che sembrano molto simili a quelle della Boston Dynamics.
Unitree ha anche il robot umanoide G1 a basso costo (sedicimila dollari) per chi volesse avvantaggiarsi e possederne subito uno.

Il software dietro i robot domestici
Sembra quindi che l’umanità abbia raggiunto una certa maturità tecnologica nella realizzazione di robot, è quindi normale chiedersi quando avremo il nostro personale droide come Jensen ha fatto annunciando Blue, il robot sviluppato da nVidia insieme a Disney Research, e mostrandolo sul palco della GTC25.
Un robot per essere efficace ha bisogno di un software che ne controlli le attività e fino a pochi ani fa mancavano le capacità computazionali e anche gli algoritmi che consentissero la realizzazione di robot capaci di adattarsi ad ambienti mutevoli.
Non è un caso che i video che pubblicizzano questi nuovi robot li mostrano all’aperto, su terreni sconnessi, perché per lungo tempo mancava la capacità tecnica che consentisse di adattarsi ad ambienti non sintetici.

La struttura del software di controllo di un robot segue il modello del software agent che si è affermato nel corso degli anni ’90 e che basa il suo funzionamento su un ciclo che costantemente svolge pochi semplici compiti:
- Si percepisce attraverso sensori l’ambiente
- Si aggiorna la propria memoria per aggiornare la conoscenza del mondo
- Si decide la prossima azione da intraprendere
- Si usano gli attuatori a disposizione per attuarla
L’IA generativa nei robot domestici
Il ciclo percezione-azione è abbastanza intuitivo e si applica a tutti gli “agenti AI” (incluso quelli di cui si parla tanto nel contesto dell’AI generativa), siano essi software o robot veri e propri.
I recenti progressi nel campo dell’AI generativa con l’arrivo dei modelli LLM e poi di quelli multimodali sembrano aver introdotto il componente mancante nella realizzazione di robot capaci di operare in ambienti non preparati. Questi modelli si candidano infatti a svolgere la funzione di “cervello”, in fondo il ciclo di percezione azione ricorda molto il processo della chain of thought utilizzata nel ragionamento degli LLM e sembra efficace anche nell’applicazione robotica. La capacità di interazione verbale consente anche un’interazione finora sostanzialmente impossibile con i robot, consentendo anche di impartire istruzioni, un elemento centrale se non è possibile predeterminare a priori il comportamento del robot. Ameca, un robot che studia l’interazione uomo robot applicando l’uso di modelli LLM ha mostrato chiaramente come la disponibilità di questa tecnologia abbia impatti sorprendenti quando unita alla robotica:
La ricerca sugli SLM, ovvero di modelli capaci di eseguire con poche risorse computazionali sta producendo modelli AI sempre più capaci e piccoli, adatti a essere eseguiti all’interno di un robot che deve massimizzare la durata della batteria dovendo alimentare anche i sistemi di calcolo che costituiscono il suo cervello di fatto.
Il futuro dei robot domestici
Sembra quindi che l’arrivo dell’AI generativa fornisca quell’ingrediente mancante alla possibilità di realizzare robot che permeino la vita quotidiana. Non è un caso che a GTC 2025 nVidia abbia annunciato il framework Cosmos per l’addestramento di modelli di AI in un ambiente sintetico che sia però realistico, al fine di accelerare lo sviluppo di modelli che possano essere impiegati per controllare robot.
La capacità di un’interazione vocale efficace (come quella che è oggi possibile con i modelli di voce avanzata) consente in linea di principio di avere dei veri e propri PC con le ruote, potenzialmente cambiando il paradigma da noi che portiamo in giro un computer con cui interagiamo mediante mouse, video e tastiera a un computer che ci segue interagendo principalmente mediante un’interazione vocale.
Non sembra quindi lontano un futuro in cui droidi ci assisteranno aiutandoci nelle faccende di tutti i giorni, proiettandoci in una realtà più vicina alla galassia tanto lontana di Star Wars. Ma la domanda vera è: quando questi robot sapranno fare le faccende domestiche? Da quello che si può indovinare non manca molto, magari non saranno i pochi anni annunciati da Musk, ma, visti anche i costi sempre più accessibili di queste tecnologie, probabilmente già tra un decennio scriveremo di cose ad oggi impensabili.