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L’AI può superare l’esame da avvocato? Ecco l’esperimento



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Un esperimento alla scuola Litubium di Torino ha portato a somministrare a OpenAI o1 Pro, Gemini, DeepSeek e Claude i quesiti dell’esame da avvocato: tre AI su quattro l’hanno superato, ecco i dettagli

Pubblicato il 2 giu 2025

Germana Bertoli

Referente della Commissione Intelligenza artificiale del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati,  Torino

Ilaria Amelia Caggiano

Ordinaria di diritto privato, Vice-direttrice del Centro ReCEPL, Università Suor Orsola Benincasa, Napoli

Francesca Lagioia

Professoressa a contratto Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università di Bologna

Riccardo Rovatti

Ordinario di Elettronica, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia Elettrica e dell’Informazione, Università di Bologna

Giovanni Sartor

Professore ordinario. Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università di Bologna



nvidia AI iper-densa guerra USA-Cina sui chip sovereignty by design

In un esperimento alla scuola Litubium di Torino, abbiamo deciso di mettere alla prova quattro tra i più avanzati sistemi di intelligenza artificiale generativa con una sfida: la prova scritta dell’esame d’avvocato. Volevamo capire se questi modelli – GPT, Claude, Gemini e Deep Seek– non solo conoscono il linguaggio giuridico, ma sono anche in grado di qualificare casi di vita concreta, fornendo proposte di soluzioni. Il risultato? Tre su quattro hanno superato la prova. Vediamo quali abilità giuridiche sembrano possedere questi modelli e quali i possibili impatti sulle professioni legali.

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