Il blackout di Cloudflare di ieri, che ha causato problemi globali, rendendo irraggiungibili servizi come ChatGPT, Uber, e la piattaforma X, è conseguenza della concentrazione dei servizi in poche big tech cloud. L’hanno detto in molti. Certo, è l’analisi fattuale di quanto avvenuto. Ciò che non si dice abbastanza però è che questo status quo non va accettato come ineluttabile destino per l’attuale internet.
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Cloudflare down, quanti problemi se il cloud è oligopolio globale
Il blackout di Cloudflare mostra quanto l’infrastruttura di internet dipenda da pochi grandi operatori del cloud. Il punto è che non dobbiamo accettare come inevitabile questo status quo. Forse persino frutto di abusi antitrust, come ora cerca di appurare la Commissione europea
Direttore agendadigitale.eu

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