Corte dei conti

E se provassimo a realizzare un “Reinventing Government” anche in Italia?

La proposta di due manager pubblici per sbloccare il nostro Paese affogato nella palude della peggiore burocrazia. Una nuova Autostrada del sole digitale: #A1Digitale

Pubblicato il 20 Nov 2014

Luca Attias

Commissario Straordinario per l'attuazione dell'Agenda Digitale

Michele Melchionda

Corte dei Conti

E se provassimo a realizzare un “Reinventing Government” anche in Italia?

Il nostro Paese ha dato il meglio di sé in nei momenti di grande difficoltà, in tutti quei momenti in cui i più ci davano per spacciati. Abbiamo sempre avuto bisogno di grandi eventi, perlopiù negativi, per ritrovare unità e stimoli: il dopoguerra, i terremoti, le alluvioni, i grandi attentati della mafia e del terrorismo.

Questo attuale è uno di quei momenti e gli elementi ci sono tutti, ben delineati e visibili. Una crisi economica prolungata, la disoccupazione al limite della tollerabilità, un livello di degrado sociale e di diffusione del malaffare paragonabili a quello tipico dei periodi post bellici.

Ci sono anche, come in tutti i periodi cui facevamo cenno, tutti i presupposti per smetterla di lamentarsi e ripartire. Possiamo evitare i passaggi che avremmo dovuto fare ma che non abbiamo fatto, è ora di prendere l’ascensore e saltare tutti i piani che ormai sarebbe inutile attraversare.

E’ ora di pensare in grande e, come già accaduto in questo Paese tra gli anni 50 e gli anni 70 del ‘900, lavorare sulle grandi infrastrutture e tra queste, immediatamente su quelle ICT. Tra le grandi infrastrutture di un Paese, oggi quelle ICT sono da considerare abilitanti e primarie ed in grado di condizionare profondamente la capacità di crescita di una nazione. Oggi la civiltà di un paese si misura anche dal grado di digitalizzazione raggiunto dalla sua PA, dalle sue imprese e dai suoi cittadini.

L’Italia è ad un bivio: continuiamo a parlare di digitalizzazione ed infrastrutture ICT, come facciamo da vent’anni, o passiamo finalmente alla fase attuativa di queste grandi opere d’innovazione del Paese? Continuiamo a frammentarne la governance o indichiamo con chiarezza gli obiettivi assegnati a ciascuno degli attori e i tempi entro cui realizzarli?

Approfittiamo di questo momento di grande crisi, ma anche di grande voglia di cambiamento e di grande entusiasmo di tantissime parti sane di questo Paese presenti, in ambito pubblico e privato, in piccole e grandi imprese, tra grandi professionisti e forza lavoro. Ripartiamo dalle donne e dagli uomini non disponibili a farsi inghiottire dalle sabbie mobili della burocrazia e della corruzione, pronti a dare il loro contributo e ad offrire il loro entusiasmo e la loro competenza sulle basi di un progetto etico e credibile, pronte a mettersi in gioco per puntare su obiettivi innovativi piuttosto che su antiquate e stucchevoli aspettative.

Indichiamo una strada certa ed affidabile ai tanti giovani italiani in giro per il mondo, che ricevono continuamente riconoscimenti di capacità progettuale e competenza. Consentiamo loro e a tutti i giovani cittadini europei di creare anche nel nostro Paese una startup in pochi minuti, aprendo la Pubblica Amministrazione alla loro capacità di innovazione, facilitandone effettivamente l’ingresso nelle gare pubbliche.

Le norme riferite alla digitalizzazione del Paese siano ridotte e semplificate, puntando direttamente a performances e risultati come brillantemente realizzato nel Reinventing Government degli Stati Uniti. Si dia alle stesse norme validità immediata per tutte le Amministrazioni, rendendole un obbligo ineludibile per tutto l’apparato burocratico e il cui rispetto diventi vincolo per l’accesso ai fondi relativi. Il Parlamento utilizzi le proprie competenze si elevi a “guardiano” del processo di riforma, anche qui attingendo all’esperienza del General Accounting Office degli U.S.A., per esempio con una Commissione ad hoc che svolga il ruolo di valutatore e revisore dei piani strategici e di performance, e che vigili sui tempi di attuazione.

Con queste premesse potrebbe essere finalmente possibile affidare ai Ministri competenti e all’AGID la realizzazione di un Piano Regolatore Nazionale di digitalizzazione del paese, con annesso Piano Attuativo. Un Piano che contenga indicazioni progettuali precise sulle infrastrutture, sui modelli da seguire e sugli standard da utilizzare, oltre ad individuarne ex ante gli attuatori. Un Piano che provveda ad individuare le applicazioni e le banche dati da unificare e da condividere (SPID, ANPR e Fatturazione elettronica docent!). Un Piano che individui le applicazioni specifiche e strategiche per ogni PAC e per le PAL, e solo su queste ultime consenta loro investimenti per il futuro.

Il Parlamento provveda il prima possibile a semplificare le norme relative agli appalti pubblici e quindi metta CONSIP nella condizione di continuare a svolgere, nel migliore dei modi, l’azione di collante “sano” tra pubblico e privato. Smettiamola di ritenere di avere un Paese sanificato dalla corruzione mediante la progressiva complicazione delle procedure delle gare d’appalto o tramite corpose leggi che si trasformano perlopiù in inutile e costosa burocrazia. Si continui piuttosto nel potenziamento delle deleghe all’ANAC, rafforzandone il mandato. Si riformi la Pubblica Amministrazione valutando i dirigenti pubblici sui risultati realmente raggiunti, e non solo sul formale rispetto di codici e codicilli, magari coinvolgendo nella valutazione direttamente i cittadini, le imprese e le organizzazioni che usufruiscono dei servizi di cui sono responsabili.

Vengano individuati immediatamente, già in sede di redazione, i soggetti attuatori di questo Piano Regolatore di digitalizzazione, privilegiando quegli interlocutori che hanno già dimostrato di saperlo fare e che possiedono organizzazione, know how e competenze per poterlo realizzare effettivamente. SOGEI e le tante competenze sparse tra soggetti pubblici centrali e locali possono mettere insieme le forze e realizzare, in tempi compatibili con l’innovazione digitale – mesi e non anni – un nuovo miracolo italiano: una nuova autostrada del sole, questa volta digitale, mediante la quale riportare l’Italia al posto che le compete nel mondo.

Per parlarne: #A1Digitale @m_melchionda

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Anonimo
Anonimo
10 anni fa

Questo articolo è veramente fantastico.

Patsy
Patsy
10 anni fa

In poco tempo Luca Attias è riuscito a diffondere nella PA una cultura nuova, un modo nuovo di digitalizzare, di organizzare, di comunicare, in qualche modo un nuovo modo di vivere la Pubblica Amministrazione. Il Ministro della Pubblica Amministrazione dovrebbe sfruttare il più possibile questo potenziale, speriamo lo faccia al più presto per il bene del Paese.

MM
MM
10 anni fa

Certo che se questo articolo ha quasi 200 commenti e tutti gli altri ne totalizzano un centinaio in tutto qualcosa vorrà pure dire.

Valentina.M.
Valentina.M.
10 anni fa

Complimenti a tutti e due

VeronicaM
VeronicaM
10 anni fa

Mi sono data una letta ai commenti ed è veramente impressionante il carisma e la leadership di Luca Attias. Penso che solo in Italia siamo incapaci di sfruttare un potenziale così.

Cristine
Cristine
10 anni fa

Consiglio la lettura i uno strepitoso articolo di Andrea Lisi in cui viene anche citato l’ing. Attias
http://saperi.forumpa.it/story/97739/digital-champion-edigital-minion

Veronica
Veronica
10 anni fa

L’articolo mi è stato segnalato ieri da un amico, desidero farvi i miei più sinceri complimenti perchè nel nostro ambiente difficilmente ho letto proposte di questo livello.

Giovanni
Giovanni
10 anni fa

le dovrebbero prima capire ……..

Pigi
Pigi
10 anni fa

In questi anni Luca Attias avrà fatto almeno un centinaio di proposte sensate, alcune addirittura geniali, diverse delle quali anche di facile attuazione. Ci fosse un cavolo di politico che ne ha saputa implementare anche una sola.

Anonimo
Anonimo
10 anni fa

Una settimana fa ero a un convegno presso l’INAIL e l’ing. Attias in un intervento di 3 minuti, come al solito straordinario, ha sottolineato l’assoluta inconsapevolezza della popolazione circa la gravità della situazione italiana sul digitale. Dobbiamo prendere tutti atto di questa situazione.

Simona
Simona
10 anni fa

è possibile scambiare qualche idea con gli autori dell’articolo ? in che modo ?
grazie

Franco
Franco
10 anni fa

Come ha potuto più volte sottolineare l’ing. Attias la digitalizzazione potrebbe essere un utile strumento per combattere la corruzione ma questa è ostacolata proprio dalla corruzione.Questo Deadlock spiegato bene in una delle tante presentazioni è la chiara fotografia di un paese in cui i primi elementi da cambiare sono proprio i valori etici.
https://www.youtube.com/watch?v=xWuRbvgyr3s

MarcoL
MarcoL
10 anni fa

Dobbiamo prima risolvere il problema della corruzione altrimenti il piano regolatore servirà solo ad alimentare le tasche dei soliti noti. L’articolo è comunque di livello superiore a qualsiasi articolo abbia mai letto su questi temi. Qualcuno avrebbe dovuto studiare il caso Corte dei conti da diversi anni.

Ross
Ross
10 anni fa

Che ad oggi in Italia ancora si pensi che l’informatica debba essere governata a livello regionale se non comunale è da Paese del quinto Mondo.
L’informatica deve essere governata a livello centrale ma certo non può farlo una struttura fatiscente e numericamente inadeguata come l’Agid dove ci sono due gatti alcuni dei quali prossimi alla pensione e che in passato è stata un ricettacolo di raccomandati a causa dei suoi stipendi elevati.
Ha ragione Sismondi quando dice che Attias ha solo detto che il re era nudo e che ha trovato un numero di proseliti, come la sottoscritta, che continuano e continueranno a dirlo anche se nell’indifferenza generale.

tandem
tandem
10 anni fa

Cara Jodie se tu ti prendi uno come Attias nella squadra di Governo emergerebbe inevitabilmente la mediocrità di tutto il resto.

Jodie
Jodie
10 anni fa

Ma vi pare possibile che in Italia da 10 anni la Corte dei conti è la best practice informatica e quasi nessuno si è preso l’incarico di andare a studiare il perché ? Quando una piccola squadra fa un campionato eccezionale i giocatori finiscono nei grandi club mentre noi li lasciamo colpevolmente in serie B.

MPistelli
MPistelli
10 anni fa

Grazie del consiglio, ho trovato un mondo. Già solo il primo post è un capolavoro.

Giuseppe
Giuseppe
10 anni fa

Consiglio a tutti di continuare la discussione sul famosissimo blog di Luca Attias http://saperi.forumpa.it/relazione/attenta-alle-persone frequentato da diverse migliaia di dipendenti pubblici.

Mimmo
Mimmo
11 anni fa

Con tutt il rispetto, articoli di questo livello dovrebbero trovare spazi su testate ben più importanti.

Nunzio
Nunzio
11 anni fa

è che prima del Reinventing Government dovremmo fare il Reinventing Italian’s Brain.
Comunque l’aricolo è veramente fantastico, complimenti ragazzi.

Anonimo
Anonimo
11 anni fa

Ne vogliamo altri di articoli così

BForleo
BForleo
11 anni fa

Ma qualcuno del Governo ha letto l’articolo? ha qualche opinione in proposito.

Giuseppina
Giuseppina
11 anni fa

Non conoscevo questa intervista all’ing. Attias. Mi domando come sia possibile che uno così oggi non trovi più i giusti spazi nei media.

Anonimo
Anonimo
11 anni fa

Riporto un vecchio articolo del Corriere della sera (quando la stampa ancora si interessava all’ing. Attias) perchè rappresenta alla perfezione cosa vuol dire lavorare in squadra in Pubblica Amministrazione

La «macchina» dello Stato Il personaggio Luca Attias, 46 anni: in questo modo si porta la gente a lavorare anche di sabato e di domenica

L’ ingegnere «virtuoso»: chi fa bene va premiato

Informatica «Siamo in un settore fortunato, perché un informatico non può mai improvvisare» Il direttore dei sistemi informativi alla Corte dei Conti «Bisogna valorizzare le caratteristiche personali»

ROMA – Non c’ è solo chi timbra e scappa o moltiplica incarichi e paghe. Nell’ esercito di dipendenti pubblici c’ è, accanto a chi si imbosca, chi lavora anche per lui. Chi lucra sullo stipendio garantito, ma anche chi si impegna per far funzionare la complessa macchina dello Stato, senza ricevere per questo alcun riconoscimento. Tra i dipendenti statali «virtuosi», certificati dal premio del Forum della Pubblica Amministrazione, c’ è Luca Attias, ingegnere informatico quarantaseienne, divenuto direttore generale dei sistemi informativi della Corte dei Conti, che assicura: «Il contesto è da brivido, e non solo nella pubblica amministrazione, ma chi lavora duro e con impegno c’ è. E spesso non è premiato». Lei invece è stato tra i vincitori di vari premi. Perché? «Al di là dei riconoscimenti che, ho scoperto, a volte vengono dati a chi è raccomandato, c’ è il risultato: mi viene riconosciuto di aver portato il sistema informatico della Corte dei Conti a un livello di eccellenza. E, ovviamente, non l’ ho fatto da solo». Come ha fatto? «Ho adottato un metodo completamente diverso da quelli diffusi non solo nella pubblica amministrazione, ma anche in quella privata». Quale metodo? «La meritocrazia. Il potenziale umano nella pubblica amministrazione c’ è. Ma occorre valorizzare le caratteristiche personali con un sistema di gestione del personale corretto, con criteri premiali oggettivi e non basato su raccomandazioni o aderenza a lobby. Sembra banale, invece in questo modo si riesce a portare la gente a lavorare anche di sabato e di domenica. E anche a farla divertire». Chi le viene in mente quando pensa a impiegati virtuosi? «La prima che mi viene in mente è Cinzia Maregrande. Era una sorta di dattilografa che con me è diventata capoprogetto del più importante sistema informativo, quello della giurisdizione e delle Procure». Come? «L’ ho valorizzata senza tener conto della qualifica ma di ciò che sapeva fare. Ma soprattutto si è impegnata sempre al massimo, senza far pesare la malattia che a giugno, giovanissima, l’ ha portata via. Ma ce ne sono veramente tanti». Ad esempio? «È difficile fare nomi. Perché sono davvero troppi. Ma, ad esempio, ho un informatico, che era un collaboratore e ora è riconosciuto come un fenomeno della progettualità informatica. C’ è da tenere conto però che siamo un settore, da questo punto di vista, fortunato». Perché? «Perché un informatico non può improvvisare. Conta quello che sa. Credo che avrei avuto maggiori difficoltà a superare concorsi se non fossero stati su argomenti tecnici molto specifici. E non sarei riuscito a far diventare questo sistema informatico quello che è, se non avessi avuto la libertà di poter utilizzare la mia banda di “sciamannati”, preparatissimi, che lavorano senza risparmiarsi».

Virginia Piccolillo

Marco
Marco
11 anni fa

La notizia è che in Italia esistono dei veri manager pubblici.
L’articolo è di altissimo spessore e mentre Attias ci ha abituato da tempo ad una qualità di livello internazionale, fa piacere registrare che non è solo.

Speranzoso
Speranzoso
11 anni fa

Ma qualcuno dell’AGID che prenda al volo e sfrutti anche con il Governo il contenuto di questo articolo c’è ?

Alessandro
Alessandro
11 anni fa

Due dirigenti che si occupano con competenza del digitale. In Italia serve proprio una governance efficacie ed efficiente, una governance che conosca il funzionamento dei sistemi. Viviamo in un nazione in cui le amministrazioni non hanno idee di quante applicazioni esistono nella propria struttura e meno che mai sono a conoscenza dello schema logico dei propri dati.
Meglio non entrare nei dettagli dei bandi di gara, confusi e con un diffuso pressapochismo e con dettagli tecnici inesistenti.
In Italia non ha preso piede il digitale perché nella nostra PA non abbiamo avuto una governance con “ragionevoli” competenze. Come affermava Flavia Marzano in un recente articolo, valorizziamo le risorse con le adeguate competenze.
Complimenti ing. Attias e dott. Melchionda per i suggerimenti profusi

Anonimo
Anonimo
11 anni fa

Attias non ha dei piccoli cloni maha semplicemente costruito negli anni la squadra digitale più forte di tutta la PA italiana che in qualsiasi altro Paese sarebbe stata sfruttata trasversalmente.

Mauro
Mauro
11 anni fa

Sono anni che Luca Attias cerca di far capire che l’Italia dal punto di vista della digitalizzazione è in una situazione molto grave ma nessuno lo sta a sentire come dovrebbe. Qui provoca ancora paragonando la crisi digitale alle grandi crisi del 900 italiano, speriamo che alla fine ci sarà qualcuno che gli darà retta.

Anonimo del blog
Anonimo del blog
11 anni fa

Già non hop mai sopportato il signor attias, osannato non si sa bene per quale motivo come il salvatore della patria. Ora mi tira fuori anche piccoli cloni che si ammantano di novità tirando fuori un paio di termini inglesi.

Rick
Rick
11 anni fa

Prendete esempio.
Questi due son il massimo esistente ad oggi in Italia per quel che riguarda la digitalizzazione della PA. Vi consiglio i seguenti, direi fantastici, interventi di Luca Attias:
https://www.youtube.com/watch?v=xWuRbvgyr3s
https://www.youtube.com/watch?v=gn6_GZbCOck
http://saperi.forumpa.it/relazione/attenta-alle-persone

http://saperi.forumpa.it/relazione/verso-la-pa-digitale-0#comment-26112
Complimenti per le proposte profuse.

Anonimo
Anonimo
11 anni fa

Speriamo che la premiata ditta della Corte dei conti ci regali altri capolavori come questo.

Ivan
Ivan
11 anni fa

Grandissima idea quelladi utilizzare l’Autostrada del Sole, una delle pochissime opere italiane di successo.

Francesco
Francesco
11 anni fa

Complimenti per l’articolo punti precisi, indicazioni chiare per colmare il gap digitale con il resto d’europa, delineata chiaramente l’orchestrazione che al livello nazionale tutti gli attori dovrebbero avere per il raggiungimento dell’obiettivo finale, una sinergia tra gli attori coinvolti e specificati chiaramente senza mezzi termini. Dopo aver delineato così bene le forze in atto per eliminare tutti i punti di debolezza del nostro paese non resta che metterle in atto. Coraggio SI PUO’ FARE.

Anonimo
Anonimo
11 anni fa

Ma perchè nessuno si occupa veramente di Agid, Consip, Sogei e Anac nei termini in cui consiglia l’articolo ?

MMin
MMin
11 anni fa

Si tratta decisamente di qualcuno che capisce d’informatica

Patrizia
Patrizia
11 anni fa

Oggi la civiltà di un paese si misura anche dal grado di digitalizzazione raggiunto dalla sua PA, dalle sue imprese e dai suoi cittadini. Vorrei capire se l’attuale Presidente del Consiglio condivide questa affermazione e sulla base di ciò quale ritiene sia la civiltà del nostro Paese.

Maurizio
Maurizio
11 anni fa

Ferme restando le sue notevoli competenze tecniche, la capacità più grande di Luca Attias è stata quella di sapersi circondare di persone di altissimo spessore tecnoco, manageriale e aggiungerei anche morale come ad esempio Michele Melchionda.

Giò
Giò
11 anni fa

è che sembra che in Italia nessuno si renda conto che stiamo attraversando un momento di grande difficoltà. Solo chi perde il lavoro lo percepisce mentre gli altri pensano tanto a me non succederà. Schifoso individualismo italiano.

Stefania
Stefania
11 anni fa

Solo operando come consigliano i due ingegneri della Corte dei conti riusciremo veramente a combattere la corruzione e non con inutili e complicate norme.

Anonimo
Anonimo
11 anni fa

Quando mai trovi due dirigenti della PA che scrivono insieme. Questo è un rarissimo esempio di come si dovrebbe collaborare dentro le Amministrazioni.

Nanetto
Nanetto
11 anni fa

Articolo sagace e molto ben scritto.

Pietro
Pietro
11 anni fa

Un grandissimo articolo !

Sturmtruppen
Sturmtruppen
11 anni fa

“If you can’t describe what you are doing as a process, you don’t know what you are doing” (W. Edwards Deming).

Senza Parole
Senza Parole
11 anni fa

Attias & Melchionda, coppia da urlo. Che il governo Renzi li metta nelle condizioni di lavorare a beneficio di tutta la Collettività, e poi vedremo i risultati che riusciranno a portare a casa !

PAtsy
PAtsy
11 anni fa

Ho idea che se non saranno i cittadini a ribbellarsi in modo serio l’Italia resterà per sempre ai margini.
Propongo una manifestazione per la mancata digitalizzazione del Paese.

Eminem
Eminem
11 anni fa

Sono anni che di strategie informatiche si occupano ministri e politici che pensano erroneamente di essere esperti della materia. Non voglio fare i nomi ma li conosciamo tutti e li abbiamo visti parlare a vanvera in centinaia di convegni. E’ ora che se ne occupi qualcuno all’altezza.
Bravissimi !!!!!!!

Angelo
Angelo
11 anni fa

Ottimo articolo, bravi. Saremo in grado di attingere all’esperienza del General Accounting Office degli U.S.A.?
Saremo in grado almeno di copiare se non siamo in gradi di mettere in atto quello che è necessario per il nostro paese?
Lo spero per il futuro dei nostri figli.

Paolo
Paolo
11 anni fa

Serena quella frase “Oggi la civiltà di un paese si misura anche dal grado di digitalizzazione raggiunto” Luca Attias l’ha coniata almeno un paio di anni fa e un pò di tempo fa l’ha anche esportata in Europa, il problema è che oramai dobbiamo prendere atto dell’inciviltà dell’Italia.

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