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Metaverso: strategie per progetti creativi e collaborativi



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Esplorare il Metaverso offre opportunità in vari settori, dal lavoro all’education. Per progetti efficaci, occorre definire chiari obiettivi e scegliere piattaforme adatte. L’ambiente virtuale favorisce collaborazione e innovazione, superando i limiti delle tradizionali piattaforme di collaborazione e offrendo vantaggi economici e creativi

Pubblicato il 7 nov 2024

Giuseppe Ferrigno

Cybersecurity Consultant



metaverso (1)

Come iniziare a sviluppare delle attività all’interno del metaverso? Attraverso esempi concreti, relativi a progetti specifici, e fornendo dei suggerimenti pratici, proviamo a dare un’idea di quali possono essere i vantaggi, e quale il valore aggiunto che si può ottenere da queste piattaforme.

Le varie applicazioni del metaverso nei divers settori

I progetti che è possibile sviluppare utilizzando l’ambiente virtuale riguardano tutti i settori e ogni tipo di attività: da quelle di lavoro, di education o di simulazione, fino a quelle sociali o di marketing. Non volendoci soffermare, perché ben note, sulle attività di gaming e di gioco di ruolo, che raccolgono da anni centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo, sulle tante piattaforme.

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L’importanza della fase di ideazione

Bisogna porre molta attenzione alla fase iniziale, di ideazione, di un progetto, perchè prima di avviare qualsiasi iniziativa occorre fare una attenta valutazione di quali siano i vantaggi che si vogliono ottenere utilizzando un ambiente virtuale, per quel tipo specifico di progetto. Perché un progetto del genere, se non vuole essere una mera testimonianza di “presenza” nei Mondi Virtuali, deve prevedere dei risultati concreti e misurabili da raggiungere.

E questo non perché siano richiesti particolari investimenti (a meno che non si voglia sviluppare un Mondo Virtuale privato, aziendale), ma perché devono essere chiari gli obiettivi, e deve soprattutto risultare evidente il valore aggiunto dell’ambiente virtuale, non ottenibile cioè con le classiche piattaforme di collaboration. Dev’essere, in sostanza, un progetto che sia oggettivamente innovativo, e che sfrutti appieno le caratteristiche dell’ambiente virtuale.

Esempi di aziende che hanno creato una presenza sul metaverso

Nei tre anni trascorsi, della fase di hype del “Metaverso”, molte sono state le organizzazioni che hanno creato una propria presenza su diverse piattaforme virtuali, scelte tra le varie The Sandbox, Decentraland, Spatial, e via così via, ma molto poche sono state quelle che hanno mantenuto e sviluppato una attività continuativa, ottenendo dei risultati tangibili. Molte sono state trascinate dalla cosiddetta “Fear of missing out”, la paura di perdere il treno di questa innovazione che appariva in rapido sviluppo, ma senza avere alle spalle una valutazione degli obiettivi possibili, e tantomeno una conoscenza delle caratteristiche peculiari dei nuovi ambienti.

I risultati di questa improvvisazione sono stati la successiva disillusione e il conseguente disinvestimento (come ha fatto in parte META, del resto) e i tanti ambienti virtuali, creati e poi lasciati a se stessi, non sono più stati utilizzati da nessuno, una volta passato l’entusiasmo iniziale. Oggi che l’hype sembra, per fortuna, archiviato, è possibile parlare di progetti e obiettivi realistici, e questo richiede pianificazione e costanza di impegno.

Selezione della piattaforma adeguata

Una volta definito il progetto, la seconda valutazione da fare riguarda il tipo di piattaforma che si deciderà di utilizzare, poiché ce ne sono tantissime, e di vario genere. Riportiamo di seguito una tabella delle maggiori piattaforme oggi esistenti sul mercato, con il numero di utenti, la possibilità di utilizzare o meno Visori di VR, e l’indicazione dell’uso o meno di criptovalute.

Nello scegliere la piattaforma su cui lavorare vanno considerati diversi aspetti: la sicurezza, la eventuale portabilità degli assets, e la possibilità di utilizzare o meno un Visore di VR, poiché l’utilizzo di questa interfaccia non è scontata, e tantomeno indispensabile. Queste scelte dipendono infatti dal tipo di attività che si vuole svolgere, dal tempo di lavoro che gli utenti trascorreranno nell’ambiente virtuale, e dalle necessità del progetto.

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Un ambiente immersivo è naturalmente sfruttato, al massimo dell’intensità, con un Visore di VR, rendendo gli utenti parte integrante dell’ambiente. Ma un utilizzo prolungato, specie per attività lavorative e non ludiche o di socializzazione, può non essere la scelta migliore, per motivi soprattutto di praticità, e per il “motion sickness” che taluni possono avvertire. È quindi possibile sfruttare un ambiente virtuale 3D, quasi per tutte la piattaforme, anche utilizzando i classici strumenti di interfaccia: video, tastiera e mouse. Non per questo l’esperienza immersiva ne risente al punto tale da renderla poco realistica, perché i software di renderizzazione 3D sono molto efficienti nel creare un ambiente virtuale tridimensionale, ma è questa sicuramente una modalità più tradizionale, anche se può costituire un inizio, per testare l’ambiente. La scelta dipende quindi dallo scopo, dal tempo previsto di utilizzo continuativo, dal tipo di attività e dal tipo di utenti che userà la piattaforma.

Ruolo delle criptovalute e blockchain

Altra considerazione da fare, nella scelta della piattaforma, è quella che riguarda la possibilità o meno di utilizzare Criptovalute. Non è affatto necessario un loro utilizzo, come gli Ether della Blockchain Ethereum ad esempio, perché questa scelta può rendersi utile se si intende utilizzare il Mondo Virtuale per costruire assets digitali, di tipo artistico ad esempio, e proteggerne poi la proprietà registrando degli NFT su piattaforme esterne, tipo Open Sea, e procedendo poi alla loro commercializzazione. A tale scopo occorrerà quindi utilizzare i “Wallets” per le criptovalute scelte, tra quelli disponibili sul mercato.

C’è da dire che la tecnologia della Blockchain, indipendentemente dalla decisione di utilizzare o meno delle criptovalute, sembra essere il modo più efficace per la protezione della proprietà intellettuale digitale, tramite proprio gli smart contracts e gli NFT. E’ una tecnologia inventata per gestire i Bitcoin, ma utilizzabile per tante altre applicazioni. L’utilizzo di una blockchain per registrare smart contracts dei propri assets ha poco a che vedere con le orde di cripto speculatori, alla ricerca di facili guadagni, che hanno invaso il “Metaverso” negli anni passati sfruttando il boom di mercato, ora assopito, delle criptovalute.

Realizzazione e obiettivi del progetto

Superata quindi la fase di scelta della piattaforma da utilizzare, ed avendo ben chiari gli obiettivi da raggiungere, occorre procedere alla fase di realizzazione, tenendo ben presente che ha senso utilizzare un ambiente virtuale se si vogliono sfruttare le specifiche caratteristiche di “Immersività” e di “Condivisione”. Non avrebbe uno scopo pratico, in sostanza, utilizzare un ambiente virtuale solo per fare delle presentazioni o affiggere dei cartelli illustrativi del brand, se non si prevedesse una esperienza collettiva, in un ambiente condiviso e partecipativo, analogamente ad un ambiente fisico tradizionale. Ha invece senso, ed è l’esempio che vogliamo qui seguire, la creazione di un ambiente di lavoro in cui i componenti del team siano impegnati su progetti comuni, siano essi di gestione servizi, di progettazione di software o architetturale, di simulazione o education, o anche tante altre tipologie, secondo le esigenze dell’organizzazione.

Ci si troverebbe a condividere gli stessi spazi, per quanto virtuali, con i propri colleghi, o anche con interlocutori esterni, utilizzando degli strumenti di lavoro adeguati all’interno dell’ambiente virtuale, come i classici strumenti di collaboration, schermi video e archivi interni al Mondo Virtuale, o anche dei tool sviluppati ad hoc per l’ambiente. Sarebbe l’applicazione pratica dello “Spatial Computing”, un paradigma che la Apple ha inteso seguire nel proporre il suo visore “Vision Pro”, in alternativa al visore Meta Quest (giunto alla versione 3, 3 Pro e 3S). Si tratta di due diverse concezioni del lavoro in ambienti virtuali, di realtà aumentata (XR) e virtuale (VR).

L’ambiente virtuale come spazio di lavoro

Un ambiente virtuale favorisce quindi il lavoro in comune, e la possibilità di interazione costante con i colleghi e con i clienti, indipendentemente dal posto geografico in cui gli interlocutori si trovino. E’ una condizione di lavoro molto vicina alla condivisione di uno spazio fisico, in un ufficio aziendale, anche se l’interazione è mediata dal proprio Avatar. Darebbe insomma un valore aggiunto evidente rispetto agli ambienti di collaboration classici a distanza, come quelli già sperimentati ampiamente in condizioni necessità.

Un ambiente virtuale potrebbe essere visto, quindi, come una via di mezzo tra il lavoro in ufficio tradizionale e lo Smart Working per come lo abbiamo conosciuto in periodo di pandemia da Covid, e che continuiamo ad utilizzare tutt’ora, anche se in maniera ridotta. Si sta infatti assistendo ad un parziale ritorno indietro, al lavoro d’ufficio classico, da parte di molte aziende, per i limiti oggettivi e la sfiducia verso una forma di lavoro troppo “distante”, difficilmente coordinabile.

Un ambiente costruito in un Mondo Virtuale può contribuire perciò a superare, almeno in parte, queste forme di ritorno all’ “ufficio” classico, aiutando le organizzazioni aziendali a vivere meglio le nuove forme collaborative, e a mantenere gli indubbi vantaggi economici ottenuti con la diminuzione degli spazi fisici aziendali.

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Policy e avatar aziendali

Una questione importante da porsi è quella di definire delle “policies” complessive dell’organizzazione (che sia un’azienda, un ente pubblico o di ricerca) per l’utilizzo della piattaforma. Una policy importante, ad esempio, riguarda l’identità e la forma da dare agli Avatar. Un account creato per scopi di lavoro andrebbe infatti utilizzato per questo scopo specifico, rendendolo riconoscibile agli interlocutori, anche nel nome, come appartenente a quella specifica organizzazione. Mentre per gli utilizzi di intrattenimento, di socializzazione o culturali, indipendenti dalle attività lavorative, gli utenti dovrebbero utilizzare un account diverso, ad uso personale, non confondibile con quello dell’organizzazione.

Occorre anche dare un indirizzo generale alla modalità di realizzazione degli Avatar, visto che in un ambiente virtuale un avatar può assumere qualsiasi forma, anche la più fantasiosa, secondo i gusti e la sensibilità artistica degli utenti. Un “Avatar Aziendale” dovrebbe avere forma e caratteristiche sobrie, consone all’utilizzo che si intende farne, non per motivi di pregiudizio, ma semplicemente per evitare di introdurre degli elementi di distrazione o di disturbo nell’ambiente di lavoro. C’è anche la possibilità, su alcune piattaforme, di creare dei Digital Tween, avatar con aspetto notevolmente simile alla persona reale che rappresenta.

Progettazione degli spazi virtuali

Relativamente agli ambienti di lavoro, va fatta una progettazione attenta di come si vogliono realizzare nel Mondo Virtuale, prevedendo, ad esempio, di utilizzare i colori aziendali e i loghi, di inserire negli spazi pubblici pannelli ed infografiche rappresentative ed esplicative dei temi aziendali, di inserire dei link alle pagine web esterne per i dettagli sui prodotti servizi dell’organizzazione, o anche dei “teleport” ad altri ambienti virtuali, utili da raggiungere. Nella progettazione degli ambienti occorrerà creare innanzitutto degli spazi riservati, ad uso esclusivo del personale dell’azienda impegnato nelle attività di lavoro, separati da quelli aperti al pubblico, visitabili da tutti. Per gli spazi pubblici occorre poi decidere se prevedere una presenza costante di personale aziendale, per l’accoglienza e l’assistenza, oppure se si vorrà rispondere su “chiamata”, usando il classico “bottone rosso”. Potrà anche essere possibile utilizzare dei bot gestiti da AI, per una prima interlocuzione con il pubblico. In quest’ultimo caso tali agenti vanno opportunamente identificati, e resi evidenti agli utenti. Sono tutti elementi di progettazione necessari, per rendere gli ambienti di lavoro funzionali e vivibili.

Interazione con clienti e comunità

L’ambiente virtuale favorisce le interazioni dirette con la clientela, consentendo ad esempio di sviluppare delle demo per la presentazione di nuovi prodotti, ricreati nell’ambiente immersivo come digital tween, ed è possibile creare servizi per la consulenza e l’assistenza, così come per diverse tipologie di marketing. E’ un modo efficace per gestire le communities di utenza e di estimatori. E’ questo un valore aggiunto notevole fornito da queste piattaforme.

Negli spazi virtuali è possibile creare ambienti di ogni genere: per la selezione del personale, per la fornitura di servizi e consulenza ai clienti, o anche pensare di erogare servizi sociali alla cittadinanza, nel caso di enti pubblici o della sanità. Si possono realizzare servizi di telemedicina, o addirittura sedute di consulenza e terapia psicologica, come già fatto in diversi esempi.

Si può fare tutto questo impiegando pochissime risorse, senza necessariamente far ricorso a dei “Metaverse Architect” esperti nelle realizzazioni 3D, o ad altri consulenti esterni con esperienza consolidata. Esistono infatti delle piattaforme virtuali che mettono a disposizione degli utenti degli ambienti standard in maniera del tutto gratuita, con cui si può iniziare a sperimentare il proprio progetto, e imparare a sfruttare gradualmente le potenzialità della piattaforma.

Avvio e ampliamento dei progetti

Si è molto parlato, in passato, di fenomeni di speculazione legati al commercio di “terreni virtuali”, spesso ritenuti di grande valore solo perché vicini, sulla mappa dei terreni di quella piattaforma, a quelli acquistati da personaggi famosi (calciatori, cantanti, brand). Per chi inizia a sviluppare i propri progetti non è affatto necessario lanciarsi in investimenti di questo genere, e la corsa all’acquisto dei terreni, con fini meramente speculativi, si è man mano fermata, con la disillusione di molti per lo sgonfiarsi di questo commercio.

Una volta avviati i progetti nell’ambiente virtuale, familiarizzandosi gradualmente con gli strumenti di lavoro e avendone valutato i risultati, si può ampliare l’ambito delle attività che vi si svolgono, allargandole a ulteriori settori dell’organizzazione e dotandosi di strutture più sofisticate, anche investendo, a questo punto, maggiori risorse.

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Possibili sviluppi tecnologici e organizzativi 

In conclusione, un progetto di utilizzo dell’ambiente virtuale come luogo di lavoro dovrebbe essere sviluppato per gradi, iniziando da attività che impegnano unicamente il proprio personale, con piccoli gruppi, e verificando gradualmente i risultati che si ottengono, man mano che le persone imparano a sfruttare appieno le grandi possibilità offerte dai Mondi Virtuali, accumulano esperienza e modelli di comportamento adeguati, per le interazioni con i colleghi e gli interlocutori esterni. L’ambiente virtuale è anche l’ideale per il lavoro di team distribuiti, di persone dislocate geograficamente lontane, o anche per gruppi multidisciplinari appartenenti a strutture organizzative diverse.

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Sono progetti che richiedono costanza e pragmatismo, perché dalle attività iniziali, man mano che i risultati arrivano, è possibile passare ad applicazioni anche di grande impatto, sia di business che di immagine aziendale. Siamo ancora all’inizio di un lungo viaggio, e molti sono gli sviluppi che ci attendono, dal punto di vista tecnologico, normativo e di sviluppo di nuove professionalità.

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