L’intelligenza artificiale sta diventando un elemento centrale nell’editoria, portando con sé un ampio dibattito. Se da un lato ci sono preoccupazioni su come l’IA potrebbe influire negativamente sulla professione degli autori, dall’altro emerge il suo potenziale come strumento di supporto nella scrittura e nella revisione.
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AI nell’editoria: opportunità o minaccia?
È stata lanciata nelle scorse settimane, l’edizione 2025 dello Schroders Business Book of the Year Award, vinto lo scorso anno da Parmy Olson.
Olson è una giornalista tecnologica per il Wall Street Journal, conosciuta per il suo lavoro sul movimento hacktivista Anonymous, nota anche per aver scritto una serie di articoli sulla crisi dei mutui subprime.
Il libro vincitore, Supremacy, illustra la genesi dell’intelligenza artificiale e la rivalità tra i fondatori di OpenAI e Google DeepMind.
L’opera di Olson segnala quanto il dibattito sul fatto che l’IA generativa sia una minaccia o un’opportunità per gli autori sia molto acceso, soprattutto negli Stati Uniti. L’editoria infatti sembra non sapere dove tracciare la linea di demarcazione sul l’IA e l’industria del settore discute le nuove tecnologie.
Le preoccupazioni degli autori e la difesa della professione
Il Financial Times ha di recente riportato le opinioni in merito da parte degli scrittori. The Authors Guild, la più antica organizzazione professionale statunitense per gli scrittori, nata nel 1912, sostiene per esempio che gli autori siano pienamente consapevoli che queste tecnologie possono essere utilizzate in modi che diluiranno il mercato per le opere di autori umani, ma allo stesso tempo riconoscono che sono strumenti estremamente utili.
Tra i timori espressi nel dibattito vi è quello per cui la prosa fluente di Gen AI potrebbe far fuori alcuni scrittori dal mercato; inoltre, vi sono anche prove crescenti che alcuni LLM sono stati addestrati dagli sviluppatori – senza il consenso degli autori – su versioni pirata di libri protetti da copyright.
Scraping illegale e nuove clausole contrattuali
Sempre da parte di The Authors Guild viene segnalata la preoccupazione per lo scraping illegale, ovvero la raccolta e organizzazione di informazioni presenti sul web, questione sulla quale, come segnalato gli esperti legali all’interno dell’associazione, ha unito gli autori contro tale pratica.
La sfida del l’IA ha anche riunito editori e agenti che stanno ora insistendo su clausole nei contratti di libri per controllare la futura formazione dei LLM sul lavoro degli autori o, in alcuni casi, per concedere licenze a pagamento.
L’IA come strumento di supporto alla scrittura
È pero ampiamente riconosciuto il valore dell’IA perché riesce a fornire assistenza automatizzata agli autori nel brainstorming e nella ricerca di idee, o nella modifica e revisione di ciò che hanno scritto. Questo ha portato alla realizzazione di linee guida per l’uso responsabile ed efficace di AI, prodotto per gli autori il mese scorso da Wiley, che pubblica opere accademiche, libri di testo e libri di business generali.
La guida, compilata dopo un’indagine su 5.000 autori e ricercatori, afferma che la tecnologia dovrebbe essere utilizzata “come complemento al processo di scrittura, non come sostituto”; stabilisce anche quando gli autori dovrebbero divulgare l’uso dell’IA, per esempio, quando lo strumento “ha alterato il loro pensiero su argomenti o conclusioni chiave”. La guida di Wiley, un documento in costante evoluzione per cogliere i segnali dei cambiamenti apportai dall’IA nel settore, ne consente l’uso per preparare contenuti educativi, come studi di casi e domande pratiche, con supervisione e divulgazione; l’IA generativa potrebbe anche essere utilizzata per sviluppare nuovi formati, come un’edizione concisa di un libro di testo.
L’esperimento degli editori con l’IA
Gli editori e gli agenti in generale stanno prendendo posizioni decise contro l’uso di AI per scrivere interi libri, ma alcuni stanno sperimentando. Wiley ha provato a produrre il manuale Generative AI For Dummies proprio utilizzando la tecnologia dell’IA.
Marshall Goldsmith, notissimo coach aziendale, ha un avatar di intelligenza artificiale che risponde alle domande attingendo al suo lavoro precedente, incluso il suo best seller What Got You Here Won’t Get You There. Quando gli è stato chiesto se la tecnologia era utile per l’allenamento, Marshall Goldsmith ha risposto che il miglior risultato combina sia umano e macchina.
Il direttore dell’agenzia letteraria statunitense Greenberg Rostan, James Levine sostiene che la più grande minaccia emergente è nella parola parlata, piuttosto che scritta, come sta succedendo a diversi editori che stanno ora sperimentando l’uso di IA per registrare audiolibri; d‘altro canto la registrazione rapida di materiale, che altrimenti non sarebbe mai disponibile in forma audio, potrebbe essere un vantaggio per i lettori con problemi di vista e scrittura. Levine usa persone specializzate in IA per aiutare a criticare le proposte di libri in arrivo su argomenti tecnici, anche se lo fa solo con il permesso degli autori e utilizzando modelli che non sono addestrati sull’input.
Gli effetti dell’IA sui ghostwriters e sul futuro dell’editoria
Da tenere in considerazione anche la posizione espressa da Kevin Anderson & Associates KAA che crede che l’uso dell’IA colpirà soprattutto i ghostwriters nella fascia bassa a media del settore, coloro che in genere sono pagati $25,000-$50,000 per 18 mesi di lavoro su un libro che aumenterà il profilo di un business leader o celebrità; secondo Anderson l’IA potrebbe mettere insieme un libro di istruzioni adeguato che sia generico, completo, ben scritto e ben organizzato in un fine settimana. A livello più avanzato invece, sempre secondo gli esperti dell’agenzia KAA è più difficile per le macchine sostituire gli esseri umani.
Anche se alcuni autori non utilizzano ancora l’IA, i loro agenti e editori quasi certamente lo stanno facendo. Springer Nature, la casa editrice accademica tedesco – britannica, ha introdotto di recente uno strumento per combattere la ricerca falsa generata dall’IA e identificare riferimenti irrilevanti nelle sue pubblicazioni.