La telemedicina, assistita dall’intelligenza artificiale, segnerà in modo decisivo lo sviluppo dei sistemi sanitari nei prossimi anni. Sono i temi al centro del Convegno Nazionale 2025 della Società Italiana di Telemedicina (Bologna 29-31 maggio).
Indice degli argomenti
Collaborazione pubblico-privato per lo sviluppo della telemedicina
La domanda di servizi sanitari cresce sia nei paesi giovani (India, paesi africani e dell’Asia Pacifico) sia nei paesi con elevato invecchiamento come il nostro. Molte ricerche sostengono che la telemedicina consente di risparmiare sulle spese del sistema sanitario, ma la domanda cresce ancor più rapidamente: la telemedicina richiede comunque investimenti importanti. I sistemi pubblici di sanità non sono in grado di sostenere questi investimenti, soprattutto in Italia.
E’ assolutamente necessario creare un ambiente di forte collaborazione tra pubblico e privato, poiché solo le capacità tecnologiche e gli investimenti del privato possono portare alla realizzazione delle piattaforme necessarie allo sviluppo della telemedicina. Dobbiamo guardare con attenzione ciò che sta facendo la Cina.
Modelli cinesi di telemedicina e ruolo del settore privato
L’adozione di soluzioni e servizi di telemedicina prima del COVID era limitata per diversi motivi tra cui l’incertezza normativa, la scarsa disponibilità di soluzioni facilmente accessibili da parte degli utenti, la carenza delle infrastrutture. Anche a Pechino la telemedicina era prevalentemente pensata come una soluzione per coprire la domanda inevasa delle zone più povere e con minore accesso alla sanità.
Il Paese, nella fase pre-COVID, cercava di ridurre la pressione sulle strutture di cura più specializzate e più richieste. “In Cina, gli ospedali pubblici svolgono un ruolo dominante nell’erogazione di servizi sanitari per pazienti ricoverati e ambulatoriali. A causa della sfiducia nei confronti degli operatori sanitari delle strutture di assistenza primaria e della qualità dei loro servizi, i pazienti spesso scelgono di evitare queste strutture a favore di ospedali di livello superiore, con conseguente sovraffollamento e lunghi tempi di attesa in questi ospedali più grandi. La telemedicina DTC offre ai pazienti la comodità di un appuntamento virtuale con i medici senza dover recarsi in ospedale, risparmiando tempo e costi di viaggio, liberando risorse negli ospedali pubblici sovraffollati e riducendo i tempi di attesa.”[1]
Intorno agli anni delle Olimpiadi di Pechino (2008) e dell’Expo di Shanghai (2010), quando la Cina si apriva alla collaborazione-imitazione dei modelli economici e tecnologici occidentali, è sorto un mercato privato della telemedicina, guidato dalle imprese tecnologiche. Esso investiva le vendite on line, i servizi sanitari, le consulenze e le assicurazioni. Si sviluppavano servizi DTC (diretti al consumatore) che consentirono di evitare lunghi tempi di attesa e il sovraffollamento delle strutture pubbliche.[2]
Le imprese private cinesi garantirono lo sviluppo del sistema della telemedicina con piattaforme tecnologiche, app, sistemi di assicurazione e di pagamento, accesso all’e-commerce e ai servizi a distanza. Si è creata, fin da quegli anni, una varietà di sistemi di accesso alla cura che cambia completamente la fruizione dei servizi sanitari.
Tavola 1: principali tappe dello sviluppo della telemedicina in Cina dal 1980 – Primi sviluppi:Reti di teleconsulto istituite negli anni ’80. 1999 Le linee guida si concentrano sulle modalità di utilizzo del teleconsulto perle visite mediche a distanza. 2009 – Riforma sanitaria: l’ estensione della tecnologia di rete consolida collaborazione tra ospedali e medici di base per fornire la telemedicina alle regioni rurali/remote. 2014 – Espansione tecnologica guidata dalle imprese2014 – definizione formale ditelemedicina ed ampliamento degli obiettivi. Promozione dei servizi di telemedicina. 2015 – Progetti pilota nazionali che collegano le province occidentali con gli ospedali terziari di Pechino. 2018 – Integrazione di Internet e Salute2018 -Lancio dell’iniziativa “Internet + Medicina e Salute” per integrare Internet nel sistema sanitario. 2018 – Sviluppo di un modello di servizio medico online-offline. Telemedicina ripartita in due categorie: reti di telemedicina e Telemedicina ospedaliera via internet.2019: Emanazione di linee guida sulla tariffazione dei servizi medici via Internet. 2020 – Pandemia di COVID-19 2020 – I servizi di telemedicina diventano rimborsabili nell’ambito del programma nazionale di assicurazione sanitaria sociale.Espansione della copertura assicurativa per le malattie croniche, seguite dalle malattie comuni.2021 – Norme sulla diagnosi e il trattamento online per garantire standard di sicurezza e qualità.2022 – regolazione della diagnoisi e del trattamento su internet per assicurare standard di sicurezza e di qualità. |
Effetti della pandemia sullo sviluppo della telemedicina cinese
Con il COVID la Cina ha enfatizzato il ruolo della telemedicina, come alternativa alla visita e al ricovero negli ospedali. Come è successo anche da noi, si trattava di aiutare, con la telemedicina, l’implementazione di lockdown e quarantene, riducendo i contatti diretti medici-pazienti. L’impatto del COVID ha potenziato l’erogazione dei servizi di telemedicina direttamente da parte degli ospedali pubblici, mentre prima della pandemia i servizi erano prevalentemente erogati dal privato.
Oggi, usciti dall’emergenza, si è tornati al modello misto pubblico-privato: i medici delle strutture pubbliche sono frequentemente anche impegnati nell’attività privata on-linee, con conflitti di interesse e scadimento delle prestazioni nelle strutture pubbliche, ma anche con il potenziamento dell’offerta di servizi di telemedicina privati.
Le piattaforme digitali al centro dello sviluppo della telemedicina in Cina
A partire dal 2013 il ruolo delle piattaforme cinesi nello sviluppo della telemedicina è stato decisivo: dal 2012 al 2019, prima dell’esplosione della pandemia, gli investimenti nella sanità basata su internet sono aumentati 15 volte, raggiungendo i 6 miliardi di dollari.
Aziende come Alibaba, Tencent, JD.com hanno contribuito allo sviluppo del mercato con le loro piattaforme di e-commerce, logistica, comunicazione e pagamento.
Le loro piattaforme giocano un ruolo centrale ancor oggi nello sviluppo della telemedicina cinese: Haodf.com, WeDoctor, Ping’An Doctorsi rivolgono direttamente al paziente, mentre la vendita di medicinali passa prevalentemente per AliHealth e JDHealth. La diffusione delle informazioni sulla salute e sulla cura è nelle mani di Tencent Healthcare e ByteDance, mentre Dxy.cn serve la comunità dei medici on line. Dal 2019 Baidu Health Medical Directory pubblica contenuti di scienza della salute e di medicina sulla rete.
Il primo ospedale-internet nasce nel 2015, supportato dalla Provincia del Guangdong. Si tratta dell’ Ospedale del Popolo n. 2 del Guangdong che è costituito da una la piattaforma on-line e da una rete di cliniche di villaggio, centri di salute di comunità e catene di farmacie collegate attraverso la collaborazione tra l’azienda WeDoctor Group e l’amministrazione comunale di Tongxiang.
Sulla base di questa esperienza, nascono due categorie di servizi di telemedicina: quelli erogati sulle piattaforme proprietarie da ospedali connessi tra di loro e quelli erogati dagli ospedali-internet che si rivolgono direttamente al paziente. Questi ultimi, a loro volta, possono essere privati che erogano i servizi su app/piattaforme proprietarie e pubblici che offrono i servizi di telemedicina.
Il problema dell’equilibrio tra servizi pubblici e piattaforme private
Ma rimane una differenza enorme di prestazioni: una piattaforma privata può servire 20.000 pazienti al giorno mentre gli ospedali-internet pubblici raggiungono in media 55 pazienti al giorno.[3]
Tuttavia, l’intreccio pubblico-privato è assai stretto: oltre il 90% dei medici che erogano servizi di telemedicina sulla maggiori piattaforme private (Haodf.com, WeDoctor) sono dipendenti degli ospedali pubblici.[4] Circa il 20% dei medici degli ospedali pubblici svolge attività privata sulle piattaforme on line, per un periodo di tempo limitato di tempo, con una presenza più elevata dei medici con maggiore anzianità.
Ma la collaborazione pubblico-privato non è facile da gestire e la possibilità che l’incentivo creato dai servizi privati finisca con andare a detrimento della qualità del servizio pubblico è elevata.
Questo significa che il servizio non gode di standard condivisi a livello generale, e che la segmentazione perdura e può anche accentuarsi,anche se la letteratura sostiene che la telemedicina offre opportunità di cura a coloro che non hanno un accesso adeguato ai servizi sanitari. L’approccio cinese è prudente nei confronti delle piattaforme e accondiscendente nei confronti dei medici che operano su entrambi i fronti della telemedicina.
Gli ospedali pubblici, a differenza delle attività intra-moenia svolte dai medici del SSN italiano, non traggono alcun beneficio dall’attività on line privata. Le autorità hanno assunto un atteggiamento complessivamente permissivo per poter verificare se la diffusione della telemedicina riuscirà effettivamente a ridurre la pressione sulle strutture più richieste offrendo maggiore accesso ai servizi medici alle popolazioni dei distretti marginali.
Telemedicina e invecchiamento: una sfida europea
Il COVID ha colpito in modo diverso i paesi, con esiti divaricati dalle politiche implementate nella crisi. Tutte le ricerche confermano che la pandemia ha spinto verso l’alto il ricorso alla telemedicina, ma anche questo dato va analizzato tenendo conto delle condizioni di partenza dei diversi paesi. Ospedali e cliniche hanno rapidamente implementato piattaforme video e strumenti digitali, mentre pazienti e medici hanno adottato l’assistenza virtuale per necessità.
Negli Stati Uniti molti Stati hanno allargato l’accesso alla telemedicina, e così è avvenuto per i programmi assistenziali Medicare e Medicaid. In Europa la Germania ha introdotto la legislazione DiGA (app per la salute digitale). Il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito ha adottato le videoconsulenze su larga scala. La Francia ha temporaneamente allentato le regole e ampliato i rimborsi. Paesi come Estonia e Svezia sono leader nell’assistenza primaria digitale. Gli sforzi a livello UE (ad esempio, lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari) stanno promuovendo la standardizzazione.
Queste trasformazioni possono essere acquisizioni permanenti, che andrebbero valorizzate con interventi sistemici da adottare nei prossimi anni insistendo sulla standardizzazione a livello europeo.
Paesi con età media elevata e bassa fertilità, come il nostro, hanno manifestato due tendenze che risultano assai rilevanti al fine di valutare l’impatto della telemedicina sui sistemi sanitari. In primo luogo, età medie elevate sono causa di un rischio di gravità e mortalità maggiore. In secondo luogo, l’età media elevata è motivo di maggiore resistenza nei confronti dell’adozione delle nuove tecnologie.
Questa resistenza e la bassa attitudine della popolazione del Paese ad accedere alle nuove tecnologie è uno dei motivi per cui, nel panorama europeo, l’Italia dimostra una tendenza all’adozione delle soluzioni di telemedicina inferiore a quella di paesi simili, come Francia Germania, Olanda, Regno Unito, Spagna (figura 2)[5].

Opportunità di sviluppo e nuove priorità della telemedicina
Naturalmente l’invecchiamento della popolazione costituisce un ostacolo alla sua adozione ma anche un’opportunità rispetto ai bisogni di assistenza della popolazione.
Le aree di maggiore sviluppo degli investimenti, nel prossimo quinquennio, sono: la salute mentale e la terapia comportamentale, la gestione delle malattie croniche, il telemonitoraggio, le cure urgenti, la diagnostica in remoto
Ciò porterà alla diffusione dell’assistenza ibrida, e all’assistenza personalizzata e preventiva come nuove forme prevalenti di interazione con le strutture sanitarie che dovranno adeguare i loro punti di accesso e le loro tecnologie di erogazione dei servizi.
Telemedicina globale: crescita dei mercati e segmentazione sociale
Il mercato globale della telemedicina è previsto in crescita, con stime di 800 miliardi di dollari di servizi erogati nel 2030, dove i tassi di crescita maggiori saranno nelle aree Asia – Pacifico, Africa e America Latina.
La pandemia ha “drogato” il ricorso alla telemedicina, di questo vi è ampia documentazione. Meno evidente è il fatto che nella fase recente rimangono elevate le disparità di accesso di origine sociale. Le due classi di età più importanti prese in considerazione da una recente ricerca sono i millennials (1980-1994) e la generazione Z (1995-2012). In queste classi di età le donne hanno una propensione al ricorso alla telemedicina che è molto più alta di quella dei maschi. La ricerca trova che la maggior parte del ricorso alla telemedicina viene dalla popolazione con livelli di istruzione medio-alti.[6]
In alcune aree sociali e fasce di età il problema della semplicità di accesso è rilevante e, soprattutto dopo il COVID, l’attenzione si è spostata sulla qualità dei servizi di telemedicina, sulla loro integrazione con quelli tradizionali. Per le nuove generazioni l’accesso ai servizi di telemedicina è una scelta di comodità e di risparmio. Nei paesi in rapida crescita, dotati di una popolazione giovane, come l’India, l’Asia -Pacifico, l’America Latina e l’Africa, lo sviluppo della telemedicina rappresenta la via maestra per dotarsi di un sistema sanitario che riesca ad estendersi alle aree interne, alle periferie, tra i giovani a basso reddito.
Nei paesi industrializzati con età media elevata, nei prossimi anni occorre investire nella facilità d’uso e nella standardizzazione dei servizi, per convincere una popolazione che resiste in misura significativa al cambiamento tecnologico e organizzativo. Si tratta di una variabile chiave, che deve essere affrontata lavorando sui diversi aspetti che influenzano la propensione ad adottare le nuove tecnologie.
Efficienza economica e investimenti nello sviluppo della telemedicina
A livello globale le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) restituiscono un quadro che appare nitidamente favorevole allo sviluppo della telemedicina, per il rendimento degli investimenti, dove l’impatto economico è valutato in termini di riduzione dei ricoveri e dei decessi determinati dallo sviluppo dell’e-health (messaggi sui telefoni), dall’assistenza in remoto tramite l’intelligenza artificiale, dalla telemedicina vera e propria. In dieci anni WHO stima benefici economici pari a 200 miliardi di dollari, con un ritorno sugli investimenti compreso tra il 12 e il 15 %. [7]
Ma gli investimenti necessari sono comunque elevati: il settore pubblico difficilmente potrà sostenerli.
Occorre quindi un approccio aperto al contributo e soprattutto all’investimento privato. Le tecnologie nuove debbono essere testate e, solo dopo la validazione, adottate dal sistema sanitario pubblico. L’approccio pragmatico e flessibile della Cina dimostra che occorre sfruttare la capacità di investimento delle grandi piattaforme e trovare il modo per far dialogare e per far collaborare pubblico e privato. Nel nostro Paese un arroccamento del sistema sul pubblico, con la pretesa di controllare completamente lo sviluppo della telemedicina da parte del Servizio Sanitario Nazionale, significherebbe bloccare gli investimenti e impedire le best practice. Queste, invece, sono assolutamente necessarie per creare un ecosistema favorevole allo sviluppo della telemedicina.
Note
[1]) Cheng, TC e Yip, W. (2024), Politiche, progressi e prospettive per la telemedicina via Internet in Cina. In: Sistemi sanitari e riforme, 10 (2). https://doi.org/10.1080/23288604.2024.2389570
[2]) Cheng TC,Fu H,Xu D,Yip W.Technology platforms are revolutionizing health care service delivery in China. NEJM Catal. 2022;3(–s21–).doi:10.1056/CAT.21.0414.
[3]) National Telemedicine and Connected Health Center, China E-Hospital development report 2021 https://zk.cn-0healthcare.0com/doc-show-53644.html . Google Scholar
[4]) Fu H, Cheng T, Xu D, Wang Y. China’s internet health market, Harvard TH Chan School of Public Health, India health systems project working paper no. #6. 2022.
[5]) Chrysoula I. Liakou, Markos Plytas, Telemedicine in Europe (2020-2025): Economic and
Business Implications in a Digital Healthcare Era, IJIRCCE | Volume 13, Issue 3, March 2025| DOI: 10.15680/IJIRCCE.2025.1303083.
[6]) Nur Aeni Hidayah, Meinarini Catur Utami, Irfan Nur Rizki, Behavioral Intentions of Generation Z and Millennial Users of Telemedicine: A UTAUT 2 Analysis from the Halodoc User Perspective Journal of Information Systems and Informatics, Vol. 6, No. 3, September 2024.
[7]) WHO, Going digital for noncommunicable diseases: the case for action, World Health Organization 2024.