Quest’anno, in molte scuole italiane verranno adottati libri digitali, ma a quanto pare i docenti suggeriranno di comprare comunque quelli cartacei. Se questa premessa è vera, le famiglie che compreranno i libri cartacei, invece di quelli digitali adottati ufficialmente, non potranno chiedere il rimborso dei libri acquistati (sussidi, welfare, etc).[1]
Indice degli argomenti
Il fenomeno dell’adozione digitale nelle scuole italiane
A maggio di quest’anno si sono tenuti i consigli di classe nei quali i professori hanno stabilito l’adozione dei libri di testo per l’A.S. 2025-2026. Questa scelta è stata ratificata in ogni scuola dal proprio Consiglio di Istituto.
Benché i consigli di classe siano aperti ai rappresentanti di classe dei genitori e degli studenti, questa scelta viene sempre fatta passare come una formalità, in quanto i docenti dispongono della prerogativa esclusiva della scelta dei libri di testo. Tuttavia quest’anno diversi consigli di classe hanno operato una scelta insolita: alcuni dei libri indicati sono “libri digitali”.
Questa scelta è stata infatti determinata dalla volontà di aggirare il tetto di spesa imposto dal Ministero alle scuole per la definizione dei libri di testo da acquistare, eppure come vedremo, alcune di queste scelte avranno un impatto inaspettatamente contrastante con lo spirito del provvedimento ministeriale!
La normativa sui libri digitali e i vincoli di spesa
Le modalità di adozione dei libri di testo nella scuola sono normate dalla nota 2581 del 9 aprile 2014 della DG per gli ordinamenti scolastici e con il Decreto Ministeriale 58 del 19 marzo 2025, si è provveduto a definire i tetti di spesa della dotazione libraria per l’a.s. 2025/2026, applicando, ai tetti di spesa stabiliti dal DM n. 43 del 11 maggio 2012, il tasso di inflazione programmata per l’anno 2025.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha quindi pubblicato quest’anno la Nota n. 14536 dell’8 aprile 2025, con le disposizioni per l’adozione dei libri di testo nelle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2025/2026. Il documento conferma le linee guida già espresse nella nota prot. n. 2581 del 2014 e introduce aggiornamenti in merito ai tetti di spesa e alle modalità di adozione. Qualsiasi incremento degli importi indicati va mantenuto entro il limite massimo del 15%, salvo documentate motivazioni fornite dal Collegio dei docenti e approvate dal Consiglio di Istituto.
Dall’a.s. 2014/15 inoltre (come stabilito dall’art. 15 c. 2 DL 112/2008), i libri di testo tradizionali devono comunque prevedere dei contenuti digitali e, più in generale, favorire l’interattività e l’utilizzo delle nuove tecnologie e il Collegio Docenti è tenuto ad adottare esclusivamente libri di testo in formato digitale o in versione mista.
Oltre che per adeguarsi all’evoluzione tecnologica (o come potrebbe dire qualcuno, per inseguire le mode), la previsione del formato digitale o in modalità mista è stata pensata in teoria anche per diminuire la spesa a carico delle famiglie. I libri di testo, infatti, presentano un costo di gran lunga superiore a quello di qualsiasi altro libro, con l’esclusione dei libri universitari; tuttavia i libri digitali consentono alle case editrici sia di risparmiare sui costi di distrbuzione e di logistica, sia di estromettere dalla filiera le librerie e tutti gli altri rivenditori, dal momento che l’acquisto dei libri digitali passa solo attraverso il mercato online dell’editore. Malgrado questo evidente risparmio, i libri digitali presentano un prezzo che non è mai inferiore al 70% rispetto a quello del libro cartaceo!
Il decreto in questione, nelle premesse (ribadito nel successivo art. 1), ricorda infatti che:
VISTO il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 27 settembre 2013, n. 781 e, in particolare, l’articolo 3, nella parte in cui prevede che, qualora la dotazione libraria necessaria sia composta da libri in versione mista, i tetti di spesa sono ridotti del 10%, mentre nell’ipotesi in cui la dotazione libraria necessaria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale, i tetti di spesa determinati sono ridotti del 30%;
Malgrado il Ministero abbia quindi tenuto conto dell’aumento del costo della vita, le classi hanno avuto grandi difficoltà a rimanere entro i tetti di spesa e quest’anno è esplosa una tendenza che potrebbe essere spiegata solo da un bravo epidemiologo e che ha visto una diffusa adozione di libri digitali.
La scelta dei libri digitali dovrebbe quindi essere una risposta all’aumento dei prezzi ma -come vedremo- questa scelta incide soprattutto sulla contabilità ufficiale e non certo sulla reale spesa delle famiglie.
Ma quali sono questi numeri?
I dati quantitativi dell’adozione nel Lazio
Non è facile al momento capire quale sarà l’entità quantitativa di queste adozioni, ma possiamo affidarci agli elenchi provvisori esposti sul sito degli open data del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in particolare abbiamo osservato i dati relativi alla Regione Lazio.
Abbiamo quindi provato a processare i 330.000 record, corrispondenti al numero totale delle adozioni di libri di testo per ciascuna classe di ogni scuola, dalle primarie fino alle secondarie di secondo grado.
Dal momento che i libri digitali non sono caratterizzati in maniera univoca, abbiamo dovuto utilizzare filtri eterogenei e potrebbero quindi esserci sfuggiti alcuni elementi; i numeri in questione possono avere quindi essere soggetti a forchette ampie, ma presentano comunque volumi interessanti anche nel caso di una improbabile sovrastima.
Le adozioni nel solo Lazio sono state circa 7.240. Per capire il numero di copie potenzialmente vendute, bisognerà moltiplicare ogni adozione per il numero medio di studenti per classe che oscilla intorno ai 20 alunni, quindi circa 145.000 potenziali acquisti.
Su oltre 53.000 classi del Lazio, abbiamo quasi 6.000 classi che hanno adottato almeno un libro digitale. Le scuole che hanno adottato almeno un libro digitale sono 677, ma 500 di queste ne hanno adottati soltanto una decina.
In cima alla classifica figurano l’Istituto Comprensivo Donato Bramante (una secondaria superiore di Roma) che sbaraglia la concorrenza con 90 adozioni, il Liceo Margherita di Savoia con 71 e l’ITIS Galileo Galilei con 69.
A seguire, l’IC Angelo Maria Ricci, il Liceo Alessandro Manzoni, il Valerio Catullo, il Convitto Nazionale di Anagni, l’IC “Pietro Egidi” di Viterbo, il Liceo “L. Pietrobono” di Alatri, il Liceo Scientifico Federigo Enriques e il Majorana di Latina, tutti sopra le 50 adozioni.
Spiccano infine alcune famose scuole, tra cui una parte di quelle giunte ai vertici della classifica Eduscopio, come il Liceo Scientifico Avogadro con 42 adozioni, il Liceo Scientifico Aristotele con 30 e il Liceo Classico Giulio Cesare con 29.
Pur con tutti i limiti del rilievo statistico e, come già accennato, con le possibili imprecisioni, su poco più di 4.000 titoli in catalogo, quelli riferiti a libri digitali adottati nelle classi sono stati circa 2.140. Questi sono stati pubblicati da una quarantina di editori tra i quali spiccano la Oxford University Press, con 2.600 adozioni, seguita da Paravia con 743 adozioni, Bruno Mondadori con 593, Lattes con 500, Zanichelli con 400 e altri editori che si assestano tra le 150 e le 300 adozioni, come Fabbri scuola, Elle di ci, Pearson Longman, Tramontana, Cambridge University Press, Palumbo, La Nuova Italia, Il Capitello e De Agostini.
Le criticità nella condivisione delle scelte scolastiche
Fermo restando che la scelta di libri di testo, incluso il tipo di formato, è una prerogativa di ogni Collegio Docenti, non è chiaro quanto la scelta di adottare libri digitali per alcuni o per tutti i libri di testo sia stata condivisa con le famiglie e la dirigenza delle scuole.
In base ad alcune informazioni raccolte sembra invece che i singoli consigli di classe non abbiano ritenuto necessario accennare all’adozione di libri cartacei, né tantomeno discuterne successivamente nei Consiglio di Istituto che spesso non hanno avuto spesso alcuna evidenza di quali classi avessero adottato libri digitali e di quanti libri avessero adottato.
Il problema principale però è costituito dal fatto che la motivazione alla base dell’adozione dei libri digitali è spesso avvenuta non per ragioni didattiche, bensì per ragioni economiche legate al rispetto del tetto di spesa ministeriale.
Non ci risulta infatti che siano state effettuate serie valutazioni dell’impatto economico sulle famiglie, soprattutto laddove i docenti (come sembra) caldeggiavano informalmente l’adozione effettiva di libri cartacei o di almeno un numero minimo di libri cartacei.
In tal caso, infatti, i genitori che acquistassero i corrispondenti libri cartacei, non potrebbero avvalersi di quegli strumenti di sostegno o di rimborso che vanno dalle soluzioni di welfare aziendale ai semplici contributi di solidarietà alle famiglie in difficoltà: il libro digitale infatti presenta un codice ISBN differente dal libro cartaceo.
Spesso mancano anche adeguate campagne di comunicazione ai genitori da parte degli istituti riguardo alle eventuali strategie per migrare l’attuale metodologia didattica, generalmente basata sul libro cartaceo, a una nuova strategia basata sul libro digitale. I Piani Triennali dell’Offerta Formativa (i famigerati PTOF) infatti non presentano quasi mai un’adeguata analisi di impatto riguardante le politiche di adozione di strumenti tecnologici quali tablet o portatili. Al contrario, nelle scuole assistiamo spesso allo svolgimento degli esercizi digitali come semplice alternativa dematerializzata alle modalità tradizionali, senza sfruttare invece le caratteristiche interattive di questi strumenti; ma il problema principale è costituito dall’assenza di comunicazioni che promuovano l’adozione di buone pratiche atte a mitigare l’eccessiva abitudine a ricorrere alla stampa cartacea! Le abitudini “cartacee” di docenti e studenti rendono spesso vano l’efficientamento dei processi funzionali alla programmazione, alla didattica e all’apprendimento e lo seppelliscono sotto una valanga di fotocopie e stampe cartacee, il cui costo economico e ambientale è totalmente fuori controllo in quanto viene ribaltato sulle famiglie attraverso l’impiego di cartucce, risme di carta e la “rituale” stampa di copie in eccesso o sbagliate.
Le conseguenze economiche per famiglie ed editori
Non siamo in grado di capire se questa strana “epidemia” dell’adozione di libri digitali sia dovuta a un passaparola tra docenti, a un suggerimento esplicito degli editori scolastici (forse l’AGCM potrebbe interessarsi alla vicenda) o semplicemente a un’idea germogliata indipendentemente tra i docenti alle prese con il problema dei tetti di spesa, ma siamo convinti che queste scelte potrebbero determinare un problema.
Forse buona parte dei docenti italiani hanno creduto di poter contenere i costi o almeno di poterlo fare “sulla carta” senza rendersi conto che adottare libri digitali per aggirare i limiti di spesa va contro lo spirito del provvedimento ministeriale, soprattutto se poi i docenti dovessero suggerire “informalmente” l’acquisto dei libri cartacei.
A farne le spese saranno le famiglie che hanno diritto a un rimborso puntuale ma che, qualora comprassero i libri cartacei (per agevolare i figli o semplicemente per seguire il consiglio informale dei docenti), non potranno mai essere rimborsate!
L’unico vantaggio evidente sarà per gli editori scolastici che sicuramente avranno probabilmente marginalità più alte, dal momento che i libri digitali non costano mai meno del 30% ma senza alcuna spesa di stampa e distribuzione. A questo aspetto bisogna aggiungere anche altre esternalità molto vantaggiose per gli editori: i libri digitali hanno infatti una scadenza di qualche anno, generalmente tre anni dal giorno dell’attivazione; per intenderci, se uno studente volesse usare il libro del fratello maggiore, non potrebbe farlo, così come uno studente all’università non potrebbe probabilmente riguardarsi il vecchio libro del liceo.
Questo determinerà anche un danno per il mercato dei libri usati: i libri digitali non sono rivendibili e non sono neanche cedibili, perché non sono di proprietà dell’acquirente, ma dell’editore: l’acquirente acquista solo il diritto di utilizzo per un tempo limitato!
A quanto pare, comunque, sembra che alcune librerie abbiano già iniziato a consigliare ai genitori di comprare il libro cartaceo anche perché (come già spiegato) quello digitale può venderlo solo lo store dell’editore; ma riteniamo che le suddette conseguenze sui rimborsi di questo approccio commerciale dovrebbero essere espresse con la massima chiarezza alle famiglie.
Il conflitto tra digitalizzazione e divieto smartphone
Siccome le disgrazie sopraggiungono sempre in compagnia, le criticità finora descritte sembrano destinate a peggiorare a causa della Circolare Ministeriale n. 3392 del 16 giugno 2025, emanata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che introduce nuove disposizioni sull’uso degli smartphone nelle scuole secondarie di secondo grado. La circolare estende il “divieto di smartphone” per tutti gli studenti del secondo ciclo di istruzione rispetto a quanto già previsto per il primo ciclo con la nota n. 5274 dell’11 luglio 2024.
Tranne alcuni casi specifici, quali per esempio studenti soggetti a PEI (Piano Educativo Individualizzato) o PDP (Piano Didattico Personalizzato) e a necessità personali motivate, l’utilizzo dello smartphone è vietato anche se funzionale all’attività didattica, con l’unica e ovvia esclusione degli istituti che in base a percorsi formativi legati alla tecnologia degli smartphone, rendano necessario il loro utilizzo.
Sebbene sia confermato l’uso di PC, tablet, LIM e altri strumenti digitali, secondo l’autonomia didattica delle scuole e benché le scuole siano invitate a sfruttare al meglio le tecnologie già disponibili per migliorare l’apprendimento, è evidente che la dotazione tecnologica delle scuole mostri diverse criticità.
Come abbiamo già visto in un recente articolo, complice la dismissione di Windows 10, molti dei PC delle scuole e degli studenti saranno soggetti a una dismissione forzata. D’altra parte siamo convinti che i docenti che hanno deciso di adottare i libri digitali in base a una scelta ben ponderata (e non come escamotage contabile) contassero sul fatto che ogni ragazzo fosse dotato di smartphone, piuttosto che di tablet (una tipologia di prodotto che tuttavia proprio il settore educativo sta riportando in vita) o di PC.
Resta poi il dubbio se utilizzare a scuola il tethering per collegare un tablet o un PC sia da equiparare a un utilizzo dello smartphone, perché l’alternativa, ossia collegare i dispositivi degli studenti alla rete scolastica, potrebbe essere l’incubo di qualsiasi IT manager scolastico…
La recente circolare del Ministero sull’utilizzo degli smartphone rende quindi molto difficile un’adozione improvvisata dei libri digitali in classe soprattutto per quegli studenti che, essendo sprovvisti di tablet o PC, si vedrebbero impossibilitati a utilizzare gli smartphone.
L’altro problema riguarda invece la gestione dei dati personali degli studenti che, costretti a utilizzare i libri digitali, vedrebbero diminuire il proprio margine di opposizione di fronte a condizioni di servizio problematiche o border line.
A tal proposito, ci auguriamo che l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali istruisca urgentemente un’azione di monitoraggio sulle tecnologie di tracciamento eventualmente integrate nei libri digitali e nei portali di servizio collegati: i dati del personale della scuola e degli studenti, spesso minorenni, meritano molta attenzione!
Proposte di soluzioni e progetti alternativi
Dal momento che le ratifica della scelta dei libri è avvenuta nei consigli di istituto di fine maggio e inizio giugno, i termini per impugnare tali delibere sono scaduti, salvo la sussistenza di vizi di forma o di problemi più gravi. Tuttavia sia chiaro che le impugnative sarebbero comunque state uno strumento controproducente, sia perché un’impugnativa della delibera del Consiglio di Istituto probabilmente non sarebbe stata adeguata a fermare una decisione del Collegio Docenti, sia perché uno stop alla ratifica delle liste dei libri adottati avrebbe comportato problemi principalmente per le famiglie e gli studenti.
Ora però abbiamo di fronte un nuovo anno scolastico nel quale le famiglie e gli studenti possono interloquire con i docenti e la dirigenza per evitare avvenimenti imbarazzanti come quello dell’anno appena trascorso.
Sarebbe comunque auspicabile che il Ministero dell’Istruzione e del Merito emanasse, rapidamente e possibilmente prima dell’inizio delle lezioni, delle linee guida sulle buone pratiche che le classi dovrebbero promuovere a fronte dell’utilizzo dei libri esclusivamente digitali.
Diviene perciò necessario un tavolo di discussione tra genitori, scuole e lo stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito, ma nel contempo, potrebbe essere utile per i docenti e gli insegnanti, aprirsi a quel mondo della conoscenza libera che troppo viene sottovalutato dal dibattito pubblico; un dibattito che dimostra spesso di essere addirittura meno maturo rispetto a un legislatore che solitamente non brilla per progressismo e visione del futuro.
Le soluzioni che vorremo suggerire sono infatti quelle che vanno nella direzione del massimo coinvolgimento del personale scolastico e degli stessi docenti, in attuazione dell’art. 6 del Decreto Legge 12 settembre 2013, n. 104 ricordato nella già citata Nota 2581 del 9/4/2014
Al medesimo fine di potenziare la disponibilità e la fruibilità, a costi contenuti, di testi, documenti e strumenti didattici da parte delle scuole, degli alunni e delle loro famiglie, nel termine di un triennio, a decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, anche per consentire ai protagonisti del processo educativo di interagire efficacemente con le moderne tecnologie digitali e multimediali in ambienti preferibilmente con software open source e di sperimentare nuovi contenuti e modalità di studio con processo di costruzione dei saperi, gli istituti scolastici possono elaborare il materiale didattico digitale per specifiche discipline da utilizzare come libri di testo e strumenti didattici per la disciplina di riferimento; l’elaborazione di ogni prodotto è affidata ad un docente supervisore che garantisce, anche avvalendosi di altri docenti, la qualità dell’opera sotto il profilo scientifico e didattico, in collaborazione con gli studenti delle proprie classi in orario curriculare nel corso dell’anno scolastico. L’opera didattica è registrata con licenza che consenta la condivisione e la distribuzione gratuite e successivamente inviata, entro la fine dell’anno scolastico, al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e resa disponibile a tutte le scuole statali, anche adoperando piattaforme digitali già preesistenti prodotte da reti nazionali di istituti scolastici e nell’ambito di progetti pilota del Piano Nazionale Scuola Digitale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per l’azione ‘Editoria Digitale Scolastica’.
2-ter. All’attuazione del comma 2-bis si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie a tal fine stanziate a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2-quater. Lo Stato promuove lo sviluppo della cultura digitale, definisce politiche di incentivo alla domanda di servizi digitali e favorisce l’alfabetizzazione informatica anche tramite una nuova generazione di testi scolastici preferibilmente su piattaforme aperte che prevedano la possibilità di azioni collaborative tra docenti, studenti ed editori, nonché la ricerca e l’innovazione tecnologiche, quali fattori essenziali di progresso e opportunità di arricchimento economico, culturale e civile come previsto dall’articolo 8 del codice dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82“))
A questo proposito vogliamo segnalare alcuni progetti utili al conseguimento degli obiettivi di questo articolo 6.
Wikibooks:Biblioteca scolastica
Il progetto Wikibooks:Biblioteca scolastica è un’iniziativa collaborativa promossa dalla comunità italiana di Wikibooks, con l’obiettivo di raccogliere e sviluppare libri di testo liberi destinati al mondo della scuola. La “Biblioteca scolastica” non è altro che una sezione tematica di Wikibooks Italia che raccoglie manuali e libri di testo pensati per studenti e insegnanti di ogni ordine e grado. Tutti i contenuti sono rilasciati con licenza libera (Creative Commons o GNU FDL), il che ne consente l’uso, la modifica e la distribuzione gratuita.
Secondo i principi Wikipedia, anche in questo caso chiunque può contribuire alla scrittura o al miglioramento dei libri e i testi sono redatti in formato wiki, con possibilità di esportazione in PDF; gli argomenti spaziano dalle materie umanistiche (italiano, storia, filosofia) a quelle scientifiche (matematica, fisica, biologia), fino a quelle tecniche e professionali.
Book in Progress
Il progetto Book in Progress è un’iniziativa didattica nata nel 2009 presso l’Istituto Ettore Majorana di Brindisi, ideata dal dirigente scolastico Salvatore Giuliano, con l’obiettivo di sostituire i tradizionali libri di testo con materiali didattici autoprodotti dai docenti e personalizzati per gli studenti. Al momento Book in Progress è diventata una vera e propria rete nazionale di scuole che collaborano per creare e condividere libri di testo alternativi, sia in formato cartaceo che digitale, scritti direttamente dai docenti. I materiali sono progettati per essere più economici rispetto ai testi editoriali tradizionali, più flessibili e adattabili ai bisogni degli studenti e soprattutto più innovativi, grazie all’integrazione di contenuti multimediali e interattivi.
Saperi Condivisi
Il terzo progetto che merita di essere menzionato è Saperi Condivisi una piattaforma digitale nata per consente a studenti, famiglie e docenti di scaricare gratuitamente libri di testo realizzati da esperti e insegnanti, pubblicati con licenza Creative Commons e l’obiettivo di contrastare il caro libri promuovendo una didattica più equa e accessibile. Il progetto è stato sviluppato dal Centro R&S Spazi Comuni, in collaborazione con Roma Tre e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) da un’idea di Francesco Maria Pezzulli, sociologo e ricercatore indipendente, già docente alla Sapienza di Roma.
Il sito purtroppo in questi giorni risulta offline, ma è possibile consultare qui alcune sezioni della copia archiviata del sito.
Altri progetti
Solo per la matematica, segnaliamo due link:
- i testi proposti nella pagina delle risorse gratuite dell’Istituto Bertoni di Udine, sono open, free e approvati dall’Associazione Italiana Editori quindi adottabili regolarmente, scaricabili, copiabili, modificabili e vengono aggiornati periodicamente;
- Il sito Matematica gratuita per le scuole superiori comprende 88 unità, di cui 27 rivolte al biennio superiore. Tutto il materiale pubblicato tiene presenti le Indicazioni Nazionali (Licei) e le Linee Guida (Tecnici e Professionali) e può essere consultato e scaricato in modo completamente gratuito.
Riflessioni conclusive sul sistema scolastico
La “digitalizzazione… su carta” è la peggiore forma di dematerializzazione possibile.
Digitalizzare senza tenere conto del tessuto sociale, delle dotazioni scolastiche, della formazione del personale e soprattutto senza studiare l’impatto che la digitalizzazione può avere sui processi, può costare molto caro, ma purtroppo questi costi resteranno nascosti a lungo: gli effetti di una scuola che non funziona infatti non si vedono immediatamente, ma possono emergere anche dopo diversi anni.
Allo stesso modo, lo sforamento di fatto dei tetti di spesa per quei genitori che, magari su suggerimento dei docenti stessi, preferiranno acquistare i libri cartacei (con l’ulteriore beffa dei mancati rimborsi), non verrà rilevato dalle statistiche autocelebrative delle scuole e del Ministero.
A dicembre poi gli editori scolastici probabilmente si produrranno lamentazioni strappalacrime a causa della diminuzione dei fatturati a fronte dei libri digitali (guardandosi bene dall’attirare l’attenzione sul probabile aumento delle marginalità).
Ma come è potuto avvenire tutto ciò? La risposta è sicuramente nascosta nell’eccessiva disinvoltura con cui i Collegi Docenti hanno interpretato la propria autonomia nella scelta dei libri scolastici; nella scarsa partecipazione e nello scarso controllo delle famiglie sulle scelte della scuola; nella scarsa attenzione da parte dei Dirigenti Scolastici sulle questioni che apparentemente sono di pertinenza del Collegio Docenti; e, infine, nell’incontrollabile prolificità normativa di un Ministero che secerne assiduamente decreti, note e circolari dal taglio ideologico più che gestionale.
Stare all’erta, pensare al bene comune e controllarsi a vicenda sono ancora le basi della scuola pubblica e non è un caso che queste stesse siano anche le basi della democrazia.
[1] Per verificare se sono stati adottati libri digitali, è possibile consultare l’elenco al seguente link, gestito dall’Associazione Italiana Editori: https://consultazione.adozioniaie.it/ o il sito del Ministero con i dati in formato aperto.











