l’analisi

Cento anni di intelligence: storia dei servizi segreti italiani dal 1925



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L’intelligence italiana celebra cento anni di attività, dal Servizio Informazioni Militare del 1925 alle attuali agenzie DIS, AISE e AISI. Un’evoluzione continua attraverso riforme legislative, nuove minacce digitali e crescente apertura verso cultura accademica e società civile

Pubblicato il 21 ott 2025

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab – Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference



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Il 15 ottobre scorso è stato celebrato il centenario dell’intelligence italiana. Nel 1925, infatti, è stato istituito il Servizio Informazioni Militare, SIM, il primo servizio italiano di intelligence, per unificare le strutture informative di Esercito, Marina e Aeronautica, creando un sistema informativo coordinato per garantire la sicurezza del nostro Paese.

Nel 1949 nasce al suo posto il SIFAR (Servizio Informazioni Armate), fino al 1966 quando nasce il SID (Servizio informazioni Difesa) che, a sua volta, nel 1977 il SISMI (Servizio Informazioni e la Sicurezza Militare), e, il SISDE (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica). Dal 2007 queste ultime diventano: il DIS (Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza) che coordina l’AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna), e, l’AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna).

Le celebrazioni del centenario e il dibattito sulle origini

Diverse sono state le iniziative istituzionali per commemorare i cento anni compiuti dalla nostra intelligence, tra cui l’emissione di un francobollo commemorativo nella serie “Eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy” e la coniazione di una moneta a tiratura limitata.

Secondo il Prof. Mario Caligiuri, presidente della SOCINT, Società italiana di intelligence, gli anni da festeggiare sarebbero 165, in quanto i nostri servizi esistevano già alla costituzione dello Stato. L’estensione dello Statuto Albertino comprendeva anche le attività di intelligence, ai tempi con valenza ancora solo militare. Inoltre, il generale e agente dell’intelligence Ambrogio Viviani nel 1986 pubblicò il libro Storia dei Servizi segreti italiani” e prima ancora “I servizi segreti piemontesi nel Risorgimento”. Tuttavia, come data convenzionale di nascita dei nostri servizi è stata scelta quella del 15 ottobre 1925, giorno di istituzione del Servizio delle Informazioni Militari con Regio decreto.

Nella sua celebrazione del Centenario della nostra intelligence c’è stata sempre più una diffusione della cultura dell’intelligence. Ovvero un’apertura verso il mondo accademico e aziendale, aumento delle pubblicazioni scientifiche sull’intelligence, master accademici e testimonianze degli operatori del settore. I servizi informativi sono visti sempre di più come uno strumento della democrazia, non più come un lato oscuro dello Stato.

La riforma del 2007: un nuovo assetto istituzionale

Nella storia dei nostri servizi è bene menzionare un passaggio chiave a livello normativo, con l’ampliamento e il superamento della nota legge 24-10-1977 n. 801, “Istituzione e ordinamento dei servizi per la informazione e la sicurezza e disciplina del segreto di Stato”, che ha portato in vigore il 12 ottobre 2007 la Legge 124/2007 del 3 agosto, “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 187 del 13 agosto 2007, per la riprogettazione dell’intelligence nazionale, partendo proprio dalla sua struttura. Per la prima volta, infatti, il Presidente del Consiglio dei ministri è a capo dei servizi informativi ed è lui stesso che nomina direttore e vicedirettori delle varie agenzie e coordina le politiche dell’informazione per la sicurezza.

Già nel nome stesso è possibile notare la modifica di “informazione e sicurezza” (legge 24-10-1977 n. 801) con “informazione per la sicurezza” (legge 124/2007), sulla base del quale viene ricostruito il modello organizzativo e vengono ripartite le competenze ai vari dipartimenti informativi, con la necessità di specializzarli senza che rischino di sovrapporsi agli altri organismi pubblici che, come loro, seguono la sicurezza nazionale, che sia interna e quindi le forze di polizia, o esterna, ossia le forze armate. In questo modo non c’è stato solo un aggiornamento generale, ma sono stati regolati tutti gli strati per un sistema più strutturato e completo e ovviamente al passo con i tempi. “Informazioni per la sicurezza” vuole mettere in evidenza la maggiore efficienza dei nostri servizi: le informazioni vanno analizzate, implementate se carenti, approfondite, per la tutela della Repubblica, così come alcune di esse devono essere tenute nascoste (a volte depistate) per lo stesso scopo.

Le modifiche alla legge 124 e le prospettive future

Due le modifiche alla Legge 124/2007: la prima rappresentata dalla Legge 7 agosto 2012, n. 133, Modifiche alla legge 3 agosto 2007, n. 124, concernente il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e la disciplina del segreto, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 10 agosto 2012, n. 186 e entrata in vigore il 25 agosto 2012. Obiettivo di questa normativa è stato il rafforzamento della protezione delle infrastrutture critiche materiali e immateriali, soprattutto in ambito cibernetico e informatico, potenziando le attività di informazione; la seconda modifica con il Decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, coordinato con la legge di conversione 25 settembre 2020, n. 124 recante «Misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020 e disciplina del rinnovo degli incarichi di direzione di organi del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica». In questa occasione, con la proroga dello stato d’emergenza a seguito della diffusione del Covid-19, è stato reso rinnovabile più volte l’incarico ai vertici dei servizi informativi, mantenendo invariata la durata di 4 anni, per cui quattro anni per il primo incarico più un massimo di quattro anni successivi.

A settembre 2024 viene approvata dalla Camera la proposta di legge di Lorenzo Guerini, a capo del Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che prevede modifiche significative alla Legge 124/2007 e tra le principali novità prevede l’accesso diretto ai dati e le restrizioni alle manifestazioni pubbliche. L’Intelligence potrà accedere a banche dati riservate senza previa autorizzazione giudiziaria, un cambiamento che solleva preoccupazioni in termini di privacy e potenziali abusi; inoltre verranno introdotte maggiori sanzioni per eventi non autorizzati, con rischi per la libertà di espressione.

Il cyberspazio come quinto dominio di sicurezza

Con il passare degli anni, l’intelligence italiana, o meglio “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”, si è dovuto adattare ai vari accadimenti storici, dalle guerre mondiali, al dopoguerra, alla nascita della Repubblica italiana e il posizionamento del Paese nel contesto internazionale nelle alleanze multilaterali. Ha dovuto fare i conti con la comparsa di un nuovo dominio di sicurezza, che si è aggiunto ai quattro domini già esistenti, terra, mare, aria e spazio, ossia il cyberspazio, che ha portato l’intelligence italiana a dover rivalutare la propria struttura e il proprio funzionamento.

Al DIS, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che già coordinava l’analisi strategica di intelligence e la gestione unitaria delle risorse umane e materiali, sono state affidate anche tutte le attività informative indirizzate alla protezione delle infrastrutture critiche e dello spazio cibernetico del Paese, attraverso il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’8 agosto 2019 che ha posto sotto il DIS anche lo Csirt (Computer Security Incident Response Team), organismo istituito a seguito della direttiva NIS (Dlgs 18 maggio 2018 n. 65), accorpato all’interno del DIS per incrementare le attività di cyber difesa e gestire il flusso delle informazioni provenienti dagli Operatori di Servizi Essenziali, i cosiddetti Ose (ex infrastrutture critiche) e dai Fornitori di Servizi Digitali (FSD).

Il ciclo dell’intelligence: metodologia e strumenti operativi

Espandendosi sempre più la minaccia ibrida, l’IA, sviluppandosi sempre più temi sui bias cognitivi, sarà sempre più importante diffondere una consapevolezza e una sensibilizzazione al tema della sicurezza delle informazioni, e in particolare per quelle del sistema Paese. C’è sempre più consapevolezza e consacrazione del metodo cosiddetto “Ciclo dell’Intelligence” che oggi più che mai ha un rapporto diretto con la quotidianità. Si tratta di un processo che comprende cinque fasi: direction o pianificazione, collection o raccolta, processing o interpretazione, analysis o analisi, e dissemination o comunicazione.

  • La prima fase, ossia la pianificazione, sceglie i parametri per gli obiettivi della ricerca e i suoi requisiti, concentrandosi sull’informazione da ottenere, rispondendo alle cosiddette “5 W”: Che cosa (What), Quando (When), Dove (Where), Chi (Who) e Perché (Why).
  • Si passa, poi, alla raccolta, quindi all’acquisizione di dati grezzi o informazioni, utilizzando fonti aperte, ad esempio libri o giornali, fonti chiuse, come informazioni segrete che derivano da sorveglianza, interrogatori o operazioni segrete, e fonti tecniche, quelle elettroniche o satellitari.
  • Raccolti i dati, è il momento dell’elaborazione, ossia della loro decodifica e interpretazione, con la conseguente valutazione della loro attendibilità, l’annotazione di quelli più rilevanti e la stima della loro utilità.
  • Ecco che, quindi, arriva lo step chiave del Ciclo di Intelligence, ossia l’analisi. In questa quarta fase l’analista non solo riorganizza le nuove informazioni e i dati in un solo formato, ma li converte in qualcosa di significativo, il prodotto finito, che include la valutazione, l’integrazione e l’analisi dei dati disponibili. Solitamente, le tecniche messe in campo dall’analista in questa fase sono le structured analytic techniques, dette anche SATs, tecniche analitiche strutturate che aiutano a esprimere in maniera più efficace pensieri propri e risultati.
  • Arriviamo all’ultima fase, quella della comunicazione, che deve necessariamente adottare una forma appropriata, un mezzo adatto e una struttura BLUF, ossia Bottom Line Up Front, che, in parole povere, vuol dire andare subito al sodo.

Tutte le metodologie impiegate per la ricerca e l’elaborazione delle notizie sono denominate INTs, che sta per Intelligence Collection Disciplines, discipline di raccolta di Intelligence, e sono classificate come: Humint (Human Intelligence), raccolta di informazioni per mezzo di contatti interpersonali; Sigint (Signals Intelligence), raccolta di informazioni attraverso intercettazioni e analisi di segnali emessi tra persone e/o tra macchine; Geoint (Geospatial Intelligence), i dati e le immagini georeferenziati; Masint (Measurement and Signature Intelligence), la raccolta di misure metriche, angolazioni, lunghezze d’onda, rapporti temporali, modulazioni e idromagnetismo; Osint (Open Source Intelligence), le informazioni che derivano dalle fonti aperte.

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