Future tech commission

Regole nell’era digitale: così gli USA si avvicinano all’Europa su privacy, concorrenza

Anche gli Usa vanno verso la concezione della tutela dei dati e dei loro trattamenti come necessità obbligata per tutelare i valori e la società americana anche nella Digital Age. Si avvicinano così all’Europa, ma il processo è in corso e molto delicato

Pubblicato il 23 Feb 2022

Franco Pizzetti

professore emerito diritto costituzionale all'Università di Torino, ex Garante Privacy

Il 16 febbraio 2022 la Future of Tech Commission ha reso pubblica la “Blueprint for Action” e cioè un piano di azione coordinato nell’ambito della tech policy finalizzato a proteggere la privacy degli americani e delle famiglie insieme al futuro dello sviluppo del Paese.

Stati Uniti, verso regole nazionali su privacy e responsabilità big tech

Le linee guida della Future Tech Commission americana

La approvazione di queste Linee guida che contengono le raccomandazioni per una agenda politica di regole orientate a proteggere la privacy e la sicurezza dei consumatori, dei minori, delle famiglie e a salvaguardare e proteggere il futuro dell’America dai poteri crescenti delle grandi technology companies, è avvenuta in modo bipartisan e col consenso ampio di entrambi gli schieramenti del Congresso.

Anche per questo tale approvazione e tali Linee Guida devono essere considerate come un passaggio essenziale nella presa di consapevolezza anche da parte del mondo americano della necessità di proteggere meglio e di più la società americana di fronte allo strapotere crescente delle Big Tech USA nel quadro di quello che attualmente può essere definito, come fa la stessa Commissione, il “Wild West” della tecnologia digitale.

Questo Rapporto che, come la stessa Commissione sottolinea, è il frutto degli stimoli e delle richieste di migliaia di cittadini americani espressi nel corso dell’ultimo anno attraverso riunioni pubbliche, interviste ad esperti e altre forme di consultazione pubblica, contiene raccomandazioni raccolte intorno a sei linee fondamentali: la data privacy, e cioè la protezione dei dati  e delle piattaforme e delle linee di comunicazioni ad essi relative; la cybersecurity; la competizione sul mercato dei servizi offerti e forniti nel mercato digitale; le innovazioni tecnologiche e l’accesso universale alle reti a banda larga.

L’importanza delle linee guida

Il primo punto importante da sottolineare è che queste Linee Guida riflettono i risultati di sondaggi e consultazioni di appartenenti sia al partito repubblicano che a quello democratico e di elettori indipendenti, condotti da organizzazioni professionali alla fine dell’estate del 2021. I risultati di queste consultazioni e di questi sondaggi hanno dimostrato un forte consenso bipartigiano a sostenere azioni del governo federale a regolazione dell’attività tech.

Quello che più interessa a noi europei è constatare come il consenso del pubblico e degli esperti americani vada a una regolazione che ripercorra sostanzialmente le grandi linee guida della disciplina di protezione dei dati personali europea.

Gli americani si dichiarano infatti favorevoli, nella percentuale del 78% dei consultati, a una regolazione che imponga alle imprese che trattano dati di sottoporre i dati personali a una forma di consenso ai trattamenti da parte degli interessati secondo lo schema dell’opt-in ben noto a noi europei.

Il 75% dei consultati si dichiara convinto che, per tutelare la democrazia american, sia necessario che gli USA definiscano regole e linee di salvaguardia contro la diffusione on line di contenuti falsi o dannosi.

Ancora, il 75% degli intervistati e consultati si dichiara favorevole a una regolazione che, per tutelare bambini e soggetti giovani vieti alle imprese di raccogliere e trattare dati relativi a chi abbia 16 anni o meno.

A sua volta la Commissione sottolinea che, sulla base della consultazione fatta, emerge la diffusa convinzione che è essenziale non solo proteggere la privacy dei minori, dei ragazzi e delle loro famiglie, dei consumatori ma anche ridurre la distanza che oggi sussiste tra i pericoli che si possono incontrare on line e la mancanza di una adeguata informazione.

Minimizzazione dati

Sempre pensando alle regole europee colpisce anche che le linee Guida della Commissione raccomandino di imporre la minimizzazione dei dati particolarmente con riguardo ai dati personali raccolti e al loro uso insieme a una riduzione della raccolta dei dati e del loro uso per fornire i servizi offerti.

Queste Linee guida o Blue prints sono state considerate dalla Tech Commission così importanti da aver spinto i due copresidenti, l’ex governatore del Massachusetts Deval Patrick e l’ex segretaria all’educazione Margaret Spellings, ai quali si è aggiunto anche il Ceo di Common Sense Madia, James P.Steyer, a definire queste Blue prints come una grande opportunità per la leadership americana.

I due punti chiave

Gli aspetti interessanti di queste Blue prints e dell’attività della Tech Commission sono dunque almeno due.

  1. Il primo, quello che spinge a definire queste Blue Prints come una grande occasione per la leadership americana, è il chiaro segnale che esse contengono verso una spinta in atto della leadership USA a riprendere il controllo dello sviluppo digitale, superando la spinta al Washington Consensus e la grande libertà concessa precedentemente al mercato e alla sua forza di sviluppo tecnologico. Sembra emergere infatti la preoccupazione crescente che il libero mercato possa ora frenare invece che stimolare lo sviluppo tecnologico USA. Per questo le Blue Print sono definite una grande occasione per riaffermare la leadership americana.
  2. Il secondo messaggio è l’avvicinamento evidente alla prospettiva europea legata alla privacy e alla tutela dei dati personali come via maestra per definire una disciplina regolatoria dei trattamenti relativi ai dati nella, ormai già ampiamente in atto, Digital Age.

Tutti i sondaggi svolti dimostrano infatti che i cittadini americani sono profondamente coinvolti nella tutela della loro privacy e nella sicurezza delle loro famiglie nell’epoca digitale e nel mondo on line. Allo stesso tempo, e per questi stessi motivi, come ha sottolineato Jim Steyer di Common Sense Media, è giunto il momento che il governo e il regolatore federale costruiscano solidi guardrails per proteggere la privacy dei cittadini e delle loro famiglie.

Gli americani infatti, dice la Hich Tech Commission, si attendono che la classe dirigente di Washington si attivi per proteggere i ragazzi e le famiglie dai problemi che la società on line pone.

Europa e USA convergono sulla privacy

In sostanza sembra che gli USA siano oggi impegnati in un cammino apparentemente inverso a quello fatto dalla UE negli ultimi due decenni ma in realtà orientato allo stesso punto di arrivo.

Mentre la UE, anche per l’esperienza fatta con le dittature europee del ‘900, ha messo al centro dei diritti fondamentali la privacy intesa come tutela dei cittadini dall’uso dei loro dati personali come strumento di controllo e di interferenza con la loro libertà e muovendo da questa prospettiva  ha poi sviluppato, e sta sviluppando, una forte regolazione UE per i trattamenti dei dati e la protezione delle loro reti di trasmissione, gli USA, fedeli alla loro visione di libero mercato come fondamento stesso del modo di vivere americano, hanno affidato all’iniziativa privata e alle imprese il ruolo di garantire il massimo sviluppo possibile delle nuove tecnologie, limitando la regolazione soprattutto alla tutela, attraverso le norme sulla concorrenza, della libertà di mercato e di competizione sul mercato.

Lo svilupparsi irruente e tumultuoso dell’epoca digitale, legato anche agli effetti globali della pandemia, sta ora spingendo la UE a promuovere sempre di più la circolazione e l’uso corretto dei dati nell’epoca digitale anche come tutela e consolidamento del Mercato Unico europeo che è il fondamento e la ragione stessa della UE.

In USA invece, come dimostra l’attività della Tech Commission, il processo in atto sta spingendo i regolatori federali a muovere dallo sviluppo della visione tutta incentrata sulla tecnologia come elemento essenziale servente la società digitale verso la concezione della tutela dei dati e dei loro trattamenti come necessità obbligata per tutelare i valori e la società americana anche nella Digital Age.

Non solo. La spinta in atto nella società americana ad aprire il mercato interno anche per favorire la competizione fra le imprese USA sta rischiando invece di favorire la Cina, a dimostrazione di quanto sia complesso passare in questi settori dall’una all’altra visione politica.

I punti essenziali del rapporto

Comunque in questo quadro i punti essenziali intorno ai quali ruota il rapporto della Tech Commission sono:

  • 1) garantire che tutti gli americani abbiano accesso sostenibile a internet e agli internet services a casa come a scuola e al lavoro (in questo senso la Tech Commission considera un passaggio storico la legislazione relativa alle infrastrutture, soprattutto perché approvata in modo bipartisan);
  • 2) proteggere tutti gli americani da misappropriation e misuse dei loro dati personali e di quelli dei loro ragazzi (allo stesso tempo si considera fondamentale proteggere gli americani dalla cattiva o carente informazione che minaccia la salute pubblica e una solida democrazia nonché la libertà di speech online che è invece considerata un valore fondante della società americana);
  • 3) tutti gli americani devono poter accedere a un mercato online delle merci e delle idee che garantisca la sicurezza e la tutela dei consumatori e delle loro scelte nonché la trasparenza, la accessibilità economica, la qualità e la capacità di innovazione del mercato stesso.

Aggiunge la Commissione che ormai gli americani, quale che sia il luogo della loro residenza, sono tutti consapevoli che l’accesso alla banda larga di trasmissione e lo scambio di dati è altrettanto essenziale che avere la disponibilità dell’elettricità e dell’acqua cosicché oggi è indispensabile e necessario garantire a tutti l’uso di una broad band affidabile, resistente, moderna e abbordabile economicamente.

La Commissione continua il suo rapporto sottolineando che tuttavia l’esperienza ha dimostrato che i privati non sono in grado di assicurare il raggiungimento di questi obiettivi. Per questo gli esperti sentiti dalla Commissione concordano che vi è un urgente bisogno che i governanti a tutti i livelli spingano per indirizzare alla tutela di questi interessi e che sia insufficiente a tal scopo la messa in campo di sforzi distinti e non coordinati a livello statale e locale,

Secondo la Commissione è urgente e imperativo sviluppare un quadro coordinato di sforzi e di Linee guida della realtà digitale che riguardi tutta la America (USA), fermo restando che gli obiettivi da raggiungere in alcuni casi possono essere meglio perseguiti grazie a una partnership tra livello federale e livello statale  mentre nella competizione tra settore pubblico e settore privato possono esservi casi in cui il governo federale deve esercitare il suo esclusivo potere e la sua specifica responsabilità di normare e regolare i beni pubblici. Sono questi aspetti messi bene in luce dall’articolo di James Bessen “How big technology systems are slowing innovation”, pubblicato su MIT Technology Review del 2022.

Quello che conta, sottolinea la Commissione, è agire rapidamente. Del resto secondo i dati di cui la Commissione dispone  lo 89 % degli americani è consapevole che l’uso della tecnologia è essenziale per la maggior parte della forza lavoro; lo 82% è consapevole che solo l’accesso universale a reti di trasmissione a banda larga può assicurare ai giovani una educazione adeguata alla competizione globale quale è quella necessaria per vincere nella società digitale; l’80% concorda sul fatto che il governo federale deve fare ogni sforzo per contenere e ridurre l’influenza delle organizzazioni Big Tech che hanno sviluppato troppo il loro potere di raccolta e uso dei dati e oggi possono usare i nostri dati per entrare in profondità nelle nostre vite e condizionarle; l’88% degli americani concordano che le Tech Companies debbano chiedere ai consumatori il consenso informato per raccogliere e usare i loro dati; infine l’88% degli americani concorda sul fatti che la più grave minaccia alla sicurezza nazionale sono i data brech messi in atto da avversari residenti in altri Paesi o da altri Paesi stessi.

Ancora: nel febbraio di quest’anno il 76% degli americani è stato disposto a sostenere restrizioni normative alle Big Companies rispetto alla raccolta e uso di dati personali per impedire che questa possa andare oltre quanto è necessario per rendere i servizi forniti e il 75% è convinto che, se non si adottano regole e “guardrails” per limitare e impedire la diffusione online di contenuti falsi o pericolosi, la stessa democrazia USA è in pericolo.

È su queste basi che la Tech Commission, per bocca di Margaret Spellings, Deval Patrick e Jim Steyer, afferma che è necessaria e urgente una politica nazionale coordinata e coerente coi valori americani, che assicuri che la nazione americana potrà continuare e guidare il mondo anche nell’epoca della tecnologia e dell’innovazione.

Ovviamente la relazione della Tech Commission e anche le considerazioni dei tre leaders che hanno firmato la introduzione non si fermano qui.

A noi però possono bastare questi cenni e quanto fin qui richiamato.

Appare evidente da queste considerazioni che sotto molti profili le vie USA e UJE alla Digitale age, pur caratterizzate da storie e percorsi diversi nel passato, vanno convergendo tanto da delineare su molti punti relativi ai trattamenti dei dati e alla loro raccolta elementi di forte convergenza tra UE e USA.

Ovviamente si tratta di un processo ancora in corso, del quale, anzi, pare che vi sia scarsa consapevolezza tra gli stessi attori delle due sponde dell’oceano.

Tuttavia le vicende storiche in atto a livello globale, delle quali lo scontro tra Federazione Russa e UE insieme alla NATO alle frontiere con l’Ucraina è solo il caso più noto, che si accompagna però alla molto più evidente e crescente tensione sino-americana nel pacifico, offrono molti elementi per pensare che le classi dirigenti UE e USA non possano non comprendere che la ricerca di un idem sentire dei due ordinamenti economici e giuridici rispetto alla Digital Age è oggi davvero centrale per i popoli di entrambe le sponde dell’Atlantico.

Occorre dunque essere attenti e aperti al futuro non limitandosi a ripetere cose già notissime su temi ormai ampiamente esplorati, quali ad esempio il trasferimento di dati dall’UE ai territori extra UE o le divergenze tra UE e USA sulla privacy.

E’ bene guardare alla Luna e non al dito che indica la Luna. Forti mutamenti sono in atto e altri sono annunciati dal rombo dei tempi.

In conclusione

Anche sul piano delle relazioni politiche ed economiche nulla nella Digital Age sarà come prima.

Bene dunque aver apertura e attenzione al nuovo ma ancor più necessario prestare anche la massima attenzione alle scelte che si faranno nei prossimi mesi e anni.

Come emerge dall’interessante articolo di Alessandro Longo sul Sole 24 ore del 17 febbraio 2022 intitolato “Tra privacy e antitrust si gioca la sfida dei dati tra Europa e USA”, davvero le trasformazioni in corso toccano oggi sempre più da vicino la civiltà occidentale, figlia di una storia e di una evoluzione millenaria. Guai a non capire e non esser all’altezza dei tempi.

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