I consumi energetici dei data center rappresentano una sfida cruciale per la sostenibilità ambientale del settore digitale. Con un singolo centro dati di grandi dimensioni capace di consumare l’equivalente di 1.000 appartamenti, l’urgenza di trovare soluzioni efficienti e a basso impatto diventa sempre più pressante in un’economia digitale in continua espansione.
Molte sono le strategie proposte, eppure, un sistema ci sarebbe: la geotermia.
Ma andiamo per gradi.
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Il peso crescente dei consumi energetici nei data center
I consumi energetici dei data center sono diventati un tema centrale nel dibattito su sostenibilità e digitalizzazione. Queste infrastrutture, indispensabili per il funzionamento del mondo digitale, richiedono infatti enormi quantità di energia, con ricadute dirette sull’ambiente e sulla politica energetica.
- Un data center di grandi dimensioni può arrivare a consumare 3.000 KiloWatt, un valore vicino al consumo di 1.000 appartamenti.
- Dati Deloitte indicano che a livello globale i data center consumino circa 500 terawattora (TWh) di energia all’anno. In Italia superano i 500 MWh.
- Stime internazionali indicano che i data center sono responsabili di circa il 2% del consumo energetico globale. Si prevede che il loro consumo aumenterà entro il 2030, fino a raggiungere l’8% della domanda complessiva di elettricità.
- Si prevede che il consumo di elettricità dei data center aumenterà di circa quindici volte entro il 2030.
L’impatto ambientale dei consumi energetici dei data center
Ovviamente questo dato avrà un importante impatto ambientale e anche se i data center rendono possibile il flusso vitale di informazioni da cui dipende oggi il nostro mondo digitale hanno un impatto notevole sulla cosiddetta “impronta di Carbonio”:
I data center producono una quantità significativa di emissioni di CO2, soprattutto se alimentati da fonti non rinnovabili.
Tutto ciò a fronte delle normative vigenti e dei dibattiti nazionali e globali che portano in primo piano temi cruciali come l’efficienza energetica e la riduzione dell’impatto ambientale.
Per questo motivo oltre 100 gestori di data center e associazioni di categoria si sono impegnate a favore del Green Deal europeo, raggiungendo gli ambiziosi obiettivi di riduzione dei gas serra previsti dalla legge sul clima e sfruttando la tecnologia e la digitalizzazione per raggiungere l’obiettivo di rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050. Per garantire che i data center siano parte integrante del futuro sostenibile dell’Europa, i gestori di data center e le associazioni di categoria hanno sottoscritto il Climate Neutral Data Centre Pact, impegnandosi a renderli climaticamente neutri entro il 2030 attraverso l’acquisto di energia proveniente da fonti rinnovabili.
La necessità di una strategia di decarbonizzazione sostenibile
Ma proprio per la loro imprescindibilità, almeno attuale, i data center hanno bisogno di una strategia di decarbonizzazione sostenibile per ridurre con successo le proprie emissioni, aumentare la propria efficienza energetica, gestire la stabilità della rete, mantenere la resilienza e, soprattutto, far fronte alla volatilità dei prezzi dell’elettricità.
Tutto ciò premesso, la domanda che ci poniamo è se possano essere individuati sistemi più sostenibili per la climatizzazione dei data center (o capannoni industriali in genere)?
Trovare soluzioni per impianti con un basso impatto ambientale e costi di esercizio ridotti rappresenterebbe un aspetto molto sfidante per abbattere i costi di esercizio e contribuire parallelamente alla lotta al cambiamento climatico, anche di fronte alla tendenza degli imprenditori più illuminati di garantire una progressiva trasformazione del tessuto industriale dal punto di vista impiantistico, che tenga sempre più conto del comfort dei lavoratori, con vantaggi inconfutabili sia in termini di condizioni di lavoro che di produttività.
La geotermia come opportunità per la climatizzazione sostenibile
In Italia siamo stati tra i leader mondiali nella produzione di elettricità dal calore della terra. Sicuramente un sistema complesso se parliamo di grandi centrali di produzione, molto meno per impianti di medie dimensioni per la gestione di un singolo impianto industriale. Ma lo Stato non appoggia più questa tecnologia e ci stiamo perdendo questa opportunità.
Il potenziale inespresso della geotermia per ridurre i consumi energetici
Quando si parla di rinnovabili, almeno in Italia, la geotermia – cioè lo sfruttamento del calore terrestre per produrre energia elettrica o termica – appare ancora piuttosto trascurata. Tra i non addetti ai lavori è praticamente sconosciuta o quasi, specie rispetto ad altri paesi europei con potenziale simile al nostro. Ma se ne discute poco anche in ambito di politiche energetiche nazionali. Eppure avrebbe considerevoli margini di sviluppo, anche solo per le caratteristiche geologiche di molte aree del nostro territorio, adatte a questo tipo di impianti ma non ancora sfruttate a dovere.
Progettazione efficiente degli impianti di climatizzazione
La climatizzazione di un data center o di un grande ambiente industriale richiede indubbiamente una progettazione attenta e dettagliata. Bisogna dotarsi di un impianto che tenga conto delle dinamiche specifiche di ogni ambiente di lavoro durante tutto l’anno (tipo di lavorazione e mansioni, materiali e macchinari utilizzati, caratteristiche dei prodotti, eccetera). È importante analizzare da un lato i principali fattori che influenzano le temperature, dall’altro le specifiche del futuro impianto di climatizzazione, incluse qualità e durabilità delle componenti installate tali da soddisfare le esigenze dell’artefatto.
Vantaggi della geotermia per i consumi energetici dei data center
Non sono molti i sistemi in grado di lavorare sia in riscaldamento e che in raffrescamento. Disporre di un impianto di climatizzazione efficiente che alterni le due funzioni, o che le affianchi in ambienti diversi, è di per sé la condizione ideale. Un unico sistema implica innanzitutto una gestione semplificata e, spesso, costi diretti e indiretti nettamente inferiori rispetto alle soluzioni impiantistiche tradizionali.
Gli impianti geotermici a pompa di calore consentono di climatizzare data center e grandi ambienti industriali in modalità sia invernale che estiva. La geotermia assicura performance elevate e massimo comfort in tutti gli spazi serviti dall’impianto, con una totale indipendenza dai combustibili fossili e, quasi, zero emissioni, senza trascurare il fatto che questa font energetica è, pressoché, infinità.
Ricordiamo inoltre che il nostro Paese ha inventato il settore geotermoelettrico e fino alla Seconda guerra mondiale eravamo gli unici a produrre energia in questo modo. Come competenze e risorse, quindi, saremmo all’avanguardia. Abbiamo una filiera industriale considerevole dedicata alla geotermia che però adesso lavora quasi sempre fuori. Non c’è uno sviluppo e non per mancanza di capacità, ma perché i progetti sono tutti fermi anche se una volta realizzato un impianto geotermico produce sempre, 24 ore su 24 senza essere influenzato dalle condizioni climatiche.
L‘appello a una politica energetica più lungimirante
L’Islanda ha creato un enorme attrattiva in Europa per tutti gli operatori tecnologici, vista la crescita del settore dei data center prevista nei prossimi anni potremmo farlo anche in Italia, ed allora, caro Governo, accetta questa sfida semplificando ed eliminando vincoli normativi antiquati, per una rivoluzione energetica che favorisca la transizione 4.0 dell’industria in Italia, dove l’energia costa più che in altri Paesi.