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E-mobility, cosa cambia con la mobilità elettrica



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L’impiego dell’e-mobility con i veicoli alimentati a energia elettrica fornisce la chiave per puntare a decarbonizzazione e sostenibilità nel settore dei trasporti: ecco in cosa consiste

Pubblicato il 20 mag 2025

Igor Valandro

CEO Air-Connected Mobility



veicoli autonomi (1); e-mobility

Nel mondo dei trasporti e della mobilità è consolidata la necessità di trovare alternative in ottica di sostenibilità ai veicoli a combustione interna per raggiungere gli importanti obiettivi istituzionali come la riduzione delle emissioni di gas serra del 40% entro il 2030 ratificata con l’Accordo di Parigi. In questo contesto, il settore delle auto elettriche, o EV, accessibile ormai ad un sempre più vasto pubblico di conducenti grazie a nuovi modelli dall’autonomia maggiore e costi in discesa, richiede dunque un particolare approfondimento.

E-mobility, che cos’è e come funziona la mobilità elettrica

L’e-mobility è l’insieme delle soluzioni di trasporto alimentate da energia elettrica, che include veicoli completamente elettrici, ibridi plug-in e ibridi tradizionali. Il settore è in crescita e in Europa, nel primo trimestre del 2025, le vendite di auto elettriche a batteria (BEV) sono aumentate del 23,9%. Ulteriori incentivi per il mercato EV si trovano in Italia, con il programma Ecobonus 2024 che offre contributi statali per l’acquisto di veicoli a basse emissioni, mentre molte città come Milano, Bologna e Genova promuovono la e-mobility offrendo parcheggi gratuiti e accessi agevolati a questi veicoli.

Perché l’e-mobility è importante

L’e-mobility rappresenta una trasformazione fondamentale nel settore dei trasporti. Per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO₂, è fondamentale accelerare la transizione verso veicoli a basse o zero emissioni. Ciò richiede non solo incentivi all’acquisto, ma anche lo sviluppo di infrastrutture di ricarica adeguate e una maggiore proporzione di produzione di energia da fonti rinnovabili. Infatti, in Italia, queste problematiche frenano ancora la crescita dei veicoli elettrici: nel 2024, le auto elettriche pure (BEV) hanno rappresentato solo il 4,2% delle nuove immatricolazioni, mentre le ibride plug-in (PHEV) si sono attestate al 3,3%.

Come funziona un veicolo elettrico

Un motore elettrico per auto è un dispositivo che converte l’energia elettrica immagazzinata nella batteria in energia meccanica rotazionale. I motori elettrici si distinguono per la loro efficienza, la coppia immediata che garantisce un’accelerazione pronta. Nel caso degli ibridi, il sistema combina il motore elettrico con uno a combustione, gestendo in modo intelligente l’alimentazione per ottimizzare consumi ed efficienza. Gli ibridi non plug-in si ricaricano automaticamente durante la marcia e la frenata, mentre gli ibridi plug-in possono essere caricati anche da una presa di corrente esterna, offrendo un’autonomia elettrica per i tragitti brevi.

Auto elettriche vs. auto tradizionali: differenze principali

Le differenze tra auto elettriche, ibride e tradizionali riguardano diversi aspetti Oltre a ridurre le emissioni, un’auto elettrica è molto più efficiente rispetto a un’auto a combustione interna. A livello di autonomia, le auto elettriche stanno migliorando rapidamente grazie a batterie più performanti. Anche l’esperienza di guida è differente: le auto elettriche e ibride sono più silenziose, hanno un’accelerazione più fluida e immediata grazie alla coppia disponibile sin da zero giri, e richiedono meno manutenzione, data la minor complessità meccanica.

Il futuro dell’e-mobility in Italia

In Italia, la transizione verso la mobilità elettrica procede, ma a un ritmo inferiore rispetto ad altri Paesi europei. Le ragioni principali sono:

  • il costo iniziale elevato,
  • la carenza di infrastrutture di ricarica
  • una rete elettrica ancora in fase di decarbonizzazione.

L’ibrido svolge un ruolo strategico, perché consente di ridurre le emissioni fin da subito senza imporre cambiamenti radicali alle abitudini degli automobilisti. L’ibrido, quindi, accompagna in modo graduale il passaggio alla piena elettrificazione, sostenendo la crescita delle rinnovabili e della rete di ricarica.

L’adozione della mobilità elettrica su larga scala comporta alcune criticità, tra cui:

  • la disponibilità di infrastrutture,
  • la capacità della rete elettrica di sostenere la nuova domanda,
  • il prezzo di acquisto dei veicoli nuovi e un mercato dell’usato ancora in fasce.

Nello specifico il remarketing dell’usato elettrico fatica a decollare a causa delle difficoltà nel definire i prezzi legati alla obsolescenza indefinita delle batteria e la mancanza di enti certificatori. Ne risulta un scarso buy-back da parte dei dealer e un mercato ridotto per i consumatori dell’e-mobility.

Problemi di ricarica e infrastrutture

Uno dei principali ostacoli alla diffusione dell’elettrico è la rete di ricarica attualmente ancora insufficiente, soprattutto nelle aree extraurbane. Una volta vinte le resistenze iniziali dei consumatori, la presenza di colonnine fast rimane ridotta e sovente in manutenzione. La diffusione degli ibridi riduce la pressione su queste infrastrutture, permettendo ai conducenti di continuare a viaggiare senza dipendere esclusivamente dalla disponibilità di colonnine.

Incentivi governativi per la mobilità elettrica

Il governo italiano, attraverso misure passate come l’Ecobonus aveva incentivato l’acquisto di veicoli a basse emissioni, compresi molti modelli ibridi. Da ricordare anche il cosiddetto bonus colonnine di ricarica. Questi incentivi si traducevano in contributi economici diretti sull’acquisto, riduzioni fiscali, e vantaggi pratici come l’accesso gratuito o scontato alle zone a traffico limitato e ai parcheggi pubblici.


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