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Perché il marketing deve superare lo stereotipo del gamer “smanettone”



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Il gaming non è più un canale pubblicitario di nicchia, ma una piattaforma globale che abbraccia un’ampia demografia. Con la diffusione dei dispositivi mobili, chiunque può essere un gamer, offrendo agli inserzionisti un’opportunità scalabile e coinvolgente. I pregiudizi passati, insomma, sono superati

Pubblicato il 22 mar 2024

Fabio Zoboli

VP Publisher Partnerships EMEA & APAC



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Per anni il gaming non è stato considerato come un canale pubblicitario efficace. Uno dei principali ostacoli nel bloccarne gli investimenti lato brand, è l’idea che la “persona” del gamer non sia rilevante. In realtà, c’è una piacevole sorpresa per gli inserzionisti: nel 2024, non esiste più la “persona” del gamer, almeno non nel modo in cui era stata tradizionalmente intesa.

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