La diffusione delle competenze cybersecurity all’interno delle aziende rappresenta oggi una necessità strategica. In un contesto in cui le minacce digitali crescono in complessità e frequenza, ogni lavoratore deve acquisire abilità minime per contribuire attivamente alla sicurezza dell’organizzazione.
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La sicurezza informatica come responsabilità condivisa
Quella che un tempo si chiamava sicurezza informatica non può più, infatti, essere considerata esclusivamente una questione tecnica o legata alle infrastrutture: è diventata una competenza trasversale, essenziale per ogni professionista. È sempre più chiaro quanto sia ormai imprescindibile sensibilizzare le persone e coinvolgerle attivamente nella protezione dell’organizzazione.
Gli individui, infatti, rappresentano il primo e spesso più efficace livello di difesa contro le minacce, e la loro consapevolezza è un elemento chiave per garantire la resilienza complessiva dei sistemi. Promuovere una cultura della sicurezza che metta l’essere umano al centro non è soltanto auspicabile, ma necessario: solo così è possibile costruire una strategia di sicurezza realmente efficace, basata su un approccio Human Centric. Questo significa non soltanto fornire formazione adeguata, ma anche valorizzare il ruolo di ciascun individuo indipendentemente dalla funzione o dal livello occupato, trasformandolo da potenziale anello debole a risorsa strategica.
Il valore formativo dell’errore controllato
Ci capita spesso, ad esempio nei test di simulazione di phishing di riscontrare, non solo da parte dei dipendenti più inesperti ma anche da figure senior, quanto nessuno sia davvero pronto a gestire le minacce.
All’inizio, quando arrivano i report con le percentuali di compromissione, c’è un misto di stupore e difensiva: “Era una mail strana”, “Mi sembrava urgente”, “Non ci avevo fatto caso”. È umano. È un riflesso. Eppure, proprio da quel momento inizia qualcosa di più prezioso della semplice protezione: prende forma la consapevolezza.
C’è qualcosa di profondamente educativo nello sbagliare in un ambiente sicuro, in un test che simula un attacco vero ma senza conseguenze reali. È lì che si crea il vero valore: quando il fallimento diventa apprendimento.
Utenti consapevoli contro gli errori più comuni
Secondo uno studio di IBM, il 95% delle violazioni informatiche è riconducibile a errori umani. Attacchi di phishing, una cattiva gestione delle credenziali o dei dispositivi mobili sono solo alcuni esempi di situazioni in cui l’utente diventa, spesso inconsapevolmente, un punto d’accesso per i criminali informatici.
Questo dato evidenzia quanto le persone siano non solo il primo bersaglio degli attacchi, ma anche potenziali varchi di accesso ai sistemi aziendali. La buona notizia è che, se adeguatamente formati, i dipendenti possono trasformarsi in una solida barriera contro le minacce digitali.
Perché l’Italia è un bersaglio facile
L’Italia subisce circa il 10% degli attacchi cyber a livello mondiale, posizionandosi tra i paesi più colpiti al mondo (fonte: Rapporto Clusit). Questo dato non è soltanto una cifra statistica, ma un chiaro segnale di quanto il nostro Paese sia vulnerabile e quanto la necessità di formare il personale in ambito cybersecurity sia diventata cruciale. Le piccole e medie imprese italiane, in particolare, risultano essere più esposte a causa di una protezione spesso insufficiente e della carenza di competenze interne.
L’urgenza di formare ogni figura aziendale
Molte aziende concentrano gli sforzi formativi esclusivamente sul personale IT o sui vertici aziendali. In realtà, ogni lavoratore, indipendentemente dal ruolo – sia esso addetto alla reception o operatore logistico – è potenzialmente esposto e deve essere preparato.
I rischi informatici non fanno distinzione tra funzioni: ogni dipendente utilizza strumenti digitali, accede a reti aziendali e gestisce informazioni, e un semplice clic errato può compromettere l’intera infrastruttura. Una formazione efficace, quindi, deve essere estesa a tutta l’organizzazione, costantemente aggiornata per tenere il passo con l’evoluzione delle minacce, e personalizzata in base al ruolo e alle attività quotidiane svolte da ciascuno.
Anche in Reti, oltre che per i nostri clienti, dedichiamo molte ore all’anno alla formazione, cercando di rimanere costantemente aggiornati e favorendo uno scambio continuo sia interno che esterno.
Le cinque competenze cybersecurity fondamentali
Per trasformare i lavoratori in un’efficace linea di difesa contro le minacce digitali, è necessario identificare e sviluppare alcune competenze chiave. Queste abilità, indipendenti dal ruolo o dal livello aziendale, costituiscono la base di una strategia di cybersecurity realmente diffusa.
La gestione sicura delle password
Tra le competenze chiave che ogni lavoratore dovrebbe sviluppare, la gestione sicura delle password occupa un posto di rilievo. Spesso la password rappresenta la prima linea di difesa, ma è anche uno degli elementi più deboli. È fondamentale che i dipendenti imparino a creare password robuste, utilizzando combinazioni di almeno dodici caratteri con lettere, numeri e simboli. È altresì importante promuovere l’uso di gestori di password sicuri e diffondere la conoscenza sull’autenticazione multifattoriale (MFA), che aggiunge un ulteriore livello di protezione agli account.
Il riconoscimento delle email di phishing e delle truffe online
Un’altra abilità essenziale riguarda il riconoscimento delle email di phishing e delle truffe online. Trattandosi di una delle tecniche di attacco più comuni, è cruciale che i dipendenti siano in grado di individuare messaggi sospetti, anche quando sembrano provenire da fonti affidabili, evitando di cliccare su link o scaricare allegati da mittenti non verificati e imparando a verificare l’identità di chi richiede informazioni sensibili o urgenti.
Uso sicuro di smartphone e tablet
La crescente diffusione di dispositivi mobili e del modello BYOD (Bring Your Own Device) introduce ulteriori rischi. È quindi necessario sensibilizzare i lavoratori sull’uso sicuro di smartphone e tablet, promuovendo l’installazione di software antivirus anche su questi dispositivi, l’accesso ai sistemi aziendali esclusivamente tramite connessioni protette e l’adozione di misure di sicurezza come il blocco automatico e la cifratura dei dati.
L’uso delle VPN (Virtual Private Network)
In uno scenario lavorativo sempre più caratterizzato da flessibilità e smart working, l’uso delle VPN (Virtual Private Network) è diventato imprescindibile. I dipendenti devono comprendere cosa sia una VPN, come funziona e perché sia fondamentale per proteggere la trasmissione dei dati. È utile fornire istruzioni pratiche per l’utilizzo corretto delle reti virtuali, soprattutto quando ci si connette da ambienti pubblici, come hotel, aeroporti o locali.
La protezione e la gestione dei dati sensibili
Infine, la protezione e la gestione dei dati sensibili è un aspetto che riguarda ogni lavoratore. Tutte le aziende gestiscono informazioni riservate, dai dati personali ai contratti, dai documenti strategici ai contenuti riservati. È essenziale che i dipendenti sappiano riconoscere queste informazioni, gestirle in conformità con le policy aziendali e le normative – come il GDPR – e conservarle in modo sicuro, anche utilizzando servizi cloud. Ugualmente importante è la corretta eliminazione dei dati non più utili o obsoleti.
Come strutturare una cultura aziendale della sicurezza
Costruire una vera e propria cultura aziendale della sicurezza è oramai imprescindibile. Ciò implica integrare i temi legati alla cybersecurity nei percorsi di onboarding, così che i nuovi assunti siano sensibilizzati fin dal primo giorno. È utile organizzare simulazioni periodiche, come campagne di phishing simulate, per testare la preparazione delle persone e premiarne i comportamenti virtuosi, come la segnalazione tempestiva di anomalie. Comunicazioni costanti – attraverso newsletter, workshop o infografiche – possono mantenere alta l’attenzione su questi temi.
Cybersecurity, un dipendente formato è una risorsa strategica
In conclusione, in un’epoca in cui il perimetro aziendale si è ampliato con lo smart working, il cloud, i dispositivi mobili e le “supply chain” digitali, la sicurezza informatica non può essere considerata una responsabilità esclusiva del reparto IT. Ogni dipendente rappresenta un potenziale punto debole oppure, se ben forrmato, una risorsa fondamentale. Per questo motivo, la cultura della sicurezza deve diventare parte integrante del mindset aziendale, e la formazione non può più essere un’opzione, ma una leva strategica per la resilienza. La cybersecurity, oggi più che mai, è un vero e proprio valore d’impresa.












