In un’epoca in cui la trasformazione e la rigenerazione urbana sono guidate da sostenibilità, dati ed innovazione, la posizione delle città italiane nello scenario globale solleva ben più di una domanda.
Lo Smart City Index 2025, pubblicato dallo Smart City Observatory dell’IMD – International Institute for Management Development, ha lanciato infatti un messaggio inequivocabile nei confronti del nostro Paese: l’Italia è assente dalle prime 50 posizioni della classifica mondiale delle smart cities.
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Cosa ci dicono i dati
Il report ha analizzato ben 146 città del mondo rispetto a fattori quali mobilità, innovazione digitale, sostenibilità e qualità della vita e ciò che ne emerge è che la maggior parte delle città presenti nella top 10 sono europee.
Sul podio troviamo infatti Zurigo, Oslo e Ginevra. A seguire, Dubai, Abu Dhabi, Londra e Copenaghen con queste ultime che si distinguono per gli spazi verdi. A chiudere la top 10 ci sono Canberra, Singapore e Losanna che spiccano per gli ottimi servizi pubblici a misura dei cittadini.
Lo Smart City Index tiene conto di diversi parametri che determinano quanto le città siano davvero “smart” e che vanno dallo sviluppo di infrastrutture digitali all’avanguardia fino alle tecniche e strategie di abbattimento dei principali inquinanti, passando poi per servizi pubblici intelligenti, mobilità sostenibile e a una governance integrata.
L’esempio della Svizzera
La Svizzera, per esempio, è una nazione che è molto attenta alle esigenze della popolazione in merito alle strategie urbane sostenibili, riuscendo così a coniugare le innovazioni tecnologiche con l’alta qualità della vita. Ciò ha consentito alla confederazione elvetica di portare nella top 10 ben tre importanti città come Zurigo, Ginevra e Losanna.
Le metropoli sostenibili in Italia
L’Italia, purtroppo, non riesce a tenere il passo. Bologna scivola in 83° posizione, Milano si ferma invece al 97° posto, mentre la capitale Roma crolla addirittura al 139° posto nel ranking.
A pesare in negativo sono le criticità strutturali che da anni condizionano le nostre città: elevato traffico veicolare, inquinamento atmosferico, governance poco incisiva, disuguaglianze territoriali, difficoltà nel trattenere i talenti e capacità di attrarre investimenti.
Mentre metropoli internazionali come Zurigo e Dubai investono in soluzioni come la mobilità predittiva basata sull’intelligenza artificiale, la sanificazione automatizzata degli spazi urbani, l’agricoltura verticale e lo scambio energetico tra i quartieri, l’Italia resta frenata da una visione urbanistica frammentata e poco lungimirante.
Come sistema Paese siamo infatti rimasti ancorati a idee del passato che non permettono alle amministrazioni locali di apportare cambiamenti o modifiche significative che possano aiutare le città a trasformarsi e svilupparsi verso un futuro sempre più smart e sostenibile.
Le 10 tecnologie per costruire metropoli sostenibili
Per portare le metropoli italiane verso un futuro più sostenibile, ci si dovrebbe avvalere di alcune tecnologie già attualmente disponibili sul mercato che possano aiutare le amministrazioni locali a effettuare questa transizione verso un modello di città che siamo più al passo coi tempi.
Ecco, quindi, un elenco delle 10 principali tecnologie che possono portare le metropoli italiane in un futuro sempre più innovativo e green oriented:
- rivestimenti fotocatalitici mangia-smog: abbattono gli inquinanti atmosferici, riducono i costi di pulizia delle facciate e migliorano la qualità dell’aria urbana;
- trattamenti nanotecnologici per ambienti indoor: soluzioni fotocatalitiche per la qualità dell’aria e la protezione delle superfici. Grazie all’azione della luce, queste soluzioni innovative riducono gli inquinanti indoor e mantengono sotto controllo la carica microbica in modo continuo. Sono ideali per spazi pubblici e privati ad alta frequentazione, dove contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria e a garantire superfici più protette e igieniche;
- mobilità predittiva basata su intelligenza artificiale: algoritmi dinamici per l’ottimizzazione del traffico cittadino e dei trasporti pubblici, con impatto diretto su tempi ed emissioni;
- raccolta intelligente dei rifiuti con sensori IoT: cassonetti smart e raccolta differenziata automatizzata che riducono i costi e migliorano la gestione ambientale;
- edifici intelligenti e manutenzione predittiva: sensori e piattaforme digitali per la gestione energetica e strutturale degli edifici, in ottica di efficienza e durabilità;
- microgrid urbane e scambio locale di energia rinnovabile: reti distribuite per la produzione e condivisione di elettricità pulita fra cittadini e distretti urbani;
- tetti biosolari e pareti verdi: integrazione di fotovoltaico e vegetazione per mitigare l’effetto isola di calore e aumentare così la resilienza climatica;
- agricoltura verticale assistita da AI: coltivazione urbana in ambienti controllati, supportata da intelligenza artificiale per ridurre risorse e aumentare l’autosufficienza;
- connettività 5G/6G e Internet of Things urbano: reti ad altissima velocità per il monitoraggio e il controllo in tempo reale di servizi pubblici, mobilità e sicurezza;
- sistemi predittivi per la gestione dei disastri ambientali: modelli di analisi basati su machine learning per anticipare alluvioni, incendi e fenomeni estremi, migliorando la capacità di risposta urbana.
Prospettive future delle metropoli sostenibili
Grazie a queste dieci tecnologie, le città potranno diventare sempre più “smart” e sostenibili, proiettandosi verso un futuro green e votato all’innovazione e al miglioramento della qualità di vita dei propri cittadini.
La missione dei comuni dovrebbe essere quella di accompagnare gradualmente i cittadini verso un cambiamento radicale del loro modo di vivere nel quotidiano.
La difficoltà dovuta alla lentezza e all’impreparazione delle istituzioni sulla sostenibilità e sulle soluzioni green, deve essere colmata il prima possibile grazie ad incentivi statali che possano indirizzare i cittadini verso un nuovo stile di vita.
La strada che debbono compiere le città italiane, per diventare delle vere e proprie smart cities e metropoli sostenibili, è ancora molto lunga. Ma l’auspicio è che le istituzioni prendano a cuore questo compito cercando di completare, il prima possibile e adottando le tecnologie già esistenti, questa transizione smart seguendo gli esempi delle altre città globali che hanno già completato questo processo, migliorando concretamente la vita dei propri residenti.
La tecnologia non deve essere una promessa, ma una leva per l’impatto concreto.
In un contesto urbano sempre più fragile e complesso, è indispensabile superare le logiche sperimentali e portare soluzioni già pronte dal laboratorio alla città.
Non si può più aspettare: si ha l’urgenza e le competenze per avviare una nuova stagione di rigenerazione urbana, fondata su tecnologie attive, intelligenti e replicabili.
Il nostro Paese dispone già di tecnologie avanzate pronte per l’adozione su larga scala. A mancare è una strategia sistemica e una volontà concreta di implementazione. La sfida è trasformare l’innovazione da strumento tecnico a motore di cambiamento culturale.












