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Come cambia la PA con l’aggiornamento 2026 al Piano Triennale ICT



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L’Aggiornamento 2026 del Piano Triennale per l’informatica nella PA consolida il passaggio da adempimenti puntuali a processi continui, rafforza ecosistemi digitali interoperabili e lega procurement, cloud, competenze e governance al quadro europeo del Decennio Digitale e al futuro Piano 2027-2029

Pubblicato il 19 nov 2025

Andrea Marella

Consulente trasformazione digitale pa



L’Aggiornamento 2026 del Piano Triennale informatica PA 2026

L’aggiornamento 2026 del Piano Triennale ICT 2024-2026 per l’informatica nella Pubblica Amministrazione è disponibile, ormai. Approvato con DPCM del 4 settembre 2025 ai sensi dell’art. 14-bis, comma 2, lettera b) del D.Lgs. 82/2005 (Codice dell’Amministrazione Digitale).

Il provvedimento è stato protocollato presso la Corte dei Conti il 9 settembre 2025 e ammesso alla registrazione il 7 ottobre 2025 n. 2593, con successiva pubblicazione il 22 ottobre 2025 sui siti istituzionali del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dell’Agenzia per l’Italia Digitale.

Piano Triennale informatica PA 2026: un aggiornamento di svolta

L’Aggiornamento 2026 consolida quanto AgID aveva trasmesso con nota prot. 14143 del 7 agosto 2025 (acquisita al protocollo del Dipartimento al n. 5073-A), documento elaborato a seguito del confronto avviato a maggio 2025 con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD), l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e gli altri stakeholder istituzionali.

Questo aggiornamento rappresenta un passaggio cruciale nella strategia di digitalizzazione del Paese perché si allinea finalmente all’impostazione originaria delineata da AgID fin dal Piano 2024-2026: non si tratta più di adempimenti puntuali da completare entro scadenze prestabilite, ma di processi continui da integrare nell’operatività quotidiana degli enti pubblici.

L’Aggiornamento 2026 recepisce e consolida questa visione strategica che proietta la trasformazione digitale ben oltre il triennio di riferimento, ponendo le basi per il futuro Piano 2027-2029 e allineandosi agli obiettivi del Decennio Digitale europeo 2030.

Dalla logica degli adempimenti alla trasformazione continua

La vera discontinuità dell’Aggiornamento 2026 non sta nelle singole modifiche tecniche – che pure ci sono e sono rilevanti – ma nel fatto che finalmente si consolida operativamente il modo in cui la trasformazione digitale era stata concepita fin dall’origine da AgID all’interno della governance amministrativa.

Il Piano originale 2024-2026, approvato nel gennaio 2024, e il suo primo aggiornamento del dicembre 2024 contenevano già questa impostazione strategica, ma nella pratica operativa molte amministrazioni continuavano a muoversi in una logica prevalentemente orientata al raggiungimento di milestone temporali: entro una certa data bisognava completare una determinata attività, adottare una specifica soluzione tecnologica, pubblicare un documento obbligatorio.

Questa interpretazione riduttiva, pur consentendo di stimolare l’azione amministrativa, rischiava di trasformare la trasformazione digitale in una serie di spunte su una checklist.

L’Aggiornamento 2026 recepisce le indicazioni originarie di AgID traducendole in una struttura più coerente: la digitalizzazione deve essere un processo continuo di reingegnerizzazione che richiede alle amministrazioni non tanto di “essere a norma” in un determinato momento, quanto di integrare stabilmente nuove modalità operative, organizzative e tecnologiche nella propria struttura.

Questa evoluzione si riflette concretamente in diversi aspetti del Piano Triennale e risponde a un’esigenza che ho visto emergere con chiarezza: l’adempimento puntuale produce certificati e documentazione, ma senza una visione strategica di lungo periodo non genera valore reale né per l’amministrazione né per cittadini e imprese.

Piano Triennale informatica PA 2026 ed ecosistema digitale della PA

Un elemento strategico dell’Aggiornamento 2026 è il concetto di “ecosistema amministrativo digitale”: ogni singolo ente pubblico deve diventare un nodo di una rete più ampia in cui il valore pubblico viene generato attraverso piattaforme organizzative e tecnologiche condivise.

Gran parte dell’attività amministrativa è già composta da procedimenti e procedure ben definite, ma questo non significa che non possa essere profondamente reingegnerizzata. La digitalizzazione non consiste nel trasformare un modulo cartaceo in PDF compilabile: significa ripensare radicalmente il procedimento amministrativo per renderlo più semplice, trasparente ed efficace.

In questa prospettiva diventano fondamentali i processi digitali collettivi basati su e-service, ovvero interfacce API che scambiano dati e informazioni in maniera automatica e interoperabile. Il principio “interoperabile by design e by default” prevede che i servizi pubblici vengano progettati fin dall’inizio per funzionare in modalità integrata: l’interoperabilità non è un’aggiunta successiva, ma un requisito architetturale di base.

PDND e responsabilità delle amministrazioni

Questo approccio si concretizza attraverso la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), che nell’Aggiornamento 2026 vede alcune precisazioni significative. La linea d’azione CAP3.PA.02 passa da un imperativo (“le amministrazioni iniziano la migrazione dei servizi”) a una formulazione più flessibile (“le amministrazioni possono iniziare la migrazione”): non si tratta di un ammorbidimento dell’obbligo, ma di un riconoscimento della necessità che ciascuna amministrazione valuti secondo le proprie esigenze quali servizi migrare verso PDND e con quale tempistica.

Questa maggiore flessibilità si accompagna però a una responsabilità più chiara: le amministrazioni devono operare scelte consapevoli e documentate, non semplicemente rimandare l’adeguamento tecnologico.

Piano Triennale informatica PA 2026 e procurement ICT programmato

Il capitolo dedicato al procurement ICT assume nell’Aggiornamento 2026 una rilevanza operativa crescente attraverso le iniziative strategiche gestite da Consip. Attualmente sono attive 18 gare strategiche per un valore complessivo di circa 10 miliardi di euro, che coprono ambiti fondamentali come cloud, sicurezza informatica, sanità digitale, gestione dei dati e trasformazione digitale complessiva.

Le linee d’azione CAP2.PA.04, CAP2.PA.05 e CAP2.PA.06 stabiliscono un meccanismo di programmazione annuale sistematica: ogni anno, entro settembre, le pubbliche amministrazioni devono programmare i propri fabbisogni di adesione alle iniziative strategiche per l’anno successivo. Nell’Aggiornamento 2026, la scadenza della prima programmazione è stata anticipata a settembre 2024, segnalando l’urgenza di allineare gli approvvigionamenti ICT agli obiettivi strategici del Piano.

Questo meccanismo ha un duplice obiettivo: da un lato crea il “sistema operativo” del Paese, ovvero componenti fondamentali comuni per definire ed erogare servizi più semplici ed efficaci; dall’altro incentiva le amministrazioni a definire contratti coerenti con gli obiettivi del Piano Triennale, garantendo un percorso di trasformazione digitale omogeneo e coordinato a livello nazionale.

Le iniziative strategiche non sono semplici gare d’appalto: rappresentano strumenti attraverso cui le PA possono acquisire rapidamente servizi per la trasformazione digitale con garanzie di qualità e prezzi vantaggiosi, riducendo la frammentazione degli approvvigionamenti e favorendo economie di scala.

Strumenti del Piano Triennale informatica PA 2026 e buone pratiche

Una delle novità più rilevanti del Piano 2024-2026 fin dalla sua prima edizione è stata l’introduzione di una Parte terza dedicata agli Strumenti: modelli di supporto, esempi di buone pratiche, check-list operative che le amministrazioni possono utilizzare concretamente per pianificare i propri interventi.

L’Aggiornamento 2026 porta il totale delle schede strumenti disponibili a 22, strutturate con un formato standardizzato in cinque sezioni: Anagrafica, Scenario, Presentazione, Quadro di sintesi ed elementi chiave, Risorse utili. Questa standardizzazione facilita la consultazione e l’utilizzo pratico degli strumenti da parte delle amministrazioni.

La distribuzione delle schede riflette l’evoluzione progressiva del Piano:

Le 5 schede originali già presenti nel Piano 2024-2026 riguardano approvvigionamento ICT, gestione associata ICT, servizi prioritari secondo l’eGovernment Benchmark, Smart Area, intelligenza artificiale nella PA.

Le 11 schede integrative introdotte con l’Aggiornamento 2025 includono il vademecum RTD, l’RTD diffuso, le strategie di trasformazione digitale nei PIAO, la mappatura delle iniziative strategiche e altri strumenti operativi.

Le 6 nuove schede aggiunte con l’Aggiornamento 2026 riflettono le priorità emergenti della trasformazione digitale.

L’aggiornamento di questi strumenti è concepito come un processo continuo: non si tratta di documenti statici pubblicati una volta per tutte, ma di risorse in evoluzione che vengono arricchite attraverso i contributi delle amministrazioni che mettono a disposizione il proprio know-how ed esperienze pratiche.

Questo approccio collaborativo è significativo: l’AgID non si limita a fornire linee guida dall’alto, ma costruisce progressivamente una base di conoscenza condivisa che valorizza le competenze e le soluzioni sviluppate dalle singole amministrazioni. In questo modo, le buone pratiche non restano confinate nell’ente che le ha sviluppate ma diventano patrimonio comune dell’intera PA.

Cloud first, Polo Strategico Nazionale e infrastrutture qualificate

Il principio “cloud come prima opzione”, codificato nell’art. 33-septies del Decreto-legge n. 179/2012, viene rafforzato nell’Aggiornamento 2026 non tanto attraverso nuovi obblighi quanto attraverso l’esplicitazione più chiara delle opportunità strategiche che l’adozione del paradigma cloud comporta.

Tutte le amministrazioni sono obbligate a effettuare una valutazione in merito all’adozione del cloud quando definiscono un nuovo progetto o sviluppano nuovi servizi: il cloud deve essere la prima opzione tecnologica considerata, e solo in caso di esito negativo della valutazione – che deve essere adeguatamente motivato – l’amministrazione può orientarsi verso soluzioni diverse.

L’attuazione di questo principio non rappresenta solo un adempimento legislativo: è soprattutto un’occasione per ogni ente di attivare processi di gestione interna che consentano di modernizzare applicativi e infrastrutture, migliorando al contempo la fruizione dei servizi erogati a cittadini, professionisti e imprese.

Il Polo Strategico Nazionale (PSN), realizzato nell’ambito dell’attuazione della Strategia Cloud Italia, si inserisce in questa prospettiva come infrastruttura che, insieme alle altre infrastrutture digitali qualificate da ACN secondo il Regolamento 21007/2024, consente alle amministrazioni di disporre delle soluzioni tecnologiche adeguate per realizzare il percorso di migrazione.

Competenze digitali, e-leadership e Piano Triennale informatica PA 2026

L’Aggiornamento 2026 conferma e rafforza l’attenzione verso lo sviluppo delle competenze digitali del personale della PA, riconoscendo che la trasformazione digitale è guidata dalle persone e che la cultura digitale ne è la forza trainante.

Lo Strumento 17 proposto da AgID fornisce un quadro aggiornato di competenze di E-Leadership specifico per la Pubblica Amministrazione: le tecnologie digitali stanno trasformando profondamente sia i processi che l’organizzazione del lavoro, e questo richiede una nuova interpretazione del ruolo manageriale che deve evolvere verso un modello di e-leadership.

La pandemia ha accelerato l’uso delle tecnologie, ma ora serve un approccio strutturato che, attraverso percorsi di upskilling e reskilling, consenta alla forza lavoro di acquisire le capacità necessarie per rispondere alle nuove esigenze del settore pubblico. Il quadro di competenze di E-Leadership diventa quindi uno strumento di riferimento per la riflessione e la costruzione di nuovi profili professionali adeguati al cambiamento.

Parallelamente, l’iniziativa “Syllabus per la formazione digitale” promuove la partecipazione dei dipendenti pubblici alle iniziative formative sulle competenze di base, concorrendo al conseguimento dei target del PNRR in tema di sviluppo del capitale umano della PA e in linea con il Piano strategico nazionale per le competenze digitali.

L’investimento sulle persone e sulle loro competenze non è un accessorio rispetto agli investimenti tecnologici: è la condizione necessaria perché la PA possa innovarsi e servire meglio i cittadini. Senza competenze adeguate, anche le infrastrutture tecnologiche più avanzate restano sottoutilizzate e non producono valore.

Decennio Digitale 2030 e allineamento del Piano Triennale informatica PA 2026

L’Aggiornamento 2026 del Piano Triennale si inserisce esplicitamente nel contesto del programma strategico “Decennio Digitale 2030”, istituito dalla Decisione (UE) 2022/2481 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022.

Questo framework europeo articola gli obiettivi della trasformazione digitale in quattro dimensioni fondamentali:

Le competenze digitali mirano a garantire che la forza lavoro e i cittadini dispongano delle capacità necessarie per prosperare nell’era digitale.

I servizi pubblici digitali devono essere disponibili online in modo sicuro, accessibile e user-friendly.

La digitalizzazione delle imprese punta ad accelerare la trasformazione digitale delle imprese europee, incluse le PMI.

Le infrastrutture digitali sicure e sostenibili servono a sviluppare sistemi performanti, resilienti e sostenibili.

La strategia del Piano Triennale 2024-2026 nasce dalla necessità di ripensare la programmazione della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni basandosi su queste nuove leve strategiche europee, tenendo conto di tutti gli attori coinvolti nella trasformazione digitale del Paese e degli obiettivi fissati per il 2030.

Gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), del Piano nazionale per gli investimenti complementari e della Programmazione Europea 2021-2027 rappresentano l’occasione concreta per vincere queste sfide: la dimensione finanziaria senza precedenti di questi strumenti deve essere accompagnata da una visione strategica di lungo periodo che vada oltre la logica emergenziale del singolo progetto.

Verso il Piano 2027-2029: nuove priorità e modifiche tecniche

L’Aggiornamento 2026 segna anche l’inizio del percorso verso il Piano Triennale 2027-2029, che secondo le dichiarazioni istituzionali è già in fase di elaborazione presso AgID.

Il Sottosegretario Alessio Butti, in occasione della presentazione dell’Aggiornamento 2026, ha dichiarato di guardare già al 2027-2029 puntando a servizi più sicuri, più inclusivi e più utili nella vita quotidiana di cittadini e imprese. Il Direttore Generale di AgID Mario Nobile ha sottolineato che l’aggiornamento 2026 segna l’inizio di un nuovo percorso collaborativo verso questa edizione successiva.

Gli obiettivi strategici dichiarati per il Piano 2027-2029 evidenziano alcune priorità emergenti:

Servizi più sicuri, con rafforzamento della cybersecurity in un contesto geopolitico complesso.

Servizi più inclusivi, con maggiore attenzione all’accessibilità e alla garanzia che tutti i cittadini possano fruire dei servizi digitali.

Servizi più utili, con progettazione centrata sulle esigenze concrete di cittadini e imprese.

Continuità con gli obiettivi 2024-2026, con il consolidamento del percorso avviato nell’ambito dell’Agenda Digitale 2020-2030.

Il processo di elaborazione del Piano 2027-2029 seguirà un approccio collaborativo attraverso una cabina di regia che coinvolgerà amministrazioni centrali, regionali e locali, oltre a numerosi soggetti protagonisti della trasformazione digitale provenienti dal mondo delle imprese, università e ricerca.

Questo cambio di prospettiva nella governance della pianificazione riflette la maturazione del sistema: non più solo indirizzi dall’alto, ma co-progettazione tra i diversi livelli di governo e gli stakeholder rilevanti.

Modifiche tecniche e nuove linee d’azione

A livello operativo, l’Aggiornamento 2026 introduce 15 modifiche a linee d’azione esistenti e 6 nuove linee d’azione che riflettono l’evoluzione delle priorità e l’affinamento progressivo degli obiettivi.

Tra le modifiche più significative:

  • CAP1.PA.02 (Comunità digitali): precisazione che gli enti coinvolti sono quelli presenti in IndicePA, con maggiore chiarezza sui destinatari degli obblighi.
  • CAP1.PA.10 (Indice di digitalizzazione): anticipazione della metodologia dal 2025 al 2024, con implementazione nel 2026.
  • CAP2.PA.04, 05, 06 (Iniziative strategiche): anticipazione delle scadenze per la programmazione dei fabbisogni.
  • CAP3.PA.02 (Migrazione PDND): passaggio da obbligo categorico a facoltà, con maggiore autonomia decisionale per gli enti.
  • CAP4.PA.23, PA.24 (Basi dati di interesse nazionale): spostamento delle scadenze da gennaio 2025 a gennaio 2026.
  • CAP4.PA.26, PA.27 (Digitalizzazione pagamenti): estensione della platea coinvolta e anticipazione delle scadenze.
  • CAP5.PA.21, PA.22, PA.23 (Linee guida procurement IA): anticipazioni temporali per l’adeguamento normativo.
  • Le 6 nuove linee d’azione introdotte riguardano prioritariamente temi emergenti come:
  • Le Comunità ReTe Digitale, con nuove forme di collaborazione territoriale e tematiche su Intelligenza Artificiale.
  • Gli appalti di innovazione, come strumenti per favorire l’innovazione attraverso il procurement pubblico.
  • Il potenziamento di PCC, con la digitalizzazione completa del ciclo di esecuzione degli appalti.

Queste modifiche non vanno lette isolatamente come singoli aggiornamenti tecnici: rappresentano nel loro complesso l’aggiustamento progressivo della strategia in base ai feedback operativi raccolti dalle amministrazioni e all’evoluzione del contesto normativo e tecnologico.

Conclusioni e prospettive operative su aggiornamento 2026

L’Aggiornamento 2026 del Piano Triennale per l’informatica nella PA segna un punto di svolta nella concezione della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana: si passa definitivamente dalla logica del compliance – essere in regola con gli obblighi normativi – alla costruzione di una vera capacità istituzionale che ogni ente deve strutturare nel proprio funzionamento interno ed esterno.

La trasformazione digitale non è più un progetto con una data di fine, ma un processo continuo di adeguamento organizzativo, procedurale e tecnologico che accompagna stabilmente l’azione amministrativa. Gli enti che continueranno ad approcciare il Piano Triennale come una lista di adempimenti da completare entro certe scadenze non coglieranno le opportunità strategiche che questa evoluzione offre.

Il vero salto qualitativo richiesto alle amministrazioni è culturale prima che tecnologico: significa ripensare il proprio ruolo non come esecutori di norme ma come ecosistemi digitali che generano valore pubblico attraverso servizi semplici, trasparenti ed efficaci per cittadini e imprese.

Il contesto europeo del Decennio Digitale 2030, gli investimenti del PNRR, le infrastrutture tecnologiche avanzate come il Polo Strategico Nazionale e la PDND, gli strumenti operativi messi a disposizione da AgID: sono tutti elementi di un sistema che sta maturando e che richiede alle amministrazioni di essere protagoniste attive, non semplici destinatarie passive di indicazioni dall’alto.

Nei prossimi anni, fino al 2030 e oltre, la capacità delle pubbliche amministrazioni di cogliere questa sfida determinerà concretamente la qualità dei servizi che cittadini e imprese riceveranno e, in ultima analisi, la competitività complessiva del sistema Paese nell’economia digitale globale.

Per approfondire le scadenze operative e gli adempimenti concreti dell’Aggiornamento 2026, è disponibile il webinar dedicato “Aggiornamento 2026 Piano Triennale per l’informatica: novità e scadenze” sul sito Transizione Digitale, che analizza nel dettaglio tutte le modifiche operative e fornisce strumenti pratici (e gratuiti) per la pianificazione delle attività.

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