Il piano triennale è stato un lavoro enorme a cui hanno lavorato moltissime persone. Bisogna dare atto ad Agid e al Team Digitale dello sforzo e della determinazione necessaria a portare a termine un lavoro strategico così importante.
Ora però occorre assicurarsi che il piano non rimanga sulla carta e per farlo serve che Agid sia messa nelle condizioni di rispettare quando previsto dall’art. 14 del CAD, ovvero monitoraggio, verifica attuazione e risultati (comma 2 lettere b e c). Per far questo servono personale e strumenti. Il piano deve necessariamente essere recepito dai documenti di programmazione e controllo degli enti. Se nei piani delle performance non compariranno obiettivi e indicatori relativi al piano triennale, capiremo subito che le probabilità di successo saranno bassissime.
Realizzare la banca dati nazionale delle performance, come previsto dall’art. 60 del dlgs. 179/2016, una banca dati tramite la quale sarà possibile controllare l’attuazione dei progetti nazionali, sarà un passo fondamentale per “guidare” la macchina dello stato nella direzione voluta. È anche necessario e urgente rispettare l’art. 17 del CAD, con la nomina dei responsabili della transizione alla modalità digitale che devono essere dirigenti apicali dotati delle opportune competenze tecniche e di informatica giuridica.
Le norme ci sono e vanno rispettate, ma se non verranno identificati i responsabili, se si continuerà a privilegiare lo status quo invece delle competenze e se non verranno usati gli strumenti adeguati di programmazione e controllo che hanno impatto sulla valutazione dei dirigenti e degli uffici, allora il piano rimarrà un ennesimo esercizio di stile utile per i volenterosi, ma non sufficiente a far cambiare veramente l’Italia.















La condizione di un necessario controllo sull’effettivo sviluppo (od ev. ritaratura) del piano triennale è fondamentale: si tratta di applicare gli strumenti e l’organizzazione di program/project management usuale in tutte le grandi e sfidanti iniziative che si attivano nel mondo!
Ovviamente la banca dati nazionale delle performance ne costituisce un prerequisito: senza dati (affidabili) di piani dettagliati e relativi consuntivi (e stime a finire) non si fa controllo…
Ma AgID ci sta pensando? può anche utilizzare (volendo) il supporto del monitoraggio esterno, fortunamente reintrodotto nelle modifiche finali del nuovo CAD.
In 15 anni non ho visto un risultato raggiunto da AGID. Il piano triennale è un ottimo documento, non a caso c’ha messo le mani il gruppo di Piacentini, ma AGID non ha al suo interno le competenze per poterlo realizzare.
Istituzionalmente l’owner è l’AgID! Qui si sta parlando di gestione progetti (far fare) e non di fare…
Il nuovo CAD, grazie anche agli emendamenti proposti dalla Commissione Parlamentare dove presente l’on. Coppola, assegna ad AgID (art. 3, par. 2-c): “funzioni di valutazione, di monitoraggio e di coordinamento….e monitora l’esecuzione degli interventi e dei contratti suddetti; svolge attivita’ di monitoraggio dell’attuazione dei piani ICT delle pubbliche amministrazioni”, mentre di conseguenza la circ. AgID N. 4 del 15 dicembre 2016 prevede (artt. 3.2 e 7): il “SUPPORTO ALLE ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO DA PARTE DI SOCIETÀ ESTERNA”, alle quali sono affidabili i monitoraggi stessi: in queste ultime (nazionali ed internazionali) vi sono consolidate esperienze sulla qualità e controllo progetti ICT. Quindi non ci sono scuse sulle competenze!
A proposito di articolo 17 del CAD, da non perdere: https://www.youtube.com/watch?v=WbFFalBZsQM
L’unico con Coppola che dice sempre la verità.
Gli interventi di Attias sono delle coraggiose lezioni di management che tutti dovrebbero vedere. Ho sempre sperato che si instaurasse una stretta collaborazione tra l’onorevole Coppola e lui.