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eIDAS e wallet digitale europeo: dal quadro normativo ai modelli di business



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Gli atti implementativi del wallet digitale europeo sono in fase di approvazione, con scadenze importanti entro il 2027. La sostenibilità economica rimane cruciale, con opportunità di business nella gestione di attributi e pagamenti

Pubblicato il 10 mar 2025

Matteo Panfilo

Product Strategy Director Namirial



european digital wallet

L’evoluzione del quadro normativo europeo in materia di identità digitale sta raggiungendo una fase cruciale con la progressiva implementazione degli atti attuativi del regolamento eIDAS.

Il portafoglio digitale europeo (European Digital Identity Wallet) rappresenta una svolta epocale nell’ambito della gestione dell’identità e della certificazione elettronica, con implicazioni dirette sia per i cittadini che per le imprese. Tuttavia, l’implementazione del wallet pone anche interrogativi sulla sostenibilità economica e sui modelli di business adottabili per garantirne un utilizzo diffuso ed efficace.

Atti implementativi approvati e scadenze chiave

Il primo gruppo di atti implementativi è stato approvato il 21 novembre 2024 ed è entrato in vigore il 24 dicembre 2024. Questa data segna l’inizio di un conto alla rovescia per l’adozione delle successive misure normative, tra cui quelle previste per maggio 2025. Tra gli atti approvati si annoverano quattro atti implementativi che sono stati adottati per l’Articolo 5a “European Digital Identity Wallets”, richiesti dall’Art. 5a(23):

  • Per i requisiti dell’Art. 5a(4): riguardo ai dati di identificazione personale e agli attestati elettronici di attributi rilasciati ai Wallet di Identità Digitale Europea.
  • Per i requisiti dell’Art. 5a(8): riguardo all’integrità e alle funzionalità fondamentali dei Wallet di Identità Digitale Europea.
  • Per i requisiti dell’Art. 5a(18): riguardo alle notifiche alla Commissione relative all’ecosistema dei Wallet di Identità Digitale Europea.
  • Per i requisiti dell’Art. 5a(5): riguardo ai protocolli e alle interfacce da supportare nel quadro dell’Identità Digitale Europea.

Il quinto atto implementativo approvato riguarda la certificazione del Wallet EUDI, richiesto dall’Art. 5c(6) per i requisiti degli Art. 5c(1), (2) e (3) che stabilisce norme per l’applicazione del Regolamento (UE) n. 910/2014 riguardo alla certificazione dei Wallet di Identità Digitale Europea.

Inoltre, grazie alla pubblicazione di questo primo gruppo di atti, è stata fissata una scadenza chiave per il 24 dicembre 2027, entro la quale le aziende che già utilizzano la strong user authentication per l’identificazione online dovranno integrare il wallet nei propri processi.

Atti implementativi in fase di approvazione e consultazione

Questo obbligo si estende a settori chiave quali trasporti, energia, banche, servizi finanziari, sicurezza sociale, sanità, telecomunicazioni e istruzione.

Gli atti implementativi attualmente in attesa di approvazione, prevista entro marzo 2025 e recentemente posti in consultazione pubblica, regolano altri aspetti fondamentali del framework eIDAS, tra cui:

  • Registrazione delle relying parties (Articolo 5b(11)): definizione delle regole per la registrazione e certificazione delle relying parties, ovvero i siti web e le applicazioni che utilizzeranno il wallet per l’autenticazione.
  • Lista dei wallet certificati (Articolo 5d(7)): creazione dell’elenco ufficiale dei wallet provider a livello comunitario e regolamentazione delle loro interazioni con i meccanismi di identificazione.
  • Gestione delle violazioni di sicurezza (Articolo 5e(5)): norme per il trattamento degli incidenti di sicurezza legati al wallet.
  • Gestione degli attributi qualificati (Articoli 45d(5), 45e(2), 45f(6) e 45f(7)): regolamentazione dei processi di attribuzione e certificazione degli attributi qualificati.
  • Cross-border identity matching (Articolo 11a): regole per il riconoscimento e l’identificazione sicura dei cittadini per identificazioni cross-border.

A questi atti seguirà un terzo batch, che verosimilmente verrà posto in consultazione pubblica a marzo e successivamente approvato entro il 21 maggio 2025, per un totale di circa 20 nuovi atti. La consultazione dei primi due gruppi ha rappresentato un momento fondamentale per raccogliere il contributo di associazioni e stakeholder, tra cui Assocertificatori, l’associazione italiana che rappresenta i prestatori di servizi fiduciari e di certificazione qualificati, e le associazioni bancarie rappresentate da European Credit Sector Associations (ECSAs).

Questi feedback si rivelano estremamente preziosi non solo per affinare il quadro normativo, ma anche per comprendere gli impatti concreti del regolamento al di fuori delle stanze dei legislatori. Ascoltare il mercato consente di individuare le sfide pratiche che potrebbero emergere nella fase di implementazione e di adattare le misure regolatorie affinché risultino realmente efficaci e applicabili. Inoltre, il coinvolgimento attivo delle parti interessate garantisce una maggiore accettazione e adozione del sistema, facilitando la transizione verso il nuovo modello digitale e rafforzando la fiducia degli utenti e delle imprese.

Sfide di sostenibilità economica del wallet digitale europeo

La creazione del wallet comporta costi elevati e un numero limitato di provider certificati. La sostenibilità economica di questo ecosistema diventa dunque una questione centrale. L’equilibrio tra privacy, sicurezza e modelli di remunerazione è stato oggetto di intense discussioni durante la fase di negoziazione del regolamento eIDAS. In Italia conosciamo bene il problema visto quanto accaduto con il sistema pubblico di identità digitale SPID, e confidiamo che si possa trovare una soluzione sostenibile per il nuovo modello, che dovrà essere sostenuto strutturalmente ben oltre la fase finanziata dal PNRR

L’articolo 5a del regolamento stabilisce la non tracciabilità delle transazioni degli utenti nell’utilizzo degli attributi, limitando così le opportunità di monetizzazione. Tale principio si discosta dai modelli preesistenti di identità digitale adottati in Europa, come SPID e CIE in Italia, BankID nei paesi nordici e Itsme in Belgio e Olanda, che hanno permesso un bilanciamento tra privacy e sostenibilità economica attraverso la tracciabilità delle transazioni.

Tuttavia, il wallet europeo non si limiterà alla gestione dell’identità digitale, ma includerà anche l’uso di attributi e pagamenti, aprendo nuove possibilità di business.

Modelli di business e costi del wallet per utenti e imprese

Secondo quanto dichiarato dalla Commissione Europea:

  • L’uso del wallet per persone fisiche sarà gratuito e su base volontaria.
  • Le imprese potrebbero dover pagare per l’utilizzo dei servizi del wallet, a seconda del modello di business scelto dagli Stati membri.
  • Alcuni fornitori di servizi, come operatori telefonici o società di carte di credito, potrebbero essere chiamati a versare una tariffa per l’identificazione degli utenti tramite wallet.
  • La condivisione di documenti digitali potrebbe generare costi per i provider di tali documenti.

Chi paga per gli attributi?

La questione centrale riguarda la remunerazione della gestione degli attributi digitali, un tema cruciale che sta emergendo nei tavoli di standardizzazione ETSI. In particolare, si stanno esplorando nuove soluzioni per garantire un modello di sostenibilità che non comprometta i principi di privacy e sicurezza stabiliti dal regolamento eIDAS. Alcuni attributi, come i certificati di laurea, sono statici e utilizzati raramente, mentre altri, come la verifica dell’abilitazione professionale, sono dinamici e necessitano di aggiornamenti frequenti. Questo implica che il costo di gestione degli attributi possa variare significativamente in base alla loro natura e alla loro frequenza di utilizzo.

Nel contesto di ETSI, stiamo esplorando nuove modalità di monetizzazione degli attributi, proponendo soluzioni innovative che possano garantire un equilibrio tra accessibilità e sostenibilità economica per gli attori coinvolti. La sfida principale è trovare un modello che permetta di coprire i costi operativi senza gravare eccessivamente sugli utenti finali o sulle relying parties, preservando al contempo la fiducia e l’adozione diffusa del wallet digitale europeo.

La Commissione chiarisce che “alcuni certificati condivisi tramite il wallet potranno richiedere un pagamento al provider, analogamente a quanto avviene per i certificati cartacei”. Di conseguenza, il costo potrebbe ricadere sia sui cittadini che sulle relying parties a seconda del caso d’uso.

Il wallet nell’ambito aziendale e l’european business wallet

L’adozione del wallet in ambito aziendale rappresenta un’opportunità senza precedenti per riformare e modernizzare i processi amministrativi, semplificandoli e rendendoli più efficienti, come evidenziato nei report Draghi e Letta. Questo strumento innovativo, l’European Business Wallet, recentemente annunciato, ha il potenziale di rivoluzionare la gestione documentale delle imprese europee. Grazie alla sua implementazione, le aziende potranno accedere in modo più rapido e sicuro a servizi certificati, eliminando la necessità di ripetute verifiche cartacee e riducendo significativamente la burocrazia. L’interoperabilità tra i diversi attori economici e istituzionali permetterà di snellire i flussi documentali, riducendo tempi e costi operativi, contribuendo così alla competitività del mercato europeo.

Conclusioni

L’introduzione del wallet europeo segna un’importante evoluzione nel panorama dell’identità digitale, con sfide e opportunità che coinvolgono cittadini, imprese e istituzioni. I player più grandi si stanno già attivando per offrire soluzioni in grado di garantire interoperabilità e supportare i clienti per questa fase di transizione che sarà complessa e relativamente breve.

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