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Edtech, nuove opportunità per startup in Italia e in Ue: lo stato dell’arte e le prospettive

La scuola non sembra essere più adeguata alla società del XXI secolo, caratterizzata dalla complessità e dalla velocità. In questo scenario le startup, che spesso riescono a intercettare “oceani blu” di opportunità unendo competenze digitali avanzate sembrano i soggetti naturali per avviare la suddetta rivoluzione

Pubblicato il 30 Mag 2022

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Nonostante l’edtech – education technology – sia in circolazione da più di 20 anni, è solo a causa della pandemia che insegnanti e istituzioni sono stati costretti a ricorrere a questi strumenti e ad esplorarne limiti e potenzialità: a scuola, nell’istruzione superiore e professionale, tutti ma proprio tutti, hanno dovuto misurarsi con le tecnologie digitali, incluse le famiglie, maggiormente coinvolte nel seguire i figli nell’uso del digitale a supporto dell’educazione, soprattutto se con bambini fra i 3 e i 10 anni.

Questo è avvenuto in tutto il mondo nello stesso momento, cogliendo per la maggior parte governi e istituzioni impreparati culturalmente e poco attrezzati dal punto di vista tecnologico.

L’intelligenza artificiale al servizio dell’istruzione: educare tutti e meglio

Edtech: un settore in fortissima espansione

Un vuoto che si è rivelato una miniera d’oro per operatori privati e che fa oggi dell’edtech un settore in fortissima espansione in tutto il mondo: Coursera, la principale piattaforma di MOOC (Massive Open Online Course) ha debuttato in borsa nel 2021 con una valutazione superiore a 4 miliardi di dollari, Duolingo – l’app per imparare le lingue- vale 3,7 miliardi di dollari al Nasdaq e Udemy, che offre corsi di formazione tecnici è in forte crescita e si colloca anch’essa intorno ai 4 miliardi di dollari di valore.

Non va sottovalutato l’impatto dell’edtech anche sull’apprendimento continuo: la formazione professionale continua, richiede investimenti in upskilling e reskilling per adeguare le competenze dei lavoratori ai nuovi processi produttivi; inoltre, le competenze digitali, che sono definite “life skill” dall’Unione Europea, sono competenze necessarie per la vita e rendono la platea di potenziali destinatari di servizi di educazione e formazione non formale e informale ancora più ampia.

Rivoluzionare l’educazione è uno dei mantra più diffusi: la scuola non sembra essere più adeguata alla società del XXI secolo, caratterizzata dalla complessità e dalla velocità. Le tecnologie digitali sembrano poter realizzare la promessa di un apprendimento personalizzato anche se di massa, favorendo l’inclusione, riducendo le difficoltà per chi non ce la fa e aumentando le opportunità per chi è più dotato. In questo scenario le startup, che spesso riescono a intercettare “oceani blu” di opportunità unendo competenze digitali avanzate sembrano i soggetti naturali per avviare la suddetta rivoluzione.

Gli unicorni edtech

Secondo HolonIQ ad aprile 2022 ci sono 33 unicorni edtech nel mondo, ovvero 33 startup con un valore stimato superiore al miliardo: negli ultimi dieci anni hanno raccolto più di 28 miliardi di investimenti e il loro valore complessivo supera i 100 miliardi. Per avere un parametro di riferimento secondo il report di PWC sono 78 gli unicorni nel settore climatico – che include mobilità, agricoltura, produzione di beni e servizi per un valore complessivo di 87,5 miliardi. HolonIQ prevede inoltre che entro il 2025 la spesa per l’uso di tecnologie digitali nell’educazione arriverà a 404 miliardi di dollari: gli investimenti dei venture capitalist raddoppieranno dagli 8,2 miliardi di dollari ai 16 miliardi del 2028.

Gli unicorni edtech sono quasi tutti concentrati fra Stati Uniti, Cina e India che sono le nazioni che più hanno investito in questi settori: la più grande si chiama Byju’s, startup indiana fondata nel 2011 ha raccolto 6,3 miliardi in 23 round di investimento ed è valutata circa 40 miliardi, offre lezioni online adatte dai 3 ai 15 anni, ai suoi 175 milioni di iscritti. Fra i 33 già menzionati, compare una sola startup europea: GoStudent che si occupa di ripetizioni online. La sede principale è in Austria, ha raccolto più di 300 milioni nell’ultimo round, impiega complessivamente 1500 dipendenti e 14 mila tutor e ha aperto due sedi in Italia, a Roma e Milano.

L’interesse per l’edtech, i suoi modelli di business e gli attori principali è testimoniato anche dal recente lancio del MOOC Introduction to EdTech, disponibile gratuitamente su Coursera, promosso da Supercharger Ventures e la Business School EDHEC: uno dei concetti che sono reiterati all’inizio del corso è che edtech è l’ecommerce di domani.

Il panorama italiano

L’Italia si colloca attualmente al dodicesimo posto in Europa per investimenti in VC con 3,6 miliardi raccolti in 5 anni, grazie a fondi come CDP Venture Capital, il Fondo Nazionale Innovazione, Enea Tech per il trasferimento tecnologico e il Recovery fund. In Italia, secondo l’ultimo monitoraggio del MISE (marzo 2022) riferito al quarto trimestre 2021, sono “14077 le Startup innovative iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese con un capitale sociale in aumento rispetto al terzo trimestre (+24,5 milioni di euro, +2,68%), attestatosi in media a circa 65 mila euro a impresa”.

Matteo Bagnato, consulente Edtech, ha raccolto e catalogato in una mappa reperibile su DealRoom le circa 150 startup EdTech attive in Italia nel 2022 e dichiara “Con startup EdTech intendiamo realtà che innovano il mondo dell’istruzione e/o della formazione, quindi includendo sia K12 che Università che Corporate Learning e Consumer Learning. Fra queste un terzo sono a Milano, quasi una su cinque a Roma, e più di una su dieci a Torino.”

Fra queste, segnaliamo Develhope, startup palermitana che organizza corsi per diventare programmatori che saranno pagati al primo impiego. La startup ha incassato un round da 2 milioni attraverso il Fondo Italia Venture II – Fondo Imprese Sud di CDP Venture Capital. Un modello simile a quello di EPIC code che nel 2021 ha chiuso un round da 1 milione di euro.

Alcune grandi imprese acquisiscono startup edtech per rafforzare la presenza sul panorama internazionale: Zucchetti per il suo progetto Human Revolution, ha acquisito Beaconforce, Fluida e EGG, per la gestione innovativa del personale, la valutazione e il miglioramento delle competenze trasversali; Alphatest ha rafforzato la sua posizione sui test di ingresso all’università e le specializzazioni professionali in ambito programmazione e legale, grazie all’acquisizione di 700+ Club, Boolean Careers e le Scuole di Raffaele Viggiani.

Zanichelli Venture ha una politica di investimento e affiancamento verso le startup con un potenziale di innovazione per l’educazione scolastica e ha nel suo portfolio imprese di tutto il mondo, che offrono soluzioni per l’apprendimento adattivo, linguistico, STEM.

P101 che nel nome si ispira al primo calcolatore da tavolo dell’Olivetti, è un fondo specializzato in “investimenti early stage nel digitale” e ha 4 imprese nel suo portfolio education: 4book di Marco Montemagno, Codemotion, Osteocom (piattaforma per la formazione dei dentisti) e Weschool di Marco De Rossi, che durante la pandemia ha offerto la propria piattaforma gratuitamente alle scuole italiane.

Gli hub edtech italiani ed europei

Incubatori e acceleratori offrono servizi e accompagnamento nelle fasi iniziali della vita delle startup. Negli ultimi mesi anche l’Italia può contare su due acceleratori specializzati in edtech, FuturED a Treviso e NextEdu a Torino.

NextEdu vede la partecipazione di OGR Torino, Fondazione Sviluppo e Crescita di CRT e xEdu, incubatore finlandese, leader dell’edtech che ha all’attivo 72 startup accelerate. Le candidature del primo round si sono chiuse il 18 marzo 2022 e la prossima scadenza è prevista a novembre.

FuturED è il primo hub di innovazione dedicato al mondo dell’educazione partecipa al programma della Rete Nazionale Acceleratori CDP ed è ospitato presso HFarm Campus, in partnership con il Dipartimento di Management, Università Ca’ Foscari Venezia, in qualità di advisor scientifico e al contributo di partner industriali quali Angelini Academy – la corporate academy del gruppo Angelini –, Cisco, Istituto Europeo di Design (IED) e Vodafone Italia. Il programma prevede l’accelerazione di 30 startup in 3 anni che offrano programmi innovativi e tecnologie all’avanguardia per la didattica ed in generale per la formazione digitale dedicata a tutte le fasce d’età, dai bambini e gli adolescenti, fino agli adulti nel mondo del lavoro e pensionati, per la formazione continua. Le aree di interesse sono la formazione scolastica (dalla scuola dell’infanzia a quella superiore), formazione universitaria (formazione post diploma, università, master), formazione aziendale e formazione continua. A settembre 2021 ha lanciato la prima call con cui ha selezionato 8 startup in ambito educativo e scolastico, di cui il 50% (4 startup su 8) hanno come founder una donna. Il 26 maggio ci sarà il primo demoday, che vedrà la partecipazione di due donne protagoniste del mondo edtech: Svenia Busson, Founder di Edtech France e European Edtech Alliance, che sta costruendo un nuovo fondo Edtech VC per supportare gli imprenditori europei più promettenti e Donatella Solda Direttore di FEM (Future Education Modena), co-founder di Wonderful Education srl e di EdTech Italia.

Per Silvia Mion direttrice del FuturEd una startup interessata a fare parte del programma di accelerazione: “dovrebbe chiarire quale problema sta risolvendo, farne emergere l’urgenza e soprattutto evidenziare come il team sia quello giusto per risolvere quel problema. Sembrano considerazioni generiche e ripetute, ma ancora tante startup si concentrano solo sulla soluzione oppure sviluppano prodotti educativi senza avere le giuste competenze pedagogiche o conoscere il proprio cliente.” Partecipare al programma offre diversi vantaggi, di cui quello più evidente consiste nel ricevere un finanziamento e Elena Scolari aggiunge “l’opportunità di entrare in contatto con i partner e la scuola di H-FARM per testare la loro soluzione oppure il network di mentor ed esperti con i quali lavorano e si confrontano. Il vantaggio che poi le startup scoprono durante il nostro programma è la relazione che viene creata con i loro buddies (i punti di riferimento di H-FARM che li accompagnano durante tutto il percorso) e la relazione con le altre startup.”

EdTech Italia al via

European EdTech Alliance (EEA) riunisce 2640 imprese aderenti ai 25 hub europei (il nord Europa ha fatto da apripista) e ha l’obiettivo di sostenere politiche per l’edtech europeo sul mercato globale, attraverso la raccolta di buone pratiche, la creazione di reti e di opportunità per le start-up. Attraverso il sito si raggiungono i vari hub e fondi europei che offrono opportunità di accelerazione e scale-up come Supercharger Venture che attraverso un questionario online, permette una prima autovalutazione per verificare i propri requisiti.

EEA ha appena pubblicato la mappa europea dell’edtech mentre a marzo ha lanciato una call per raccogliere tutte le iniziative educative a sostegno dell’Ucraina, quali contenuti didattici, piattaforme e altri servizi; per l’Italia ad esempio è presente il libro Benvenuti ABC un’app vocabolario a cura di Pubcoder che dal 2015 è destinata all’accoglienza delle vittime più piccole di guerre, carestie, rivoluzioni, ora disponibile anche in lingua ucraina.

Edtech Italia è la nuova associazione che riunisce startup e scaleup che vogliono migliorare l’istruzione e la formazione in Italia. Rappresenta il ramo italiano di Edtech Europe Alliance e intende promuovere le imprese edtech italiane nel mondo e rappresentare gli interessi del settore di fronte alle istituzioni pubbliche. Per saperne di più è possibile consultare questa presentazione.

I finanziamenti europei

Un’ulteriore opportunità per le startup è rappresentata dai programmi di finanziamento dell’UE. Horizon Europe è il principale programma di finanziamento dell’UE per la ricerca e l’innovazione con un budget di 95,5 miliardi di euro, che include i 5,4 miliardi per il piano di ripresa Next Generation EU. È il più grande programma transnazionale di ricerca e innovazione al mondo. Finanzia attività di ricerca e innovazione attraverso inviti a presentare proposte aperti e competitivi. Horizon Europe include il Consiglio Europeo per l’Innovazione (European Innovation Council – EIC) che ha un programma di investimento per le startup pari a 1,7 miliardi di euro nel 2022. Il programma prevede azioni diverse sulla base del TRL (Technology Readiness Level) dei progetti: Pathfinder, Transition e Accelerator. Le call sono rivolte a iniziative di ricerca con potenzialità di diventare tecnologie scalabili e possono essere aperte o a tema. Fra le call appena concluse, lacall Pathfinder a tema aperto ha ricevuto domande per 2,6 miliardi rispetto ad una dotazione di 183 milioni da parte di università e centri di ricerca e enti privati (questi ultimi erano il 27% di cui il 69% PMI). Decisamente meno affollata la call Transition con 143 proposte sulla call a tema aperto e 22 sui temi specifici per un totale richiesto di circa 478 milioni.

Conclusioni

La Cina da luglio 2021 ha adottato severe restrizioni per i servizi di tutoraggio online. Le lezioni online sono limitate a sessioni di 30 minuti e non posso svolgersi dopo le 21:00, durante i fine settimana e le vacanze scolastiche. Le aziende che offrono servizi di istruzione nelle materie principali dovranno registrarsi come organizzazioni senza scopo di lucro e non potranno più raccogliere capitali di investimento tramite IPO o pubblicizzare i propri programmi: una misura cautelativa in una cultura dove la competizione scolastica assume livelli preoccupanti. Se l’edtech è il nuovo ecommerce, servono anche in questo caso azioni che promuovano lo sviluppo di servizi innovativi, che adottino modelli pedagogici e tutelino gli apprendenti di ogni età.

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