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Processo telematico, verso il deposito centralizzato: cosa sapere



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Si entra nel vivo dell’approfondimento dell’Atto Senato numero 558 che prevede una proposta di legge per rivedere il processo telematico: il focus è sulla centralizzazione del deposito telematico dei documenti e degli atti giudiziari

Pubblicato il 11 mar 2025

Francesco Oliverio

Avvocato Qlt Law&Tax



giudici con l'IA

La giustizia italiana continua il proprio percorso verso la digitalizzazione con l’Atto Senato numero 558, attualmente in discussione presso la Commissione Giustizia di Palazzo Madama. Infatti, in questi giorni l’Associazione nazionale magistrati ha portato l’argomento sul tavolo durante le interlocuzioni con il Governo. Si entra dunque nel vivo dell’approfondimento della proposta di legge, che mira a potenziare e rendere più efficiente il processo telematico.

L’impatto del processo telematico sul sistema giustizia

Il processo telematico è uno strumento chiave per velocizzare i procedimenti giudiziari e ridurre il carico burocratico che pesa su tribunali e professionisti del settore oltre che – ovviamente – sui cittadini. L’iniziativa legislativa si inserisce nel più ampio piano di transizione digitale della Pubblica Amministrazione, in linea con gli obiettivi del PNRR.

Cosa prevede la proposta di legge sul processo telematico

Il Provvedimento all’esame del Senato, che si compone di cinque articoli, mira consolidare e potenziare il processo telematico attraverso la creazione di una Piattaforma Unica per il deposito, la gestione e la consultazione degli atti processuali in ambito civile, penale, amministrativo e tributario.

L’elemento cardine della riforma, dunque, è l’istituzione di un sistema centralizzato per il deposito e la gestione degli atti processuali, che supererà l’attuale frammentazione tra i diversi sistemi telematici in uso nei vari rami della giustizia. Allo stato, infatti, il Processo Civile Telematico (PCT), il Processo Amministrativo Telematico (PAT) e il Processo Tributario Telematico (PTT) operano su piattaforme separate, con differenti modalità di accesso, deposito e gestione degli atti e dei fascicoli. Il settore penale, invece, è ancora largamente ancorato alla documentazione cartacea, con alcune recenti aperture verso la digitalizzazione (ad esempio, il Portale del Deposito Atti Penali introdotto con il D.L. n. 137/2020).

Gli obiettivi della riforma

L’obiettivo della riforma, pertanto, è quello di centralizzare tutte le attività di deposito, consultazione e gestione telematica di tutti gli atti processuali in un’unica interfaccia sì da superare la frammentazione corrente, migliorando l’efficienza, la sicurezza e l’accessibilità del sistema giudiziario, un po’ come avviene in Francia ove, ad esempio, il Portail du Justiciable permette a cittadini e avvocati di seguire i procedimenti online e su un’unica piattaforma.

Modalità di deposito

Gli obiettivi di una maggiore tutela del diritto alla difesa, poi, passano anche attraverso le modalità di deposito. La proposta di legge, infatti, prevede che il caricamento degli atti processuali sulla Piattaforma avvenga tramite upload e che, una volta caricato il file, la stessa rilasci una ricevuta digitale univoca, con marca temporale e codice identificativo, che sarà l’unico riferimento valido per attestare l’avvenuto deposito. In caso di esito negativo, invece, il sistema provvederà a generare un messaggio di mancata consegna.

Quest’ultimo profilo, per quanti siano abituati ad operare con gli attuali sistemi di giustizia telematica (eccezion fatta per il PAT che, sotto questo profilo, rappresenta certamente un esempio virtuoso) è sicuramente molto rilevante: verranno meno, infatti, le attuali incertezze legate alla trasmissione degli atti via PEC, garantendo una maggiore certezza giuridica e riducendo il contenzioso su questioni formali legate al deposito.Inoltre,il caricamento dei file tramite upload consentirà di superare anche le criticità legati ai limiti dimensionali delle PEC: la piattaforma, infatti, potrà gestire file di grandi dimensioni senza necessità di suddividerli in più invii, semplificando così la trasmissione di documenti complessi.

Digitalizzazione degli atti processuali

La proposta di legge, poi, avrebbe come diretta conseguenza quella di digitalizzare (definitivamente) gli atti processuali, a scapito della produzione cartacea che ancor oggi (incredibilmente) è centrale in alcuni segmenti del nostro sistema di giustizia, contribuendo così alla riduzione dei così costi e tempi di gestione e, non ultimo, ad una maggiore sostenibilità ambientale. Lo scopo della riforma al vaglio del Senato è certamente ambizioso e quanto mai necessario: il sistema digitale della nostra giustizia è, infatti, altamente insufficiente e ancora molto lontano dagli standard europei.

Processo telematico, cybersecurity e formazione

Per la completa digitalizzazione del nostro sistema di giustizia, però, sarà importante che il legislatore si faccia carico di alcune importanti sfide quali, ad esempio, la necessità di garantire la sicurezza informatica e la necessità di formazione continua per magistrati, avvocati e cancellieri, affinché questi possano sfruttare al meglio gli strumenti digitali. Quest’ultimo punto non deve esser sottovalutato: le ultime evoluzioni normative del sistema digitale della giustizia penale, stanno dimostrando che l’assenza pressoché totale di formazione e conoscenza delle piattaforme digitali da parte degli operatori, renda del tutto inutili gli sforzi (anche economici) di implementare i sistemi digitali.

Lo scenario europeo

Non è un caso se in molti paesi europei, come Francia e Germania, la digitalizzazione della giustizia sia stata accompagnata da programmi obbligatori di formazione per tutti gli operatori giudiziari. Sarà importante, dunque, adottare un approccio graduale e con un adeguato piano di transizione idoneo a supportare l’evoluzione del sistema. Ed infatti, sebbene la riforma rappresenti un passo avanti fondamentale, il legislatore non può sottovalutare la necessità di garantire la tutela del diritto (costituzionale) alla difesa e, pertanto, l’auspicata gradualità sarà necessaria per garantire che la digitalizzazione non comprometta i diritti delle parti.

I prossimi passi

Nei prossimi mesi sarà fondamentale monitorare l’iter legislativo e i decreti attuativi, valutando la capacità della nuova piattaforma di garantire prestazioni elevate, sicurezza e accessibilità. Solo con un’implementazione efficace e una gestione proattiva delle criticità, questa innovazione potrà tradursi in un reale progresso per l’efficienza della giustizia italiana e consentire al nostro paese di stare al passo con le sfide digitali che, ad oggi, non sono più rinviabili.

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