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Cloud e AI, imprese italiane a un bivio: servono competenze e fiducia



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Il 93% delle aziende italiane considera il Cloud una priorità, mentre l’adozione dell’AI raggiunge il 77%. I principali ostacoli sono la carenza di competenze specialistiche e la necessità di creare un framework etico per l’utilizzo responsabile

Pubblicato il 20 mag 2025

Rodolfo Falcone

Country Manager Red Hat Italia



cloud europa cloud ai e imprese

Cloud computing e intelligenza artificiale in Italia stanno ridefinendo il panorama competitivo delle aziende. Con un tasso di adozione del cloud del 93% tra i responsabili IT e dell’AI del 77% nelle imprese, il paese si posiziona tra i più avanzati in Europa.

Permangano però sfide significative legate alle competenze specialistiche e alla gestione etica delle nuove tecnologie.

La sfida della trasformazione digitale in Italia

L’Italia si trova di fronte a una sfida epocale: cavalcare l’onda della trasformazione digitale, guidata da Cloud Computing e Intelligenza Artificiale, o rischiare di rimanere indietro rispetto ai competitor internazionali. Le tecnologie ci sono, l’interesse anche, ma servono visione strategica, investimenti mirati e un cambio di passo culturale per cogliere appieno le opportunità di questa nuova era.

Un recente studio Red Hat, condotto su un campione di responsabili IT di grandi aziende italiane, evidenzia come il Cloud sia ormai una priorità assoluta per il 93% degli intervistati. Non si tratta più solo di efficientare i processi aziendali o ridurre i costi, ma di abilitare nuovi modelli di business basati su flessibilità, scalabilità e velocità di implementazione.

L’impatto dell’intelligenza artificiale sui settori chiave in Italia

In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale emerge come un vero e proprio game-changer.

L’Italia, con un tasso di adozione del 77% nelle imprese, si posiziona tra i paesi europei più avanzati in questo ambito secondo l’EY Italy AI Barometer, che ci piazza solo dopo Spagna (84%) e Svizzera (82%). I benefici sono evidenti in diversi settori: dalla finanza al retail, dalla sanità all’industria manifatturiera, l’AI promette di rivoluzionare i processi decisionali, ottimizzare l’utilizzo delle risorse e creare nuovi prodotti e servizi.

Competenze e fiducia: i principali ostacoli all’adozione di cloud e AI

Nonostante l’entusiasmo per le potenzialità di Cloud e AI, permangono alcune criticità. La ricerca evidenzia come la carenza di competenze specialistiche rappresenti un ostacolo significativo per l’80% dei responsabili IT intervistati da Red Hat.

Data Scientist, esperti di Machine Learning, Cloud Architect: sono solo alcune delle figure professionali sempre più richieste dal mercato, ma difficili da reperire.

Un altro aspetto cruciale riguarda la fiducia. L’88% dei responsabili IT considera la preparazione all’adozione dell’AI come un elemento centrale della propria strategia Cloud, ma il 94% sottolinea l’importanza di poter contare su modelli di AI trasparenti, modificabili e con fonti spiegabili. La questione etica, legata all’utilizzo responsabile e consapevole dell’AI, assume quindi un’importanza centrale.

L‘approccio collaborativo per superare le sfide del cloud e dell’AI

Affrontare queste sfide richiede un cambio di passo culturale e un approccio collaborativo. Le aziende devono investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze digitali, sia internamente che attraverso partnership strategiche con università e centri di ricerca.

Implementare una strategia di intelligenza artificiale non si riduce alla semplice scelta di un modello; le aziende tecnologiche devono disporre delle competenze interne per mettere a punto i modelli per i loro casi d’uso specifici e affrontare i costi significativi associati all’implementazione dell’AI.

Open source come leva per democratizzare cloud e AI

Allo stesso tempo, è fondamentale promuovere un ecosistema aperto e inclusivo, in cui aziende, istituzioni e cittadini possano dialogare e lavorare insieme per definire un framework etico per l’utilizzo dell’AI. Ed è proprio in questo contesto che l’open source può giocare un ruolo chiave.

La natura stessa dell’open source, basata sulla condivisione della conoscenza e sulla collaborazione aperta, facilita la creazione di un ecosistema digitale più inclusivo e democratico.

Come evidenziato dalla ricerca Red Hat, l’open source non è solo una filosofia, ma un modello di sviluppo che offre alle aziende vantaggi concreti per competere a livello globale. In un mercato in rapida evoluzione, la capacità di accelerare l’innovazione è fondamentale, e per oltre la metà delle organizzazioni italiane (57%) l’open source consente alle aziende di adattare e implementare nuove tecnologie più velocemente, riducendo il time-to-market e cogliendo nuove opportunità. Allo stesso tempo, l’open source enterprise consente di ridurre i costi (come conferma il 51% dei manager IT italiani), liberando risorse da investire in innovazione e sviluppo.

Sicurezza e conformità negli ambienti cloud ibridi

La flessibilità e l’indipendenza nel panorama Cloud offerte dall’open source in ambito enterprise sono cruciali in un panorama tecnologico in continua evoluzione.

Tuttavia, in un contesto dove la sicurezza informatica è una priorità assoluta (come indicato dall’82% dei manager IT in Italia), la sola adozione di un approccio DevSecOps e la formazione di esperti in sicurezza non è sufficiente.

Le organizzazioni devono affrontare le incongruenze in termini di sicurezza e conformità tra i diversi provider di cloud, una sfida evidenziata dal 62% degli intervistati. Devono inoltre considerare la crescente complessità della protezione degli ambienti cloud ibridi e sfruttare l’ecosistema che circonda le tecnologie open source aziendali per accedere a una gamma più ampia di soluzioni preintegrate e certificate, nonché a una rete di partner esperti in grado di offrire supporto e indicazioni specializzate. Questo approccio è essenziale per navigare nell’evoluzione del panorama delle minacce e garantire la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture critiche.

Modelli specifici di dominio: il futuro dell’IA generativa in Italia

Inoltre, sebbene i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) offrano un potenziale per l’AI generativa, le sfide in termini di complessità, costi e consumo energetico hanno portato a un crescente interesse per un approccio più pratico ed efficiente. Di conseguenza, l’84% dei responsabili IT italiani considera i modelli specifici di dominio un fattore importante nel determinare la propria fiducia in un modello aziendale per l’AI generativa. Questi modelli, addestrati su set di dati specifici per scopi specifici, offrono un approccio più mirato e gestibile allo sviluppo e all’implementazione dell’AI, affrontando anche le preoccupazioni relative alla sostenibilità dell’AI e all’uso responsabile, che sono fondamentali per l’88% dei responsabili IT in Italia.

Partecipando attivamente alle community open source, investendo nella formazione e in un ecosistema di partner e adottando un approccio domain-specific, le aziende italiane possono contribuire a costruire un futuro digitale più forte, innovativo e sostenibile. Il momento di agire è adesso.

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