Il blocco USA ai semiconduttori ha spinto la Cina verso l’innovazione per aggiramento, focalizzata sulla quantità, il networking ottico e la co-ottimizzazione hardware-software per l’IA.
Ora lo vediamo in tutti i suoi effetti.
Indice degli argomenti
Il piano della Cina in cinque anni per l’autosufficienza tecnologica
Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha appena formalizzato l’obiettivo di autosufficienza tecnologica nel 15esimo Piano Quinquennale (2026-2030), con l’intenzione di “affrontare le tecnologie chiave fondamentali”. Nonostante le aziende cinesi guadagnino quote di mercato nelle apparecchiature (SME) e nel packaging avanzato, la litografia EUV resta un ostacolo insormontabile.
I produttori di chip cinesi stanno attuando una strategia di innovazione ingegnosa per aggirare le restrizioni americane. Infatti, la “guerra dei microchip”, scatenata dalle restrizioni statunitensi a partire dal 2018, non ha bloccato l’industria cinese dei semiconduttori, ma ne ha catalizzato la risposta strategica: l’innovazione per aggiramento.
Questo approccio è ora ufficialmente sancito come missione nazionale nel Comunicato della Quarta Sessione Plenaria del 20^ Comitato Centrale del PCC (ottobre 2025), che ha posto come obiettivo primario per il 15^Piano Quinquennale (2026-2030) il “miglioramento significativo dell’autosufficienza e dell’autorafforzamento scientifico e tecnologico di alto livello” e la costruzione di un sistema industriale moderno con la produzione avanzata come spina dorsale.
Stack AI autosufficiente
La Cina punta a costruire un intero “stack tecnologico” di Intelligenza Artificiale (IA) autosufficiente, una visione perfettamente allineata alla roadmap “Intelligent World 2035” di Huawei, che prevede un aumento di 100.000 volte della potenza di calcolo e l’evoluzione dell’IA in sistemi onnipresenti, capaci di controllo su infrastrutture critiche e di guerra cognitiva. La strategia compensa il gap nella qualità dei chip di fascia alta con la quantità, l’efficienza sistemica (CloudMatrix 384 e networking ottico) e l’ottimizzazione hardware-software.
Nonostante la litografia EUV (ASML) rimanga il “tallone d’Achille”, l’indigenizzazione delle apparecchiature (SME) avanza (NAURA, Hwatsing, Silan Microelectronics), con l’obiettivo di “affrontare le tecnologie chiave fondamentali”.
Le ambizioni cinesi di raggiungere il 70% di autosufficienza entro il 2028 sono accelerate dal ruolo di Huawei come protagonista strategico della politica di “fusione civile-militare” di Pechino, con l’azienda direttamente coinvolta nella stesura di quadri normativi statali come l’“AI Safety Governance Framework 2.0“.
Le dichiarazioni del CEO di Nvidia, Jensen Huang, che ha definito le restrizioni un “errore” dopo aver visto la quota di mercato dell’azienda azzerarsi in Cina, evidenziano la tensione tra le politiche di sicurezza statunitensi e le pressioni del mercato globale, una tensione che si riflette nella continua ricerca di alleanze (Nvidia con i fornitori coreani di HBM) e nella determinazione cinese di costruire un’alternativa tecnologica completa.
Il contesto geoeconomico: l’embargo come catalizzatore strategico e la nuova direzione del PCC
La tensione commerciale e tecnologica tra Stati Uniti e Cina si è cristallizzata nella “guerra dei microchip”, iniziata con le prime restrizioni all’esportazione durante l’amministrazione Trump e inaspritesi con Biden. Questo embargo high-tech non è un mero scontro commerciale, ma un tentativo di limitare le ambizioni della Cina nel costruire un’industria di chip avanzata e autosufficiente, con chiare implicazioni per la sicurezza nazionale e il dominio tecnologico globale.
L’effetto principale di queste restrizioni, tuttavia, è stato quello di spronare la Cina, anziché rallentarla. La leadership cinese spera che le sue aziende possano replicare in ambito hardware ciò che è stato realizzato nel software: innovare aggirando i limiti imposti. L’esempio di DeepSeek, che ha rilasciato un modello di IA competitivo utilizzando solo una frazione della potenza di calcolo dei rivali occidentali, è la prova che l’ingegneria e l’ottimizzazione possono compensare la potenza bruta.
La visione strategica di Huawei: Intelligent World 2035
Questa strategia di innovazione forzata trova la sua massima espressione nella visione a lungo termine di Huawei, formalizzata nella roadmap “Intelligent World 2035”. L’evoluzione di Huawei da gigante delle telecomunicazioni a protagonista globale nell’Intelligenza Artificiale e nel calcolo avanzato non è un fenomeno puramente commerciale, ma una componente strategica della politica di “fusione civile-militare” di Pechino.
I report di “Intelligent World 2035” non sono semplici previsioni tecnologiche, ma una vera e propria dottrina geoeconomica mirata a creare una superstruttura tecnologica globale. Le tendenze tecnologiche identificate da Huawei non sono solo obiettivi commerciali, ma potenziali strumenti per rafforzare il potere statale. Queste includono:
- General Artificial Intelligence (AGI). L’AGI che “entra nel mondo fisico” è concepita come un’entità in grado di interagire e controllare infrastrutture critiche, inclusi sistemi di comando autonomi e robotica militare.
- AI Agents. L’evoluzione di semplici strumenti in “partner decisionali” si traduce in sistemi di intelligence e potenziali sistemi d’arma autonomi, capaci di analizzare in autonomia massicce quantità di dati.
- New Computing Paradigms. La previsione di un aumento di 100.000 volte della potenza di calcolo entro il 2035 è la base per la modellazione di scenari di conflitto, la crittografia, la decrittazione e l’operatività di geosistemi su larga scala.
- Internet of Intelligent Entities. La transizione verso una rete onnipresente e onnisciente, se costruita sulla tecnologia Huawei, conferirebbe un controllo strategico sull’infrastruttura digitale globale.
Il ruolo strutturale di Huawei nella governance statale
La partecipazione di Huawei è strutturale. L’azienda è direttamente inclusa tra le entità che hanno contribuito alla stesura dell’“AI Safety Governance Framework 2.0”, un documento redatto sotto la guida della Cyberspace Administration of China. Questo framework non si limita a questioni tecniche, ma delinea esplicitamente rischi legati a un’agenda dual-use, sia militare che commerciale, riconoscendo il potenziale dell’IA per la proliferazione di armi nucleari, biologiche e chimiche e per la guerra cognitiva, inclusa l’interferenza negli affari interni di altri Paesi tramite social bots.
La corsa per l’autonomia AI è guidata da Huawei, che coordina oltre 2.000 aziende per il 70% di autosufficienza entro il 2028. L’ottimismo espresso dal fondatore Ren Zhengfei riflette la fiducia nelle “recenti scoperte” e nel sistema integrato che si sta costruendo.
Questo modello, che confonde il confine tra profitto aziendale e obiettivi statali, è cementato dalla Legge Nazionale sull’Intelligence (NIL) cinese, che obbliga ogni organizzazione a cooperare con gli apparati di intelligence statali. Questa minaccia strutturale giustifica le sanzioni statunitensi e i divieti globali sulle reti 5G, poiché la competizione per il dominio tecnologico si traduce in un confronto diretto per il controllo delle infrastrutture digitali del futuro. Lo stesso Framework 2.0 denuncia apertamente che “certi Paesi” stiano usando “misure coercitive unilaterali, come barriere tecnologiche e controlli sulle esportazioni,” per “danneggiare malignamente la catena di fornitura globale dell’IA”.
Il mandato del 15esimo Piano quinquennale della Cina
La strategia di innovazione è ora ufficialmente sancita dal Comunicato della Quarta Sessione Plenaria del 20esimo Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, tenutasi a Pechino il 23 ottobre 2025. Il Comunicato non solo ha pienamente confermato la linea dell’Ufficio Politico e del Segretario Generale Xi Jinping, ma ha anche approvato la “Proposta del Comitato Centrale del PCC sulla formulazione del 15esimo Piano Quinquennale (2026-2030)“.
Quest’ultimo è definito un “periodo critico per il consolidamento delle fondamenta e la piena realizzazione della modernizzazione socialista”. Tra i principali obiettivi, spicca l’impegno a “conseguire risultati significativi in uno sviluppo di alta qualità” e a “migliorare significativamente l’autosufficienza in ambito scientifico e tecnologico”, rafforzando l’“innovazione originale e affrontare le tecnologie chiave fondamentali”. Questa missione è centrale per accelerare la costruzione di un nuovo modello di sviluppo e per promuovere il grande ringiovanimento della nazione cinese con la modernizzazione in stile cinese.
Il divario qualitativo dei chip e il “multi-patterning” forzato
Il punto di partenza della competizione si trova nei chip stessi. I dati indicano che la prestazione media dei chip di intelligenza artificiale cinesi si attesta intorno ai 114 teraflop, significativamente inferiore rispetto ai concorrenti americani. Il chip di punta di Huawei, l’Ascend 910C, offre 800 teraflop, un valore che impallidisce di fronte ai 2.500 teraflop del B200, il prodotto di fascia alta di Nvidia.
La causa principale di questo divario risiede nella difficoltà di produzione di chip con transistor minuscoli, un processo che negli ultimi cinquant’anni ha rappresentato il modo più affidabile per aumentarne la velocità. La capacità di produrre chip con transistor all’avanguardia è limitata a pochissime aziende globali: Samsung Semiconductor, TSMC e, in parte, Intel. A causa delle pressioni statunitensi, le fonderie più avanzate di TSMC sono precluse ai clienti cinesi, costringendoli a rivolgersi a produttori nazionali come SMIC (in parte di proprietà statale) e agli impianti di produzione gestiti direttamente da Huawei.
La litografia: il muro EUV e l’escamotage DUV
Le fabbriche di chip dipendono da macchine utensili avanzate per la litografia, che utilizzano la luce per incidere i circuiti. L’industria globale si basa sulla luce ultravioletta estrema (EUV) con una lunghezza d’onda di 13,5 nanometri, tecnologia prodotta in esclusiva dall’olandese ASML. A causa delle restrizioni, ASML non può vendere queste macchine ai produttori cinesi.
L’unica opzione per i produttori come SMIC è spingere al limite i vecchi sistemi a “ultravioletti profondi” (DUV), che utilizzano luce a 193 nm. La tattica adottata è il “multi-patterning”: invece di esporre un wafer alla sorgente luminosa una sola volta, il processo viene ripetuto più volte per incidere dettagli più fini.
Sebbene il multi-patterning sia un brillante escamotage ingegneristico, comporta dei costi: aumenta i costi, rallenta drasticamente la produzione e riduce la resa (la percentuale di chip privi di difetti). Per la Cina, l’autosufficienza prevale sull’efficienza, ma la maggior parte degli analisti concorda sul fatto che il DUV ha limiti fisici insuperabili per la produzione su larga scala dei chip più avanzati. Di conseguenza, il dominio nella litografia rimane il tallone d’Achille della Cina con il campione nazionale SMEE che detiene solo un modesto 4% del mercato litografico i-line per chip legacy.
La strategia del potenziamento di sistema: quantità su qualità
Essendo in ritardo sulla qualità del singolo chip, la Cina sta attuando una strategia basata sulla quantità e sull’architettura di sistema. L’aritmetica dell’IA è ideale per la “parallelizzazione”, in cui un compito viene suddiviso e gestito simultaneamente da più processori. Questa strategia si allinea perfettamente con il mandato del PCC di accelerare l’autosufficienza e l’autorafforzamento scientifico e tecnologico di alto livello per guidare lo sviluppo di nuove forze produttive di qualità.
Cluster di processori e CloudMatrix
L’esempio più lampante di questa strategia è CloudMatrix 384 di Huawei, un sistema di intelligenza artificiale progettato per i data center. Questo sistema collega 384 chip Ascend 910C e mira a competere con il GB200 NVL72 di Nvidia, che utilizza 72 chip B200.
In sostanza, un chip Ascend offre circa un terzo della prestazione di un B200. Tuttavia, utilizzando cinque volte il numero di chip, il sistema Huawei è in grado di offrire prestazioni leggermente inferiori al doppio di quelle del sistema Nvidia.
Il compromesso cruciale è il consumo energetico: il sistema Huawei consuma 600 kW di elettricità, oltre quattro volte più della macchina Nvidia. Tuttavia, l’energia non è considerata un vincolo significativo in Cina, rendendo questo un compromesso economicamente ragionevole per l’obiettivo di autosufficienza.
Network ottico e integrazione
Il successo di questa strategia dipende dalla capacità di collegare efficacemente tutti questi chip. Questo è un punto di forza storico per Huawei, data la sua esperienza nelle reti informatiche. Il CloudMatrix 384 sfrutta il networking ottico, trasferendo i dati tramite impulsi luminosi anziché elettricità. Questo approccio produce meno calore di scarto e consuma meno energia, ed è sempre più diffuso nei data center. Questo focus sull’integrazione di sistema e sul networking ottico sta cambiando radicalmente l’infrastruttura di intelligenza artificiale, permettendo alla Cina di superare i limiti del singolo componente.
L’innovazione nell’hardware-software e il formato numerico adattivo
L’ultima e forse più sofisticata tappa della strategia cinese è l’adattamento stretto tra hardware e software. Questa co-ottimizzazione mira a estrarre ogni grammo di prestazione dall’hardware disponibile e rientra nello sforzo di promuovere la profonda integrazione tra innovazione scientifica e tecnologica e innovazione industriale.
Precisione numerica e ottimizzazione energetica
Tradizionalmente, i processori generici utilizzano 32 o 64 bit per rappresentare i numeri, garantendo elevata precisione ma aumentando il consumo energetico. Tuttavia, i modelli di intelligenza artificiale possono tollerare una certa imprecisione nei calcoli. Per questo, molti chip IA moderni utilizzano 16, 8 o persino 4 bit, un modo semplice ma efficace per ottimizzare l’hardware, poiché ogni bit in meno riduce il numero di transistor e il consumo elettrico.
DeepSeek è diventata un punto di riferimento per l’IA cinese in questa direzione. L’azienda ha rilasciato un nuovo formato di numerazione a otto bit ottimizzato per l’IA: memorizza i numeri senza distinguere tra positivi e negativi e senza componenti frazionarie. Sebbene questo schema limiti l’intervallo e la precisione, promette un’efficienza energetica molto superiore.
L’impatto industriale è immediato: le azioni di Cambricon Technologies, un’azienda cinese di chip, sono aumentate dopo l’annuncio, poiché i suoi processori supportano già questo formato. Sebbene l’hardware Huawei non lo supporti ancora, è probabile che lo farà a breve, consolidando l’integrazione nativa tra l’ecosistema software AI cinese e l’hardware nazionale.
L’indigenizzazione delle apparecchiature e l’espansione produttiva
Parallelamente allo sviluppo dei chip e del software, la Cina sta conducendo un’offensiva per l’indigenizzazione delle apparecchiature per semiconduttori (SME), un passo fondamentale per garantire la resilienza della sua catena di fornitura, in linea con la necessità di consolidare e rafforzare le fondamenta dell’economia reale.
Progressi settoriali e campioni nazionali
Il rapporto del CSET ha documentato i guadagni notevoli della Cina in diversi segmenti chiave tra il 2019 e il 2024.
- Planarizzazione chimico-meccanica (CMP). Hwatsing Technology ha guidato un significativo incremento, consolidando la posizione cinese in questo processo critico.
- Dry etch e deposizione. Aziende come NAURA e AMEC hanno rafforzato la loro quota di mercato. In particolare, la Cina ha guadagnato terreno nel dry etch, una tecnica cruciale per i nodi di processo più avanzati. Nella deposizione, l’espansione è stata guidata da NAURA, sebbene permanga un gap nel segmento più sofisticato della deposizione a strato atomico (ALD).
- Packaging avanzato (ATP). La Cina sta guadagnando terreno anche nelle fasi finali di assemblaggio e test, cruciali per l’era dei chiplet e dell’IA. I progressi nel packaging avanzato sono particolarmente importanti per la futura integrazione di componenti eterogenei. Topej (TopKing) e Maivei stanno sviluppando macchine per l’Hybrid Bonding, una tecnologia di interconnessione ad altissima densità, segnando un importante passo nell’indigenizzazione delle attrezzature chiave.
- EDA e design. I fornitori EDA come Huada Empyrean (con la piattaforma Storm per Organic RDL) e Xpeedic (simulazione SI/PI) sviluppano piattaforme essenziali per il design 3D.
Espansione nella fabbricazione analogica e strategia industriale
L’obiettivo di autosufficienza non riguarda solo i chip logici avanzati, ma l’intera catena del valore. Ne è prova la recente mossa di Silan Microelectronics (18-19 ottobre), che, attraverso la controllata Silan Jihua e in partnership con il governo di Xiamen, ha annunciato un progetto da 20 miliardi di yuan per una linea di circuiti integrati analogici da 12 pollici. Questo massiccio investimento mira a raggiungere una capacità produttiva di 45.000 wafer al mese, rafforzando la produzione domestica in settori maturi ma ad alto valore, essenziali per l’industria automobilistica, energetica e per l’elettronica di consumo. Questa espansione si inserisce perfettamente nel mandato della Plenaria di accelerare la costruzione di una nazione manifatturiera forte e una nazione di qualità, mantenendo una proporzione ragionevole di produzione manifatturiera.
Il controsenso delle restrizioni e il caso Nvidia
Le dinamiche geoeconomiche sono complesse e spesso contraddittorie. Le dichiarazioni del CEO di Nvidia, Jensen Huang, illustrano il paradosso delle restrizioni. Huang ha definito il blocco tecnologico statunitense un “errore”, rivelando che la quota di mercato dell’azienda nei chip di fascia alta in Cina è crollata dal 95% allo 0% a causa dei controlli sulle esportazioni.
Sebbene Nvidia abbia ottenuto il via libera per vendere il chip H20 depotenziato, il governo cinese ha risposto esortando le aziende nazionali a abbandonare completamente i prodotti Nvidia e a utilizzare alternative domestiche, evidenziando come anche una minima flessibilità statunitense non sia vista come un sollievo, ma come un incentivo a raddoppiare gli sforzi.
L’allineamento globale di Nvidia
Mentre Nvidia cerca di navigare le restrizioni vendendo versioni depotenziate dei suoi chip in Cina, l’azienda si impegna attivamente a rafforzare l’ecosistema globale di cui dipende. La sua partecipazione al vertice APEC in Corea del Sud (28-31 ottobre) e gli incontri programmati con i vertici di Samsung Electronics e SK Hynix sottolineano la sua dipendenza strategica dalla fornitura di memorie ad alta larghezza di banda (HBM), un componente essenziale per l’IA.
Conclusioni: la sfida dell’ecosistema e gli obiettivi del 15esimo piano della Cina
Il tentativo cinese di costruire uno stack tecnologico di IA nazionale ha fatto progressi innegabili, spostando l’attenzione dall’efficienza del singolo chip alla potenza del sistema e all’ottimizzazione software. Questo è ora pienamente allineato con il mandato del PCC di rafforzare l’innovazione originale e affrontare le tecnologie chiave fondamentali e di coordinare lo sviluppo e la sicurezza.
Tuttavia, la strada è ancora lunga.
- Litografia EUV. Rimane il “collo di bottiglia” critico. Senza l’accesso alle macchine ASML, la Cina è limitata a tecniche costose e con bassa resa come il multi-patterning DUV.
- Ecosistema Software. Nonostante DeepSeek e altri stiano creando nuovi formati numerici, l’industria globale si basa ancora in larga parte sugli strumenti di programmazione AI CUDA di Nvidia. L’ecosistema software cinese è ancora debole e non standardizzato a livello globale.
- Strumenti di Progettazione (EDA). I progettisti cinesi fanno ancora ampio affidamento sui programmi EDA americani (Synopsys, Cadence).
In sintesi, l’industria cinese, sotto la minaccia delle sanzioni, ha risposto con ingegno e investimenti senza precedenti. La strategia è chiara: costruire un sistema complessivamente competitivo entro la fine del 15^ Piano Quinquennale (2030) e compiere un “significativo balzo in avanti nella forza economica, scientifica e tecnologica” entro il 2035. Per Pechino, l’obiettivo non è solo battere gli Stati Uniti, ma garantire la sicurezza nazionale e l’autonomia tecnologica, un obiettivo che un hardware “semplicemente competitivo” è già in grado di servire. La Quarta Sessione Plenaria ha trasformato la necessità in una missione politica vincolante, rendendo il disaccoppiamento tecnologico un pilastro della modernizzazione in stile cinese.





































































