Non c’è prodotto o sistema che non annunci una qualche integrazione con l’AI, non sorprende quindi che questo trend si estenda anche ai Web browser con numerosi annunci di browser “AI first”, ma di cosa si tratta?
Si possono intravedere cambiamenti rispetto al panorama consolidato che vede Chrome, Edge e Firefox dominare questo panorama? Proviamo a fare il punto.
Indice degli argomenti
Il ruolo centrale del browser nel mondo digitale
Il Web rappresenta un digital twin del mondo reale, una realtà parallela in cui viviamo una parte considerevole delle nostre vite, e il Web browser è lo strumento principe della maggior parte delle nostre applicazioni, sia che lo usiamo esplicitamente o che sia nascosto all’interno di un’applicazione. Si può quindi dire che il Web browser sia la lente che ci permette di osservare una parte rilevante del mondo digitale di Internet, è quello che ci consente di informarci, di acquisire beni e servizi, il portale tra la dimensione digitale e quella reale. È importante aver ben presente questo ruolo centrale del web browser per poter capire le implicazioni dell’introduzione delle tecnologie dell’AI al suo interno. Si tratta del naturale incontro tra la rivoluzione di Internet di cui il Web browser è stato un elemento essenziale e quella dell’intelligenza artificiale.
Come avviene con il cambio di una lente, anche nel contesto del Web l’introduzione dell’AI è destinata ad alterare il modo con cui vedremo il mondo digitale, cambiando inevitabilmente sia il modo di usarlo che la sua percezione stessa che sarà sempre meno diretta e più mediata.
Prime applicazioni dell’intelligenza artificiale nei browser
Uno dei primi Web browser a introdurre l’AI nella propria interfaccia è stato Microsoft Edge. Si tratta di una naturale forma di interazione in cui il contesto corrente del modello LLM viene arricchito con le informazioni della scheda selezionata consentendo di richiedere riassunti ed estrazione di dati direttamente nel contesto in cui li accediamo.


Si possono anche chiedere informazioni relative ad immagini e animazioni come ad esempio quelle mostrate da un servizio meteo.
Microsoft Edge non è l’unico Web browser a mostrare questa capacità; anche Google Chrome ne è capace ma solo con l’installazione di estensioni come, ad esempio, ChatGPT Sidebar. Anche Firefox richiede estensioni per poter consentire questo tipo di interazione, mentre browser meno noti come lo storico Opera e Brave offrono nativamente la funzione.
Questa prima integrazione delle funzioni dell’AI, per quanto molto utile durante la navigazione, non è così profondamente integrata nelle funzioni del browser. Al contesto viene solo aggiunta la pagina corrente, molte delle informazioni utili possedute dal Web browser come, ad esempio, i preferiti e la storia della navigazione sono escluse. Non è possibile quindi chiedere all’assistente quali sono le pagine visitate qualche giorno fa in cui avevi visto una cosa che ora sarebbe utile ritrovare. Se si prova a porre la questione si ottengono le istruzioni su come accedere alla storia della propria navigazione.
Anche la scelta di design di mostrare l’AI in un pannello laterale sottolinea come la funzione dell’intelligenza artificiale nell’esperienza di navigazione è a supporto.
Browser progettati attorno all’intelligenza artificiale
Non si può quindi dire che queste funzioni portino ad una vera integrazione tra Web browser ed AI, e naturale quindi che si stiano moltiplicando come funghi gli annunci di nuovi Web browser destinati a rivoluzionare la navigazione perché costruiti attorno all’intelligenza artificiale.
Tra gli annunci di nuovi Web browser disegnati attorno all’AI meritano una menzione speciale DIA, annunciato da The browser company come il successore del browser Arc, e Opera Neon. Entrambi questi web browser non sono ancora disponibili apertamente, possiamo quindi solo accontentarci di leggere i contenuti degli annunci. In entrambi i casi sembra che l’integrazione sia più profonda all’interno del Web browser, consentendo all’AI di interagire con tutte le schede e gli altri dati come i preferiti e la storia. La popolare ricerca attraverso la barra dell’indirizzo offre l’interazione con l’AI invece con un motore di ricerca (questa funzione è disponibile mediante l’installazione di estensioni come ChatGPT Search per Chrome e Edge). Entrambi promettono un agente AI che sia in grado di “cliccare” nelle pagine Web per nostro conto al fine di automatizzare compiti come il form filling o l’interazione con siti di viaggio o e-commerce in modo analogo a quanto fa l’agente Operator di OpenAI. Interessante anche la promessa di poter utilizzare modelli AI locali al proprio computer per assicurare una maggiore privacy nell’uso di queste funzioni, anche se bisognerà capire quanto la ridotta capacità del modello possa compromettere l’autonomia dell’agente.
Se si è interessati a provare questa abilità è possibile iscriversi al canale Dev di Opera (Opera One Developer) ed attivare la funzione Browser operator già disponibile nella versione attuale del Web browser.
Un nuovo modello di mediazione informativa
Anche Perplexity ha annunciato un Web browser chiamato Comet, in questo caso non sembra offrire funzionalità AI first ma promette un supporto migliore di ricerche approfondite, un’altra funzione che coinvolge AI e agenti. Si tratta di una funzione che sicuramente è utile a chi sfrutta Perplexity per effettuare ricerche con il supporto dell’AI ed è sicuramente un browser da tener d’occhio quando sarà rilasciato.
Il mondo digitale attraverso le lenti dell’AI
Al di là degli annunci altisonanti l’integrazione dell’AI nei Web browser sembra seguire un percorso in cui l’AI ottiene sempre più accesso al Web browser e ai suoi dati al fine di avere informazioni di contesto che consentano di rispondere a domande che ci aiutino ad organizzare la nostra navigazione ed esplorare in modo più efficace i contenuti digitali, addirittura arrivando a cliccare per nostro conto delegando i compiti più ripetitivi. La barra degli indirizzi, dominio indiscusso dei motori di ricerca, adesso sembra aprire ad un passaggio in cui dall’interazione con la ricerca Web si passa ad un’interazione con una AI che a sua volta usa il motore di ricerca ma offre allo stesso tempo l’organizzazione dei risultati.
In pratica sembra che si delinei un futuro in cui l’AI divenga un mediatore tra noi e i contenuti Internet, che ci aiuti a governare l’eccesso di informazione e ad essere più efficace nel nostro esplorare il mondo digitale.
Implicazioni sociali e culturali della navigazione mediata dall’AI
Se l’intermediazione può quindi renderci più efficaci allo stesso tempo condizionerà inevitabilmente la nostra esperienza del mondo digitale, se infatti sempre meno utenti leggeranno le fonti direttamente accontentandosi dei riassunti generati dall’AI, è lecito aspettarsi contenuti Web disegnati affinché l’AI li possa leggere più facilmente.
Sarà sicuramente un servizio simile a quello della Search Engine Optimization (SEO) affinché i messaggi arrivino all’utente finale anche con l’intermediario non solo del motore di ricerca ma anche dell’AI.
Se questo passaggio è destinato a trasformare il mercato della promozione digitale ci deve preoccupare l’impatto che avrà sulla fruizione di informazioni come le notizie. La politica ha già usato i motori di ricerca e i social per i propri fini, e l’introduzione di un nuovo elemento è destinato a influenzare meccanismi profondi della nostra società. Non resta che osservare come il mondo digitale si adatterà all’arrivo di questo nuovo e ingombrante mediatore che presto ci supporterà nella navigazione quotidiana.