Il sistema sanitario italiano è chiamato a rispondere a sfide decisive, derivanti da un’evoluzione demografica e sociale senza precedenti.
Negli ultimi vent’anni, infatti, la percentuale di cittadini over 65 è aumentata dal 19% al 24%, mentre 22 milioni di italiani convivono con patologie croniche, incrementando in modo esponenziale la domanda di cure.
Al tempo stesso, l’innovazione tecnologica si sviluppa in tempi sempre più rapidi e, pur rappresentando un alleato prezioso per migliorare i servizi sanitari, necessita di costi elevati per l’aggiornamento di strutture e apparecchiature, per cui è facile per le strutture rimanere indietro.
In Italia la spesa sanitaria più bassa d’Europa e le altre criticità
A questo scenario, si aggiunge una spesa sanitaria pubblica tra le più basse d’Europa.
Ecco come risolvere queste criticità, grazie alla collaborazioni pubblico-private nel Ssn.
Nel 2023, in Italia, la spesa sanitaria pubblica si attestava al 6,2% del PIL, un valore ben al di sotto sia della media OCSE (6,9%) che di quella europea (6,8%).
Inoltre, in Italia l’investimento pro capite annuo si ferma a soli 3.200 euro, un dato nettamente inferiore ai 5.600 della Germania.
Il nostro Paese si trova quindi in una situazione critica, ulteriormente aggravata da una popolazione in rapido invecchiamento.
Questa discrepanza si traduce in criticità concrete, come liste d’attesa sempre più lunghe e un parco tecnologico obsoleto, che incidono negativamente sulla qualità delle cure.
In questo contesto, il report di BCG “Collaborazioni Pubblico-Private: una strada per l’innovazione sostenibile nel settore sanitario“, propone un approccio innovativo per affrontare le attuali difficoltà, delineando soluzioni come l’integrazione tra risorse pubbliche e private per costruire un sistema sanitario più moderno, equo ed efficiente.
Liste d’attesa e tecnologie obsolete: le criticità principali del SSN
Come anticipato, le criticità del sistema emergono con forza nelle liste d’attesa, che continuano ad allungarsi. Infatti, circa il 40% dei cittadini è costretto a ricorrere a risorse personali per ottenere cure più rapide, aggravando le disuguaglianze e il peso economico sulle famiglie, che nel 2023 hanno sostenuto oltre 45 miliardi di euro tra spese sanitarie dirette e assicurazioni private.
A complicare il quadro contribuisce poi l’obsolescenza tecnologica: oltre il 50% delle apparecchiature diagnostiche in Italia ha più di cinque anni e circa il 30% supera i dieci.
Questo compromette la qualità delle prestazioni e rallenta i processi, limitando l’efficienza operativa delle strutture sanitarie.
Modelli di collaborazione pubblico-privata: opportunità per il rinnovamento del SSN
Di fronte a queste criticità, BCG vede nei modelli di collaborazioni pubblico-privato (PPP) una soluzione concreta per rendere il sistema sanitario più moderno ed efficiente.
Questi modelli, già sperimentati con successo in diversi Paesi europei, dimostrano come risorse pubbliche e private possano unirsi per ottimizzare infrastrutture, competenze e capacità operative creando valore.
Nel 2023, in Europa, il valore aggregato di queste collaborazioni ha raggiunto i 13,6 miliardi di euro su 38 progetti, con un incremento del 35% rispetto al 2022.
Un esempio è il Managed Equipment Service (MES), un modello in cui il privato gestisce e aggiorna le apparecchiature mediche attraverso contratti a lungo termine, garantendo continuità nella manutenzione e innovazione tecnologica, riducendo l’obsolescenza senza gravare sui bilanci pubblici.
Le Partnership Pubblico-Private (PPP), invece, si concentrano su progetti infrastrutturali come la costruzione di ospedali, con il privato che si assume rischi operativi e finanziari, garantendo al contempo elevati standard di qualità.
Casi di successo europei: esempi concreti di collaborazioni pubblico-private
Esperienze internazionali dimostrano come i modelli collaborativi possano trasformare il sistema sanitario.
In Svezia, il Karolinska University Hospital ha implementato un contratto MES di 14 anni, garantendo tecnologie diagnostiche avanzate, riducendo i tempi di cura e migliorando l’efficienza operativa.
Ultimamente, in Spagna, l’Hospital Universitario La Fe ha rinnovato il 90% del parco tecnologico con un contratto MES, ottenendo una riduzione dei costi del 20% e una gestione più semplice.
La Città della Salute e della Scienza di Novara, in Italia, rappresenta un esempio significativo di PPP, con un progetto per la costruzione di un ospedale da 700 posti letto destinato a migliorare sia l’efficienza sia l’accesso alle cure.
Innovation management partnership: il modello del futuro per la sanità italiana
Per superare i limiti dei modelli tradizionali, BCG propone l’Innovation Management Partnership (IMP), un approccio che combina i vantaggi delle collaborazioni pubblico-private con una gestione attiva delle apparecchiature sanitarie.
Integrando finanziamenti privati iniziali con un sistema di aggiornamento tecnologico continuo, questo modello mira a garantire una maggiore efficienza economica e una gestione centralizzata delle risorse, riducendo i tempi di diagnosi fino al 50% e migliorando l’efficacia complessiva delle prestazioni sanitarie.
Secondo BCG, l’adozione del modello IMP potrebbe generare risparmi tra i 700 e i 900 milioni di euro in 10 anni, grazie alla riduzione dei costi di manutenzione e a una gestione ottimizzata delle apparecchiature, mantenendo la decisione su tipo e volume delle prestazioni sanitarie erogate, in mano alla direzione strategica dell’ospedale.
Guardare al futuro significa anche riconoscere che innovazione e collaborazione sono indispensabili.
Integrare risorse pubbliche e private, preservando il principio di accessibilità universale, è quindi la chiave per affrontare con successo le sfide del settore e, con un sistema capace di coniugare tecnologia e strategia, l’Italia può trasformare la sanità in un modello di eccellenza, migliorando le cure e garantendo equità per tutti.