FSE 2.0 e EDS

Telemedicina in Italia: il punto sugli investimenti del PNRR



Indirizzo copiato

Nel contesto di potenziamento delle infrastrutture di telemedicina nel PNRR, la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT), avviata da Agenas in collaborazione con alcune Regioni pilota, punta a garantire standard comuni ai servizi di telemedicina sviluppati dalle Regioni, oltre all’interoperabilità con il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 e con l’ecosistema dei dati sanitari (EDS)

Pubblicato il 13 gen 2025

Deborah De Cesare

Direttrice dell'Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano

Mattia Olive

Ricercatore dell'Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano

Chiara Sgarbossa

Direttrice dell'Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano



Telemedicina in Italia: facciamo il punto sugli investimenti del PNRR

La telemedicina ad oggi rappresenta uno dei principali cantieri della sanità digitale indirizzati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e, in particolare, dalla componente 1 della Missione 6 Salute.

Ecco il punto a cura degli Osservatori Sanità Digitale del Politecnico di Milano.

Piattaforma Nazionale di Telemedicina: a che punto è l’infrastruttura di governance e monitoraggio?

Le infrastrutture di telemedicina nel PNRR

Con interventi mirati allo sviluppo di infrastrutture tecnologiche e alla definizione di modelli organizzativi specifici, il PNRR mira a migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi di telemedicina su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, l’effettiva diffusione, adozione ed efficacia di questi servizi richiederà ulteriori sforzi di sistema.

Nell’ambito della Missione 6-Componente 1 del PNRR sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro, con un incremento di 500 milioni rispetto alla previsione iniziale, per il potenziamento delle infrastrutture di telemedicina.

In questo contesto è nato il progetto della Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT), il cui popolamento dati è stato recentemente avviato da Agenas in collaborazione con alcune Regioni pilota. La PNT mira a garantire standard comuni ai servizi di telemedicina sviluppati dalle Regioni, oltre all’interoperabilità con il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE) e con l’Ecosistema dei Dati Sanitari (EDS).
Parallelamente allo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche, negli scorsi mesi tutte le Regioni hanno formalizzato modelli organizzativi per la telemedicina, conformandosi alle linee guida definite dal Decreto interministeriale del 30 settembre 2022.

La diffusione della telemedicina: la prospettiva dei professionisti sanitari

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, la quota di medici che utilizzano servizi di telemedicina è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi anni, anche a causa di un clima di “attesa” nei confronti della disponibilità delle nuove piattaforme regionali.

Il 35% dei medici specialisti, coinvolti nella ricerca in collaborazione con Homnya, AMD, AME, FADOI e SIMFER, e il 43% dei medici di
medicina generale (MMG)
, coinvolti grazie alla collaborazione con la FIMMG, hanno dichiarato di aver utilizzato servizi di televisita nell’ultimo anno [Figura 1], con percentuali simili per il telemonitoraggio (rispettivamente 33% e 35%). L’elemento più critico, tuttavia, resta l’uso occasionale e poco strutturato dei servizi stessi da parte dei professionisti: il 62% dei medici specialisti e il 46% dei MMG ricorre a questi strumenti solo poche volte al mese.

L’interpretazione di questi risultati rimane positiva, se si considera l’interesse futuro dei medici a utilizzare servizi di telemedicina, che supera anche l’80% dei medici (es. 84% dei MMG per il telemonitoraggio).

Figura 1: L’utilizzo e l’interesse per la Telemedicina da parte dei medici / Fonte Osservatori Digital Innovation – Politecnico di Milano

Anche l’indagine sugli infermieri (coinvolti nella ricerca in collaborazione
con FNOPI) mostra un quadro di utilizzo sporadico, con una percentuale in lieve
diminuzione rispetto all’anno precedente (per esempio, 22% per la teleconsulenza contro il 29% rilevato nel 2023).

Tuttavia, l’interesse per l’adozione futura di strumenti di telemedicina si
conferma elevato, in particolare per i servizi che facilitano l’interazione tra i diversi professionisti, come la telecooperazione e la teleconsulenza.

Il ruolo dei pazienti nella telemedicina

L’attuale utilizzo dei servizi di telemedicina da parte dei pazienti è ancora limitato: dalla ricerca 2024 condotta con circa 400 pazienti cronici o con gravi patologie (coinvolti nella ricerca svolta in collaborazione con Alleanza Malattie Rare, APMARR, FAND, FederASMA e Onconauti) emerge che solo l’8% di loro ha usufruito di televisite con uno specialista. Invece l’11% ha utilizzato servizi di telemonitoraggio.

La propensione futura all’uso di questi strumenti è, al contrario, particolarmente elevata: l’81% dei pazienti, per esempio, si dichiara interessato al telemonitoraggio, riconoscendone il potenziale per migliorare la relazione con il medico, risparmiare tempo e affrontare difficoltà di mobilità.
Questi dati evidenziano l’importanza di progettare servizi che rispondano alle esigenze dei pazienti e comunicarne i potenziali benefici per promuoverne una diffusione sempre più ampia.

Il modello di maturità dei servizi di telemedicina

Per analizzare lo stato di maturità della telemedicina in Italia, l’Osservatorio ha identificato, all’interno di un modello di maturità in fase di ulteriore sviluppo e consolidamento, quattro dimensioni principali che consentono di sviluppare in modo coerente ed efficace un servizio di telemedicina e che, ad oggi, mettono in evidenza alcuni gap sostanziali:

  • tecnologie e applicazioni abilitanti: il 46% dei medici specialisti e il 38% degli infermieri utilizzano ancora piattaforme non certificate e dedicate all’uso sanitario per erogare servizi di telemedicina, utilizzando App di uso quotidiano (per esempio WhatsApp) e sollevando diverse problematiche, tra cui di sicurezza e privacy dei dati scambiati;
  • raccolta e valorizzazione dei dati: molto spesso le piattaforme utilizzate non
    consentono di raccogliere dati strutturati, limitando il valore clinico e organizzativo delle informazioni a supporto delle decisioni dei professionisti per la cura dei pazienti;
  • ruoli, processi e organizzazione: solo il 10% dei medici specialisti afferma che i servizi di telemedicina sono stati adeguatamente integrati nei processi clinici delle proprie strutture;
  • cultura e competenze: meno di un quarto dei medici specialisti ha ricevuto una formazione appropriata per l’utilizzo della telemedicina e in pochi casi questi hanno beneficiato di programmi formativi completi che indirizzavano lo sviluppo di competenze tecniche e soft skill.

Prospettive di sviluppo

Gli interventi previsti dal PNRR rappresentano un passo importante e pongono delle solide basi per l’adozione sistematica dei degli strumenti di telemedicina. Tuttavia, una loro piena diffusione richiederà un impegno congiunto da parte dei diversi attori del sistema sanitario e un costante lavoro sui diversi “tasselli” che possono aumentare la maturità della telemedicina in Italia, dallo sviluppo di competenze alla definizione di nuovi modelli organizzativi.

Tale sforzo di sistema potrà rendere sempre di più la telemedicina una componente di impatto e una leva per aumentare la sostenibilità del sistema sanitario italiano.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4