L’approfondimento

Telemedicina, il futuro in Italia: gli obiettivi 2024 del PNRR



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La telemedicina è sempre più centrale nella sanità del futuro. Il PNRR 2024 sottolinea il suo potenziale innovativo per un sistema sanitario italiano più efficiente, equo e accessibile a tutti i cittadini. Paolo Petralia, vicepresidente vicario di FIASO, spiega l’impatto del PNRR nel 2024 in questo settore in rapida evoluzione grazie all’innovazione digitale

Pubblicato il 7 feb 2024

Mirella Castigli

ScenariDigitali.info



L'evoluzione della telemedicina: gli obiettivi del PNRR nel 2024

La telemedicina, un settore in rapida evoluzione grazie all’impulso dell’innovazione digitale, assume una posizione sempre più centrale negli scenari della sanità del futuro.

A sottolineare la sua progressiva diffusione e il potenziale innovativo, al fine di migliorare i servizi sanitari, è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per il 2024.

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Questo strumento strategico, infatti, pone la telemedicina tra i pilastri fondamentali per rinnovare l’intero sistema sanitario italiano, puntando a un uso sempre più esteso e consapevole delle tecnologie digitali al fine di garantire cure di qualità e accessibili a tutti i cittadini.

“Le strutture territoriali previste dal Pnrr, case e ospedali di comunità, e centrali operative territoriali (COT), così come la digitalizzazione“, commenta Paolo Petralia, vicepresidente vicario di FIASO (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), “sono una straordinaria opportunità per trasformare i servizi che mettiamo a disposizione dei cittadini, porre in discussione una volta per tutte le logiche prestazionali, ripensare i modelli di presa in cura e puntare con decisione sulla medicina di iniziativa, sulla integrazione dei percorsi e sulla appropriatezza“.

L’evoluzione della telemedicina nell’era digitale

La telemedicina ha conosciuto una crescita esponenziale nell’ultimo decennio, ma è nel periodo pandemico che ha mostrato il suo vero potenziale. La necessità di distanziamento sociale ha rivelato un paradigma inedito per la sanità, capace di abbattere le barriere fisiche tra medico e paziente, rendendo l’assistenza sanitaria accessibile a tutti, ovunque.

L’innovazione tecnologica sta cambiando il modo in cui viene fornita l’assistenza sanitaria: l’intelligenza artificiale, la robotica e la realtà virtuale sono solo alcune delle tecnologie emergenti che stanno reinventando le modalità di interazione tra medico e paziente.

Gli strumenti digitali stanno diventando sempre più sofisticati e user-friendly, consentendo a pazienti di tutte le età di gestire autonomamente la propria salute. Questa trasformazione sta avvenendo nel contesto di un cambiamento culturale più ampio che vede i pazienti diventare sempre più attivi nel gestire la propria salute.

“La stagione della digitalizzazione, con la possibilità di contare su investimenti significativi grazie alle progettualità e alle risorse del PNRR, ci interessa particolarmente per il suo potenziale di trasformazione dei servizi e quindi delle aziende, non solo per le tecnologie”, spiega Paolo Petralia: “Dovrebbe contribuire a
mettere a disposizione del Ssn (Sistema sanitario nazionale, ndr) piattaforme informatiche in linea con modelli organizzativi trasversali e plurifunzionali, basate sui pazienti più che sulle specialità o sulle articolazioni organizzative, accessibili e fruibili per i professionisti e gli operatori sanitari, e contribuire a quella integrazione tra le diverse articolazioni della offerta che abbiamo inseguito per anni”.

Il ruolo del PNRR 2024 nel potenziamento della telemedicina in Italia

Il PNRR prevede un investimento significativo nella digitalizzazione del sistema sanitario italiano, con un focus particolare sulla telemedicina. Il PNRR identifica la digitalizzazione della sanità come uno dei pilastri fondamentali per garantire una ripresa resiliente post-pandemia.

L’obiettivo è di creare un sistema sanitario più efficiente ed equo, capace di rispondere in modo efficace ai bisogni dei cittadini. La telemedicina, in particolare, viene vista come uno strumento chiave per realizzare questo obiettivo.

Il PNRR prevede la creazione di piattaforme digitali integrate che permettano lo scambio di dati sanitari e la fornitura di servizi a distanza, la formazione del personale sanitario sulle nuove tecnologie e l’implementazione di soluzioni innovative nell’ambito della diagnosi a distanza e del monitoraggio dei pazienti. Questo impegno finanziario da parte del governo rappresenta un’opportunità unica per trasformare il sistema sanitario italiano e portarlo al passo con i tempi.

In un’epoca in cui il digitale sta plasmando ogni aspetto della nostra vita, la telemedicina rappresenta una forte espressione di questa trasformazione.

“La digitalizzazione e le tecnologie di telemedicina possono garantire un contributo rilevante”, continua il vicepresidente vicario di FIASO, “soprattutto per quanto attiene all’utilizzo delle logiche e del valore aggiunto dei sistemi digitali.

Abbiamo bisogno della digitalizzazione per visite, consulti e controlli da remoto, in particolare per i cittadini che risiedono nelle aree interne. E per far dialogare più facilmente tra loro specialisti, ospedalieri e territoriali, e medici delle cure primarie, operatori delle diverse professioni sanitarie, supportandoli sempre di più e meglio nell’orientamento alla proattività e alla medicina di iniziativa, e contribuendo all’abbattimento dei silos organizzativi. Per sostenere l’integrazione sociosanitaria e
favorire la continuità di cure ed assistenza, soprattutto per le cronicità, e per snellire e semplificare le procedure burocratico-amministrative, dai piani terapeutici al riconoscimento di invalidità”.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0

Ed è proprio in questa direzione che “va il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, che rappresenta un ulteriore passo verso la digitalizzazione dei dati sanitari e il potenziamento dell’assistenza territoriale: da una parte, infatti, consente ai cittadini di consultare tutti i documenti relativi ai propri percorsi di cura, di
accedere a prestazioni di telemedicina e di prenotare prestazioni sanitarie; dall’altra, permette ai medici di medicina generale, pediatri e medici specialisti di consultare e analizzare i dati clinici dei pazienti”, afferma Paolo Petralia.

Superare i divari geografici

L’avanzamento tecnologico ha permesso alla telemedicina di evolversi e migliorare. L’obiettivo consiste nel garantire ad ogni individuo l’accesso a cure mediche di qualità, indipendentemente dalla posizione geografica.

“Non sono da tralasciare le questioni relative al superamento delle disuguaglianze territoriali e alla realizzazione di una piena integrazione fra i servizi sanitari regionali e le piattaforme nazionali, che sono alcuni degli obiettivi della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, la cui realizzazione è prevista dalla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza“, illustra Paolo Petralia: “La Piattaforma sarà messa a punto mettendo in primo piano interoperabilità, indipendenza e facilità di integrazione con gli attuali e i futuri ecosistemi digitali, in ambito nazionale e regionale, migliorando la qualità e l’accesso alle cure per tutti i cittadini, in linea con gli obiettivi del Pnrr”.

Generazione di grandi moli di dati e IA

La telemedicina, che, secondo il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore, è l”a soluzione per portare al domicilio del paziente la maggior parte delle attenzioni e delle cure”, nel 2024 affronta le nuove scadenze: per esempio la presa in carico di nuovi pazienti over 65 in assistenza domiciliare, slittata da giugno scorso al prossimo marzo, e l’allocazione di nuove risorse per la sanità territoriale e la telemedicina.

Ma “digitalizzazione e tecnologie di telemedicina consentiranno anche la generazione di una quantità di dati, che si aggiungeranno a quelli già oggi disponibili, ponendoci definitivamente di fronte al tema della utilizzazione strutturale e adeguata di essi, anche coniugata con l’uso delle Intelligenze artificiali, per esempio per programmi di medicina predittiva e per pianificazioni in ottica di health population management“, sostiene Paolo Petralia.

“Le piattaforme digitali potrebbero rappresentare una svolta storica per il nostro lavoro di tutela della salute dei cittadini”, prosegue il vicepresidente vicario di FIASO, “consentendo la concentrazione dinamica e attiva di dati e materiali riguardanti, per esempio, una determinata patologia cronica e la sua gestione, in modo da svolgere funzioni di raccolta, connessione e confronto, e la ricomposizione della divaricazione tra cure primarie sul territorio e prevenzione, in una logica che si porta dietro la ricostruzione e il supporto alla filiera dei vari setting di cura. Pensiamo a quanto tutto questo potrebbe essere utile a potenziare la nostra proattività nella capacità di presa in cura, a tutti i livelli“.

Focus: rendere obsoleti i compartimenti stagni nel Ssn

“La digitalizzazione può rivelarsi strategica, quindi, per favorire l’orientamento del Ssn ad una governance integrata, sistemica, efficace e tempestiva, rendendo obsoleti e fuori contesto riflessioni e approcci per compartimenti stagni“, evidenzia Paolo Petralia: “Il management della sanità italiana può svolgere su questo terreno un ruolo insostituibile di cerniera tra bisogni, visione strategica proiettata sul futuro e tecnologie“.

FIASO: gli obiettivi 2024 della sanità digitale

Dopo le basi poste nel 2023 con la messa a terra degli investimenti del PNRR, FIASO illustra ad Agenda Digitale gli obiettivi 2024 della sanità digitale, indicando le priorità a partire dall’organizzazione dei processi in ottica “data driven”, patient journey, governo delle liste d’attesa e tutela dei dati.

“Non basterà però disporre di case e ospedali di comunità, e di COT, per approdare ad un modello più efficace ed efficiente”, mette in guardia Paolo Petralia: “La differenza la farà la capacità, non scontata, di far operare questi contenitori in perfetta integrazione con il resto della offerta”.
“La digitalizzazione, come abbiamo imparato ancora una volta nel corso della pandemia, interviene in questo contesto, e può creare prossimità”, continua il vicepresidente vicario di FIASO: “Potremmo considerarla, da questo punto di vista, quasi una dimensione della prossimità. Ed è questa, peraltro, una ragione che rende evidente la necessità di tenere insieme queste tre dimensioni della prossimità, strettamente collegate tra loro e indispensabili, singolarmente e integrate”.

La necessità di strategie data driven anche per le liste d’attesa

“Anche se la digitalizzazione ha, a ben vedere, tutti i requisiti per essere considerata una strategia a sé, trasversale e abilitante di altre strategie, in altre parole, occorre implementare strategie data driven“, sottolinea Paolo Petralia: “Grazie ad esse è possibile trarre dai dati di un singolo paziente informazioni utili per migliorare la condizione di altri, e digitalizzazione
e intelligenza artificiale possono giocare in tutto questo un ruolo non irrilevante. La forte spinta per la sanità digitale avrà inoltre l’effetto di far evolvere il cosiddetto patient journey, vale a dire l’esperienza del paziente lungo tutto il percorso di cura, migliorandone engagement, empowerment e un maggiore soddisfacimento delle proprie aspettative. Ma anche di risolvere le criticità relative alle liste d’attesa, per esempio utilizzando sistemi digitali di prenotazione, che garantiscono ai cittadini una maggiore trasparenza ed equità di accesso alle cure”.

Rispetto della privacy e formazione del personale

“È fondamentale sottolineare che l’utilizzo e la condivisione dei dati personali e di salute del paziente sono oggi soggetti a rigorose normative sulla privacy e sulla protezione dei dati personali, che assicurano che le informazioni sensibili siano trattate in modo sicuro”, ricorda il vicepresidente vicario di FIASO: “A tal proposito, la formazione del personale e la valutazione dei sistemi informativi rappresentano punti fondamentali per assicurare che l’accesso ai dati sensibili sia limitato e sicuro, ed è anche da questo che possono dipendere i futuri sviluppi legislativi nel settore sanitario.

Conclusioni

Con il sostegno del PNRR 2024, il potenziamento della telemedicina in Italia è destinato ad accelerare, portando non solo benefici ai pazienti, ma anche all’intero sistema sanitario.

“Abbiamo bisogno di digitalizzazione per supportare la creazione di reti di reti, integrate e formalizzate, individuandone i nodi e i collegamenti, in grado di mettere in connessione il tanto che già esiste, a partire dal raccordo tra specialisti e medici delle cure primarie, favorire la multidisciplinarità, contribuire all’abbattimento dei silos organizzativi, raccordare e collegare ciò che verrà, come case ed ospedali di comunità“, evidenzia Paolo Petralia: “Ciò consentirà al sistema di aumentare in maniera esponenziale la sua capacità di garantire risposte ai bisogni e alle aspettative dei cittadini e di chi opera in sanità”.

Gli investimenti previsti dal PNRR contribuiranno a creare un’infrastruttura solida per la telemedicina e renderanno l’Italia un attore protagonista nel campo della salute digitale. In definitiva, l’era digitale e le politiche strategiche come il PNRR stanno costruendo un futuro dove la cura del paziente diventa sempre più personalizzata e accessibile, grazie alla forza innovativa della telemedicina.

Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, “c’è bisogno di ripensare l’intero modello, non semplicemente di giustapporre nuovi contenitori all’esistente. L’innovazione, per essere messa in grado di garantire effettivamente i risultati per i quali viene introdotta, ha bisogno di dosi robuste di innovazione organizzativa“, conclude Paolo Petralia: “È su questo terreno che si gioca, secondo noi, la partita vera. Le case e gli ospedali di comunità, così come le COT, saranno realizzate, speriamo entro i tempi previsti dalle scadenze del PNRR, e siamo tutti impegnati, ai diversi livelli, a questo scopo”.

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