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ESG e procurement, le strategie per valutare i fornitori: come fare



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Le aziende devono condurre valutazioni in base agli obiettivi ESG sui propri fornitori, per garantire sostenibilità e resilienza della supply chain: per farlo serve un approccio integrato con l’aiuto di tecnologie come l’AI

Pubblicato il 12 mar 2025

Francesco Colavita

Global Vice President Presales consulting Jaggaer



esg (1) esg e procurement

Emerge in modo sempre più netto il ruolo della valutazione dei fornitori in relazione agli obiettivi ESG: non è più possibile per le aziende assicurare la sostenibilità e la resilienza delle proprie catene di fornitura senza porre attenzione a questi aspetti. Ma per farlo, serve un approccio integrato, che apra con una strategia aziendale di business analytics, dati che devono essere in qualche modo certificati da terze parti, e che assicuri un monitoraggio continuo della collaborazione con i fornitori strategici.

È quanto affiora anche da un recente dibattito organizzato da The Procurement con i responsabili del procurement di aziende di diversi settori e che ha raccolto le sfide principali, le metriche di valutazione più utilizzate e le strategie in atto.

ESG e procurement, come rendere sostenibili le catene di fornitura

Gli aspetti ambientali, sociali e di governance sono sempre più integrati nel processo di procurement da un lato per rispondere a una domanda crescente da parte degli stakeholders e dall’altro per far fronte a normative che si fanno sempre più stringenti. In questo scenario, l’innovazione tecnologica diventa un fattore abilitante fondamentale, tanto per ottimizzare i processi quanto per assicurare la visibilità, la tracciabilità e la conformità delle iniziative ESG.

L’ESG non è solo un mero elemento di marketing ma un vero e proprio fattore di abilitazione dei processi sia in termini di sostenibilità e anche, soprattutto, di visibilità, governance fornitori, etica, sicurezza e conformità normativa.

Procurement sostenibile, le sfide

Ma le sfide da affrontare nell’implementazione, evidenziate come interconnesse e richiedenti approcci coordinati, non sono poche. Una delle difficoltà maggiori è l’integrazione di tali obiettivi nei processi di procurement. Nonostante l’importanza riconosciuta, tradurre la sostenibilità in prassi operative quotidiane è spesso un compito arduo. Inoltre, le metriche per misurare e gestire le performance ESG non sono ancora completamente standardizzate, il che rappresenta un ostacolo non indifferente, anche per la loro corretta valutazione. Molte aziende si trovano ancora a dover fare affidamento su sistemi legacy che non sono in grado di supportare la quantità e la qualità di dati necessari per una valutazione accurata delle performance di questo tipo. In aggiunta vi è la necessità di consolidare tutte queste viste all’interno di un unico processo di procurement che garantisca sintesi e suggerimenti sulle eventuali azioni da dover intraprendere.

Gestione ESG nel procurement

La gestione dei dati ESG, infatti, richiede strumenti tecnologici avanzati, capaci di garantire la raccolta, l’elaborazione e l’analisi di informazioni in tempo reale. Senza una visibilità chiara e tempestiva, diventa difficile monitorare i progressi e dimostrare l’impatto reale delle iniziative ESG. La digitalizzazione dei processi è quindi un passo fondamentale anche per adattarsi rapidamente alle normative, in continua evoluzione sia a livello comunitario e locale che globale. Le leggi ambientali, sociali e di governance si stanno facendo sempre più rigorose, e i rischi di incorrere in sanzioni legali o danni reputazionali sono seri.

Il ruolo dei KPI per il procurement sostenibile

Gli indicatori di performance utilizzati per valutare i fornitori riflettono la priorità data alla gestione del rischio e alla performance operativa. Le aziende tendono a concentrarsi su KPI che evidenziano la capacità dei fornitori di gestire il rischio, in primis quello legato alla sicurezza finanziaria che può trarre vantaggio dall’impiego della tecnologia. Questo è comprensibile, poiché la stabilità contrattuale ed economica è fondamentale per garantire una supply chain resiliente.

Come valutare i fornitori in ottica ESG

Tuttavia, la sostenibilità a lungo termine richiede un bilanciamento tra la gestione del rischio finanziario e la performance correlata agli aspetti ESG. I fornitori vengono valutati in base a criteri legati alla qualità, alla sostenibilità ambientale, al benessere dei dipendenti e alla governance interna. Ad esempio, per quanto riguarda la qualità e la performance, le aziende possono adottare KPI che misurano l’impatto ambientale delle catene di fornitura come l’uso di risorse rinnovabili o l’efficienza energetica.

Nel contesto sociale, si misurano aspetti come le condizioni di lavoro, l’adozione di misure volte a garantire la parità di genere in azienda e le pratiche di inclusione, mentre gli aspetti di governance riguardano la trasparenza, la gestione dei rischi legali e la responsabilità sociale. Tutti aspetti difficili da presidiare senza l’utilizzo di soluzioni tecnologiche d’avanguardia in grado di raccogliere informazioni da sistemi interni ed esterni e renderli fruibili per decisioni informate.

Come attuare una strategia ESG per la supply chain

La valutazione e collaborazione con i fornitori richiede strategie mirate e un approccio equilibrato e integrato nella gestione delle iniziative ESG, tra cui il coinvolgimento attivo, l’uso di tecnologie collaborative e revisioni periodiche: aree che denotano una consapevolezza strategica verso trasparenza, collaborazione e monitoraggio continuo. La gestione graduale del cambiamento e l’automazione rappresentano ulteriori strumenti per rafforzare le relazioni e migliorare l’efficienza.

E se la prima riflette una comprensione della necessità di adattamenti incrementali per ridurre resistenze, aumentare il coinvolgimento e garantire un’implementazione sostenibile, l’automazione dei processi diventa importante per migliorare l’efficienza.

Procurement, perché digitalizzare

Il ritardo e la mancata adozione di tecnologie in ambito procurement comportano costi strategici rilevanti direttamente o indirettamente correlati dall’adozione di tecnologie e piattaforme a supporto:

  • dispersione di dati e informazioni
  • scarsa tracciabilità e governance che limitano la capacità decisionale
  • compromissione della compliance con potenziali sanzioni e danni legali
  • scarsa trasparenza interna con impatti negativi nell’engagement da parte degli stakeholders

L’implementazione di tecnologie innovative Source-to-Pay, un aspetto gestibile ad esempio con un software ERP cloud, è quindi un fattore chiave per la competitività nel lungo periodo.

Cybersecurity e procurement

È altresì importante considerare, durante la selezione di tecnologie a supporto, anche la tematica della cybersecurity. Questo affidandosi a tecnologie certificate tanto a livello di sicurezza (es. certificazioni ISO, SOC, ecc.) che a livello di compliance normativa (es. certificazione Agid per i processi della pubblica amministrazione)

In conclusione, l’ESG si conferma un elemento strategico per il procurement, sia in termini di gestione del rischio che di collaborazione sicura e integrata con i fornitori. Per affrontare le sfide future, è fondamentale adottare un approccio collaborativo e culturale proattivo basato sull’innovazione tecnologica, una gestione preventiva e strutturata, processi flessibili, metodologie e strumenti standardizzati per la misurazione delle iniziative in ottica di miglioramento continuo.

Senza innovazione, le aziende rischiano di essere superate dai concorrenti tecnologicamente avanzati, con un divario tecnologico che sarà sempre più difficile colmare. L’utilizzo di piattaforme sicure e consolidate, che includano tecnologie innovative, rappresenta quindi un fattore abilitante per il successo e il raggiungimento degli obiettivi aziendali e di procurement.

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