Le linee guida per l’adozione dell’AI nella Pubblica Amministrazione (PA) italiana, la cui consultazione pubblica si è chiusa il 20 marzo, sono la prima di una serie di azioni strategiche previste dalla Strategia Italiana per l’intelligenza artificiale 2024-2026. La seconda azione interessa il procurement con l’obiettivo di redigere nuove indicazioni per “orientare le Pubbliche Amministrazioni verso attività di procurement di soluzioni – nell’ambito di gare d’appalto o specifici accordi quadro – che sappiano non solo ben rispondere a specifiche esigenze funzionali, ma garantire adeguati livelli di sicurezza oltre ad essere pienamente aderenti alle previsioni regolamentari in materia e alle generali linee guida sull’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione”[1].
Le linee guida non avranno – non essendo ancora pubblicate – quindi per oggetto l’applicazione dell’AI al procurement, bensì il procurement di soluzioni AI.
I due documenti devono, quindi, essere letti insieme laddove le prime linee guida invitano le Amministrazioni a dotarsi di “processi, politiche, risorse e strumenti per governare, implementare, monitorare e migliorare l’utilizzo dei sistemi di IA durante il loro ciclo di vita” mentre le seconde, per l’appunto, indicazioni di considerazioni di tipo “tecnico” per la redazione di capitolati che portino all’acquisto di soluzioni.
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L’adozione dell’AI per la PA secondo le Linee guida
Dei limiti delle linee guida si è scritto più volte anche sulle pagine di Agenda Digitale, preme qui sottolineare che secondo le linee guida le PA adottano l’IA al fine di:
- automatizzare attività semplici e ripetitive di ricerca e analisi delle informazioni, liberando tempo di lavoro per attività a maggior valore;
- aumentare le capacità predittive, migliorando il processo decisionale basato sui dati;
- promuovere l’innovazione dei servizi pubblici e dei processi amministrativi.
In questo contesto AGID ha individuato tra gli ambiti prioritari di applicazione dell’AI “miglioramento delle procedure di acquisto: le PA adottano l’IA per ottimizzare le procedure di procurement, migliorando sia l’efficienza che la trasparenza del processo di acquisto”. Le due dimensioni applicazione dell’AI al procurement e l’acquisto di soluzioni AI per il procurement si andranno quindi in alcuni casi a sovrapporre.
L’automatizzazione dei processi di procurement
Il procurement contiene sia delle attività semplici e ripetitive (pensiamo ad esempio alla compilazione degli ANAC Form per la richiesta dei CIG, o la verifica della completezza della documentazione, o la verifica della presenza di firme digitali sui documenti ove richiesto), sia di attività ad alta complessità, quali la progettazione, la redazione della documentazione e la valutazione delle offerte. Alcune attività possono essere considerate di “backoffice” altre, invece, hanno una rilevanza esterna in procedure, ove gli interessi possono essere anche molto rilevanti.
Si presume, quindi che possano esserci diversi livelli di ambizione nell’applicazione dell’AI al procurement.
Il caso di una PA centrale
Fatte queste premesse si è provato a discutere dell’applicazione in ambito procurement delle soluzioni AI con il Direttore della Centrale Acquisti di una delle principali stazioni appaltanti del paese.
La PA in oggetto sta sperimentando l’AI a più livelli. Un primo livello, base, è quello di applicazione alle task di ufficio, lasciando ai dipendenti autonomia nell’utilizzo. Si tratta di una innovazione a bassa intensità volta a familiarizzare le persone con l’uso degli strumenti. In questo caso sono state semplicemente acquistate delle licenze che accompagnano normali applicativi per ufficio.
Il secondo livello, più intermedio, riguarda, invece, la redazione della documentazione di gara in cui un modello di AI è stato addestrato con la documentazione di gara prodotta dalla centrale acquisti. L’ambito merceologico prescelto è quello dell’acquisto di farmaci in quanto gare considerate “semplici” dato l’acquisto di prodotti standardizzati, di pura fornitura, senza quindi servizi accessori. La documentazione è quindi standard, con la necessità di adattamento al prodotto specifico. Si tratta, inoltre, di gare molto numerose per cui l’impatto in termini di tempo può essere molto rilevante. In questo caso l’applicazione dell’AI è relativa all’automazione di task considerate “ripetitive”. Al momento si tratta ancora di una fase sperimentale per valutare l’efficacia del sistema e la potenziale applicazione delle soluzioni.
Il terzo ambito di applicazione, avanzato, è il supporto dell’AI alle commissioni giudicatrici nell’analisi dell’offerta in particolare per quel che riguarda i requisiti minimi e quelli premiali di tipo tabellare. Valutazioni che richiedono quindi la verifica della presenza o assenza di determinate condizioni e non l’espressione di un giudizio discrezionale. In questo caso l’applicazione è per delle attività più complicate di analisi documentale. Analisi complicata dal fatto che spesso le offerte di tipo tecnico non seguono dei template strutturati. Trattandosi ovviamente di attività a rilevanza esterna l’AI non può che fungere da supporto, la valutazione restando di esclusiva responsabilità dei commissari.
PA e licenze delle soluzioni di AI
Da un punto di vista di acquisto di soluzioni al momento la Centrale Acquisti ha seguito un approccio di acquisto di licenze a pagamento e non in open source, stressando col fornitore della soluzione la necessità della salvaguardia dei dati, specialmente quelli esterni, e la verifica di conformità alla normativa GDPR per evitare un utilizzo non consentito delle informazioni raccolte dal sistema di AI in uso.
Al momento l’applicazione di queste soluzioni non permette ancora una valutazione della loro efficacia. Da questo punto di vista sarà importante, anche sulla scorta delle indicazioni fornite da AGID, che le PA che si adottano questi strumenti adottino anche un sistema per valutare e misurare i risultati raggiunti. In questo senso è bene notare che gli indicatori suggeriti dalle linee guida sono per la maggior parte di processo e non di risultato. A seconda delle strategie che le Amministrazioni adotteranno e come declineranno i propri obiettivi, sarà altrettanto importante dotarsi di misure per valutare gli effetti delle azioni in termini di miglioramento dei processi amministrativi o dei servizi a cui l’AI sarà applicata.
Note
[1] Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026, pag. 22














