La barra di ricerca costituisce l’ingresso principale al web: da lì passa la maggior parte del traffico online, dei ricavi pubblicitari e delle interazioni digitali. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, questo entry point si sta trasformando: i link lasciano spazio a risposte sintetiche e ad azioni eseguibili direttamente nella searchbar, nei sistemi operativi e negli assistenti conversazionali.
Google, Microsoft, Apple, OpenAI e Amazon competono oggi per controllare questo spazio cruciale, mentre regolatori e tribunali cercano di bilanciare potere di mercato, trasparenza e innovazione. In questo articolo analizziamo la trasformazione in corso, gli attori in gioco e le mosse che cittadini e decisori aziendali devono considerare.
Indice degli argomenti
La terza browser war: in gioco il controllo della conoscenza
Negli anni ’90, Netscape e Internet Explorer di Microsoft si contendevano il mercato dei browser. Non tardarono le questioni legali sulla posizione dominante di Microsoft, con le procedure antitrust istruite dal governo degli Stati Uniti [1].
Negli anni successivi, l’algoritmo di ricerca di Google e l’ecosistema costruito intorno hanno portato al dominio di Chrome, dopo la competizione con Safari e Firefox e, più di recente, con Microsoft Edge, successore di Internet Explorer. Ad ottobre 2025, Google Chrome domina il mercato con oltre il 70% della market share globale, seguito da Safari al 13,9% e da Edge al 4,7% [2].

Figura 1. Comet, il browser, nativo AI rilasciato da Perplexity a luglio 2025 (https://www.perplexity.ai/hub/blog/comet-is-now-available-to-everyone-worldwide)
Le cose, tuttavia, stanno cambiando rapidamente. L’ingresso di player “AI-native” come Perplexity, che nel luglio 2025 ha lanciato Comet, un browser con assistenza AI integrata [3], ha introdotto un nuovo paradigma competitivo. Nel 2025 Perplexity, valutata circa 18 miliardi di dollari, ha fatto un’“offerta simbolica” da 34 miliardi per acquistare Chrome: un’operazione evidentemente provocatoria, interpretata come mossa di marketing e di branding, ma che tuttavia indica la rivendicazione di un ruolo da outsider e sfidante in questa partita [4].
La parola chiave è ecosistemi
Il confronto non è — e non è mai stato — soltanto una gara tra browser.
A fare la differenza oggi sono gli ecosistemi integrati.
- Google: Chrome, Search, Gemini, AI Overviews, Android, YouTube e Workspace, e molto altro, con la diffusione favorita dalla posizione dominante nel traffico e alla diffusione dei device Android.
- Microsoft: Edge, Bing, Copilot, Microsoft 365 e Windows 11 con il tasto Copilot integrato, con un vantaggio notevole nei contesti corporate.
- Apple: Safari, Siri e Apple Intelligence integrata nei device dell’ecosistema iOS e macOS, una declinazione unica e difficilmente imitabile dagli altri player.
- OpenAI: ChatGPT, ChatGPT Search e partnership dirette con Apple e altri produttori software, che ha svolto un ruolo dirompente con il lancio di ChatGPT a ottobre 2022.
- Amazon: Alexa e il nuovo assistente “Rufus”, integrato nell’app Amazon per la ricerca e lo shopping.
- Perplexity: un “pure player” AI-first, con Comet e la sua piattaforma di ricerca trasparente e citazionale.
Come cambia la ricerca online
Dai “dieci link blu” ai riepiloghi generati da AI, alle risposte dirette, fino a suite di assistenti agentici che agiscono per l’utente: è la traiettoria che stiamo vivendo.
È il caso dell’AI Overview di Google, o dell’esperienza di Comet di Perplexity, sempre più agentica: ricerca + task + sintesi + automazione (workflows) fuse in modo nativo.
La posta in gioco è enorme: la scelta del browser determina il motore di ricerca di default, e dunque quale AI Summary o Overview apparirà per prima. Questo rischia di dirottare sui principali player il traffico e la pubblicità che, fino a poco tempo fa, andavano ai siti di origine.
L’algoritmo di ranking di Google ha sempre premiato l’originalità dei contenuti. Oggi, invece, è il riassunto generato da Gemini — basato su contenuti di terzi — a ricevere la maggior parte del traffico. È un cambio di paradigma che mette in discussione i modelli di business dell’editoria digitale.
Il rischio di disinformazione
Le ripercussioni non sono solo economiche.
Il rischio di disinformazione cresce, soprattutto perché gli utenti — abituati da vent’anni a considerare Google come “porta d’accesso alla verità” — tendono a fidarsi delle risposte AI come se fossero sempre corrette.
Gli strumenti di ricerca che integrano AI generativa producono risultati statisticamente probabili, ma non sempre oggettivamente accurati. L’effetto è pericoloso quando l’errore avviene all’interno del motore di ricerca per eccellenza, con la fiducia dell’utente ormai consolidata.

Figura 2. La ricerca di informazioni è ancora critica per gli strumenti di ricerca che integrano motori di AI Generativa: producendo un risultato solo statisticamente rilevante, può sbagliare anche in maniera importante. L’aspetto critico è che avvenga all’interno del motore di ricerca per eccellenza, con le difese degli utenti abbassate a causa di anni e anni di risultati molto affidabili.
Answer Engine: la nuova frontiera della ricerca
Gli answer engine non si limitano a restituire una lista di link, ma forniscono una risposta diretta e sintetica, spesso con citazioni o combinazioni di fonti.
Per gli utenti, la sfida è capire quando usare un browser classico e quando un answer engine.
- Il browser tradizionale resta ideale per ricerche esplorative, confronti di fonti, operazioni transazionali complesse o attività multi-step.
- Strumenti come ChatGPT Search o Perplexity sono invece più rapidi per risposte sintetiche, verifica di dati o brainstorming.
Secondo il Reuters Institute Digital News Report 2025, il 7% degli utenti globali utilizza regolarmente chatbot AI per informarsi o cercare contenuti online — una percentuale che sale oltre il 15% tra gli under 25 [5].
La searchbar come porta d’accesso all’economia digitale
Per la maggior parte delle persone, l’accesso alla rete inizia da un solo punto: la barra di ricerca, o la sua incarnazione in sistemi operativi, app e assistenti.
Controllare quel punto d’ingresso significa influenzare traffico, ricavi pubblicitari, dati e la forma stessa delle risposte.
I motori di ricerca tradizionali funzionano come un indice: analizzano il web, raccolgono miliardi di pagine, le classificano con algoritmi di ranking e le restituiscono in ordine di rilevanza; la pubblicità è legata alle keyword.
Gli LLM, invece, interpretano le domande a livello semantico, le trasformano in vettori di significato e generano una risposta testuale.
Il vantaggio è l’immediatezza, lo svantaggio è la possibile opacità: non sempre è chiaro da dove arrivi l’informazione, e il rischio di “allucinazioni” resta reale.
Come l’AI sta trasformando la barra di ricerca
Nel sistema operativo
- Windows: il tasto Copilot porta l’assistente direttamente nella tastiera e nel flusso di lavoro quotidiano. Molti utenti, anziché aprire il browser, iniziano la ricerca premendo il tasto e interrogando direttamente Copilot [6].
- Apple: con Apple Intelligence e l’integrazione opzionale di ChatGPT in Siri, l’OS diventa l’interfaccia primaria per domande e compiti. Siri e Copilot si trasformano in searchbar integrate per task rapidi, riducendo l’uso di browser tradizionali [7].
Nel browser
- Chrome: ha introdotto funzioni AI come Help Me Write e porta Gemini direttamente nell’Omnibox, offrendo completamenti e sintesi senza passare dalla SERP [8].
- Edge: integra Copilot e funzioni di ricerca contestuale, con sintesi dei contenuti delle pagine.
- Comet (Perplexity): un browser AI-native che combina navigazione e risposta diretta con fonti citate e verificabili [3].
Negli assistenti e answer engine
- Google: AI Overviews trasforma i dieci link blu in riassunti con citazioni [9].
- OpenAI: ChatGPT Search consente ricerca in tempo reale, mostra le fonti e offre funzioni verticali come shopping o analisi di documenti [10].
- Amazon: Rufus integra ricerca e conversazione nella barra di ricerca dell’app, permettendo di chiedere consigli o confrontare prodotti senza cambiare contesto [11].
Dalla SEO alla AEO (Answer Engine Optimization)
Il focus si è spostato dal posizionarsi nelle prime posizioni nella SERP all’essere citati o utilizzati come fonte da un answer engine.
Questo richiede strategie completamente nuove:
- Zero-click: con AI Overviews, l’utente trova già la risposta, senza cliccare sui link.
- Trasparenza e citazioni: ChatGPT Search enfatizza le fonti, rendendo la “visibilità citazionale” cruciale per i brand.
- Affidabilità: le allucinazioni restano un rischio reputazionale e legale. L’affidabilità percepita diventa una leva competitiva.

Figura 3. Il risultato restituito dall’AI Overview di Google alla query “What is answer engine optimization?”
Effetti di mercato e impatti settoriali
| Settore | Rischio | Mosse consigliate |
| Editoria & Media | Calo del traffico da query informative coperte dagli AI Overviews. | Contratti di licensing, markup semantico, strategie di “answer optimization”. |
| Retail & e-commerce | Answer engine che bypassano pagine di categoria e portano direttamente all’acquisto. | Cataloghi AI-readable, feed completi, schede ottimizzate per query conversazionali. |
| PA e Servizi al cittadino | Frammentazione dei punti di accesso (siti istituzionali vs. answer engine). | FAQ strutturate, dataset aperti, integrazione con assistenti. |
Implicazioni pratiche per le imprese
1. Rendere i contenuti “AI-leggibili”
I motori AI funzionano meglio se i contenuti sono organizzati in modo chiaro e leggibile dalle macchine. Serve usare dati strutturati (schema.org, JSON-LD) e metadati che definiscono prodotto, autore, prezzo, data e contesto.
2. Nuove metriche oltre la SEO tradizionale
Non basta più misurare le visite. Occorre monitorare:
- quante volte il brand è citato in risposte AI,
- in quali contesti,
- con quale grado di visibilità o affidabilità percepita.
Queste sono le nuove metriche di reputazione digitale.
3. Contratti e licensing con le piattaforme AI
Aziende ed editori possono negoziare accordi per garantire che i propri contenuti vengano usati legalmente, citati e remunerati dai modelli AI.
Per gli utenti comuni
Fare ricerca online non è più un gesto unico.
Oggi convivono due modelli:
- il browser tradizionale, con motori di ricerca classici;
- i modelli linguistici e gli answer engine, come ChatGPT, Perplexity, Copilot o Rufus.
Conoscerne vantaggi e limiti permette di ottenere risultati migliori e ridurre il rischio di disinformazione.
Quando usare il browser:
- Per fonti ufficiali e verificabili (normative, documenti tecnici).
- Per confrontare più prospettive o accedere ai contenuti originali.
Quando usare un LLM o answer engine:
- Per sintesi rapide di temi complessi, domande iterative o supporto operativo (riassunti, brainstorming, traduzioni).
Regole pratiche per proteggersi:
- Usare un LLM per iniziare, ma verificare poi con un motore classico.
- Controllare sempre le fonti indicate (o cercarle manualmente).
- Diffidare delle risposte troppo generiche o sicure di sé.
- Non affidarsi mai a un LLM per decisioni mediche, legali o finanziarie.
- Alternare strumenti: sintesi in chat, verifica nel browser.
Il futuro sarà ibrido: non si tratta di scegliere tra Google e ChatGPT, ma di capire quando conviene l’uno o l’altro.
La competenza chiave sarà sviluppare un vero “alfabeto della ricerca ibrida”.
Conclusioni
Le aziende che per anni hanno puntato solo sulla SEO devono affrontare un cambio di paradigma.
La ricerca non è più una lista di link: è una risposta AI o un’azione eseguibile.
Le domande da porsi oggi sono:
- In quante risposte AI comparirà il mio brand?
- Con quali evidenze verrà citato?
- Quali azioni guiderà l’utente dopo aver letto quella risposta?
La searchbar del futuro sarà distribuita tra browser, sistemi operativi e chat-engine.
Chi saprà adattarsi, trasformerà questa rivoluzione in un vantaggio competitivo.
Fonti e riferimenti
[1] U.S. Department of Justice – U.S. v. Microsoft Antitrust Case (1998): https://www.justice.gov/atr/us-v-microsoft-proposed-findings-fact-0
[2] StatCounter Global Stats – Browser Market Share Worldwide, settembre 2025: https://gs.statcounter.com/browser-market-share
[3] Perplexity Blog – Comet is now available to everyone worldwide (luglio 2025): https://www.perplexity.ai/hub/blog/comet-is-now-available-to-everyone-worldwide
[4] Wired Italia – Perplexity e l’offerta simbolica per Chrome (agosto 2025): https://www.wired.it/article/perplexity-offerta-a-google-per-acquisto-di-chrome
[5] Reuters Institute – Digital News Report 2025 (giugno 2025): https://www.odg.it/wp-content/uploads/2025/06/REUTERS-Digital_News-Report_2025_compressed.pdf
[6] Microsoft Blog – The Copilot key and the new era of the AI PC (gennaio 2024): http://blogs.windows.com/windowsexperience/2024/01/04/introducing-a-new-copilot-key-to-kick-off-the-year-of-ai-powered-windows-pcs/
[7] Apple Newsroom – Introducing Apple Intelligence (giugno 2024): https://www.apple.com/newsroom/2024/06/introducing-apple-intelligence-for-iphone-ipad-and-mac/
[8] Google Blog – New AI features for Chrome (marzo 2024): https://blog.google/products/chrome/new-ai-features-for-chrome
[9] Google Blog – Generative AI in Search (AI Overviews) (maggio 2024): https://blog.google/products/search/generative-ai-google-search-may-2024
[10] OpenAI – Introducing ChatGPT Search (maggio 2025): https://openai.com/index/introducing-chatgpt-search
[11] About Amazon – Meet Rufus, Amazon’s new AI shopping assistant (gennaio 2024): https://www.aboutamazon.com/news/retail/amazon-rufus








