L’introduzione dell’obbligo di verifica dell’età per l’accesso ai siti pornografici è un passaggio cruciale nel rapporto tra tutela dei minori e libertà digitale.
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Verifica età per accesso al porno: le regole e le date
Dopo anni di discussioni, l’Italia ha finalmente stabilito un quadro normativo chiaro: a partire dal 12 novembre 2025, chiunque diffonda in Italia contenuti pornografici dovrà assicurarsi che l’utente sia maggiorenne. Chi non si adegua rischia multe fino a 250 mila euro e il possibile oscuramento del sito da parte dell’Agcom.
Agcom ha pubblicato una lista di siti che continua ad aggiornare, ad oggi sono 45.
La scadenza discende in modo lineare dal combinato disposto dell’art. 13-bis del “Decreto Caivano” e della delibera AGCOM n. 96/25/CONS, pubblicata il 12 maggio 2025, che concedeva sei mesi ai gestori per adeguarsi. Non ci sono dubbi, dunque, sulla decorrenza dell’obbligo: dal 12 novembre, i siti porno dovranno avere un sistema di age verification attivo e conforme alle indicazioni dell’Autorità, pena l’inibizione dell’accesso dal territorio italiano.
I siti porno per i quali scatta obbligo verifica età (lista Agcom 3 novembre 2025)
- Pornhub;
- Youporn;
- Redtube;
- Stripchat;
- Xnxx;
- Xvideos;
- Cameraboys.com;
- Maturescam.com;
- Mycams.com;
- Mytrannycams.com;
- Porndoelive.lsl.com;
- Pornhdlive.com;
- Joyourself.com;
- Livejasmin;
- Liveprivates.com;
- Livesexasian.com;
- Lsawards.com;
- Lsl;
- Pornhdlive.com;
- Superporno;
- Porn300;
- Porndroids;
- Faphouse;
- Jacquie Et Michel;
- Olecams;
- OnlyFans;
- Xfree;
- Xhamster;
- Tiava;
- Lupoporno;
- Ixxx;
- Tubegalore;
- Gaymaletube;
- Porn.com;
- Solo Porno Italiani;
- Cam4;
- Pornzog;
- Hentai – Ita;
- Giochi Premium;
- Xhamster Live;
- Clip4sale;
- Chaturbate;
- Bang;
- Tnaflix;
- Tukif.love
Novembre o gennaio: chiarimento sulle date
Più interessante, sul piano giuridico, è il riferimento ai “tre mesi dalla pubblicazione della lista”, contenuto nell’art. 4, comma 2, dell’Allegato A alla delibera. A una lettura superficiale potrebbe sembrare che tale termine sposti in avanti la data di efficacia, ma non è così. La norma, in realtà, ha un valore procedurale, non sostanziale: serve a regolare l’estensione dell’applicazione del provvedimento anche ai soggetti stabiliti in altri Stati membri dell’Unione europea, in conformità al principio del “Paese di origine” previsto dal diritto UE. In sostanza, AGCOM ha introdotto una finestra di tre mesi per consentire le necessarie comunicazioni alle autorità competenti degli altri Stati e garantire il rispetto delle procedure di notifica previste dal Digital Services Act e dalla direttiva e-commerce.
Questo significa che, se la lista dei siti soggetti alla verifica è stata pubblicata il 31 ottobre 2025, il termine dei tre mesi conduce al 31 gennaio 2026: non una proroga dell’obbligo, ma il momento a partire dal quale l’Autorità potrà esercitare pienamente i propri poteri anche verso operatori con sede in altri Paesi UE, come i grandi colossi del settore. I siti, tuttavia, non possono attendere tale data: dal 12 novembre devono già essere tecnicamente in regola, perché la verifica dell’età è da quel giorno un requisito di legittimità dell’attività stessa.
In questa doppia scansione temporale — 12 novembre per l’obbligo sostanziale, 31 gennaio per l’applicabilità piena ai soggetti UE — si coglie l’equilibrio cercato dal legislatore e da AGCOM tra esigenze di protezione dei minori e rispetto delle libertà del mercato digitale europeo. Non si tratta di un rinvio o di un escamotage, ma di un raffinato compromesso giuridico che tiene conto delle dinamiche del diritto dell’Unione e della necessità di un approccio graduale. In definitiva, la nuova disciplina non rinvia l’obbligo: lo chiarisce, lo struttura e lo colloca in un contesto coerente con la cornice europea. Dal 12 novembre 2025 l’Italia compie un passo concreto — e giuridicamente ponderato — verso una rete più responsabile, mentre dal 31 gennaio 2026 l’AGCOM potrà esercitare appieno la propria vigilanza anche oltre i confini nazionali.
Come funzionerà l’accesso ai siti web porno
Il sistema pratico di accesso può cambiare da sito a sito, ma ci sono alcuni punti fermi. Il principio è quello del “doppio anonimato”: chi verifica l’età non sa a quale sito l’utente vuole accedere, e il sito non conosce l’identità dell’utente. Tutto avviene tramite un’app o un portafoglio digitale – in futuro l’IT Wallet – che rilascia una credenziale crittografata valida su più piattaforme. L’Europa ha già messo a disposizione un’app, mentre l’Italia lavora per averne una, che potrebbe essere anche integrata in app IO.
Non ci sarà un’autenticazione Spid o Cie per l’accesso, appunto per garantire l’anonimato.
- In pratica, quando si tenta di entrare in un sito per adulti compare una schermata di verifica. Sullo smartphone si apre l’app certificata, che controlla la maggiore età dell’utente una sola volta, tramite un documento o un’identità digitale. L’app genera poi una prova d’età (“over 18”) che può essere riutilizzata.
- Chi naviga da computer vedrà invece un QR code: basta inquadrarlo con l’app sul telefono per autorizzare l’accesso. Il sito riceve solo l’informazione “maggiorenne sì/no”, senza conoscere nome, documento o dati anagrafici.
Il sistema potrà essere gestito da soggetti terzi certificati – come banche, gestori d’identità o enti pubblici – e dovrà garantire sicurezza, anonimato e interoperabilità europea. In alternativa potranno essere usati metodi conformi come la verifica via operatore mobile o carta di credito, ma solo se rispettano gli stessi standard di protezione dati.



































































