Il software libero e open source (FOSS) è una colonna portante dell’infrastruttura globale: è il sistema operativo dei server e degli apparati di rete, ed è alla base degli strumenti software di importanza strategica usati dalle imprese e dai governi per la loro operatività quotidiana.
Nonostante ciò, il modello di business del FOSS è fortemente sotto pressione. Infatti, nonostante sia un’industria con un valore complessivo di svariati miliardi di dollari, il suo futuro è legato a una serie di fattori che vanno oltre le caratteristiche delle persone, delle comunità, dei prodotti e dei progetti.
Indice degli argomenti
Tre interrogativi chiave per il futuro del software libero
Guardando al 2026, ci sono tre interrogativi aperti:
- cosa possiamo aspettarci per il futuro del FOSS?
- Cosa speriamo possa accadere perché il futuro sia positivo?
- Quali ostacoli dobbiamo affrontare per evitare che la crescita si fermi?
Cercherò di rispondere a ciascuno dei tre interrogativi fornendo una prospettiva che mette insieme le mie idee a quelli di alcuni personaggi importanti nel mondo FOSS.
Sicurezza, dipendenze e standard
Nel 2026, l’intelligenza artificiale verrà integrata in moltissimi progetti open source, e non solo per creare nuove librerie ma anche per automatizzare i test, revisionare il codice, e gestire gli aggiornamenti di sicurezza.
Inoltre, potrebbe rendere più facile il processo di gestione dei contributi, ma solo se i progetti sapranno integrarla in modo etico e sostenibile.
Ci sarà anche una maggiore attenzione per la sicurezza e le dipendenze, perché le organizzazioni governative e le aziende gestiranno l’open source come un elemento critico della loro infrastruttura, e per questo motivo cercheranno di proteggersi dalle eventuali vulnerabilità presenti nei pacchetti FOSS.
Nel 2026 ci aspettiamo audit più frequenti, fondi dedicati a componenti essenziali, e una pressione crescente per standard di qualità e sicurezza più rigorosi.
L’evoluzione necessaria dei modelli di finanziamento
Inoltre, dovranno evolvere i modelli di finanziamento del FOSS, perché il vecchio modello basato solo sul volontariato e su un numero limitato di aziende che offrono valore aggiunto sul codice sorgente non è più sufficiente.
In futuro vedremo una combinazione di sponsorizzazioni, abbonamenti, modelli open core (anche se poco graditi a una parte della comunità), crowdfunding e – forse – nuove formule. Il punto critico sarà quello di passare da iniziative isolate a modelli strutturali.
Governance, licenze e processi
Dovrà anche aumentare l’organizzazione dei progetti FOSS, e in particolare di quelli più piccoli, con un numero limitato di contributori.
Oggi ciascuno agisce secondo le indicazioni dei leader, e questo si traduce nella scelta di licenze open source con reciproci problemi di compatibilità, nella mancanza di processi formalizzati in modo da essere riproducibili anche in assenza del riferimento, e in una governance quasi sempre informale e molto distante dalle abitudini aziendali.
Nel 2026 ci sarà sicuramente un aumento della pressione per una formalizzazione dei processi, soprattutto nei progetti FOSS usati in contesti enterprise o pubblici, e questo si tradurrà in una riduzione della “libertà anarchica” delle origini e in una maggiore accountability.
Globalizzazione del FOSS e nuove sfide di coordinamento
Aumenterà anche la globalizzazione del FOSS, che è sempre stato un movimento globale ma nel 2026 allargherà ulteriormente i propri orizzonti, con una crescita dei contributori dai paesi emergenti, e di conseguenza una maggiore attenzione per la localizzazione e l’inclusione.
Questo è un bene, ma richiederà nuove forme di coordinamento e attenzione alle differenze culturali e normative.
Speranze per un futuro positivo
Ci sarà un’ulteriore democratizzazione della tecnologia, che diventerà accessibile a un numero sempre maggiore di comunità e individui.
Grazie a una combinazione più stretta tra IA e strumenti di sviluppo FOSS sempre più potenti, l’innovazione nascerà dal basso, e le comunità locali potranno sviluppare soluzioni per le proprie esigenze senza dover necessariamente dipendere dai grandi vendor.
Modularità, riutilizzabilità e riduzione della dipendenza dai vendor
Il software FOSS sarà sempre più modulare e riutilizzabile, grazie ai progressi nella manutenzione e nella documentazione, che consentiranno agli sviluppatori di non reinventare ogni volta la ruota, e di innovare costruendo su basi solide.
Sovranità digitale e indipendenza dalle piattaforme proprietarie
Nel 2026, con uno scenario geopolitico instabile, il FOSS potrà aiutare i governi e le organizzazioni a tutti i livelli – sovranazionali, governative e not for profit – a ridurre la dipendenza dalle piattaforme proprietarie, che sono sempre più sotto esame per le loro politiche commerciali orientate al lock-in e alla profilazione degli utenti. Il FOSS è trasparente, flessibile, ispezionabile, e non traccia i dati degli utenti: ingredienti fondamentali per costruire infrastrutture digitali sicure e sovrane.
Sostenibilità economica e consolidamento delle comunità
Se il tema della sostenibilità verrà affrontato seriamente, soprattutto dalle aziende che non contribuiscono in alcun modo, le comunità e i progetti FOSS cresceranno e si consolideranno, diminuirà il problema del burnout dei coordinatori, che oggi sono quasi sempre da soli di fronte a tutti i problemi, e di conseguenza migliorerà anche la governance dei progetti.
FOSS 2026: ostacoli e rischi
In questo momento, il problema più importante è quello della sostenibilità, visto che molti progetti FOSS – tra cui alcuni di importanza strategica – sono manutenuti da un piccolo gruppo di sviluppatori che spesso non ricevono nessun compenso per il loro lavoro sul codice sorgente open source, e quindi hanno un altro lavoro che gli permette di condurre una vita normale.
Rischio di collasso silenzioso e necessità di supporto strutturato
Quindi, se non si trovano dei meccanismi di sostegno economico stabili, in modo particolare da parte delle aziende che sfruttano il FOSS senza dare nulla in cambio alla comunità (perché la maggior parte delle donazioni proviene da singoli individui, all’atto del download), molti progetti rischiano un collasso silenzioso, con un lento abbandono legato al burnout dei manutentori. Il problema è tanto più grave quanto maggiore è l’importanza del progetto FOSS all’interno della catena del valore del software, dove singoli progetti sono diventati colli di bottiglia. Se uno di questi crolla, l’impatto può essere devastante. Nel 2026 serviranno sistemi migliori per identificare e supportare i progetti critici.
Evitare la chiusura dei progetti e trovare equilibrio economico
Bisogna soprattutto evitare che i finanziatori dei progetti FOSS – e tra questi in particolare i venture capitalist – cerchino di “chiudere” i progetti nati open source con una modifica della licenza, così com’è già avvenuto in alcuni casi. La sfida sarà quella di trovare dei modelli che garantiscano sostenibilità economica senza tradire i principi fondamentali del FOSS.
Le tre condizioni per un futuro digitale equo e innovativo
Il 2026 non è lontano. Il futuro del FOSS dipenderà da quanto saremo in grado di sostenere chi sviluppa e manutiene il software, di aumentare la fiducia nei progetti FOSS con una maggiore trasparenza e una migliore governance, e di integrare nuove tecnologie senza sacrificare i principi fondamentali.
Il FOSS deve essere riconosciuto come elemento fondamentale dell’infrastruttura digitale, per i suoi valori legati alla trasparenza, alla condivisione della conoscenza, alla libertà di accesso, studio e miglioramento del codice sorgente, e di utilizzo del software, e non perché “gratuito” (da cui deriva un eccellente rapporto tra costo e prestazioni).
Se tutta la comunità agisce con visione e responsabilità, e con la coerenza che è mancata fino a oggi, il FOSS può diventare il motore di un futuro digitale più equo, sicuro e innovativo.












Un bellissimo articolo, Italo. Partendo dal riconoscimento del valore strategico del software open source nell’infrastruttura digitale globale analizza una situazione non priva di paradossi ed allarme su rischi per la sua sostenibilità e burnout in prospettiva, Tutto questo nonostante il FOSS, grazie alla sua trasparenza, flessibilità e non tracciabilità dei dati, sia uno strumento fondamentale per costruire infrastrutture digitali sicure e sovrane e ridurre la dipendenza dalle piattaforme proprietarie.
Molto interessante l’analisi esperta delle sfide che lo aspettano ed in particolare mi stimolano una domanda: quali specifici meccanismi di governance formale o innovazioni legali ritieni siano stati, o debbano essere, implementati con successo entro la fine del 2026 per proteggere l’integrità delle licenze FOSS e garantire sostegno strutturale (non solo donazioni) ai progetti critici?
Grazie e ancora complimenti! Aldo