È più che mai attuale il dibattito sulle interazioni tra intelligenza artificiale e industria audiovisiva, con implicazioni che toccano sia la creatività che la tutela dei lavoratori del settore.
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L’evoluzione del settore audiovisivo tra nuove tecnologie e cambiamenti
Ancora una volta, per comprendere in modo più consapevole il contesto odierno, risulta necessario guardare anche al passato.
Per fare solo un breve esempio, Charlie Chaplin era molto scettico riguardo all’introduzione del sonoro nel cinema e riteneva che il passaggio dai film muti ai film parlati avrebbe segnato la fine dell’arte della pantomima, una forma espressiva universale che trascendeva le barriere linguistiche. Sebbene oggi tale considerazione possa risultare obsoleta, essa cattura l’essenza di una tematica che ricorre – come negli altri settori – anche nella storia dell’industria cinematografica: ogni nuova innovazione tecnologica è stata accolta tanto con entusiasmo quanto con timori di perdita, con la sensazione che la sua introduzione avrebbe segnato la fine di una forma d’arte consolidata.
Quando il cinema muto dominava, il mondo intorno ad esso stava vivendo una rapida elettrificazione: le case si riempivano dei suoni della radio, e il settore audiovisivo si trovò di fronte alla necessità di adattarsi. Il passaggio al sonoro, seppur inizialmente criticato da molti, ha segnato un’evoluzione fondamentale, permettendo al cinema di offrire nuove modalità narrative, con l’introduzione di dialoghi, sound design e musica. Parallelamente, l’introduzione del colore nella fotografia cinematografica ha portato ad un ulteriore cambiamento, non solo nell’estetica del cinema, ma anche nell’intero panorama mediatico dell’epoca.
Oggi, a distanza di quasi un secolo, l’industria cinematografica sta affrontando una nuova sfida tecnologica: la crescente integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi di sviluppo dei contenuti per il grande e il piccolo schermo. Come nel caso del passaggio dal muto al sonoro, l’IA solleva interrogativi simili sul futuro del cinema: quali saranno le sue implicazioni creative, tecniche ed etiche? Essa potrà realmente arricchire l’esperienza cinematografica, o rappresenterà una minaccia alla natura stessa della narrazione visiva? Il dato sicuro è che ci troviamo dinanzi a un cambiamento che potrebbe rivoluzionare ancora una volta le capacità del cinema di riflettere e rappresentare il nostro tempo.
Applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale nel cinema
L’intelligenza artificiale già da anni rivoluziona le diverse fasi della produzione audiovisiva, dalla preproduzione alla distribuzione. Da un lato, alcuni segmenti dell’industria ne esplorano il potenziale, soprattutto per l’ottimizzazione dei costi e per la maggiore efficienza nei tempi di realizzazione. Dall’altro, emergono preoccupazioni legate agli impatti sull’occupazione e sul diritto d’autore.
L’IA nell’analisi delle sceneggiature
Tra le principali modalità di impiego concreto dell’IA nel settore, vi è innanzitutto l’analisi delle sceneggiature: l’intelligenza artificiale può infatti esaminare un vasto numero di copioni, valutandone il potenziale successo in base a vari parametri come temi, dialoghi e struttura narrativa. Questo strumento consente agli sceneggiatori di perfezionare i propri lavori e ai produttori di prendere decisioni più consapevoli. Ne ha parlato di recente il pluripremiato regista e sceneggiatore Paul Schrader, il quale si esprime a favore degli sviluppi delle nuove tecnologie, definendole originali e avanzate. Tuttavia, rimane un limite fondamentale: l’IA si basa esclusivamente su ciò che già conosciamo. Parlare di originalità risulta quindi discutibile, poiché il suo processo creativo si fonda sulla rielaborazione di dati e modelli preesistenti, senza una reale capacità di innovazione.
Di conseguenza, un utilizzo esteso dell’IA nella scrittura di sceneggiature rischia di favorire storie che ricalcano quelle già affermate, contribuendo alla cristallizzazione di schemi narrativi ricorrenti e al perpetuarsi di determinati bias.
L’intelligenza artificiale nel processo di selezione degli attori
Al tempo stesso, l’intelligenza artificiale può semplificare il processo di selezione degli attori analizzando espressioni facciali, voci e caratteristiche fisiche. Un esempio è il sistema CMP-AI, che crea i vari profili dei personaggi basandosi direttamente sul copione che viene scrupolosamente analizzato. Non solo, abbiamo visto che l’IA può anche supportare la ricerca dei luoghi delle riprese, analizzando immagini o fornendo dati su previsioni meteo, gestione delle folle e logistica. I vantaggi per i produttori sono evidenti: riduzione dei tempi di produzione, contenimento dei costi e possibilità di sperimentare idee visive nella fase di preproduzione.
L’IA e l’analisi sui dati del pubblico
Tra gli utilizzi più rilevanti, non può certo mancare una menzione all’analisi che viene effettuata sui dati del pubblico, attraverso cui i sistemi possono personalizzare le campagne di commercializzazione del prodotto, identificando i trailer o le locandine più avvincenti, oltre ad ottimizzare le strategie di distribuzione, suggerendo date e piattaforme di lancio più appropriate.
Gli effetti visivi con l’IA
Un altro degli ambiti più consolidati è quello degli effetti visivi: le moderne tecnologie consentono di eseguire operazioni di de-aging (ringiovanimento digitale), aging (invecchiamento), e face-swapping (scambio di volti in tempo reale) con un livello di dettaglio sempre più eccezionale. Questa tipologia di strumenti è stata già ampiamente utilizzata in pellicole di grande successo, permettendo agli attori di interpretare versioni più giovani o più anziane di sé stessi senza la necessità di lunghe e costose sessioni di trucco prostetico.
Tuttavia, come anticipato, l’intelligenza artificiale non si limita alla generazione di contenuti visivi.
È sempre più parte integrante dei processi di sviluppo di un film, a partire dalla fase di sceneggiatura. Oggi esistono algoritmi in grado di analizzare enormi quantità di dati – provenienti da tendenze di mercato, reazioni del pubblico e successi cinematografici passati – per suggerire trame, strutture narrative e persino dialoghi che potrebbero avere maggiori probabilità di successo in un determinato momento storico. Questo non significa che l’IA stia sostituendo gli sceneggiatori, ma piuttosto che sta divenendo uno strumento di supporto, capace di fornire spunti creativi e analisi predittive su ciò che potrebbe funzionare meglio al botteghino.
Per affrontare adeguatamente le sfide poste dai sistemi di intelligenza artificiale nel settore audiovisivo, un primo passo significativo da compiere è rappresentato dal perseguimento di una maggiore trasparenza, in linea con le normative finora adottate. A titolo esemplificativo, gli obblighi di etichettatura permettono agli spettatori di essere consapevoli della nuova dimensione delle produzioni e/o delle esposizioni dei contenuti.
Il quadro normativo dell’intelligenza artificiale nell’industria audiovisiva
Le proteste e gli scioperi di sceneggiatori e autori del 2023 negli Stati Uniti hanno messo in evidenza i rischi dell’IA nel settore cinematografico, tra cui l’utilizzo non autorizzato di opere, voci e immagini di attori. Per ovviare a tale dinamica, diversi Paesi stanno già cercando di bilanciare la crescita dell’economia digitale con la tutela della creatività umana.
Anche in Italia il dibattito è tuttora aperto. Lo scorso 4 marzo sono state convocate le piattaforme streaming al Ministero della Cultura, a seguito delle crescenti preoccupazioni manifestate dalle associazioni di categoria circa l’incremento di richieste – da parte dei produttori – di ottenere la cessione dei diritti agli attori per l’utilizzo di IA. Un tema che era già stato sollevato da sceneggiatori, agenti e artisti che, più precisamente, erano contrari a determinate clausole contrattuali proposte dalle piattaforme sull’utilizzo delle tecnologie per riprodurre artificialmente le voci e le immagini degli interpreti. Durante l’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia, la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Commissione Europea, ha organizzato una tavola rotonda sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel settore, evidenziando le sfide e le implicazioni per il diritto d’autore e la tutela degli artisti, evidenziando forte preoccupazioni sull’utilizzo di materiale protetto dal diritto d’autore per l’addestramento dei modelli IA.
Sintetizzando il quadro normativo attuale, la Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale (Direttiva 2019/79) ha introdotto limitazioni per l’uso di tecnologie di estrazione di testo e di dati, permettendo ai titolari di diritti di limitare o escludere l’utilizzo dei propri contenuti. Successivamente, l’entrata in vigore nel 2024 del regolamento europeo sull’intelligenza artificiale ha rafforzato tali tutele, prescrivendo ai fornitori di sistemi di IA di rispettare il diritto d’autore e fornire resoconti dettagliati sui dati utilizzati per l’addestramento.
Un altro aspetto centrale, emerso nei recenti dibattiti, riguarda la protezione delle opere generate dall’IA. Secondo il diritto d’autore europeo, i contenuti creati interamente dall’intelligenza artificiale, senza intervento umano, non sono tutelabili. Nel nostro paese, ad esempio, è stato chiarito che le “opere dell’ingegno” devono avere un’origine umana, ma che i contenuti generati con l’ausilio dell’AI potrebbero essere tutelati se frutto di un’elaborazione creativa dell’autore.
Constatati i numerosi sviluppi sul tema, il settore cinematografico italiano si sta già attrezzando per affrontare le nuove sfide. A dicembre 2023, è stato firmato un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del doppiaggio, che introduce regole specifiche sull’uso dell’intelligenza artificiale. In particolare, viene stabilito che il diritto di riprodurre una performance vocale è limitato al prodotto audiovisivo per cui è stata registrata e che l’uso non autorizzato delle registrazioni vocali per l’addestramento dei sistemi di IA è vietato.
Intelligenza artificiale e futuro del cinema: bilanciare innovazione e tutele
Per concludere, è indubbio che l’integrazione dell’IA nel settore audiovisivo, sia a livello globale che nazionale, rappresenti una sfida che continua a evolversi e di cui dovremo ancora osservare gli sviluppi. L’intelligenza artificiale può ottimizzare i processi che conducono al prodotto finale, ridurre i costi e semplificare le fasi creative. Sebbene le opportunità siano evidenti, restano aperte importanti criticità riguardanti l’impatto sull’occupazione, le violazioni del diritto d’autore e le problematiche etiche associate ai contenuti generati artificialmente. L’Unione Europea ha già iniziato a proporre soluzioni, rispondendo con misure legislative e buone pratiche. Tuttavia, sarà cruciale assicurare un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la tutela dei diritti degli artisti.
Pertanto, per conoscere i prossimi sviluppi sul tema, non ci resta che attendere una proposta di legge ad hoc, destinata a disciplinare, prima ancora degli aspetti più tecnici, l’interazione fra intelligenza umana e intelligenza artificiale, in un campo che continua a sorprenderci e a far parte della nostra essenza culturale.