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IA al cinema: chi vince e chi perde con l’accordo tra attori e Studios



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L’accordo tra attori e Studios inaugura un’era nuova, introducendo regole per l’utilizzo dell’IA nelle produzioni. Una notizia positiva per l’industria, un po’ meno per il cinema per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi e sicuramente ancor meno per gli attori e gli interpreti. I punti salienti e i dubbi

Pubblicato il 16 nov 2023

Alfredo Esposito

Studio Legale Difesa d’Autore



cinema

L’entrata in vigore dell’accordo tra il SAG-AFTRA | The Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists sindacato degli attori americani, e l’AMPTP – Alliance of Motion Picture and Television Producers, rappresentante l’industria del cinema, segna un capitolo cruciale nella ridefinizione delle dinamiche contrattuali nel mondo della produzione audiovisiva globale.

L’accordo triennale sottoscritto l’8 novembre avrà un impatto rilevante anche al di fuori delle parti in causa, considerando il ruolo di Hollywood nell’industria mondiale e il potenziale economico in gioco, pari ad oltre 3 miliardi di euro.
Risulta quindi evidente l’entità della sfida che ha coinvolto il comparto degli autori e degli sceneggiatori per quattro lunghissimi mesi.

I punti salienti dell’accordo tra attori e studios

Al di là del valore economico dell’accordo, l’attenzione predominante del mondo giuridico e dell’intero settore dello spettacolo era incentrata sull’introduzione, di portata a dir poco rivoluzionaria, delle clausole regolanti l’impiego dell’intelligenza artificiale nel contesto delle performance audiovisive e delle produzioni cinematografiche.
Così, dopo l’accordo stipulato tra WGA (Gilda degli Scrittori) e l’AMPTP, ora anche il sindacato attoriale pare aver trovato una quadra, almeno formalmente, per l’introduzione ufficiale dell’intelligenza artificiale generativa sul red carpet (e non solo).

Analizziamo i punti salienti dell’accordo, in cui i riferimenti ai performer servono ad indicare attori, interpreti ed artisti dell’intero comparto, e dove si discute, oltre che di compensazione, anche del consenso sull’utilizzo delle proprie repliche digitali dopo la morte.

Repliche digitali e alterazioni dei performer

La clausola Digital Replication and Alteration of Performers si riferisce a creazione, utilizzo e modifica digitale delle rappresentazioni degli artisti, includendo sia le cosiddette repliche digitali che le alterazioni digitali apportate alle performance già registrate.
Le sottosezioni sono divise in due macrocategorie: “Employment-Based Digital Replica” e “Independently Created Digital Replica“.

Replica digitale (basata sul contratto di lavoro)

L’Employment-Based Digital Replica è una replica digitale della voce o dell’aspetto di un interprete, creata nel contesto di una produzione in cui vige un accordo di lavoro.
Tale “replica” verrebbe generata utilizzando tecnologie digitali e di intelligenza artificiale generativa, con la partecipazione fisica dell’attore.
L’obiettivo produttivo finale sarebbe quello di ottenere una rappresentazione del performer in prodotti audiovisivi anche in assenza dell’ esecuzione reale della performance.
In parole comuni, una clonazione digitale dell’attore per scene del film in cui risulta già impiegato.

  • Consenso richiesto: È richiesto un consenso espresso. Se l’attore è deceduto e il consenso è richiesto per l’uso della replica digitale, può essere concesso da un rappresentante autorizzato dell’attore deceduto. Nel caso in cui non si riesca a trovare un rappresentante autorizzato, il sindacato può concedere il consenso.
  • Compensazione prevista: Se la replica digitale dell’attore è utilizzata nel film in modo tale da comportare diritti a compensi residui, è obbligatorio effettuare il relativo pagamento. Questi compensi sono calcolati considerando unità di tempo e salario, nel rispetto dei limiti massimi stabiliti dal contratto.

Replica digitale creata indipendentemente

  • L’Independently Created Digital Replica è una replica digitale creata in modo indipendente, quindi non durante l’esecuzione di un contratto di lavoro, ed è prevista per permettere la generazione di audiovisivi in assenza della partecipazione fisica dell’artista.
  • Consenso previsto: E’ richiesto un consenso espresso. Se l’attore è deceduto e il consenso è richiesto per l’uso della replica digitale, questi può essere concesso da un rappresentante autorizzato dell’attore deceduto. Nel caso in cui non si riesca a trovare un rappresentante autorizzato, il sindacato può concedere il consenso.
  • Post-Mortem Consent Continuation: Il consenso accordato durante la vita dell’attore continua ad essere valido dopo la sua morte, a meno che non sia esplicitamente limitato diversamente.

Alterazione digitale

Durante la fase di post-produzione, la Digital Alteration può essere impiegata per apportare modifiche su elementi come l’intonazione vocale, le espressioni facciali o altri dettagli della performance di un attore precedentemente registrata mediante audio e/o video.
Consenso previsto: È richiesto un consenso espresso. Il consenso è obbligatorio per apportare qualsiasi modifica, a meno che la registrazione non rimanga sostanzialmente inalterata rispetto a quanto scritto, eseguito e/o registrato.
Se l’attore è deceduto e il consenso è richiesto per l’alterazione digitale di performance precedentemente registrate, tale consenso può essere concesso da un rappresentante autorizzato dell’attore deceduto.
Nel caso in cui non si riesca a trovare un rappresentante autorizzato, il sindacato può concedere il consenso.
Il consenso accordato durante la vita dell’attore continua ad essere valido dopo la sua morte, a meno che non sia esplicitamente limitato diversamente.

Alcune alterazioni in post-produzione vengono comunque esentate, con limiti, dalla necessità di ottenimento del consenso (ad es. modifiche relative a cosmetici, abbigliamento, riduzione del rumore, condizioni atmosferiche, doppiaggio).

L’eccezione del lip-sync


Una delle eccezioni più significative, che potrebbe segnare definitivamente la fine della professione del doppiatore per come la conosciamo, è quella prevista per il lip-sync.
Anche in questo caso non è richiesto un consenso espresso: questi agevolerà ulteriormente la transizione dal doppiaggio classico a quello artificiale, potenzialmente capace di mantenere una maggiore aderenza alle sfumature linguistiche della voce dell’attore originale.

Le ulteriori clausole relative all’ intelligenza artificiale prevedono l’istituzione di riunioni semestrali tra il sindacato e i produttori per offrire un monitoraggio continuo e permettere di affrontare eventuali nascenti questioni etiche o lavorative emergenti nell’implementazione dell’IA generativa.
Uno dei passaggi più interessanti è quello relativo al “synthetic performer”, che prevede la possibilità da parte del sindacato di chiedere compensazioni laddove un ruolo umano sia completamente sostituito da un artista generato artificialmente.

Chi vince, chi perde

La conclusione di un accordo di tale portata è decisamente una notizia positiva per l’industria cinematografica, un po’ meno per il cinema per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi e sicuramente ancor meno per gli attori e gli interpreti, che rischiano di essere destinati a diventare sempre più volti da prestare all’IA generative.
Rispetto ad un’introduzione d’uso sic et simpliciter dei sistemi di IA generativa, non v’è dubbio che molti punti nodali siano comunque stati affrontati, anche se con l’approvazione di alcune condizioni che risultano, a nostro avviso, davvero poco comprensibili (es. consenso all’utilizzo di replica post-mortem affidato in via residuale al sindacato).

Da un punto di vista di approccio generale, ha senz’altro un valore significativo la specifica che, in caso di eventuali abusi o utilizzi impropri, il rimedio risolutivo sia di natura arbitrale e limitato a compensazioni e risarcimenti monetari, permettendo da un lato alle produzioni cinematografiche di non interrompersi in caso di contestazione e, dall’altro, riducendo la questione degli “abusi” a un dato prettamente economico.

Rimangono quindi aperti una serie di vulnus, anche in relazione alla proprietà delle scansioni digitali necessarie per allenare i modelli di training, con la prevedibile nascita di nuovi e più dettagliati modelli di licenza.

Risulta altresì prevedibile che d’ora in avanti gli Studios incorporeranno i termini dell’IA come parte predefinita dei loro accordi futuri con il comparto attori e interpreti, così come risulta probabile che la nuova corsa all’oro riguarderà la conservazione delle scansioni digitali e degli output, con ovvie necessità di garantire adeguate restrizioni sull’uso, sul periodo di conservazione e sulle modalità di mantenimento.

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