INTELLIGENZA ARTIFICIALE

OpenEuroLLM: così l’AI open source è una chance per l’Europa



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L’iniziativa europea è la risposta Ue nel settore emergente dell’AI mediante modelli linguistici di nuova generazione, etici e open source. Ecco come OpenEuroLLM punta a rafforzare la sovranità digitale dell’Europa, mentre è sotto attacco da parte dell’amministrazione Trump che minaccia dazi

Pubblicato il 4 feb 2025

Mirella Castigli

ScenariDigitali.info



OpenEuroLLM: il ruolo dei Llm open source in Europa

L’alleanza europea per l’intelligenza artificiale ha svelato OpenEuroLLM, il LLM (large langage model) alternativo all’AI statunitense (da ChatGpt di OpenAI a Microsoft e Google) e alla cinese DeepSeek. L’iniziativa infatti rivendica la sovranità digitale europea nel settore emergente dell’AI mediante modelli linguistici di nuova generazione, etici e open source.

“L’iniziativa europea è utile e interessante per rafforzare la sovranità digitale dell’Europa”, commenta Vincenzo Cosenza, consulente di innovazione e formatore sui temi IA, “per offrire modelli linguistici di grandi dimensioni, che siano open, trasparenti e controllabili, ad aziende private e istituzioni pubbliche”.

Ecco il ruolo dei Llm open source in Europa, il Vecchio continente accusato di eccessiva vocazione regolatoria e scarsa capacità d’innovazione.

OpenEuroLLM: cos’è il progetto europeo che sfida ChatGpt e DeepSeek

L’alleanza dietro a OpenEuroLLM raccoglie oltre 20 tra i principali centri di ricerca, imprese e istituti di calcolo ad alte prestazioni europei (per l’Italia è presente il Cineca).

Alla guida del progetto ci sono Jan Hajič, linguista computazionale dell’Università di Praga, e Peter Sarlin, co-fondatore di Silo AI, il maggior laboratorio privato di intelligenza artificiale in Europa, già acquisito dal produttore americano di chip Amd per quasi 670 milioni di dollari.

L’iniziativa vanta partner del calibro di Aleph Alpha, l’eccellenza dell’IA tedesca, il finlandese Csc, che dà ospitalità a uno dei supercomputer più potenti al mondo, e il francese Lights On, la prima impresa di intelligenza artificiale generativa europea quotata in borsa.

Con un budget di 52 milioni di euro (che impallidisco di fronte agli investimenti da 500 miliardi di Stargate, lanciato dal presidente Usa, Donald Trump), OpenEuroLLM aspira ad essere la maggiore iniziativa di intelligenza artificiale mai finanziata dalla Commissione Europea.

“Con questa cifra”, mette in evidenza Cosenza, “si riesce a creare un modello linguistico, basandosi sulle esperienze dei modelli open già esistenti, lavorando su quello, aggiungendo e personalizzando ciò che già esiste, ma per un’infrastruttura è già più difficile”. Servono cioè ben altre cifre. “Ma sicuramente non si riesce a riequilibrare i rapporti tecno-geopolitici con la Cina e con gli Usa”.

Da un lato l’ascesa della cinese DeepSeek, dall’altro i colossi americani, da OpenAI a Microsoft e Google: ora l’Europa vuole recuperare terreno nella corsa all’intelligenza artificiale con il lancio di OpenEuroLlm.

OpenEuroLLM vuole rafforzare la sovranità europea

Oltre ai finanziamenti della Commissione, OpenEuroLLM ha ricevuto il sostegno di Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), un programma dell’UE per incentivare gli investimenti nelle tecnologie strategiche.

Il progetto è anche in linea con i piani dell’UE per rafforzare la sovranità digitale dell’Europa, che sta diventando vulnerabile.

“Sia un’azienda sanitaria che sviluppa assistenti specializzati per i medici o sia una banca che crea servizi finanziari personalizzati, il filo conduttore deve essere un modello di IA adatto al contesto, nella lingua di riferimento e sotto il controllo delle organizzazioni”, ha dichiarato Sarlin al sito The Next Web.

“Lodevole è l’iniziativa e anche la collaborazione con le comunità open source e scientifiche”, spiega Vincenzo Cosenza ad AgendaDigitale, “e l’impegno di preservare la diversità linguistica, perché solitamente nei modelli d’oltreoceano, la percentuale di testi in lingue europee (non in inglese, ndr) utilizzati per l’addestramento è davvero minima: per esempio, all’italiano si riserva l’1%”.

L’AI che parla europeo

Con la Cina e gli Stati Uniti che sviluppano nuove capacità di intelligenza artificiale a una velocità impressionante, l’Europa si trova ad affrontare un futuro incerto nello scenario digitale, anche se ha anticipato tutti sul terreno della regolamentazione, con l’AI Act.

OpenEuroLLM spera di rafforzare la posizione del continente con nuove infrastrutture digitali. Il progetto si impegna inoltre a integrare l’IA con i valori europei di democrazia, trasparenza, apertura e coinvolgimento della comunità.

Secondo OpenEuroLLM, i modelli, il software, i dati e la valutazione saranno completamente aperti. Saranno anche in grado di essere messi a punto e istruiti per le esigenze specifiche dell’industria e del settore pubblico. Inoltre, l’alleanza promette di preservare la diversità linguistica e culturale.

I piani arrivano in un periodo di prova per la tecnologia europea. Con le aziende statunitensi e cinesi che corrono per realizzare nuove scoperte nel campo dell’intelligenza artificiale, cresce il timore che le aziende, le economie e persino la cultura europee siano in pericolo.

Sarlin vuole che OpenEuroLLM porti nuova speranza all’Europa, in questa fase in panne e in crisi economica. “Non si tratta di creare un chatbot generico, ma di costruire un’infrastruttura digitale e di IA che consenta alle aziende europee di innovare con l’IA”, ha affermato Peter Sarlin.

“Questo progetto si propone di offrire alle aziende europee gli strumenti per costruire modelli e soluzioni nella loro lingua, che possano controllare e possedere”.

La startup francese Mistral AI

All’insegna del forte vento mediterraneo che ha ispirato il suo nome, la startup francese Mistral AI ha preso d’assalto il Wef di Davos, con un modello di intelligenza artificiale di livello globale che sfrutta una frazione delle risorse abituali.

La startup parigina, con neppeno un anno di vita, aveva appena ricevuto una valutazione da 2 miliardi di dollari e ottenuto il sostegno del leader dei chip di intelligenza artificiale Nvidia, oltre al supporto dell’importante società di venture Andreessen Horowitz.

Il trio di ricercatori di intelligenza artificiale fondatori di Mistral sono Guillaume Lample, Timothée Lacroix e l’amministratore delegato Arthur Mensch, salutato come l’eroe che avrebbe finalmente portato l’Europa ai vertici della tecnologia.

Mistral ha ricevuto anche il sostegno entusiasta del presidente francese Emmanuel Macron, attratto dalla promessa di un’IA “sovrana” e più “aperta”, orgogliosamente indipendente dalle Big Tech della Silicon Valley.

Ma in un anno, un’era geologica nel campo fotonico dell’IA, l’entusiasmo per Mistral è scemato, quando si è visto che arrancava dietro ai suoi rivali più competitivi nella corsa all’IA.

Il debutto di DeepSeek, l’Ai open source

Poi, questa settimana, è arrivata la gelata della cinese DeepSeek che ha stupito la Silicon Valley rilasciando un modello open source all’avanguardia con una potenza di calcolo e risorse che, a suo dire, sarebbero una frazione minima di quelle di OpenAI o Meta, battendo anche Mistral al suo stesso gioco di fare un’IA low-cost.

Mistral, fondata con l’idea di aver scoperto modi più efficienti di costruire e distribuire sistemi di intelligenza artificiale rispetto ai suoi concorrenti più grandi, da un giorno all’altro, si è vista sorpassare da un quasi sconosciuto laboratorio cinese che ha avuto l’ardire di spingersi ancora più in là in termini di efficienza, rubando la scena a blasonate società tecnologiche statunitensi dotate di più ingenti risorse e provocando un’enorme svendita dei titoli dell’IA, fino al giorno prima protagonisti di scambi molto voluminosi.

Sebbene alcuni sostenitori affermino che l’avvento di deepSeek confermi che è giusto l’approccio di Mistral, altri lo vedono come una minaccia al suo modello di business. Un modello che consiste nel fornire un’IA “aperta” e a prezzi accessibili.

Gli investitori tecnologici europei, sempre più ansiosi, temono che il finanziamento pari a 1,2 miliardi di dollari, una somma enorme per un’azienda francese delle sue dimensioni e della sua età, rimanga inadeguato rispetto agli standard della Silicon Valley. Le Big tech statunitensi dispongono infatti di fondi dieci volte superiori.

Prospettive europee: non solo OpenEuroLLM

Al Wef 2025 di Davos, Mensch di Mistral è stato costretto a sviare le domande sulla possibilità che la sua azienda debba vendere a una Big Tech, come hanno fatto altri operatori più piccoli.

Tuttavia ha insiste sul fatto che Mistral non è in vendita e indica che spera di quotarsi in borsa un giorno. “Pensiamo che quello che stiamo facendo sia importante [da fare] come azienda indipendente”, ha detto al Financial Times.

Un investitore di Mistral è meno ottimista in privato e insiste che la cessione è una necessità.

L’Europa dipende molto dal destino dell’azienda, proprio mentre l’IA generativa inizia a rimodellare il modo in cui le persone vivono e lavorano.

Sebbene la regione sia sede di promettenti startup di IA – come la britannica Wayve, le tedesche DeepL e Black Forest Labs, e la francese Poolside – nessuna sta attualmente lavorando su modelli linguistici di grandi dimensioni, il sistema di IA di uso generale che sta alla base di ChatGPT. Aleph Alpha, un tempo speranza della Germania di diventare un campione nazionale di LLM, si è allontanata dagli LLM l’anno scorso, lasciando Mistral come unico operatore di rilievo in Europa.

Se Mistral fallisce, le imprese e i consumatori europei non avranno altra scelta che dipendere da una manciata di piattaforme americane o cinesi. Per molti leader e aziende europee, non avere sovranità o influenza su una tecnologia che ha il potenziale di influenzare ogni angolo del lavoro, della cultura e della società è uno scenario da incubo.

Recuperare il ritardo europeo

OpenEuroLLM rafforzerebbe le crescenti preoccupazioni sul declino della competitività dell’economia dell’UE, proprio mentre il Presidente Donald Trump cerca di dare un impulso alla crescita degli Usa con un’ampia e radicale deregolamentazione e un approccio più conflittuale al commercio, nell’era dei dazi usati anche come strumento in una guerra monetaria.

“L’Europa è certamente in forte ritardo, sia sotto il profilo della partita scientifica (di creare modelli di frontiera più performanti e moderni) sia dal punto di vista commerciale”, conclude Vincenzo Cosenza: “Ma l’obiettivo di questa iniziativa europea non è quello di vendere i modelli realizzati. In definitiva, i modelli fondazionali, cui l’Europa aspira, ormai sono diventati una commodity e dati per scontati: sono tanti quelli open source. Oggi si va verso l’aggiunta di capacità aggiuntive su cui le aziende tecnologiche stanno già dando dimostrazione di applicazioni concrete. Ovvero le capacità di compiere delle attività e mansioni al posto nostro, Dunque, non modelli che si limitino a rispondere alle nostre domande, ma modelli che fanno delle cose al posto nostro, sulla base di nostri input. Insomma, sono queste le funzioni reali di cui le aziende avranno bisogno“. Perché l’obiettivo è quello di usare l’IA per aumentare la produttività.

Secondo Cosenza, “questi soldi potrebbero essere spesi meglio per creare infrastrutture e agenti non modelli linguistici. Purtroppo ancora una volta in Europa siamo in ritardo sul futuro“.

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