L'allarme

Pirateria libri online, AIE: “Vale un terzo delle entrate editoriali, serve un giro di vite”

La ricerca Ipsos per AIE e FIEG certifica che la pirateria di libri online coinvolge più della metà dei professionisti e sottrae il 31% delle vendite all’industria editoriale. Canali Telegram, siti bloccati che rispuntano con altro IP, percezione di impunità: per l’AIE serve legalità e uno scatto culturale

Pubblicato il 04 Apr 2022

Ricardo Franco Levi

presidente Associazione Italiana Editori

google agcom pirateria
AI Questions Icon
Chiedi allʼAI Nextwork360
Riassumi questo articolo
Approfondisci con altre fonti

Ogni anno un terzo degli introiti delle vendite di libri, ebook e audiolibri scompare nel nulla a causa della pirateria online: copie fotocopiate illegalmente, file digitali scambiati senza averne il diritto, scambio di password per accedere ad abbonamenti che dovrebbero essere personali.

Un fenomeno che sottrae a migliaia di giovani la possibilità di vivere dell’opera del loro ingegno e all’editoria 771 milioni di vendite, pari al 31% del giro d’affari complessivo (escludendo editoria scolastica ed export).

Sono i dati della ricerca Ipsos presentata a Roma il 29 marzo durante un convegno organizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE) insieme alla Federazione Italiana Editori di Giornali (FIEG).

I posti di lavoro persi nel mondo del libro sono 5.400 e per l’economia nazionale il conto è ancora più pesante: se conteggiamo infatti anche l’indotto arriviamo a 1,88 miliardi persi, 13.100 posti di lavoro che vanno in fumo e 322 milioni di minor incasso per l’erario.

Lotta alla pirateria, Asstel: “Ecco l’approccio corretto per gli operatori internet”

Pirateria libri online: le azioni di contrasto necessarie

La pirateria è insieme un problema culturale e di legalità: la stragrande maggioranza delle persone, ovvero l’82%, è consapevole dell’illiceità della pratica, ma un numero sempre più alto di persone – il 68% – è convinto che sia altamente improbabile essere sanzionati.

È necessario per questo un enorme sforzo di responsabilizzazione nei confronti di tutti i cittadini: da un lato bisogna rafforzare le campagne di sensibilizzazione a contrasto della pirateria, dall’altro trovare il modo di informare tempestivamente chi scarica illegalmente contenuti culturali che tale condotta è perseguibile e sanzionabile. Dobbiamo cominciare dalla scuola a spiegare cosa vuol dire e quali rischi comporta lo scaricare libri illegalmente e fotocopiarli contro le regole.

E non è accettabile che la pirateria sia così largamente diffusa anche tra i professionisti, che non possono accampare alibi economici o negare di conoscere le conseguenze del loro comportamento. Il 56% dei professionisti, secondo le loro stesse dichiarazioni, nell’ultimo anno hanno piratato contenuti editoriali, libri ma anche accessi a database professionali.

Per questo serve un’azione di contrasto che coinvolga tutte le istituzioni e che si avvalga di tutti gli strumenti possibili: Parlamento, istituzioni di governo e amministrative, autorità giudiziaria e forze dell’ordine devono agire, ognuna secondo le sue competenze, per frenare un fenomeno che non si esaurisce nelle cattive abitudini di alcuni utenti, per quanto numerosi.

A monte di chi consuma contenuti piratati è infatti in atto un’industrializzazione del fenomeno, talvolta legato alle organizzazioni criminali, che sottrae risorse alle imprese, allo Stato e ai lavoratori, che ruba futuro ai giovani.

  • Non è accettabile che dopo faticose indagini e inchieste, dopo lunghi processi, una copisteria che opera illegalmente se la cavi con un buffetto e riapra i battenti dopo poco tempo.
  • Non è ammissibile che un sito bloccato dopo uno scrupoloso procedimento da parte di AGCOM rispunti fuori dopo pochi minuti, magari con lo stesso indirizzo IP ma nome diverso.
  • Non è ammissibile che chi si arricchisce con la pirateria possa nascondersi dietro l’anonimato della Rete e che, anche se scovato e punito, benefici di pene attenuate.
  • E non si dovrebbero tollerare zone franche come talvolta sono alcuni servizi di messaggistica: se in un canale Telegram si svolgono attività illecite, tale canale va chiuso e tale chiusura deve essere perenne, senza possibilità di riaprire poche ore dopo con un nuovo nome.

Un alibi spesso usato da chi pirata contenuti culturali è che tali contenuti non sono disponibili per il consumo immediato attraverso i canali legali. Questo non è vero per l’editoria libraria.

I libri sono immediatamente disponibili attraverso canali fisici e digitali, nei formati fisici o digitali. Durante i due anni di pandemia gli italiani hanno letto più libri e lo Stato, attraverso strumenti come la 18App o il fondo per gli acquisti delle biblioteche, ha sostenuto la domanda legale di cultura, dandole modo di crescere e strutturarsi soprattutto tra le generazioni più giovani.

Allo stesso tempo, però, è cresciuta anche la pirateria, segno che c’è una domanda culturale che ancora non riusciamo a sottrarre al mercato illegale. Bisogna proseguire quindi con la politica degli incentivi alla domanda, sapendo che sostenere i giovani negli acquisti culturali è un modo per spingerli verso comportamenti virtuosi, cioè consumi legali.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

0
Lascia un commento, la tua opinione conta.x