La dogana digitale rappresenta oggi il cuore pulsante della strategia europea per modernizzare il commercio internazionale.
Attraverso un percorso iniziato nel 2008 e destinato a completarsi entro il 2030, l’Unione Europea sta trasformando radicalmente le procedure doganali, passando dalla gestione cartacea a sistemi completamente automatizzati e interoperabili tra tutti gli Stati membri.
Indice degli argomenti
La digitalizzazione della PA come trasformazione culturale
Cosa si intende per digitalizzazione della pubblica amministrazione?
Una trasformazione culturale, prima ancora che tecnologica, che agisce sugli aspetti di “infrastruttura digitale”, spingendo la migrazione al cloud delle amministrazioni, accelerando l’interoperabilità tra gli enti pubblici, snellendo le procedure secondo il principio “once only” (secondo il quale le pubbliche amministrazioni devono evitare di chiedere a cittadini ed imprese informazioni già fornite in precedenza) e rafforzando le difese di cybersecurity.
Il risultato è l’estensione dell’offerta di servizi ai cittadini, migliorandone l’accessibilità e adeguando i processi prioritari delle Amministrazioni Centrali agli standard condivisi da tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea.
Per rendere tutto questo realmente funzionale alla transizione digitale, questi interventi sono accompagnati da iniziative di supporto per l’acquisizione e l’arricchimento delle competenze digitali.
Transizione digitale dogana europea: origine e contesto
La materia doganale è competenza esclusiva dell’Unione europea; e, in ambito unionale, la transizione digitale è considerata un obiettivo primario, il solo in grado di far agire e interoperare ventisette amministrazioni doganali. A seguito della pandemia, la digitalizzazione è diventata una componente essenziale sia per la ripresa economica sia per la resilienza dei settori europei della sanità e dell’assistenza. La digitalizzazione ha dato alla UE un ulteriore impulso all’accelerazione della transizione tecnologica, attraverso il potenziamento della sanità elettronica e la promozione di tecnologie abilitanti come il cloud computing, le tecnologie quantistiche e il calcolo ad alte prestazioni.
Interoperabilità e semplificazione nei primi progetti doganali Ue
Un passo indietro.
Siamo nel gennaio del 2008, il vertice di Lisbona è ormai alle spalle e le modifiche che questo ha apposto al Trattato di Maastricht sono una realtà che entrerà in vigore l’anno successivo; la via all’integrazione europea è sempre più delineata. Nell’ambito di tale integrazione, è obbligo morale, oltre che giuridico, semplificare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni, nazionali e unionali, nonché tra le istituzioni stesse, per far percepire quell’unità che, ancora oggi, sembra più una petizione di principio che un reale volere. E la semplificazione passa anche dalla dematerializzazione dei documenti.
Nel quadro dell’Agenda di Lisbona, la Comunità e gli Stati membri si sono impegnati ad aumentare la competitività delle imprese che operano in Europa. A norma della decisione 2004/387/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, relativa all’erogazione interoperabile di servizi paneuropei di governo elettronico alle amministrazioni pubbliche, alle imprese e ai cittadini (IDABC), la Commissione e gli Stati membri dovrebbero assicurare sistemi di informazione e di comunicazione efficaci, efficienti ed interoperabili per lo scambio di informazioni tra le amministrazioni pubbliche e i cittadini della Comunità.
La risoluzione del 2003: prima pietra della dogana digitale
Il Consiglio Ue pubblica, il 5 dicembre 2003, una risoluzione relativa alla creazione di un ambiente semplificato e privo di supporti cartacei per le dogane ed il commercio, che ha fatto seguito alla comunicazione della Commissione su un ambiente semplificato e privo di supporti cartacei per le dogane e il commercio, invita la Commissione ad elaborare, in stretta collaborazione con gli Stati membri, un piano strategico pluriennale inteso a creare un ambiente doganale elettronico, coerente e interoperabile per la Comunità.
La Commissione e gli Stati membri sono chiamati a istituire sistemi doganali elettronici sicuri, integrati, interoperabili ed accessibili per lo scambio di dati contenuti in dichiarazioni doganali, documenti di accompagnamento delle dichiarazioni doganali e certificati e per lo scambio di altre informazioni pertinenti, al fine di conseguire una pluralità di obiettivi:
- facilitare le procedure di importazione e di esportazione;
- ridurre i costi di adeguamento e amministrativi nonché migliorare i tempi di sdoganamento;
- coordinare un’impostazione comune per il controllo delle merci;
- aiutare a garantire la corretta riscossione di tutti i dazi doganali e altre imposte;
- garantire la rapida fornitura e ricezione di informazioni pertinenti in relazione alla catena internazionale di approvvigionamento;
- consentire la trasmissione di un flusso ininterrotto di dati tra le autorità dei paesi esportatori ed importatori nonché tra le autorità doganali e gli operatori economici, prevedendo la possibilità di riutilizzare i dati inseriti nel sistema.
La strategia digitale 2030 e il ruolo della dogana
Nel marzo 2021, la Commissione ha presentato la bussola per il digitale, che definisce una visione e fissa obiettivi per promuovere la digitalizzazione nell’UE entro il 2030. La strategia comprende una proposta di decisione che istituisce il programma strategico “Percorso per il decennio digitale”, volto a creare il quadro di governance per conseguire gli obiettivi digitali per il 2030.
Il “Percorso per il decennio digitale” è il programma strategico dell’UE per la trasformazione digitale. Fissa obiettivi e traguardi digitali specifici da raggiungere entro il 2030. Il programma mette in primo piano le competenze e l’istruzione digitali ed è articolato intorno a quattro settori: competenze, imprese, pubblica amministrazione e infrastrutture.
In tale percorso si inseriscono il Digital Service Act (Reg.to (UE) n. 2065/22) e il Digital Market Act (Reg.to (UE) n. 1925/22).
L’accelerazione normativa della dogana digitale nel 2024
Uno sguardo all’attività del Consiglio UE nel solo anno 2024 testimonia dell’attenzione che gli organismi unionali pongono allo sviluppo digitale:
- 6 febbraio: Consiglio UE e Parlamento UE raggiungono un accordo per un’installazione più rapida delle reti ad alta velocità nella UE;
- 14 febbraio: adotta la sua posizione sul miglioramento degli strumenti digitali nel diritto societario, nell’ambito della più ampia materia della trasformazione digitale delle imprese;
- 14 marzo: Consiglio UE e Parlamento UE raggiungono un accordo per ampliare l’uso degli strumenti digitali nel diritto societario UE;
- 23 maggio: raggiunge un accordo politico sull’uso del supercalcolo per lo sviluppo dell’IA;
- 16 dicembre: adotta la direttiva che adegua il diritto societario all’era digitale.
Senza contare, lo scorso 11 marzo, l’accordo sul pacchetto di riforma dell’iniziativa ViDA (VAT in Digital Age), ultima fase del processo di approvazione dopo la green light del Parlamento Europeo (17 febbraio) e dei Ministri delle Finanze ECOFIN (novembre 2024), che armonizza e digitalizza, con un percorso lungo un decennio, la normativa Iva unionale all’era digitale.
Il codice doganale dell’unione e le innovazioni digitali
Il Codice doganale dell’Unione, entrato in vigore il 1° maggio 2016, erede delle innovazioni di Lisbona e precursore delle novità appena descritte già prevedeva che “tutti gli scambi di informazioni, quali dichiarazioni, richieste o decisioni, tra autorità doganali nonché tra operatori economici ed autorità doganali, e l’archiviazione di tali informazioni richiesti dalla normativa doganale sono effettuati mediante procedimenti informatici”.
Per conseguire tale obiettivo, negli anni seguenti sono stati creati l’EU Trader Portal e l’EU Generic Trader Portal, attraverso i quali richiedere tutte le autorizzazioni previste dalla normativa unionale e l’accesso ai quali è garantito dal possesso delle credenziali per usufruire del PUDM (Portale Unico Dogane e Monopoli), sviluppo, a partire dal 2017, del precedente sistema AIDA (Automazione Integrata Dogane e Accise), un sistema informativo flessibile e in grado di adattarsi velocemente ai nuovi scenari commerciali internazionali attraverso la più ampia integrazione delle piattaforme disponibili, in grado di assecondare l’istanza di “velocità” e “semplificazione” proveniente dai diversi stakeholder.
Al contempo consente all’autorità doganale di mantenere il completo e totale controllo delle merci nel rispetto della normativa vigente e dei compiti istituzionali previsti permettendo agli Uffici delle Dogane di espletare le necessarie attività per la gestione e il controllo delle dichiarazioni trasmesse telematicamente da parte degli operatori economici.
Evoluzione e prospettive future della dogana digitale
Al fine di rispettare il piano di lavoro disegnato dalla Commissione UE nell’ambito degli sviluppi digitali previsti dal Codice doganale dell’Unione (Decisione 2019/2151/UE), l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha prima reingegnerizzato il processo di importazione, a partire dal 9 giugno 2022 e, successivamente, il processo di esportazione e transito, a decorrere dal 2 dicembre 2024; per arrivare ad introdurre, in regime di prova, una forma di sdoganamento centralizzato nazionale, dallo scorso mese di aprile.
Il futuro della dogana unionale sarà sempre più digitale, numerosi sono i progetti in corso e, in parte, già terminati: dallo sdoganamento centralizzato, operativo dal prossimo mese, alla gestione centralizzata delle garanzia doganali; dalla revisione del sistema di esportazione allo sportello unico doganale, fino al Customs Data Hub, il sistema di gestione del rischio europeo, previsto dalla riforma dell’Unione doganale europea, che analizzerà i dati, doganali, tributari ed extratributari, inseriti nei gestionali delle singole autorità doganali di tutti gli Stati membri in tempo reale, garantendo una uniformità di comportamento e di interpretazione dei fenomeni “pericolosi” già raccomandata, con scarsi risultati, dal Codice attualmente vigente.
E altre aspettative sono legate alla gestione digitale della transizione ambientale.
Non ci sarà da annoiarsi, nei prossimi anni.