skill gap

Industry 4.0, le competenze sono il vero dilemma italiano

Si parla molto del digitale che sostituirebbe lavoro, senza riflettere su quante opportunità di nuovo lavoro e di sviluppo delle imprese vengono perse a causa della carenza nella formazione delle competenze necessarie da parte della scuola.

Pubblicato il 28 Giu 2017

Bruno Lamborghini

Vicepresidente di Aica

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Il Piano Industria 4.0 rappresenta forse il modello più significativo di una politica industriale che finalmente intende guardare al futuro del Paese attraverso il rafforzamento innovativo del settore manifatturiero, il motore dell’economia italiana, un motore che altrimenti rischia di perdere irrimediabilmente la sua straordinaria capacità competitiva.

Occorre ricordare che nel corso degli ultimi anni, la produzione manifatturiera italiana ha ridotto il suo peso sul PIL dal 20% al 16%, mentre la produzione manifatturiera tedesca, di fronte a cui noi siamo secondi in Europa, ha rafforzato il suo 25%.

È possibile e necessario rafforzare il ruolo della produzione manifatturiera italiana ed il Piano Industria 4.0 va correttamente in questa direzione, anche se per ragioni di limitazioni del bilancio pubblico si limita temporalmente ad un anno nell’incentivazione degli investimenti. In realtà, per una azione rivolta al medio termine, non vi è dubbio che si ponga l’esigenza di prorogare tale politica con approccio pluriennale e ci auguriamo che questo verrà attuato.

Ma vi è una ancor più significativa esigenza a cui rispondere, se si vuole realmente che tale Piano possa avere reale efficacia nel medio termine.

Il Piano Industria 4.0, mentre promuove in modo straordinario gli investimenti nei macchinari innovativi e nel software, non prevede interventi per la formazione delle competenze, rinviando al MIUR la preparazione delle nuove competenze necessarie alla progettazione e gestione dei nuovi impianti di produzione.

Non vi è dubbio che il successo del Piano Industria 4.0 sarà condizionato dalla possibilità di sviluppare il più rapidamente possibile una formazione e preparazione delle competenze digitali necessarie in tale campo, oggi purtroppo carenti.

Non è necessario fare indagini approfondite, ma basta ascoltare tante imprese manifatturiere italiane per rendersi conto delle gravi carenze di competenze per la manifattura del nostro Paese.

Le imprese, in specie le PMI, oggi non trovano competenze adeguatamente formate dal sistema scolastico, non solo nelle tecnologie digitali necessarie ad esempio per la stampa 3D o l’IoT, base di Industria 4.0, ma anche semplici periti sufficientemente preparati (meccanici, elettronici, informatici) in grado di entrare rapidamente nell’attività produttiva.

Questa carenza è parte della distanza che da sempre contraddistingue la scuola italiana nel suo rapporto con il mondo del lavoro ed è anche causa della elevata disoccupazione giovanile.

Oggi si parla molto di disoccupazione tecnologica, con il digitale che sostituirebbe lavoro, senza riflettere su quante opportunità di nuovo lavoro e di sviluppo delle imprese vengono perse a causa della carenza nella formazione delle competenze necessarie da parte della scuola.

La scuola italiana vede storicamente il predominio dei licei e della formazione umanistica rispetto a quella tecnica e questo certamente contribuisce a creare questo skill gap, ma anche larga parte degli istituti tecnici non si sono adeguatamente aggiornati, non riuscendo così a produrre le competenze tecniche necessarie, in specie nel nuovo scenario digitale.

Il lancio degli ITS rappresenta una prima valida risposta, anche se il loro numero ancora limitato è assolutamente insufficiente (teniamo conto anche che persiste una riluttanza culturale verso la formazione tecnica rispetto a quella universitaria).

La grave carenza di competenze nel nuovo scenario digitale è rilevante anche nella formazione universitaria che salvo le dovute eccezioni, non riesce a produrre nuova formazione culturale e professionale adeguata alle nuove esigenze del mondo industriale.

Quindi, occorre avere ben presente che la “macchina” di Industria 4.0 nelle PMI italiane –  che sono di fatto l’obiettivo del Piano-, non potrà funzionare adeguatamente senza l’apporto delle competenze digitali necessarie, oggi non disponibili da parte dell’output scolastico italiano.

È noto che in Germania e in altri paesi europei la preparazione delle competenze necessarie per la trasformazione industriale avviene sin dai primi anni scolastici con il ruolo universale degli stage presso le imprese, l’apprendistato, le forme di alternanza scuola-lavoro e non è a caso che Industria 4.0 sia nata in Germania e porti la competitività manifatturiera tedesca al primo posto nel mondo.

In Italia, si è cominciato a parlare di alternanza scuola-lavoro solo recentemente e il MIUR ha avviato un programma che prevede di dedicare molte ore dell’attività didattica a percorsi presso aziende (le 400 ore degli Istituti tecnici).

In realtà, quanto sta avvenendo lascia aperte molte perplessità circa l’efficacia di tale azione a causa degli scarsi rapporti scuola- imprese, ma soprattutto della non rispondente preparazione degli studenti all’incontro con il mondo del lavoro.

Da tempo, AICA sta dedicandosi al tema della formazione delle competenze digitali richieste dall’evoluzione dell’industria manifatturiera italiana

Sin dal Congresso AICA 2014 dedicato al Digital Manufacturing e alla Stampa 3D, ha sviluppato il proprio impegno per affrontare le innovazioni digitali che stanno trasformando l’attività di produzione in “fabbriche digitali” evidenziando la carenza delle competenze necessarie che determinano la possibilità di sviluppo e innovazione delle imprese manifatturiere italiane, in specie le PMI che rappresentano il principale motore della crescita economica italiana.

In tale prospettiva ha aperto un Osservatorio Digital Manufacturing e costituito un proprio dipartimento dedicato al Digital Manufacturing che sta introducendo certificazioni dedicate al tema, quali la Certificazione CAD 3D, la Certificazione Digital Fabrication dedicata alla Stampa 3D ed in prospettiva una certificazione IoT.

Da studi effettuati da AICA, si rileva che le competenze necessarie possono essere considerate secondo due livelli:

  • la formazione di tecnici e periti con competenze di CAD 3D, di progettazione e modellistica per stampa 3D, di conoscenze dei materiali da utilizzare e di progettazione digitale integrata con la produzione, così come di gestione di reti e piattaforme sistemistiche basate su IoT e M2M
  • la formazione di progettisti di Manufacturing Networks, Data Management and Analytics (Big Data), Machine Learning, reti di IoT, ed in particolare di sistemi di sicurezza in rete (Cyber security), particolarmente necessari per le nuove reti aperte dotate di una moltiplicazione di nodi intelligenti di accesso e quindi esposti al rischio di attacchi dall’esterno (hackering).

Non vi è dubbio che il successo del Piano Industria 4.0 richieda un approccio sistemico da parte di tutti gli operatori ed un dialogo efficace tra mondo della formazione e mondo delle imprese, avendo come obiettivo la preparazione delle competenze necessarie, sia quelle che oggi conosciamo sia le capacità di apprendimento continuo (deep learning umano come quello delle macchine) per affrontare e costruire nel tempo le competenze che ancora non conosciamo, tenendo conto che il progresso tecnologico è come un iceberg di cui conosciamo solo la punta emersa.

Solo creando sistema e dialogo attivo sulla preparazione delle competenze, professionalità e conoscenze richieste tra scuole, università, imprese, e centri di innovazione e di base quali FabLab, coworking, start-up, Digital hub si potranno accelerare i processi, sviluppare i progetti Industria 4.0 e ridurre lo skill gap.

In tal senso, si attendono con molta attenzione gli sviluppi operativi del decreto sui Competence centers e i Digital Innovation Hub, così come del Network nazionale Industria 4.0 da parte del MISE, assieme agli impegni del mondo industriale con i Digital Innovation Hub.

AICA che già partecipa attivamente all’Osservatorio sulle competenze digitali assieme a AGID, Assinform, Assintel, Assinter è in prima linea nell’affrontare questo impegno sistemico e collaborativo attraverso lo sviluppo e la promozione delle Certificazioni nell’ambito Digital Manufacturing, con un duplice obiettivo:  integrare i programmi scolatici e l’alternanza scuola-lavoro verso le esigenze effettive delle imprese e  favorire i processi di retraining verso le competenze Industria 4.0 del personale delle stesse imprese manifatturiere.

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