Il Composable Enterprise sta emergendo come risposta strategica alla necessità delle banche di innovare rapidamente mantenendo sotto controllo costi e complessità.
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Gli investimenti crescenti delle banche italiane nell’innovazione digitale
Il settore bancario è infatti caratterizzato, oggi, per la crescente competitività, la continua evoluzione tecnologica e la corsa all’ottimizzazione delle operazioni, interne ed esterne.
Non sorprende, quindi che, secondo il Rapporto Abi Lab 2025, gli istituti di credito italiani stiano sempre più intensificando gli investimenti in innovazione: secondo le stime, la spesa totale ha raggiunto i 6,3 miliardi di euro nel 2024, in crescita rispetto ai 6 miliardi del 2023 e ai 5,3 miliardi del 2022. In soli due anni, la spesa per l’ICT è quindi aumentata del 19%, sotto la spinta di una strategia mirata alla sperimentazione digitale e al rafforzamento della resilienza operativa. Le previsioni per il 2025 confermano questa direzione: quasi sette istituti su dieci prevedono un incremento degli investimenti, con una banca su due pronta ad aumentare il budget di oltre il 5% rispetto all’anno precedente.
Composable Enterprise: la risposta alla necessità di innovazione agile
Il mondo bancario si sta quindi trasformando a ritmo sempre più sostenuto: con queste premesse, la capacità di innovare con rapidità, contenere i costi e garantire una solida scalabilità tecnologica non è più un’opzione per gli istituti di credito, ma una necessità. L’adozione di un modello di Composable Enterprise, ovvero di un approccio strategico che consente alle organizzazioni maggiore flessibilità e adattabilità ai cambiamenti del mercato, grazie all’utilizzo di componenti software modulari e riutilizzabili, potrebbe aiutare a raggiungere questi obiettivi, consentendo di bilanciare progresso tecnologico e continuità operativa. Ma cosa significa? Vediamolo insieme.
Architettura modulare per ridurre costi e accelerare il time-to-market
Una Composable Platform è un’architettura tecnologica progettata per essere modulare, flessibile e scalabile. Basata su microservizi e API, permette alle organizzazioni di assemblare rapidamente nuove funzionalità. Inoltre, consente di riutilizzare componenti già esistenti, riducendo così costi e time-to-market, facilitando al tempo stesso l’integrazione con terze parti e potenziando l’ecosistema digitale. Questo approccio consente di adottare nuove tecnologie senza dover ogni volta riscrivere l’intero stack tecnologico, riducendo di conseguenza sia l’impegno economico che i tempi di implementazione: tutto questo, garantendo una crescita controllata e sostenibile.
Modularità dei costi e crescita tecnologica controllata
Il passaggio alla Composable Enterprise permette inoltre di modulare i costi nel tempo, adattandoli agli obiettivi aziendali e al valore proposto ai clienti. In questo modo, l’innovazione può essere adottata gradualmente, evitando investimenti rigidi e favorendo una crescita controllata.
L’architettura tecnologica evolve quindi insieme al business, sia in termini di volumi che di funzionalità, permettendo alle istituzioni finanziarie di: integrare nuovi servizi senza dover rivoluzionare l’infrastruttura esistente; garantire continuità operativa, riducendo i rischi di aggiornamento tecnologico; sfruttare la modularità per miglioramenti continui e aggiornamenti mirati.
L’adozione di una Composable Architecture consente infine di minimizzare l’impatto di qualsiasi modifica dovesse rivelarsi necessaria in corso d’opera, poiché la natura atomica dei componenti permette di aggiornare un singolo modulo senza intaccare il funzionamento dell’intero sistema.
Il ruolo del cloud nell’architettura composable
Il cloud gioca un ruolo fondamentale nell’implementazione di un modello Composable Enterprise. Consentendo di scalare in maniera dinamica le risorse, offre infatti alle organizzazioni la possibilità di mantenere un’infrastruttura elastica in cui ogni componente può essere aggiornato in near real time o sostituito senza incidere sull’intero ecosistema.
Questa flessibilità garantisce resilienza e sicurezza, conformità normativa in uno scenario in continua evoluzione, e costi realmente modulati in base all’utilizzo. Il cloud abilita inoltre il modello SaaS (Software as a Service), permettendo alle banche di accedere a servizi su richiesta, accelerando l’immissione sul mercato di nuovi prodotti, servizi e soluzioni, oltre che riducendo, al contempo, la complessità gestionale.
DevOps per rilasci rapidi e affidabili
Per le banche che sviluppano soluzioni digitali, è fondamentale riuscire a rilasciare nuovi servizi e aggiornamenti in modo rapido, sicuro e affidabile. L’approccio DevOps nasce proprio con questo obiettivo: favorire una collaborazione stretta tra chi sviluppa il software (Dev) e chi lo gestisce e lo mantiene in funzione (Ops). Attraverso strumenti come l’integrazione continua (CI), la consegna continua (CD), l’automazione dei test e la gestione dell’infrastruttura tramite codice (Infrastructure as Code), è possibile ridurre i tempi di rilascio, minimizzare gli errori e garantire una maggiore stabilità dei sistemi.
In questo contesto, una Composable Platform offre un ambiente integrato che supporta tutte le fasi del ciclo di vita del software (SDLC): dalla scrittura del codice, al test, al rilascio, fino al monitoraggio delle performance.
Standard DDD e BIAN per servizi finanziari integrabili
Per progettare servizi digitali finanziari più efficaci e facilmente integrabili, è fondamentale adottare alcuni degli standard riconosciuti nel settore. Per esempio, il Domain Driven Design (DDD) aiuta a strutturare il software partendo dai reali bisogni del business, suddividendo le funzionalità in “domini” specifici, come pagamenti, prestiti, gestione clienti, ecc. Questo approccio rende il software più aderente alla realtà operativa e più semplice da sviluppare ulteriormente. Lo standard BIAN (Banking Industry Architecture Network), invece, fornisce un linguaggio comune e una serie di modelli condivisi per facilitare l’integrazione tra diverse piattaforme bancarie. Grazie a BIAN, gli istituti di credito possono collaborare più facilmente tra loro e con partner tecnologici, migliorando l’interoperabilità tra sistemi. Insieme, DDD e BIAN aiutano a costruire una base di conoscenza condivisa, facilitando la progettazione di servizi digitali più robusti, scalabili e orientati al cliente.
Un punto di svolta per il futuro del banking
L’approccio Composable Enterprise rappresenta insomma un punto di svolta per il settore finanziario. Offrendo modularità, scalabilità e capacità di integrare nuove tecnologie in modo fluido e progressivo, permette alle le istituzioni finanziarie di diventare organizzazioni realmente adattive, capaci non solo di affrontare i cambiamenti, ma di guidarli.












