Lo scorso 4 febbraio è stata ufficialmente presentata la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT), il progetto finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha l’ambizioso obiettivo di rinnovare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) attraverso l’uso della tecnologia. Si è trattato di una tappa importante in vista del lancio definitivo della PNT nel 2026.
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Obiettivi e finalità della Piattaforma Nazionale Telemedicina
Gli obiettivi della Piattaforma Nazionale di Telemedicina sono noti da molto tempo: migliorare l’accesso alle cure e ridurre le disuguaglianze sanitarie e ottimizzare le risorse del SSN.
Alla base del progetto c’è l’esigenza di monitorare i pazienti, soprattutto quelli affetti da malattie croniche come diabete le malattie cardiovascolari e le patologie respiratorie, che necessitano di un controllo costante. Attraverso questo monitoraggio continuo, i medici potrebbero intervenire tempestivamente, riducendo il rischio di complicazioni e migliorando la qualità della vita dei pazienti.
Nonostante questi obiettivi ambiziosi, esistono numerosi ostacoli, sfide e criticità che devono essere affrontati per garantire che il progetto possa realizzarsi in modo efficace e sostenibile. Di seguito le principali.
Sfide di interoperabilità e integrazione europea della Piattaforma Nazionale Telemedicina
L’interoperabilità è uno degli aspetti più critici per il successo della PNT. La piattaforma dovrà essere compatibile con i sistemi informatici esistenti, non solo a livello nazionale, ma anche europeo. In questo senso, la PNT non è solo un progetto nazionale, ma un’iniziativa che si inserisce in un contesto europeo più ampio, volto a creare un sistema sanitario digitale transfrontaliero. Le politiche europee, come il Digital Health Action Plan, stanno spingendo verso una sempre maggiore armonizzazione delle piattaforme digitali sanitarie, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi sanitari e di ottimizzare l’uso delle risorse.
Le differenze nelle normative sanitarie, nei sistemi informatici e nelle infrastrutture tecnologiche tra i vari Paesi possono ostacolare la piena realizzazione di una rete europea di sanità digitale. La creazione di standard comuni a livello europeo è un obiettivo ambizioso, ma è fondamentale che i Paesi membri lavorino insieme per superare queste barriere.
Divario digitale e disparità territoriali nella telemedicina
Come molte innovazioni digitali, le disparità regionali in termini di infrastrutture tecnologiche rappresentano una delle principali criticità che andrebbero affrontate adeguatamente. Il divario tra le regioni del Nord e del Sud Italia è ben noto, e questo divario potrebbe aggravarsi con l’introduzione della telemedicina, creando una disparità nell’accesso ai servizi sanitari digitali. Molti territori del Mezzogiorno, infatti, sono ancora privi di una connessione internet stabile e veloce, che è fondamentale per il funzionamento di piattaforme sanitarie digitali. In alcune aree rurali o montuose, l’accesso a Internet è ancora carente, mettendo a rischio l’efficacia della telemedicina per i pazienti che vivono in queste zone.
L’introduzione di una piattaforma digitale centralizzata, quindi, rischia di escludere una parte della popolazione, creando nuove disuguaglianze nell’accesso alle cure. Evidenze di questo fenomeno sono d’altra parte ben documentate da numerosi studi e rapporti internazionali.
Per evitare questo scenario, sarà necessario un impegno significativo nella costruzione delle infrastrutture digitali, con un piano di potenziamento delle connessioni Internet in tutto il Paese, che garantisca a tutti i cittadini, a prescindere dalla loro residenza e del loro condizione sociale ed economica, l’accesso ai (possibili) benefici della telemedicina.
Formazione del personale e resistenza al cambiamento sanitario
Un’altra criticità riguarda la formazione del personale sanitario. La digitalizzazione della medicina richiede che i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari siano adeguatamente formati nell’uso delle nuove tecnologie. Tuttavia, la resistenza al cambiamento è spesso un ostacolo significativo. Molti professionisti sanitari sono abituati a un approccio più tradizionale e potrebbero non essere pronti ad abbracciare la telemedicina, soprattutto se non sono adeguatamente formati. Sebbene la formazione sia un elemento cruciale per integrare con successo la telemedicina, potrebbe non essere sufficiente se non è accompagnata da un cambiamento culturale all’interno delle strutture sanitarie.
La formazione dovrà pertanto essere orientata a sensibilizzare i professionisti sull’importanza di integrare la tecnologia con un approccio empatico e centrato sul paziente, e, soprattutto, deve essere continua, con aggiornamenti costanti sulle nuove tecnologie e i nuovi servizi.
Sicurezza dei dati e protezione della privacy nella PNT
Uno degli aspetti più critici della PNT riguarda la sicurezza dei dati. La gestione delle informazioni sanitarie, soprattutto in un contesto digitale, solleva interrogativi importanti sulla protezione della privacy dei pazienti. La legge europea sulla protezione dei dati (GDPR) stabilisce norme rigorose per la gestione delle informazioni sensibili, e non è un caso che più volte il Garante della Privacy si sia espresso su questo punto.
La sicurezza dei dati diventa ancora più complessa quando si trattano informazioni sanitarie digitali che devono essere condivise tra diversi attori e strutture sanitarie. La centralizzazione dei dati sanitari in una piattaforma unica comporta il rischio di attacchi informatici o di usi impropri delle informazioni sensibili. In questo contesto, è fondamentale che la PNT sia costruita con robuste misure di sicurezza, come la crittografia dei dati e l’autenticazione forte, per proteggere i pazienti da eventuali violazioni della privacy. Francesco Gabrielli di Agenas nel corso della presentazione ha insistito molto su sicurezza e trasparenza del sistema al fine di assicurare non solo la privacy dei pazienti, ma soprattutto di garantire la loro fiducia nel sistema.
Sostenibilità economica e gestione dei costi della telemedicina
Un’altra criticità riguarda la sostenibilità economica del progetto. La PNT richiede ingenti investimenti in infrastrutture tecnologiche, formazione del personale e sviluppo delle piattaforme.
Sebbene il PNRR preveda fondi per la realizzazione del progetto, ci sono dubbi sulla capacità del sistema di sostenere tali costi a lungo termine. L’evoluzione della tecnologia e l’aggiornamento continuo delle piattaforme richiederanno ulteriori risorse finanziarie, e non è ancora chiaro come queste risorse verranno reperite una volta terminato il periodo di finanziamento.
Inoltre, la telemedicina potrebbe comportare dei costi aggiuntivi per le strutture sanitarie, che dovranno adattarsi a un nuovo modo di lavorare, investendo in tecnologie digitali, hardware e software. Non sono pochi gli studi che dimostrano che, soprattutto all’inizio, i costi delle prestazioni in telemedicina sono superiori a quelli sostenuti in presenza (e comunque con tempi più lunghi, almeno fino a quando il sistema non supera “la fase di rodaggio”), e le piccole strutture sanitarie potrebbero trovarsi in difficoltà nel sostenere tali spese, rischiando di escludere i pazienti che si rivolgono a queste strutture.
Anche alla luce di queste considerazioni si inserisce l’intervento di Giovanni Delgrossi di Regione Lombardia, che portando un lucido punto di vista dal lato Regioni, durante la presentazione ha sostenuto che “il successo si misurerà sulla capacità di definire chiaramente costi e rimborsi” e non solo sulle piattaforme.
A livello macro possono comunque risultare utili i risultati di uno studio recentemente pubblicato che dimostra come gli Investimenti mirati nella sanità pubblica e nelle infrastrutture digitali, combinati con strategie digitali sostenibili, possono ridurre le disuguaglianze e promuovere una crescita inclusiva.
La complessa integrazione con il sistema sanitario attuale
L’integrazione del PNT con il Sistema Sanitario Regionale, con il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e con altri sistemi informatici già in uso nelle strutture sanitarie è fondamentale per il buon funzionamento della piattaforma. Tuttavia, il sistema sanitario italiano è ancora caratterizzato da una certa frammentazione, con sistemi informatici e pratiche gestionali diverse tra le regioni e le strutture. Questo può rappresentare un ostacolo significativo, poiché una mancata interoperabilità tra i vari sistemi informatici potrebbe compromettere l’efficacia della PNT o creare possibili sovrapposizioni di funzioni/funzionalità. L’integrazione deve quindi essere gestita con attenzione, garantendo che tutti i sistemi sanitari siano compatibili, possibilmente al riparo da complicazioni burocratiche, ed evitando di estendere a dismisura i tempi di realizzazione.
Il ruolo cruciale della ricerca clinica
Formazione, disponibilità della tecnologia, miglioramento dei processi alla fine potrebbero non essere sufficienti a supportare l’uso della PNT. Saranno necessari studi clinici che forniscano chiare evidenze scientifiche della sua efficacia nel ridurre i tempi di assistenza, migliorare la qualità delle cure e in generale la salute dei pazienti seguiti attraverso queste nuove modalità di cura. Tali studi non possono che essere di confronto tra i risultati ottenuti attraverso le vie tradizionali rispetto a quelli ottenuti attraverso la PNT, prendendo spunto, dal punto di vista metodologico, dagli studi clinici condotti in ambito farmacologico. D’altra parte questo è il metodo di ricerca scientifica che il medico conosce e comprende, ed è sui risultati di questi studi che il suo atteggiamento nei confronti degli strumenti digitali (compresa la PNT) può essere modificato.
PNT, una trasformazione che richiede sinergia
La PNT non è solo un progetto tecnologico, ma una vera e propria rivoluzione culturale all’interno del sistema sanitario italiano. La telemedicina offre opportunità enormi per migliorare l’accesso alle cure, per ottimizzare l’utilizzo delle risorse sanitarie e per ridurre le disuguaglianze sanitarie.
Tuttavia, affinché il progetto abbia successo, è essenziale che tutti gli attori coinvolti, dai professionisti sanitari alle istituzioni, collaborino in modo sinergico e che la formazione dei medici e degli operatori sanitari sia una priorità. Come ben sintetizzato nel suo intervento da Alice Borghini di Agenas “il successo della PNT dipende dalla capacità di creare un ecosistema integrato che coinvolga tutti gli operatori sanitari, dalle istituzioni alle startup tecnologiche, per mettere in piedi un sistema di sanità digitale che sia realmente efficace e innovativo”. Con il giusto impegno e le risorse adeguate, la PNT ha il potenziale per cambiare radicalmente il volto della sanità italiana, portandola nel futuro.