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Manager pubblici: architetti del cambiamento digitale



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La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione ridisegna ruoli e responsabilità. Il manager pubblico assume una funzione strategica, guidando innovazione, collaborazione e valore sociale in un ecosistema sempre più connesso tra pubblico e privato

Pubblicato il 14 nov 2025

Nicola Mangia

Market Lead per l’Italia di DXC Technology



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La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana impone un nuovo paradigma di leadership. Il manager nella trasformazione digitale della PA diventa il protagonista di un cambiamento culturale e tecnologico che ridefinisce il rapporto tra istituzioni, cittadini e imprese: non è più, insomma, un semplice esecutore di direttive, ma un vero e proprio architetto del cambiamento, capace di orientare le scelte, valorizzare le competenze e costruire visioni condivise, che possono rivelarsi di ispirazione anche per il settore privato.

Oltre la compliance: verso una PA aumentata dalla tecnologia

Negli ultimi anni, la digitalizzazione del settore pubblico è stata spesso interpretata come un obbligo normativo, una corsa alla compliance dettata da scadenze e vincoli regolamentari. Oggi, però, si sta affermando un punto di vista più maturo, che tende a un obiettivo concreto: costruire una “PA aumentata”, ovvero potenziata grazie alla tecnologia, dove l’intelligenza artificiale, la gestione intelligente dei dati, l’attenzione alla sicurezza informatica e l’interoperabilità diventano strumenti per migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche, semplificare i servizi e rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Questa evoluzione richiede un cambio di paradigma anche a livello di leadership: il manager del settore pubblico deve saper governare la complessità, interpretando le tecnologie non come soluzioni preconfezionate ma come leve di trasformazione organizzativa, capaci di generare impatto solo se integrate con processi, persone e cultura.

Aziende con una lunga esperienza nel supportare le pubbliche amministrazioni nell’integrazione tra innovazione e sistemi esistenti possono contribuire significativamente a questo processo di trasformazione, anche attraverso collaborazioni strategiche che favoriscono operazioni più semplici ed economicamente sostenibili.

La valorizzazione del capitale umano come leva strategica

La sfida non è solo tecnologica, ma profondamente umana. La pubblica amministrazione, come qualsiasi organizzazione, si compone di persone, e la qualità del servizio pubblico dipende dalla loro motivazione, competenza e capacità di adattamento. In questo contesto, il manager deve quindi assumere un ruolo di facilitatore, capace di creare ambienti di lavoro inclusivi, stimolanti e realmente orientati alla crescita. La valorizzazione del capitale umano si afferma come la leva definitiva della trasformazione: attraverso percorsi di formazione continua, modelli di leadership partecipativa e strumenti di ascolto organizzativo, il manager può contribuire a costruire una PA attrattiva per i talenti, capace di trattenere professionisti e di generare innovazione dal basso.

Collaborazione pubblico-privato per affrontare le sfide comuni

La trasformazione della PA non può avvenire in isolamento. Le sfide che stiamo attualmente affrontando, dalla transizione ecologica alla digitalizzazione dei servizi, dalla gestione dei fondi europei alla sicurezza dei dati, richiedono una collaborazione strutturata tra pubblico e privato, fondata su fiducia, trasparenza e obiettivi comuni. Chi ha ruoli dirigenziali nel settore pubblico deve saper dialogare con il mondo delle imprese, delle università, della ricerca, ma anche conoscere le dinamiche del mercato, comprendere le potenzialità delle tecnologie emergenti e saperle tradurre in soluzioni concrete per il bene collettivo.

La leadership del futuro, per essere efficace, dovrà essere sempre più ibrida, capace cioè di integrare competenze diverse e di costruire ponti tra mondi che un tempo si osservavano con diffidenza.

La PA diventa modello di riferimento per il privato

La sempre più stretta collaborazione tra settore pubblico e privato può (e deve) rappresentare un’occasione di scambio e ispirazione reciproca nel percorso di trasformazione digitale. Se in passato il settore privato era considerato il principale motore dell’innovazione tecnologica, mentre il pubblico seguiva con maggiore cautela, oggi infatti lo scenario è profondamente cambiato. È finalmente giunto il momento, per la Pubblica Amministrazione, di superare l’immagine grigia e burocratica a cui viene ancora troppo spesso associata, soprattutto in Italia. Grazie alla crescente adozione dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie emergenti, unite a una sempre maggiore attenzione alla sicurezza informatica, la PA sta progressivamente diventando un modello di riferimento all’avanguardia anche per le aziende del libero mercato, delineando best practice che possono, e dovrebbero, essere trasferite anche al settore del privato.

Una pubblica amministrazione generativa e orientata al bene comune

Idealmente, la pubblica amministrazione del futuro non sarà solo più efficiente, ma anche più generativa: capace cioè di creare valore sociale, economico e ambientale. Per farlo, servono manager che sappiano leggere il cambiamento, anticiparlo e renderlo sostenibile. Professionisti che non si limitano alla gestione dell’esistente, ma che abbiano il coraggio necessario a ripensare modelli, processi e relazioni. Del resto, la trasformazione digitale è un’opportunità straordinaria, ma non è neutra: può amplificare le disuguaglianze o ridurle, può semplificare o complicare, può includere o escludere. Il compito del manager è quello di guidare questo delicato processo orientandolo verso il bene comune, e mettendo sempre al centro le persone, i territori e le comunità.

Leader consapevoli per guidare il cambiamento epocale

Il settore pubblico ha davanti a sé una sfida epocale. Per affrontarla, servono investimenti, visione e talenti. Ma soprattutto, sono necessari leader consapevoli, capaci di guidare il cambiamento con intelligenza, empatia e responsabilità. Il ruolo del manager non è più quello di semplice distributore di compiti, ma deve diventare un coach, capace di rappresentare gli obiettivi e di agire come facilitatore, non come controllore. Un manager moderno deve essere una guida consapevole, in grado, attraverso condivisione, monitoraggio e valutazione, di far emergere le migliori capacità dei singoli nel perseguire gli obiettivi, dando il meglio di sé all’interno di una squadra in cui ciascuno riconosce il valore proprio e quello degli altri. Solo così potremo costruire una PA all’altezza delle aspettative dei cittadini e delle esigenze di un mondo in continua evoluzione.

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