identitA’ digitale

Ecco perché il Governo torna a credere a Spid e sblocca i 40 milioni



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Il Governo ha firmato il decreto di assegnazione della somma di 40 milioni di Euro ai gestori di SPID (Identity Provider). Firma a lungo attesa: dal 2022. Ecco perché è un passo importante, a conferma del ruolo di Spid. Ma il futuro è il wallet europeo: vedremo che ci attende

Pubblicato il 7 mar 2025

Patrizia Saggini

avvocata, esperta di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione



spid 40 milioni

Il punto finale, forse, di una lunga vicenda, ben nota agli addetti lavori: il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti ha annunciato la firma del decreto di assegnazione della somma di 40 milioni di Euro ai gestori di SPID (Identity Provider).

La vicenda dei fondi Spid spariti

La vicenda della richiesta di finanziamento al governo da parte dei gestori Identity Provider (IdP) di SPID ha origine alla fine del 2022, ed è legata alla necessità di sostenere i costi per l’adeguamento tecnologico del sistema di identità digitale.

Le aziende gestori di SPID avevano richiesto un sostegno di 50 milioni di euro per coprire i costi di adeguamento tecnologico necessari per mantenere il sistema efficiente e sicuro, specialmente in vista delle scadenze delle convenzioni con i gestori previste per aprile 2023.

Il governo ha approvato un emendamento al DL 13/2023, poi inserito nella legge di conversione del 21 aprile 2023, n. 41, che contiene disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), in cui si stanziano 40 milioni di euro per sostenere i gestori di SPID.
Questo finanziamento è stato pensato per garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti, al fine di allineare il sistema alle nuove modalità operative imposte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Spid o Cie? Ecco perché non possiamo fare a meno di Spid

All’epoca si era anche paventata la chiusura del servizio di SPID, in base alla considerazione che ormai si era arrivati ad un elevato numero di emissione di CIE; purtroppo però i dati hanno dimostrato che la maggioranza degli accessi ai servizi online avviene con le credenziali SPID, e gli accessi con CIE – seppure in aumento – sono comunque di gran lunga inferiori.

In particolare a partire dal periodo della pandemia – da marzo 2020 – l’utilizzo dei servizi online ha avuto un decollo, e l’essere in possesso di un’identità digitale ha permesso ai cittadini di poter usufruire dei servizi della Pubblica Amministrazione, inviando istanze e facendo pagamenti online; in questo contesto, SPID – peraltro reso obbligatorio proprio in quel periodo – si è rivelato uno strumento prezioso.

La CIE, invece, ha avuto una partenza un po’ in salita, poiché richiede l’uso di un lettore di smartcard o di uno smartphone con lettore NFC per l’autenticazione, e ha una user experience non così semplice e intuitiva come SPID.

Ci sono differenze tra i due sistemi anche in fase di emissione: infatti, la CIE costa circa 22 euro e i tempi di richiesta ai Comuni e di rilascio da parte del ministero dell’Interno sono variabili e spesso lunghi, con problemi di attesa soprattutto nei grandi Comuni.
Mentre l’identità SPID si appoggia su un modello federato con una serie di identity provider (Poste, usato in circa l’80% dei casi, secondo alcune stime, ma anche Aruba, Tim, Intesa, Infocert e altri), e si può ottenere anche online; anche i costi sono minori, tenendo presente che per account rilasciati nei primi anni non è previsto alcun costo.

Il finanziamento a Spid: dettagli

Entrando nel merito del finanziamento, l’art. 18 bis della L. 13/2023 prevede che il contributo sia ripartito con un decreto della presidenza del consiglio, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge; l’assegnazione è in proporzione al numero di identità digitali gestite da ciascun gestore, degli accessi ai servizi erogati dalle PA e delle verifiche dei dati nell’Anagrafe unica che ogni provider dovrà effettuare.
Si terrà conto anche dell’incremento delle identità gestite e delle transazioni registrate.

Il finanziamento della somma è avvenuto con le risorse assegnate alla Missione 1, componente 1, sub-Investimento 1.4.4, del PNRR, secondo le procedure previste per la gestione delle risorse del Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation EU-Italia.

L’integrazione con ANPR è un elemento di fondamentale importanza, in quanto era già stato evidenziato da tempo che il rilascio dell’identità digitale non può in alcun modo essere disgiunto dall’identità della persona fisica; ed inoltre, chi rilascia credenziali SPID può essere qualificato come “incaricato di pubblico servizio”, e quindi può avere la qualifica giuridica sufficiente per accedere ai dati personali.

Vediamo cosa è successo dal 2023 ad oggi: innanzitutto moltissimi Comuni (oltre anche le Province) hanno aderito al Bando PNRR 1.4.4., che aveva proprio l’obiettivo di garantire che tutti i servizi online fossero accessibili sia con SPID e sia con CIE, introducendo anche il nuovo standard tecnico di SPID, OpenID Connect, importante non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche perchè a breve permetterà il tanto agognato SSO (Single Sign On, cioè accesso una tantum, senza bisogno di riautenticarsi una seconda volta per poter accedere ad altri moduli) con i servizi disponibili su App IO.

In secondo luogo, l’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano ha affermato alla fine del 2024 che l’obiettivo italiano nel PNRR di attivare 42,3 milioni identità digitali entro giugno 2026 è già stato raggiunto, in anticipo di due anni rispetto alla scadenza prevista, riconfermando quindi che l’identità digitale è un asset portante per l’accesso ai servizi digitali e di conseguenza per la trasformazione digitale della PA.

I prossimi passi

Cosa succederà nel prossimo futuro?

Innanzitutto sta avanzando lo sviluppo dell’E-Wallet europeo, e nel 2024 l’Italia ha introdotto anche IT Wallet, con l’art. 64 quater del CAD – D. Lgs. 82/2005: si tratta di un sistema che razionalizza e migliora l’identità digitale e l’accesso a documenti e servizi pubblici in Italia, come, per esempio, la patente di guida, la tessera sanitaria o la carta europea della disabilità, che saranno disponibili in formato digitale e sempre a portata di smartphone, in un formato sicuro e facilmente accessibile.

E infatti dal 4 dicembre 2024 tutti i cittadini in possesso di App IO sono in grado di scaricare in formato digitale i documenti di identità appena citati, e quasi 4.5 milioni di italiani hanno già caricato oltre 7.4 milioni di documenti.

Una volta che saranno pubblicate le Linee Guida AGID sul wallet e saranno definiti gli standard europei – e contestualmente saranno disponibili anche gli altri documenti di identità in formato digitale (CIE, passaporto, permesso di soggiorno, ecc.) – si potrà capire se e in quale modo potrà ricondursi ad unità l’identità digitale, eventualmente unificando le credenziali SPID con la CIE.

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