identità digitale

Spid a pagamento da luglio: che possono fare gli utenti



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Spid è diventato a pagamento dal secondo anno di abbonamento con Infocert e Aruba; ma altri potrebbero seguire. Il motivo è che mancano i soldi pubblici promessi. Ecco che succede e le scelte da fare

Aggiornato il 8 giu 2025



spid pagamento

A partire da luglio 2025, lo Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) potrebbe diventare a pagamento con molti servizi provider. Altri fornitori di Spid invece potrebbero scegliere di chiudere il servizio.

Di fatto è diventato sicuramente a pagamento dal secondo anno di abbonamento con Infocert e Aruba; ma altri potrebbero seguire.

Una novità dirompente considerato che tutti i Governi hanno sempre promesso che Spid sarebbe stato gratis per sempre ai cittadini.

Spid a pagamento: che succede e perché

La causa principale è il blocco dei 40 milioni di euro di finanziamenti pubblici previsti da un decreto del 2023 e destinati ai fornitori di Spid. Questi fondi, sebbene stanziati dal 2023, non sono ancora stati erogati, mettendo in difficoltà economica le società che gestiscono il servizio.

La scelta di Infocert a pagamento

InfoCert farà pagare il rinnovo dello Spid dal 28 luglio 2025, a 5,98 euro. Ha dichiarato che deve farlo garantire la sostenibilità economica del servizio, che da anni presenta uno squilibrio tra costi sostenuti e ricavi generati.

Aruba a pagamento

Aruba aveva già fatto questa scelta quest’anno, applicando circa lo stesso costo (5,90 euro l’anno) dal secondo anno di abbonamento.

Altri fornitori, come Poste Italiane, mantengono al momento la gratuità del servizio, ma non si esclude che possano adottare misure simili in futuro.

Al momento tutti fanno pagare alcune modalità di attivazione dello Spid, di solito quelle online e più comode agli utenti.

Spid gratis: cosa possono fare gli utenti?

È importante notare che il rinnovo del servizio non sarà automatico: gli utenti dovranno esprimere esplicitamente il consenso al pagamento per continuare a utilizzare lo Spid di InfoCert.

Gli utenti che non desiderano pagare il canone annuale possono scegliere di chiudere il proprio SPID con InfoCert e Aruba attivarne uno nuovo con un altro fornitore che offre ancora il servizio gratuitamente.

Oppure usare la Cie (Carta identità elettronica) per l’accesso online (con CieID). Una scelta comunque scomoda e in certi casi pure costosa, in particolare se non abbiamo ancora una carta di identità elettronica.

Vediamo le opzioni gratuite per attivare Spid. In sintesi: se si hanno Cie (con pin), Cns o firma è facile avere Spid gratis. Idem se abbiamo Bancoposta o Postepay (per Spid con Poste). Altrimenti le opzioni più facili sembrano Sielte e Lepida.

Spid: modalità di riconoscimento gratuite

ProviderCIECNS/Firma DigitaleDi persona
ArubaGratisGratisNon disponibile
InfoCertGratisGratis8,99 € (in tabaccheria)
LepidaGratisGratisGratis (presso sportelli Lepida)
NamirialGratisGratisGratis (ufficio di Senigallia)
Poste ItalianeGratisGratis12 € (in ufficio postale)
SielteGratisGratisGratis (sportelli Sielte)
TIM IDGratisGratis14,99 € (nei negozi TIM)



Come fare gratis senza Cie né firma digitale

Per chi non ha né Cie abilitata all’online, né Cns né firma digitale: si può fare una videoregistrazione con Lepida (inquadrando i propri documenti) e bonifico simbolico da 0,01 euro.

Se si ha bancoposta o postepay si può fare a distanza gratis con Poste. Possibile gratis via webcam anche con Sielte ma i tempi di attesa possono essere lunghi. Gli sportelli gratuiti sono una pseudo opzione perché solo sono poco diffusi sul territorio.


Consigli per la scelta

Se opti per il riconoscimento via webcam: Poste Italiane e Sielte offrono il servizio gratuitamente (con tempi standard), mentre altri provider applicano un costo.  

Se possiedi una CIE, CNS o firma digitale: Puoi attivare lo SPID gratuitamente con la maggior parte dei provider.

Se preferisci il riconoscimento di persona: Sielte e Lepida offrono questo servizio gratuitamente presso i loro sportelli.

Finanziamenti Spid, che è successo

La questione dei finanziamenti pubblici destinati ai fornitori di SPID è complessa e ha avuto un impatto significativo sulla sostenibilità economica del servizio.

Nel 2023, il governo italiano ha previsto un contributo una tantum di 40 milioni di euro per sostenere i gestori di SPID. Questo finanziamento era destinato a coprire i costi di adeguamento tecnologico richiesti ai fornitori per mantenere efficiente e sicuro il sistema di identità digitale, in linea con le nuove modalità operative imposte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Ritardi nell’erogazione dei fondi

Sebbene il decreto di assegnazione dei fondi sia stato firmato nel marzo 2025, dopo un’attesa di due anni, i finanziamenti non sono ancora stati erogati ai fornitori di SPID.

Al nostro giornale risulta, da fonti Agid, che il motivo è connesso al ritardo precedente. Lo sblocco è avvenuto solo a marzo, poco tempo fa, e ancora non si è riusciti a completare l’iter di erogazione.

Questo ritardo ha messo in difficoltà economica le società che gestiscono il servizio, costringendole a considerare l’introduzione di un canone annuale per garantire la sostenibilità economica del servizio.

Perché a luglio scatta la tagliola Spid a pagamento

In particolare il 9 luglio scade la convenzione tra lo Stato e i fornitori di Spid, che dura due anni (rinnovabili per un terzo). Se i soldi non arriveranno per allora, i provider dovranno fare la difficile scelta tra tre opzioni: rinnovare la licenza, rischiando di operare ancora in perdita per chissà quanto tempo, chiudere il servizio o renderlo a pagamento.

Ministro Zangrillo: i soldi ci sono ma puntiamo sulla Carta d’identità europea

“Posso rassicurare tutti: i 40 milioni che noi eroghiamo ai provider che offrono l’utilizzo dello spid ci sono“, ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo il 7 giugno,  alla Festa dell’Innovazione organizzata dal Foglio a Venezia.

Paolo Zangrillo alla Festa dell'Innovazione 2025

Che ci siano è noto; il punto è quando in effetti saranno erogati, però.

In più, il ministro conferma l’idea di questo Governo di voler andare oltre lo spid, verso una carta d’identità elettronica europea.

“Ci sono da tempo dei provider che hanno deciso di far pagare lo spid, ma la nostra idea è quella di continuare a lavorare per la carta d’identità elettronica europea, che consentirà di avere uno strumento tecnologico simile allo spid in termini di funzionamento ma che funzionerà oltre i confini del nostro paese, in una logica di gratuità”, ha aggiunto il ministro. 

Spid: prospettive future

Attualmente, lo SPID è uno strumento essenziale per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione in Italia. E’ quello più usato per questo scopo.

Tuttavia, il governo sta promuovendo l’adozione dell’identità digitale basata sulla Carta d’Identità Elettronica (CIE) e lo sviluppo dell’IT Wallet, un portafoglio digitale che potrebbe in futuro sostituire o integrare lo SPID . La scadenza della convenzione tra lo Stato e i fornitori di SPID a luglio 2025 potrebbe portare a ulteriori cambiamenti nel panorama dell’identità digitale in Italia.

Infocert: ecco perché abbiamo dovuto fare pagare Spid

In una nota, Tinexta Infocert spiega perché farà pagare l’identità digitale a partire dal secondo anno di utilizzo. Il primo anno continuerà a essere offerto gratuitamente, in conformità con quanto previsto dalla normativa vigente.

“La decisione si rende necessaria per garantire la sostenibilità economica di un servizio che, pur essendo diventato essenziale per il Paese, presenta da anni un forte squilibrio tra costi sostenuti e ricavi generati. Dal 2014 al 2024, Tinexta Infocert ha investito tra i 20 e i 30 milioni di euro per lo sviluppo, la gestione, il mantenimento e l’evoluzione del sistema SPID. I ricavi complessivamente generati nel periodo coprono solo una piccola porzione di tali costi”, spiega l’azienda.

“Il sistema SPID, allo stato attuale, gestisce oltre il 90% degli accessi ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione con circa 1,2 mld di accessi nel solo 2024. Infatti, nonostante la diffusione della CIE sia ormai pressoché completa e senza oneri di gestione per il Cittadino, il suo utilizzo rimane marginale (solo 52 mln di accessi nel 2024 a fronte di 48,2 carte distribuite), mentre lo SPID mantiene una importante centralità, grazie anche alla qualità e robustezza del servizio reso dai Gestori (es. formazione, supporto, presenza sul territorio, etc…)”.

“Tale utilizzo rappresenta una best practice a livello europeo e consente alle 20.000 Pubbliche Amministrazioni aderenti un significativo risparmio per la gestione delle autenticazioni ai servizi online, quantificabili nell’ordine dei 100 milioni all’anno, e a oltre 40 milioni di cittadini di disporre di un metodo unico per accedere a numerosi di servizi, risparmiando tempo, risorse fisiche e anche ambientali”.

“A fronte di questa crescita esponenziale, Tinexta Infocert ha continuato a garantire elevati standard di servizio e sicurezza, sostenendo gli ulteriori investimenti per l’adeguamento agli obiettivi previsti dalla Convenzione SPID 2023–2025, tra cui l’introduzione dello SPID per minori, il supporto al protocollo OpenID Connect e il rafforzamento dell’infrastruttura per il rispetto degli SLA e la gestione di un carico sempre crescente”.

“Il contributo straordinario previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), pari a 40 milioni di euro per l’intero sistema SPID, è stato formalizzato nel 2023, rimandando a un decreto le modalità di riparto tra i 12 Gestori. Questo decreto, previsto entro 90 giorni, è invece stato pubblicato solo a marzo 2025: la somma destinata a Tinexta Infocert ammonta a 2,6 milioni di euro, che rappresentano un parziale ristoro per gli investimenti richiesti dalla Convenzione in essere, ma non sono sufficienti a compensare le perdite accumulate nel decennio e i costi correnti”.

“Il nostro obiettivo” commenta Igor Marcolongo – Head of Business Evolution Tinexta Infocert, “è quello di continuare a garantire un servizio di qualità ai tanti cittadini e professionisti che ci hanno scelto, mantenendo attivi e presidiati i numerosi canali di assistenza per supportare gli utenti in ogni fase dell’esperienza SPID. L’introduzione del rinnovo a pagamento dal secondo anno è una opzione espressamente prevista dalla Convenzione con AgID firmata nel 2023 ed è per noi una misura necessaria per assicurare la continuità e l’affidabilità del servizio nel lungo periodo”.

“La sostenibilità economica del servizio SPID è sempre stato un tema cruciale per tutti i Gestori, e costantemente è posto come tema prioritario anche da AssoCertificatori, la nostra associazione di categoria, nei numerosi confronti con AgID, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e le Istituzioni”.

“I fatti ci dimostrano come SPID sia una infrastruttura fondamentale per il Paese e una eccellenza a livello europeo: va difeso e valorizzato in vista dell’evoluzione verso il wallet europeo di identità digitale, progetto dove l’Italia ha i player, l’esperienza e la maturità per essere guida in Europa, ma che sicuramente richiederà alcuni anni di convivenza con gli attuali sistemi di autenticazione prima di poter andare a pieno regime”.

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