Per fare dell’Europa un continente all’avanguardia nell’innovazione digitale, la Commissione Europea ha approvato il programma strategico “decennio digitale” (i.e., Europe’s Digital Decade). L’adozione affidabile e antropocentrica di modelli, strumenti e sistemi di IA rappresenta uno step necessario per il conseguimento degli obiettivi sopracitati e sta suscitando alti livelli d’interesse anche nella pubblica amministrazione (PA). È dunque importante che l’adozione di tali tecnologie dirompenti avvenga in modo pianificato e indirizzato, al fine di massimizzarne i benefici e mitigarne i rischi connessi, particolarmente rilevanti quando si tratta di una PA.
Definizioni IA Generativa e General Purpose AI
I sistemi di IA Generativa (GenAI) sono capaci, a partire dai dati con cui sono stati addestrati tramite specifici modelli matematici, di creare e generare nuovi contenuti sotto forma di testo, audio, immagini e/o video in risposta a specifici input/prompt. I sistemi più avanzati di IA Generativa vengono definiti esempi di General Purpose AI (GPAI): come definita dal recente AI Act europeo, la GPAI è un sistema di IA che si basa “sulle principali caratteristiche funzionali di un modello di IA per finalità generali, in particolare la generalità e la capacità di svolgere con competenza un’ampia gamma di compiti distinti”. In altre parole, grazie all’utilizzo di dataset enormi e diversi metodi matematici, tali modelli possono performare una vasta gamma di compiti distinti che ricordano sempre di più l’intelligenza umana. ChatGPT di OpenAI, Gemini di Google o Copilot di Microsoft, sono solo alcuni degli esempi di sistemi GPAI introdotti nel mercato negli ultimi anni.
Date queste caratteristiche, le soluzioni di GenAI consentono di ottimizzare e velocizzare molti processi lavorativi, in particolare quelli ripetitivi e a basso valore aggiunto, di migliorare il rapporto con l’utente (in questo caso, il cittadino), e di offrire nuove e personalizzate opzioni di servizi. A questo si aggiunge un’estrema semplicità di interazione con i sistemi GenAI sopracitati, grazie all’uso di linguaggio naturale e a interfacce intuitive e user-friendly. Non sorprende, quindi, che entro il 2028 le previsioni di crescita per questo mercato stimino un valore di 1.270 miliardi di dollari, rispetto agli attuali 540 miliardi, e che la diffusione di queste soluzioni riguardi anche la pubblica amministrazione.
Sviluppo e adozione della IA Generativa e GPAI nella PA
Attualmente, il settore pubblico ha dimostrato in tutto il mondo un reale interesse nell’esplorare l’uso e le potenzialità dell’IA per migliorare i propri servizi e le proprie procedure amministrative. Tre sono le aree principali in cui l’IA è stata applicata in questa ultima ondata di innovazione:
- il miglioramento dei processi di policy making,
- l’innovazione dell’organizzazione e della gestione interna della PA
- il potenziamento dei servizi offerti.
Come riportato dal Public Sector Tech Watch, l’osservatorio della Commissione Europea dedicato a monitorare, analizzare e incentivare l’adozione di tecnologie emergenti nel settore pubblico, l’impiego di tali tecnologie è in aumento in tutti i livelli e settori di governo: dal 2020 ad oggi, le soluzioni di IA testate e implementate nelle PA europee sono il 43% in più di tutte quelle identificate dall’Osservatorio prima della pandemia.
I 1342 i casi di utilizzo raccolti dall’Osservatorio sono relativi a soluzioni di IA nella pubblica amministrazione che coinvolgono le amministrazioni a livello nazionale, locale e regionale e che, talvolta, prevedono collaborazioni trans-nazionali, tramite progetti finanziati dall’UE grazie ai fondi di Horizon Europe o altri pacchetti ad hoc. L’utilizzo di IA riguarda per lo più servizi pubblici per i cittadini, affari economici e di ordine pubblico, anche se non mancano applicazioni nell’ambito dell’istruzione, dell’housing e della protezione ambientale.
Tra i più di mille casi sono stati individuati 58 casi di GenAI applicati per la maggior parte a servizi pubblici per i cittadini, seguiti da affari economici, ordine pubblico e sicurezza, e housing. Per quanto riguarda i servizi pubblici generali, gli strumenti di GenAI sono usati principalmente per la personalizzazione dei servizi e il supporto a processi interni della PA, oltre ad alcune applicazioni mirate ad incentivare la partecipazione pubblica e migliorare il policy making. Dei 58 casi di GenAI, otto sono applicati in Italia, di cui sette a livello nazionale e uno in collaborazione transnazionale. Particolarmente interessante è il progetto “Democratic Engagement through a Public Chatbot” (DepuChat), realizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche (DSG) dell’Università di Firenze e dal Centro IDEAS di Roma Tre.
DepuChat: un caso d’uso italiano di successo
DepuChat è un progetto di un caso d’uso basato sull’IA generativa sviluppato per migliorare l’interazione tra cittadini e le istituzioni, in particolare la Camera dei Deputati. L’obiettivo della soluzione presentata consiste nell’offrire ai cittadini informazioni sui lavori della Camera tramite una chat in grado di rielaborare, per rispondere alle richieste, i dati contenuti nei suoi archivi digitali. Una volta rilasciata, DepuChat dialogherà con i cittadini utilizzando tecniche di elaborazione del linguaggio naturale, riuscendo anche a riportare le posizioni dei vari attori politici attraverso l’analisi degli atti ufficiali conservati nell’archivio digitale (ad es., disegni di legge, dichiarazioni in Aula, ecc.).
Questo progetto è stato premiato presso la Camera dei Deputati per il grado di innovazione e il potenziale impatto positivo sulla trasparenza delle istituzioni e sul miglioramento delle informazioni verso i cittadini grazie all’uso di IA generativa.
Sfide, opportunità e trend
L’utilizzo di IA Generativa e di sistemi di GPAI all’interno della pubblica amministrazione e delle istituzioni democratiche presenta naturalmente numerose sfide organizzative, legali e tecniche. Prendendo come esempio DepuChat, la questione della privacy dei dati rimane un tema complesso per i modelli e sistemi di IA generativa e pone sfide legali e di adempimento del Regolamento GDPR e dell’AI Act. Inoltre, per quanto riguarda l’implementazione e lo sviluppo di queste soluzioni, la conoscenza tecnica legata all’IA, alla sua gestione e adozione, risulta spesso carente nell’attuale struttura dirigenziale, limitando di fatto la digital readiness (i.e. “prontezza digitale”) delle PA.
Tuttavia, sono numerosi gli strumenti di policy messi a disposizione delle pubbliche amministrazioni al fine di assicurare un uso di (GP)AI efficace, responsabile e sicuro. Primo fra tutti, l’AI Act prevede l’elaborazione di un Codice di buone pratiche (Code of Practices, CoP) per i fornitori “a monte e a valle” di modelli e sistemi di GPAI, oltre a regolamentare in modo trasversale tutti gli altri sistemi IA sulla base del rischio associato. Nel dettaglio, tale Codice affronterà temi critici, come la trasparenza e le norme relative al diritto d’autore, e soprattutto stabilirà le linee guida che dovranno seguire i fornitori di GPAI per adeguarsi alla normativa europea e per mitigarne i rischi connessi. Questo sarà un aiuto per le PPAA che decideranno di integrarli nei propri sistemi interni o esterni (ossia utilizzabili dai cittadini, come una chatbot), e che potranno quindi collaborare in modo più sicuro con i provider di tali tecnologie; governando, di fatto, in modo sicuro l’innovazione tecnologica. Frutto del lavoro di esperti indipendenti, rappresentanti degli Stati Membri, osservatori europei e internazionali, organizzazioni della società civile e soprattutto dei fornitori di GPAI stessi, il Codice sarà rilasciato entro aprile 2025, ma già a novembre 2024 ne è stato pubblicato una prima versione.
In termini di investimenti, la Commissione Europea ha approvato a inizio 2024 l’AI Innovation Package, a supporto non solo dell’ecosistema europeo di startup e PMI ma anche del settore pubblico. Infatti, con la creazione delle AI Factory, che attraverso i sistemi di supercalcolo europeo ambiscono a sviluppare modelli di GenAI all’avanguardia, la PA europea potrà avvalersi di nuovi strumenti innovativi in conformità con tutte le politiche e regolamentazioni europee. Inoltre, l’AI Innovation Package include l’iniziativa GenAI4EU: lanciata a gennaio 2024, questa si propone di contribuire allo sviluppo di nuovi casi d’uso e applicazioni emergenti nel settore pubblico e in 14 ecosistemi industriali europei, grazie anche alla collaborazione con il neo AI Office della Commissione Europea.
Appare quindi chiaro come l’IA generativa offra molteplici opportunità alle pubbliche amministrazioni, tra cui l’automazione di processi burocratici, l’analisi avanzata dei dati per migliorare i servizi pubblici e la personalizzazione delle interazioni con i cittadini, come illustrato dal caso di DepuChat. Tuttavia, resta cruciale per la PA italiana ed europea, superare le sfide organizzative, legali e tecniche collegate alle soluzioni disponibili sul mercato, in modo da essere protagonista e non spettatore di questa trasformazione tecnologica.