Il Digital Markets Act, il nuovo strumento europeo per affrontare le sfide inerenti all’equità e la contendibilità dei mercati digitali poste dalle grandi piattaforme digitali (i cosiddetti “gatekeeper”) compie un anno di applicazione. Ci si aspettava, forse, di celebrarlo in un clima più disteso.
Il recente acceso dibattito sulla semplificazione delle regole attorno al Draghi report e il cambio di amministrazione americana hanno infatti creato del malcontento sull’eccesso di burocrazia in Europa e in generale suscitato scetticismo sull’efficacia delle regole europee anche nel campo digitale[1].
Non intendiamo entrare nel merito di questo dibattito in quanto riteniamo che andrebbero prima approfonditi alcuni aspetti macroeconomici, di politica industriale ed estera nonché distinguere fra diverse tipologie di regole[2]. Ci limiteremo solo a dire che il DMA è una regolazione nuova e innovativa sia per obiettivi che per ambito di applicazione, vale a dire a determinati servizi controllati da grandi piattaforme con granitiche posizioni di dominanza (i.e. i gatekeeper). Pertanto, riteniamo che gli effetti del DMA si potranno maggiormente apprezzare nel medio lungo periodo.
I primi effetti positivi del DMA
Tuttavia, il DMA già ha iniziato a manifestare concretamente alcuni dei suoi effetti positivi con alcuni importanti cambiamenti che i gatekeeper hanno adottato per ottemperare agli obblighi imposti dal regolamento.
Basti pensare che ora è possibile configurare un dispositivo Android senza dover creare un account Gmail, utilizzando Outlook o altri servizi e-mail.
Ecosistemi che un tempo sembravano impenetrabili si stanno aprendo. Ad esempio, gli sviluppatori di app possono finalmente utilizzare canali di distribuzione e sistemi di pagamento diversi sull’iOS, iPadOS di Apple e Apple App Store. Inoltre, gli utenti finali europei possono concludere contratti con gli sviluppatori di app anche al di fuori dell’Apple App Store.
Gli hotel, a loro volta, possono offrire prezzi più bassi rispetto a quelli disponibili su Booking.com. Alphabet (Google) e Apple offrono agli utenti finali la possibilità di scegliere ed installare browser e motori di ricerca alternativi a quelli predefiniti dal produttore del dispositivo. Disinstallare e modificare le impostazioni predefinite è diventato più facile per gli utenti di Microsoft PC, dispositivi Android e Apple iOS. Infine, Apple e Alphabet stanno sviluppando soluzioni per facilitare la portabilità dei dati tra un dispositivo ad un altro anche nel caso di passaggio da Android a iOS e viceversa.
Il lavoro della Commissione europea
Questi cambiamenti sono il frutto di un intenso lavoro iniziato con la designazione di quasi tutti i gatekeeper il 6 settembre 2023[3] (Booking.com è stato designato il 13 maggio 2024)[4] e del grande lavoro preparatorio sulle proposte di conformità dei gatekeeper. A tal fine, la Commissione ha avviato consultazioni con tutte le parti interessate e organizzato workshop, con l’obiettivo di favorire un dialogo regolatorio costruttivo per migliorare le proposte dei gatekeeper in tempo per l’inizio del periodo di adempimento previsto dal DMA, ovvero il 7 marzo 2024 (14 novembre 2024 per Booking.com)[5].
Tuttavia, in alcuni casi, la Commissione ha dovuto avviare indagini per non conformità alle norme del DMA e procedimenti di specificazione le cui decisioni finali sono attese nei prossimi mesi.
Le indagini sui gatekeeper per non conformità alle norme del DMA
Tali procedimenti possono, per semplicità, essere raggruppati per finalità di intervento.
Il primo gruppo riguarda le due indagini aperte nei confronti di Apple sull’applicazione degli articoli 6(3) e 6(4) del DMA, il cui obiettivo è di garantire agli utenti finali una maggiore scelta di applicazioni.
Indagini sulla libertà di scelta degli utenti
La prima indagine, relativa all’articolo 6(3) DMA, riguarda il modo in cui Apple ha progettato la schermata di scelta del browser web e se ciò possa impedire agli utenti di esercitare realmente la loro libertà di scegliere diversi servizi all’interno dell’ecosistema Apple[6].
Con la seconda indagine, concernente l’articolo 6(4) DMA, la Commissione sta valutando se le nuove condizioni contrattuali imposte da Apple agli sviluppatori non consentano l’accesso ad alcune delle nuove funzionalità abilitate dal DMA, come ad esempio la fornitura di “app store” alternativi o la possibilità di offrire una app tramite un canale di distribuzione alternativo[7].
La seconda categoria è affine alla prima, in quanto riguarda tutti i servizi che sono al di fuori delle piattaforme dei gatekeeper ma che operano nei loro ecosistemi e contribuiscono a favorire una maggiore varietà di scelta agli utenti. In questa categoria ricadono le indagini che la Commissione ha avviato nei confronti di Apple e Alphabet sull’applicazione dell’articolo 5(4) DMA che consente agli sviluppatori di app di indirizzare gratuitamente i consumatori verso offerte esterne agli app store dei gatekeeper[8].
Indagini su equità e uso dei dati
La terza categoria concerne l’accesso equo alle piattaforme dei gatekeeper. Un esempio è il c.d. “self-preferencing” ovvero la possibilità che i gatekeeper favoriscano la vendita o l’erogazione dei propri prodotti o servizi sulle proprie piattaforme a scapito di quelli dei concorrenti. La Commissione ha avviato nei confronti di Alphabet un’indagine che riguarda l’applicazione dell’articolo 6(5) DMA ovvero proprio su possibili condotte di self-preferencing[9].
Secondo la Commissione, infatti, i risultati di ricerca su Google Search possono favorire servizi di ricerca verticale di Alphabet quali Google Shopping; Google Flights; Google Hotels a danno dei servizi di terze parti che sarebbero trattati in maniera non equa e discriminatoria rispetto ai servizi di Alphabet.
Indagini su dati personali e interoperabilità
La quarta categoria riguarda lo sfruttamento dei dati degli utenti finali da parte dei gatekeeper per consolidare le proprie posizioni di dominanza a danno dei concorrenti. In questo ambito, la Commissione ha avviato un caso nei confronti di Meta riguardante la non conformità con l’articolo 5(2) DMA[10]. Nello specifico, la Commissione è preoccupata che la scelta binaria imposta dal modello “pay or consent” di Meta potrebbe non fornire una vera alternativa nel caso in cui gli utenti non diano il consenso, non raggiungendo così l’obiettivo di impedire l’eccessivo accumulo di dati personali da parte dei gatekeeper[11].
Infine, l’ultima categoria riguarda l’interoperabilità. Con riferimento all’applicazione dell’articolo 6(7) DMA, la Commissione ha avviato i primi due procedimenti di specificazione di cui all’articolo 8 DMA. Il primo procedimento si concentra su diverse funzionalità e caratteristiche di connettività iOS, utilizzate prevalentemente per e dai dispositivi connessi (es. smartwatch; auricolari ecc). Il secondo procedimento si focalizza sul processo che Apple ha impostato per rispondere alle richieste di interoperabilità inviate da sviluppatori e terze parti per iOS e iPadOS[12]. È fondamentale che il processo di richiesta sia trasparente, tempestivo ed equo in modo che tutti gli sviluppatori abbiano un percorso chiaro, efficace e prevedibile verso l’interoperabilità per favorire l’innovazione.
Le prospettive future del DMA
La Commissione si appresta quindi ad adottare nuove decisioni che produrranno ulteriori effetti positivi rispetto ai cambiamenti importanti che il DMA ha già portato sui mercati digitali europei, come sopra menzionato.
Nuovi scenari si intravedono all’orizzonte, come lo sviluppo dell’intelligenza artificiale che grazie ai cosiddetti “large language model” (LLM) sta progredendo rapidamente. Sarà interessante capire come il DMA sarà applicato in questi nuovi contesti data la sua resilienza e adattabilità nel tempo.
C’è chi infatti già suggerisce di designare alcuni gatekeeper per i servizi di cloud computing. Il futuro è ora nelle mani della nuova Commissione che, tramite la sua Vicepresidentessa Teresa Ribera, ha già confermato l’impegno a proseguire le indagini DMA senza interruzioni[13]. Inoltre, entro maggio 2026, e successivamente ogni tre anni, è prevista una revisione del DMA, durante la quale verranno valutati i primi effetti della regolazione e, se necessario, saranno introdotte modifiche per migliorarne l’efficacia e adattarlo alle nuove sfide del mercato digitale.
E allora, auguriamo un buon compleanno e ancora tanto lavoro proficuo al DMA!
Note
[1]https://i2.res.24o.it/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Embedded/Documenti/2024/09/09/2024-Draghi-report-PART-A-V3.pdf e https://www.ilsole24ore.com/art/draghi-competitivita-difesa-dazi-tutte-sveglie-ue-AGq3jyyC
[2] “Forget the US — Europe has successfully put tariffs on itself”, Mario Draghi, Financial Times, 14 February 2025.
[3] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_4328
[4] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_2561
[5] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_5828
[6] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_1689
[7] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_3433
[8] Ibidem
[9] https://ec.europa.eu/competition/digital_markets_act/cases/202417/DMA_100193_249.pdf
[10] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_1689
[11] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_3582
[12] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_4761
[13] Teresa Ribera ha già sottolineato l’importanza del Digital Market Act alla Conferenza annuale del CRA sulla politica della concorrenza dove ha dichiarato che “[…] We live in a world where platforms and big tech companies play a central role in our economy. Some of these platforms have become gatekeepers, controlling access to customers, data, and market opportunities. This is why the Digital Markets Act is so important. It gives us the power to ensure that platforms create opportunities for start-ups and innovators, not shut them out. We need to make sure that Europe’s digital markets stay open for new players, new ideas, and new investment […]”. Di recente, Teresa Ribera ha confermato la prosecuzione delle indagini DMA indipendentemente dalle pressioni dell’amministrazione Trump.