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Dalla ricerca alla cura: l’approccio centrato sulla persona parte dall’Università



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La sinergia tra medicina, ingegneria e nutrizione caratterizza l’innovazione universitaria in ambito salute. Il Campus Bio-Medico trasforma idee in spin-off e brevetti, creando soluzioni concrete per migliorare la qualità della vita

Pubblicato il 9 mag 2025

Andrea Rossi

Amministratore Delegato e Direttore Generale, Università Campus Bio-Medico di Roma



sanità sul territorio università

Si dice spesso che l’uomo al centro della visione di una impresa (come di un’università) può fare la differenza.

Fuori dagli slogan che idolatrano le tecnologie e affermano di mettere la persona al centro della rivoluzione digitale, quello che stiamo facendo in questi anni nel nostro Ateneo, specializzato nelle scienze della vita, è partire da una conoscenza approfondita dell’essere umano per costruire attorno alle sue esigenze un percorso di didattica e di ricerca scientifica coerente e diretto alla risoluzione dei principali problemi in ambito di salute, benessere, alimentazione, sostenibilità.

Serve pragmatismo, occorre fare un percorso esperenziale, e farlo con empatia.Ciò avendo constatato che solo tramite un approccio One Health possiamo ottenere risultati concreti nei settori suindicati.

L‘esperienza dell’innovazione universitaria in salute

Il nostro approccio non è frutto di una visione teorica: infatti per l’ambito salute tale approccio è stato coltivato per oltre trent’anni all’interno del Policlinico Universitario, una struttura di cura e assistenza riconosciuta in tutta Italia.

Professionisti della medicina, delle professioni sanitarie, dell’ingegneria biomedica e informatica e della nutrizione trovano in questa realtà uno spazio di applicazione immediata delle loro competenze nel quale è naturale chiedersi cosa serve per fare innovazione. Questo è il luogo della interdisciplinarietà, dove cioè i saperi si intersecano e si completano nell’individuazione di soluzioni frutto di conoscenze trasversali. Infine l’apertura alle imprese e a enti pubblici, locali, nazionali e di livello internazionale, ai cittadini: coltivare un approccio aperto sin dalle aule e nei laboratori universitari, può portare alla genesi di progetti di ricerca in grado di guardare lontano e trasformarsi, opportunamente guidati, in nuovi strumenti e servizi capaci di aiutare i pazienti, le famiglie, i medici, i sistemi sanitari. Dalla ricerca e dal vivere quotidiano a contatto con la realtà nascono le idee migliori, si genera l’innovazione al servizio della persona.

Innovazione universitaria per risolvere problemi concreti

Partendo da presupposti come questi il ruolo dell’università nella definizione dei nuovi servizi pubblici basati sulle tecnologie emergenti può risultare rilevante. All’Università Campus Bio-Medico di Roma sentiamo forte questo compito nell’ambito della nostra mission.

Abbiamo sviluppato strutture interne che accompagnano gli innovatori nella realizzazione dell’idea lungo tutte le varie fasi, consapevoli di quanto complesso sia il passaggio tra laboratorio e mercato e come questo gap, ancora più sentito in Italia, sia un focus su cui è necessario investire ancora in termini di progettualità, competenze, partenariati strategici. E su questo molto investiremo in futuro. L’ultimo evento EMtech 2025 ci ha confermato quanto sia importante divenire un riferimento internazionale per l’innovazione e su questo lavoreremo.

Risultati dell’innovazione universitaria in salute

La nostra università, seppur in un percorso avviato solo di recente, ha già sviluppato con successo numerosi brevetti e spin-off. La sua iniziativa ha portato fino a oggi a 7 spin-off, di cui 2 partecipate direttamente da UCBM:

  • Brain Innovations – Soluzione integrata per la diagnosi e il monitoraggio della malattia di Parkinson;
  • HEREMOS – Sistema indossabile che permette il monitoraggio continuo dei parametri vitali del paziente;
  • ICan Robotics – Dispositivi portatili per la riabilitazione robot-assistita;
  • BRIO – Dispositivi manuali per l’erogazione di aerosol;
  • BPCOmedia – Dispositivi per il telemonitoraggio del paziente BPCO;
  • Epiclick – Sistema per diagnosi remota del melanoma;
  • WINGED – Bioraffinerie, Economia circolare;

Lo sviluppo di nuove idee è costantemente in atto grazie, da un lato, all’apertura di credito che viene data a tutti coloro che, medici, ingegneri, nutrizionisti, dottorandi, assegnisti e anche studenti, sono motivati a proporre soluzioni a problemi reali. Si rileva nelle nuove generazioni una spiccata tendenza al desiderio di innovare, di sviluppare idee imprenditoriali e di creare team interdisciplinari di lavoro e di studio. Solo per citare un caso ricercatori nei nostri laboratori con il supporto di uffici interni sono alle prese con lo studio di una nuova idea progettuale, frutto di un brevetto di un nostro professore, per la diagnosi non invasiva del livello glicemico, basata semplicemente sul contatto, grazie all’uso innovativo di sensori e AI. Oppure, per guardare al contributo che può arrivare dai nostri studenti, stiamo accompagnando un progetto di due studenti (uno di ingegneria biomedica e uno di medicina) che hanno immaginato durante il loro percorso un sistema di supporto alla diagnosi del melanoma, sempre basato su sistemi di IA addestrati su enormi quantità di immagini diagnostiche correlate con pareri di specialisti: siamo certi possa diventare a breve una nuova Spin-off del nostro ateneo.

Innovazione universitaria applicata: il caso brain innovations

Lascio per l’ultimo l’esempio di una nostra spin-off, da poco lanciata sul mercato, che ha raccolto grandi consensi e altrettanti fondi di investimento per la bontà delle idee sviluppate. Parlo di Brain innovation – startup innovativa med-tech specializzata nello sviluppo di soluzioni avanzate per la gestione della malattia di Parkinson.

Questa start-up innovativa ha lo scopo di sviluppare device nel campo della telemedicina per la telediagnosi, il telemonitoraggio e la terapia personalizzata domiciliare delle patologie neurologiche come, ad esempio, la malattia di Parkinson.

Basti pensare che una diagnosi di Parkinson su tre risulta errata e il 75% dei pazienti sperimenta fluttuazioni dei sintomi. A fondarla nel 2019 è stato Lazzaro Di Biase, ex studente UCBM, oggi neurologo del Policlinico Universitario, e coordinatore del gruppo di studio sulla telemedicina della Società italiana di Neurofisiologia Clinica. Lazzaro è un eccellente professionista di grande spessore umano.

Per capire cosa intendiamo per idee al servizio della persona e sviluppo di nuovi servizi pubblici, diciamo che Brain Innovation sviluppa dispositivi medici all’avanguardia per:

  • Diagnosi precoce e accurata
  • Monitoraggio oggettivo dei sintomi
  • Gestione personalizzata della terapia

Lavora con un team formato da bioingegneri, neurologi e data scientist e insieme a partner internazionali per creare soluzioni concrete nel trattamento del Parkinson, nella gestione farmacologica e nel monitoraggio digitale dei pazienti.

Il futuro dell’innovazione universitaria in ambito salute

Aver camminato fino a oggi, e continuare a farlo, su un sentiero come questo significa per noi avere l’ambizione di partire da una domanda e arrivare sino in fondo verificando tutte le possibili risposte per la risoluzione del problema; essere Università come luogo di formazione e insieme spazio per la crescita delle idee.

Università che non può che essere in presenza, con spazi fisici di confronto e di dialogo, con docenti e ricercatori pronti quotidianamente al confronto, per un percorso universitario che è percorso di vita e di maturazione.

Un luogo di accompagnamento delle idee lungo la via dell’innovazione. Percorsi che chiedono un passo attento e una visione lunga e profonda, gli unici in grado di innovare il panorama dei servizi attraverso la citata visione multidisciplinare che parte dalla persona, che incrocia l’utilizzo delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e arriva a trasformare le buone idee in servizi pubblici potenzialmente a disposizione di tutta la cittadinanza.

Serve una formazione integrale per vincere la sfida che non è tra Umano e Tecnologia ma tra Umano che governa la tecnologia e Umano che non la governa.

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